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Discussione: Il suicidio tra gli appartenenti delle FF.AA. e FF.OO.: un fenomeno in crescita.

  1. #201

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    Citazione Originariamente Scritto da Kojak Visualizza Messaggio
    Ci sono dei gruppi spontanei che lo stanno facendo.
    I dati sono allarmanti, soprattutto tra gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria. Ultimamente, anche i Carabinieri hanno avuto un picco significativo di suicidi. In Polizia abbiamo avuto il nostro annus horribilis nel 2014.... A preoccuparmi non è tanto la statistica, quanto l'assoluta indolenza delle rispettive amministrazioni nel cercare di porre rimedio al fenomeno...
    Proprio di questo parlavo. Non vedo da parte delle Istituzioni un interesse a capire e risolvere il problema, anzi!

  2. #202

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    Boh... secondo me queste cose succedono in ogni ambiente professionale... e non credo sia da attribuire pienamente al lavoro perché c’è ne sono di più duri che fare il cc o il poliziotto o il soldato ecc... quindi credo che non si può fare molto per porre fine... cioè porre fine a cosa? Sono Cose molto sul personale secondo me quindi nessun amministrazione potrebbe far nulla! Se non il povero mal capitato si aprisse e ne parlasse magari principalmente con uno psicologo.

  3. #203

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    Se pensate che dovrebbe essere compito delle istituzioni a risolvere il problema allora sicuramente attribuite il caso al lavoro svolto cioè che il mal capitato si sia suicidato per il lavoro che svolgeva? Secondo me non si tratta esattamente di questo

  4. #204
    bartok
    Guest

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    Citazione Originariamente Scritto da Kojak Visualizza Messaggio
    Ci sono dei gruppi spontanei che lo stanno facendo.
    I dati sono allarmanti, soprattutto tra gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria. Ultimamente, anche i Carabinieri hanno avuto un picco significativo di suicidi. In Polizia abbiamo avuto il nostro annus horribilis nel 2014.... A preoccuparmi non è tanto la statistica, quanto l'assoluta indolenza delle rispettive amministrazioni nel cercare di porre rimedio al fenomeno...
    Citazione Originariamente Scritto da Scorpionbsg Visualizza Messaggio
    Proprio di questo parlavo. Non vedo da parte delle Istituzioni un interesse a capire e risolvere il problema, anzi!
    Io credo al fatto che ci sia un aumento dei casi, ma non credo che "in divisa" il fenomeno sia più allarmante che altrove. probabilmente, in un qualche ipotetico forum degli imprenditori, c'è una discussione analoga sulla loro categoria.

    Il fenomeno è sicuramente qualcosa di brutto e sicuramente sarebbe bene poter migliorare la situazione quindi, a prescindere dal fatto che si consideri o meno nella "media" il fenomeno dei suicidi nelle FFAA e FFOO, è giusto interrogarsi su come porre rimedio al fenomeno. Ma in tutta sincerità, non riesco ad immaginare come, se non portando il discorso su altri argomenti. Per esempio, per quanto riguarda la Polizia Penitenziaria, sicuramente gioverebbe costruire più carceri: migliorerebbe l'altrettanto allarmante situazione dei suicidi tra i carcerati e migliorerebbe, di rimando, la vita anche per chi lavora in questi luoghi.
    Spesso, oggi, queste cose succedono più per motivi privati, che non per questioni di intransigente prussiana disciplina o nonnismo, ormai debellato. Gli strumenti per avere un sostegno ci sono: ricordiamoci che le tante facilitazioni di cui alcuni elementi approfittano opportunisticamente, sono anche quasi sempre usate per ciò a cui servono. Chi vuole essere aiutato, ha modo di essere aiutato e molti decidono di esserlo. L'unica cosa "facile" che mi viene in mente, è sostituire i cappellani militari con degli psicologi militari. Ma dovrebbero essere figure sempre presenti e ogni caserma dovrebbe avere il proprio.
    Ultima modifica di bartok; 03-02-18 alle 22: 53

  5. #205
    Utenti Storici L'avatar di AlexanderAvi
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    Controllo, controllo e ancora controllo.
    Prima ancora di iniziare a studiare il fenomeno (anche se credo ci sia ben poco da studiare, visto che gran parte dei suicidi è legata a situazioni di carattere sentimentale/familiare), penso che sia necessario correre a ripari immediati. Tutti gli operatori delle Forze di Polizia, che abbiano in dotazione un'arma individuale, dovrebbero essere sottoposti a dei controllo periodici. Questo perché, come ha detto già Bartok, la situazione psichica di un soggetto può mutare nel corso degli anni per problemi sopravvenuti (magari anche passeggeri, ma che nell'immediato possono essere molto dannosi).
    Quindi, visto che mai nessuno segnalerà il proprio disagio mentale per paura di riflessi sul proprio stato di lavoro, e considerando che non sempre i colleghi riescono ad accorgersi di tali disagi (che, tra l'altro, si riescono a ben mascherare a chi non è attento), è opportuno procedere all'introduzione di colloqui obbligatori (semestrali o annuali) con uno psicologo del Corpo di appartenenza, il quale sicuramente saprà cogliere tutti i segnali di instabilità (anche minimi) che potrebbero evolversi in maniera tragica.
    Non abbiamo sufficiente personale qualificato? Allora si procedere con nuovi reclutamenti. Un'arma può essere adoperata per suicidarsi, ma anche contro altre persone e sempre per risolvere questioni sentimentali.
    Non si può permettere che tale fenomeno continui a riempire le pagine dei nostri giornali. Si deve intervenire e questa, secondo me, è una strada valida.
    Rendere la propria vita agli altri senza nulla ricevere in cambio, se non la stima della gente orgogliosa di averci al suo fianco. Ecco cosa significa essere CARABINIERI
    Prendi in mano la tua vita e fanne un capolavoro (Giovanni Paolo II)
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  6. #206
    bartok
    Guest

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    AlexanderAvi,
    Tutti gli operatori delle Forze di Polizia, che abbiano in dotazione un'arma individuale, dovrebbero essere sottoposti a dei controllo periodici.

    Quindi, visto che mai nessuno segnalerà il proprio disagio mentale per paura di riflessi sul proprio stato di lavoro, e considerando che non sempre i colleghi riescono ad accorgersi di tali disagi (che, tra l'altro, si riescono a ben mascherare a chi non è attento), è opportuno procedere all'introduzione di colloqui obbligatori (semestrali o annuali) con uno psicologo del Corpo di appartenenza, il quale sicuramente saprà cogliere tutti i segnali di instabilità (anche minimi) che potrebbero evolversi in maniera tragica.
    questi controlli sono difficili proprio perché nessuno segnalerà il proprio disagio mentale, se non vuole farlo. E se vuole farlo, non ha bisogno di un colloquio obbligatorio e magari va dallo psicologo privatamente, senza segnalarlo. Qui non si parla di una fase "selettiva", ma si parla di persone già reclutate. E se dopo dei colloqui qualcuno si suicidasse lo stesso? Oppure, cosa dovrebbe fare lo psicologo se supponesse che qualcuno ha dei problemi, ma costui negasse di averli? Lo psicologo dovrebbe agire unilateralmente? Ma su che basi, sulla base del "penso che tu stia male per qualche motivo"? Ma anche ammesso che il motivo per stare male effettivamente ci sia e sia riconosciuto da chi ne soffre, come capire se ciò può essere preludio di un suicidio? E poi, quale provvedimento adottare? Convalescenza? Ma chi dice che non lavorare sia la cosa migliore? Dovrebbe dunque essere obbligato a fare delle sedute psicologiche fuori? E nel frattempo, è sospeso dal lavoro? Ma su quale base dev'essere sancito per iscritto che uno ha bisogno dello psicologo, se costui nega di avere un problema?

    Io credo che si debba prendere atto che è cambiata la società, in peggio, per la crisi e per tanti altri motivi e che sia utopistico pensare di poter controbilanciare questi cambiamenti con delle ulteriori compensazioni "psicologiche", così come non si posso aumentare le prestazioni di un computer, aumentando solo la RAM: ad un certo punto non si va oltre un certo limite, per superare il quale bisogna cambiare altre cose.

    Forse un'altra cosa che si potrebbe fare, è agire sulle società convenzionate con le FFAA e FFOO, magari dando la possibilità a quelle che si occupano di sostegno psicologico di pubblicizzarsi all'interno delle infrastrutture delle FFAA e FFOO, in modo tale che chi si sente in difficoltà possa pensare tra sé e sé, avendo l'opportunità a portata di mano, provo a chiedere aiuto a loro

  7. #207
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    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    questi controlli sono difficili proprio perché nessuno segnalerà il proprio disagio mentale, se non vuole farlo. E se vuole farlo, non ha bisogno di un colloquio obbligatorio e magari va dallo psicologo privatamente, senza segnalarlo. Qui non si parla di una fase "selettiva", ma si parla di persone già reclutate. E se dopo dei colloqui qualcuno si suicidasse lo stesso? Oppure, cosa dovrebbe fare lo psicologo se supponesse che qualcuno ha dei problemi, ma costui negasse di averli? Lo psicologo dovrebbe agire unilateralmente? Ma su che basi, sulla base del "penso che tu stia male per qualche motivo"? Ma anche ammesso che il motivo per stare male effettivamente ci sia e sia riconosciuto da chi ne soffre, come capire se ciò può essere preludio di un suicidio? E poi, quale provvedimento adottare? Convalescenza? Ma chi dice che non lavorare sia la cosa migliore? Dovrebbe dunque essere obbligato a fare delle sedute psicologiche fuori? E nel frattempo, è sospeso dal lavoro? Ma su quale base dev'essere sancito per iscritto che uno ha bisogno dello psicologo, se costui nega di avere un problema?
    Lo psicologo è un medico e la diagnosi che fa ha valore e va tenuta in considerazione. Se l'operatore non è d'accordo può sempre procedere per vie legali e contestare la diagnosi, ma credo che nessun medico si azzarderebbe a dichiarare cose non vere. Se dovessero notare qualcosa che non va (anche in relazione ai diversi test e colloqui effettuati) intanto la cosa emergerebbe (agli occhi dei superiori responsabili) e si potrebbero prendere i provvedimenti del caso (che non vuol dire necessariamente convalescenza, o allontanamento a qualsiasi titolo dal luogo di lavoro, ma anche ritiro dell'arma e assegnazione, temporanea, a "lavori interni"). Bisogna capire che tutto ciò è in funzione della loro incolumità e non è affatto una punizione e questi colloqui potrebbero rappresentare un'occasione per stimolare, chi è affetto da problemi, a sfogarsi (toccando dei punti sensibili).
    Purtroppo in questi casi non è possibile "curare", dato che il culmine di questi disagi è rappresentato dal suicidio...perciò è fondamentale prevenire. E come lo si fa? Uno dei modi è proprio questo, controllando periodicamente il personale e notando le variazioni di umore che possono essere intercorse nel frattempo e per qualsiasi motivo. E' un sommerso che va portato a galla.

    Forse un'altra cosa che si potrebbe fare, è agire sulle società convenzionate con le FFAA e FFOO, magari dando la possibilità a quelle che si occupano di sostegno psicologico di pubblicizzarsi all'interno delle infrastrutture delle FFAA e FFOO, in modo tale che chi si sente in difficoltà possa pensare tra sé e sé, avendo l'opportunità a portata di mano, provo a chiedere aiuto a loro
    Altra possibile strada, ma ripeto...non è facile di propria spontanea volontà andare da uno psicologo e raccontargli i propri problemi.
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  8. #208

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    Alex, non è facile soprattutto per certe persone ma è necessario.
    Lo è fuori dall'ambito militare, figuriamoci in questo settore. Quando dai un'arma in mano a qualcuno, poi, è necessario sapere e capire in che condizioni psicofisiche è quello specifico militare.
    Nella mia esperienza personale ho visto poche risorse spese per attività di gestione dello stress o per incontri semplicemente di ascolto.
    Non tutti sono capaci di esternare il disagio, ma non tutti sono capaci ad ascoltare.
    Argomento delicato e complesso ma che, a mio avviso, va trattato con carattere d'urgenza visto che i suicidi negli ultimi anni ormai sono centinaia.
    usque ad metam et ultra ad excelsa tendo

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  9. #209
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    Da quando lo psicologo è un medico?
    a me non risulta.
    forse ci si confonde con lo psichiatra.

    Io sarei già soddisfatto se le istituzioni cominciassero a rispettare ed applicare le leggi vigenti, es. 81/2008.
    Il punto di partenza a mio avviso non può che essere questo.

    E invece uffici di polizia ed alloggi di servizio non a norma sono lo standard.
    idem per il discorso della prevenzione dello stress lavoro correlato.
    passando per il bornout ecc. Ecc.
    Ultima modifica di fatality; 04-02-18 alle 23: 05
    quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare,vi è un prezzo da pagare,ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare

  10. #210
    Utenti Storici L'avatar di AlexanderAvi
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    @fatality
    Errore mio.
    Psicologo o psichiatra, il risultato del mio ragionamento cambia poco.
    Il rispetto della 81/08, laddove non fosse applicata, come si potrebbe conciliare con i problemi di carattere privato che affliggono il personale e chertano a questi tragici eventi?
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