Per cause di forza maggiore, mi sono dovuto recare all’ospedale a far visita ad una persona cara, lì ricoverata.

Un ospedale di recente costruzione in cui non ero mai entrato. Nel vecchio ospedale, entravo nell’atrio, leggevo i cartelli dei vari reparti e senza troppi problemi raggiungevo sempre il posto dove dovevo andare. Entrando nel nuovo ospedale mi sono trovato di fonte ai soliti cartelli, ma scritti in lingua inglese. Guardo meglio se trovo la traduzione, ma vedo solo delle locandine in cui, in tutte le lingue si spiegava come disinfettarsi le mani; bella cosa ma non mi risolve il problema, così mi avvicino all’accettazione e chiedo all’addetto se mi può indicare il reparto.

Questo con il solito fare da Italiano, mi risponde: “segua i cartelli”…
Ora a me che non conosco l’inglese, sentirmi dire, segua i cartelli, è come darmi un pugno sul muso; ma mi trattengo e no reagisco. Chiedo ancora con molta educazione qual è il cartello che indica il reparto dove voglio andare. Il tizio scocciato biascica una frase incomprensibile, in un idioma che non sa ne di italiano ne di inglese, e mi indica un corridoio.

Mi avvio per il corridoio ed ho l’accortezza di memorizzare il cartello in inglese che assomiglia di più alla biasciatura del tizio (Week Surgery). Non so cosa voglia dire, ma l’importante è arrivare a destinazione. Percorro il corridoio, arrivo ad un grande disimpegno con due rampe di scale e un’infinità di cartelli, tutti in inglese. Io seguo il mio (Week Surgery) e finalmente arrivo a destinazione.

Finita la visita cerco di tornar via per la solita strada, ma nel frattempo è stata chiusa per fare dei lavori; cose che capitano. Mi fermo davanti i cartelli per cercare la parola EXIT ( è una delle poche che conosco), ma con grande sorpresa trovo scritto USCITA; mi vien quasi voglia di far un reclamo alla direzione chiedendo: “perché avete scritto il cartello più semplice in italiano e gli altri in iglese?”.

La colpa non è del povero tizio che biascicava frasi incomprensibili, probabilmente anche lui di inglese ne sapeva quanto me, ma che cavolo siamo in Italia o dove?

Ora io mi domando: “possibile che in Italia e, a maggior ragione in Toscana, patria della lingua italiana, maremma boia, debba trovare, in una struttura pubblica, tutti i cartelli in inglese quando, andando nelle regioni con minoranza linguistica, trovo i cartelli bilingua?”

Per caso, se andiamo all’estero troviamo i cartelli in Italiano?