Originariamente Scritto da
sasygrisù
Cmq ribadisco, capirete il tutto quando salirete per la prima volta su di una partenza in sirena, provare proprio l'ebrezzadell'adrenalina che sale a 1000 ma a sua volta anche la paura perchè non si sa ciò che si può trovare;allora si resta seri, si pensa al cosa fare è si sta attenti a capire cosa comunica la sala operativa via radio, almeno per cercare di capire cosa si dovrà affrontare.
A me dopo 8 anni capita ancora di sentire quell'adrenalina in corpo, vedere i volti dei colleghi è cercando di capire quanto lo sono anche loro tesi. Alcuni tendono a nascondere questo stato d'ansia, ma solo tu che lo stai provando puoi capire se anche loro lo provano.
Non vi dico l'emozione del primo intervento, c'è prassi almeno da noi in Veneto, che quando fai il primo intervento in sirena, il primo incendio grosso oppre il primo incidente stardale grave, offri da bare alla squadra per questo tuo svezzamento, questo tuo battesimo del fuoco.
Io ricordo ancora il mio primo intervento, era per una fuga di gas in un condominio. Allora ero ancora tirocinante ed il mio compito era quello di osservare ed imparare, si era poco più dell'ausiliario che montava in partenza.
L'emozione che provai salendo su quel camion, in gergo il 150 (Eurofire) che sfrecciava in sirena per le vie della città. Ero solo osservatore in quel momento, ma l'emozione era unica.
Il turno diurno seguente mi capitò il primo incidente stradale, con persona all'interno; si trattava di un frontale tra una Golf ed un autoarticolato. L'immagine di quel groviglio di lamiere davanti ai miei occhi mi sbalordì tanto. Essendo tirocinante e dunque osservatore il mio compito doveva essere marginale, dovevo passare gli attrezzi ai colleghi anziani, così come faceva l'ausiliario che era in patenza con noi.
Il ragazzo incastrato gridava è soffriva, bisognava tirarlo fuori in tempo per darlo alle cure dei sanitari. I colleghi cercavano di tagliare le lamiere con le cesoie ma non bastavano; ad un certo punto si gira il Capo partenza verso di me è mi dice "ragazzo, lo hai mai usato un divaricatore?" io gli rispondo di si, m solo in addestramento su dei vecchi armadietti in metallo e delle carcasse di autovetture, durante il corso, nulla di più. Allora mi disse "prendi il divaricatore, fatti aitare dall'ausiliarioè cominciate ad aprire un varco dall'altra parte parte dellavettura". Era il lato guida, dove vi era ancora incastrato tra le lamiere questo ragazzo che aveva la mia età, 22-23 anni.
Dopo tanta fatica e tanta sofferenza e dolore da parte del ragazzo riuscimmo a tirarlo fuori. lui gridava aiuto è si lamentava per il dolore. Tirato fuori da ciò che rimaneva della macchina, mentre lo caricavamo sulla barella il ragazzo mi afferrò la manica del nomex è mi disse "grazie"!!!
Mi sentii una sensazione inspiegabile, una di quelle che fai fatica a spiegare.
Dopo qualche ora tornasti in caserma i TG locali trasettevano la notizia; tra le ntizie che diedero disserò anche il ragazzo non c'è l'aveva fatta, che era spirato subito dopo essere salito in ambulanza.
Ci rimasi di un male incredibile, mi venne da piangere anche perchè probabilmente le sue ultime parole furono quel grazie che mi sussurò.
Ecco, questo vuol dire ESSERE VVF.
Segnalibri