Per capire in cosa consiste la missione:
http://www.repubblica.it/esteri/2017...rza-171800889/
http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2...italiana.shtml
citando un pezzo del primo articolo:
Le regole di ingaggio ancora non sono definite del tutto, ma un punto è estremamente chiaro: a gestire nel concreto le operazioni di controllo dei flussi, a fermare le barche degli scafisti, a riportare sulla terraferma i migranti dovranno essere i libici. Il governo italiano non vuole che l'accordo fra Roma e Tripoli lasci spazi di ambiguità, che potrebbero trascinare il personale della missione in situazioni complicate, facilmente strumentalizzabili. Le motovedette della marina libica dovranno seguire le segnalazioni delle unità italiane, e intervenire direttamente, e il ruolo italiano sarà di "sostegno tecnico logistico".
[...]
Le regole di ingaggio dovranno prevedere anche casi particolari, come la necessità di intervenire a difesa della Guardia costiera libica, se questa fosse attaccata con le armi dagli scafisti: in questo caso, i militari italiani potranno usare la forza.
L'articolo illustra essenzialmente quello che faremo noi, il nostro piano. Ma è molto interessante l'ultimo paragrafo, perché illustra la possibile risposta avversaria:
il timore è che possano organizzare incidenti, cioè naufragi preordinati in gran numero, per portare al limite le unità libiche e costringere all'intervento umanitario quelle italiane, con serio pericolo di provocazioni.
Poiché non c'è motivo di dubitare che l'avversario attui un piano possibile e a lui conveniente, quanto riportato nell'ultimo paragrafo è probabilmente ciò che accadrà.
Citando un pezzo del secondo articolo:
«Se tu entri con una nave straniera in acque straniere senza autorizzazione è un atto ostile. Chi parla di blocco navale forse non sa cosa è: non vuol dire che blocchi i migranti, si tratterebbe di un atto ostile. Chi dice che poteva essere fatto prima non considera che questa missione non può essere fatta se il paese sovrano non lo vuole»
questo è per capire il punto di vista dei critici:
http://www.huffingtonpost.it/filippo...is_a_23062906/
Che è il solito articolo che riporta argomentazioni atte a demolire le idee di chi propone soluzioni, senza proporre niente di alternativo, se non l'auspicio di trovarne. Per esempio:
E dove andrebbero a finire i migranti respinti verso la Libia, considerato che al momento non c'è alcun centro gestito da Unhcr e Oim, ma solo centri di detenzione gestiti dalle milizie che controllano il territorio? Centri dove, come è noto, vengono perpetrate le peggiori violenze e torture.
Personalmente, vedo con soddisfazione questa missione. Certo, ci sono punti che reputo poco incisivi. Per esempio, sarei favorevole ad un blocco navale e non condivido l'idea che una missione del genere dovrebbe per forza esser fatta solo se il Paese sovrano lo vuole e lo autorizza. In linea di principio, è giusto che le acque territoriali di un Paese sovrano non debbano essere occupate senza autorizzazione. Ma limitare la questione a questo mi pare assai riduttivo. Ogni Paese sovrano dovrebbe avere il controllo del proprio territorio e delle proprie acque. La Guardia Costiera libica, pertanto, dovrebbe essere in grado di interrompere il flusso illegale di profughi. Non è in grado di farlo. Non per colpa loro, ma per colpa dei fatti del 2011, ma non è questo il punto. Il punto, è che non è in grado di farlo. E al momento, per come sono ora le cose, interrompere il flusso di profughi non è nemmeno qualcosa di prioritario per la Libia. Anzi: probabilmente è un "commercio" che per vie traverse crea anche un certo introito, come l'"oro nero". Di conseguenza, questa incapacità della Libia di gestire in fenomeno, si traduce in un problema per noi! E quindi ci riguarda. Anzi: riguarda NOI e basta. E quindi, secondo me, avremmo tutto il diritto di entrare nelle acque libiche senza chiedere il permesso, cosa per cui ci sono voluti 6 anni! E infine, francamente parlare della Libia come di un "Paese sovrano", mi fa sinceramente ridere. La sovranità libica, quando c'era, è stata distrutta e letteralmente stuprata. Adesso che non c'è (perché NON c'è!), noi italiani ci facciamo gli scrupoli morali per mandare qualche nave, con scopi innocenti e puramente difensivi, a cercare di interrompere un flusso indiscriminato che danneggia solo noi!
E mi lascia anche qualche dubbio come dovremo comportarci nel caso, come citato prima, di naufragi preordinati in gran numero, per portare al limite le unità libiche e costringere all'intervento umanitario quelle italiane.
Mi limito a dire, che le ONG fanno il f...o con il c...o degli altri. Sostengono: "è un dovere salvare vite umane e aiutare le persone in mare". E quindi li prendono, e alla fine ce li accollano. Come se la loro missione morale dovesse essere per forza anche quella degli altri, i quali dovrebbero anche assumersene costi e spese. Anche il "diritto marittimo", che prevede l'obbligo di salvare i naufraghi in mare, merita una riflessione. Il principio è giusto e lo sottoscrivo pienamente. Però dovremmo anche riflettere sul perché è stato inventato. E' stato inventato per casi alla "Titanic", o all'"Andrea Doria" e relativo MAYDAY-MAYDAY! Non è stato inventato per costringere uno Stato ad accollarsi centinaia di migliaia di profughi, che i membri delle ONG, quelle anime pie piene d'amore, si sentono in dovere di salvare mettendosi d'accordo con gli scafisti!
Comunque sia, è un inizio, si spera. Mi piace molto l'idea che venga potenziata la Guardia Costiera libica, perché è giusto che lo scopo ultimo sia rendere la Libia autosufficiente. Questo intervento italiano si spera che con il tempo migliorerà, diventando più incisivo. Per esempio, anziché autorizzare l'uso della forza solo in risposta ad un'aggressione, mi augurerei che la missione potesse anche diventare di ricerca e distruzione. Gli scafisti dovrebbero poter essere eliminati, secondo me. Le ONG sono buone, quelle non si possono toccare più di tanto. Ma l'ONG, senza lo scafista che gli porta i migranti, cosa fa?
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