Cito un sito (Fattoquotidiano.it) dove ho letto questa notizia, sarei curioso di sapere se effettivamente confermate questa storia (a me nuova) e cose ne pensate.
ROMA – Non usate quelle pallottole, sono fallate: l’ordine ai poliziotti italiani arriva direttamente dal Viminale, secondo quanto scrive Silvia D’Onghia sul Fatto Quotidiano. La giornalista parla di “milioni di proiettili da buttare” perché sparano poco e anche male. Scrive Silvia D’Onghia: “Con due circolari diramate il mese scorso dall’Ufficio logistico e da quello per i Servizi tecnico-gestionali del ministero dell’Interno, di cui il Fatto è in possesso, si dà notizia al capo della Polizia, a tutte le Direzioni centrali, agli Ispettorati presso il Vaticano, il Senato e la Camera, alle Questure, ai reparti mobili, alla stradale e a tutti gli altri reparti possibili, che la partita di proiettili acquistata alla fine del 2013 dalla Ditta Fiocchi e già distribuita in tutta Italia non va in alcun modo utilizzata in servizio. Il motivo? Le munizioni – se non tutte, almeno una parte – sono fallate”.
Sarebbero numerose, sempre secondo quanto scrive D’Onghia, le segnalazioni di difettosità e di inconvenienti che si sono verificati durante le esercitazioni di tiro nell’usare queste pallottole. Spiega il Fatto Quotidiano: “Si parla di una partita di sei milioni e 400 mila cartucce calibro 9 Nato con simbolo di intercambiabilità: sono i proiettili usati di solito per le armi corte e per la mitraglietta M-12. Il Viminale, che il 12 dicembre 2013 aveva stipulato un contratto con la “Fiocchi Munizioni spa” di Lecco, una delle principali aziende del settore, si è reso dunque conto – grazie alle segnalazioni ricevute – che alcune munizioni dei lotti dal Gfl-28/14 al Gfl-43/14 sono difettate: la parte del bossolo, quella cioè che avvolge l’ogiva prima dello sparo, in alcuni casi presenta un avvallo. Partita ritirata, dunque, per salvaguardare la sicurezza degli operatori e dei cittadini e per non sprecare denaro pubblico? Neanche per sogno. Il Dipartimento ha pensato bene di “declassare” le munizioni alla “sola attività addestrativa”. Le cartucce potranno essere utilizzate, cioè, solo nei poligoni di tiro, dove è assicurata la presenza di un istruttore e dove l’operatore è protetto dagli occhiali. La circolare ne esclude totalmente l’utilizzo (anche nei poligoni) solo per la Beretta M-12. Questo perché, a differenza delle pistole, in cui si rischia l’inceppamento, la mitraglietta, arma automatica a massa battente, ha una camera che rimane sempre aperta e un proiettile fallato potrebbe generare anche incidenti. Per scongiurare “inconvenienti”, il Viminale si appella alla responsabilità del personale incaricato, “o comunque interessato alle esercitazioni”, che, si legge nella circolare, “dovrà effettuare una ricognizione visiva delle cartucce, tesa a individuare eventuali deformazioni della bocca del bossolo. Infine, l’istruttore di tiro vorrà avvisare di possibili inconvenienti, fornendo al contempo le indicazioni circa le corrette manovre da effettuarsi sulla linea di tiro”. In pratica si chiede agli istruttori di mettersi a controllare una dopo l’altra tutte le cartucce da far inserire nei caricatori delle pistole. (…)
Per evitare che la partita fallata sia utilizzata per le strade, il Viminale chiede anche che “tutto il munizionamento ancora disponibile, sia della dotazione individuale che di reparto, confluisca presso le armerie di servizio”. “Fino a successiva comunicazione”, che per il momento non è pervenuta”. Non è la prima volta che accade una cosa simile. Nel 2011 lo stesso Servizio Logistico del Viminale aveva disposto la sospensione di otto lotti cartucce prodotte due anni prima dalla ditta Sellier&Bellot, azienda della Repubblica Ceca che aveva vinto l’appalto, e cinque lotti dell’anno prima. Quelle pallottole esplodevano a causa di una polvere da sparo di bassa qualità e il ministero, ricorda D’Onghia, fu costretto a ritirare tutto e a lasciare i poliziotti per qualche tempo con una dotazione “esigua”.
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