Probabilmente invece no.Probabilmente questo sarebbe bastato a calmare il balordo.
Siamo diventati schiavi delle nostre stesse paure. La percezione dell'assoluta mancanza di tutela di cui l'appartenente alle FF.P. si sente preda fa sì che egli preferisca farsi affettare piuttosto che ricorrere all'uso legittimo delle armi. Ora, è chiaro che di fronte a un attacco improvviso ognuno di noi reagisce in modo diverso: non sta a me (né a nessun'altro) sindacare il comportamento del collega della Polfer. Tuttavia IN GENERALE (lo sottolineo e lo evidenzio), il trend è proprio questo: cercare di pararsi da soli le chiappe, a costo anche di farsi male.ma a cosa serve andarsene in giro con una pistola, senza neanche poterla estrarre, se poi bisogna fermare con le mani uno che ti si avventa contro con dei coltelli?
Ricordo a tutti che una recente circolare indirizzata agli istituti d'istruzione ove si tengono i corsi per allievo agente ha diminuito le ore riservate agli addestramenti tecnico-pratici a favore di un incremento delle ore di studio di materie giuridiche. Come a dire: al posto della pistola, portatevi il codice!
In conclusione, anche in tale ambito lo Stato italiano sta dimostrando la più assoluta impreparazione nell'affrontare un fenomeno da sempre sottovalutato, non compreso, financo appoggiato quale quello dell'immigrazione e di tutti i suoi risvolti.
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