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Discussione: Genitali e travestitismo. All'asilo.

  1. #41
    Maresciallo L'avatar di anyone
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    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    quando non ci sono argomentazioni valide, l'unica soluzione è semplificare e strumentalizzare le idee dell'altro.

    anyone e Sergione,
    è da un pezzo che non fate altro che dire che "noi non abbiamo capito", che "non c'è nulla di sessuale", che "nessuno sarà obbligato". eccetera.

    ma che per caso qualcuno, qui, ha detto che codesto "progetto" consisterebbe in una qualche sorta di orgia in cui i bambini dovrebbero travestirsi? mi pare di no.
    Si il titolo del topic ad esempio...

    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    voi confondete "sesso" con "sessualità". è OVVIO che il progetto non ha niente a che fare con il sesso, ma ha MOLTO a che fare con la sessualità e quindi, tra le tante conseguenze, ANCHE con lo sviluppo sessuale: qui si parla di IDENTITA', o meglio: di ciò che S'INTENDE per "identità sessuale".

    lasciando perdere tutti i sofismi inutili, il tuo punto di vista è esplicito nell'ultima frase, che ben riassume anche l'intento del "progetto" stesso:

    in sostanza, tu stai sostenendo il fatto che determinate cose, non sono la naturale conseguenza dell'essere di sesso maschile piuttosto che femminile, ma che sono frutto della tradizione, del costume, di "costruzioni" imposte. Il "progetto", si propone di abbattere queste "costruzioni", queste "gabbie", quei "castelli": quei "castelli", descritti nel "progetto" stesso, in cui i maschi sono "costretti" a giocare con le macchinine e a fare a botte e le femmine sono costrette a giocare con le bambole.
    Esatto caro sòtuttoio, esistono donne pugili, donne soldato, donne camioniste (in Svizzera ci sono sventole che non le vedi manco su playboy guidare mezzi di cantiere da 40 tonnellate), la mia ex adorava le automobili e buttava via le bambole ma era ed è etero al 100%. E' l'obbiettivo è porpio questo, far sì che un bambino che decida di fare danza artistica, o una donna che decida di fare il soldato non venga presa per il editdai compagni, perché oggi non esistono ruoli impostati ma chiunque può fare qualunque cosa senza temere il pregiuizio dei compagni. E' questo l'obbiettivo.

    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    L'abbiamo capito che il "progetto" consiste in questo! Ed è inutile che continuate a ripetere che non abbiamo capito, insistendo che non c'è niente che rigguardi il sesso o chissà che d'illecito, come se questa fosse la nostra idea.

    Il punto è un altro: l'identità sessuale esiste. Esiste per natura: non per costruzione.
    Invece mi sa che non hai capito proprio una cippa, altrimenti non avresti usato termini come abberrante. Ma poi che diavolo c'entra l'identità sessuale con il rispetto dei ruoli e con l'abbattimento dei pregiudizi? Qui nessuno sta mettendo in discussione l'identità sessuale di alcuno. Ti stai arrampicando sugli specchi parlando di roba che non c'entra proprio a nulla! Un omosessuale sarà tale perché è nato e cresciuto così, una lesbica sarà tale perché le piace la "vagina" e non sarà certo colpa di alcuni bambolotti di plastica.

    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    quindi:
    se tu metti un bambino in una stanza piena di giocattoli, se è un maschio, nella maggior parte dei casi giocherà con la macchinina. E non certo perché gliene importa qualcosa del nostro giudizio: la trova semplicemente più divertente.
    Mi puoi citare una fonte? Di che diavolo parli. Un bambino/a giocherà ai fornelli di una finta cucina, così come a palla o con delle bambole orientandosi semplicemente sui propri gusti e l'uso di macchinine piuttosto di un cicciobello è influenzato moltissimo dalla nostra cultura e dalla martellante pubblicità. Quand'ero piccolo giocavamo tutti assieme in mezzo alla strada con qualsiasi cosa ci capitasse. Dalle figurine alla palla, dalle macchinine alla fionda, e se capitavano le bambole giocavamo pure con quelle.


    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    Se è una bambina, invece, nella maggior parte dei casi, giocherà con la bambola.
    Dove lo hai letto? Mi puoi far vedere una fonte, uno studio o magari un articolo su PubMed o le scienze..

    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    Ci sarà anche il bambino maschio che giocherà con la bambola, che ci si "identificherà". magari, con il tempo, vorrà vestirisi da donna e che, magari, si sentirà anche donna. ci sono persone così: "donne" intrappolate in corpi da uomini. così come ci sono "uomini" intrappolati in corpi da donne.
    Signori, possiamo buttare via anni e anni di studi. E' arrivato Bartok che ha sentenziato che le bamboline "intrappolano uomini nel corpo delle donne e donne nel corpo degli uomi". Psicologi di tutto il mondo aprite bene occhi ed orecchie.

    Si chiama incertezza di genere e si sono fatti studi da decenni. Ciò che conta non è forzare il bambino a giocare con quello che non vuole, ma lasciarlo fare e far crescere tutti quanti NEL TOTALE RISPETTO VERSO IL PROSSIMO lasciando libero che il bambino venga ispirato sia da figure maschile che da quelle femminili. Questo è ciò che conta in paese civile degno di questo nome. Il rispetto verso il prossimo e non preoccuparsi se il bambino preferisce i giocattoli femminili a quelli maschili anche perché se sta scritto nel suo DNA tu non puoi farci proprio nulla.
    Il sottoscritto giocava con le bambole (ok le usavo per farci le mosse di wrestling) ma non credo proprio di essere disturbato caro il mio Dott. Bartok.

    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    Ma il problema, non sono loro. Io, personalmente, non ho assolutamente NIENTE contro costoro.
    edit
    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    Io sono contro coloro che affermano che ciò sia normale e che sostengono che i bambini devono essere educati a considerare normalità anche ciò che è di fatto deviazione. il sistema educativo non deve proporre come giusti dei modelli che sono contronatura.
    Eccolo, è uscito fuori. Ne hai messo di tempo. Hai edit parole per 3 pagine per arrivare a questo: "contronatura" e "deviazione", solo perché si vuole insegnare ai bambini che un uomo può fare il ballerino e la donna può fare il pugile senza che ci sia nulla di strano. Un omosessuale è normale caro mio. Proprio come te e me.

    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    Se tu insegni ad un bambino che "vestirsi da donna" (pur essendo maschi), va bene lo stesso se ti piace, perché... in fondo... ciò che da uomo o da donna è una "costruzione" nostra, ne vai a minare pesantemente l'identità sessuale, confondendogli le idee e rischiando di fare danni enormi per i suo successivo sviluppo.

    E poco importa se il "progetto" è facoltativo o meno. se una cosa è sbagliata, è sbagliata anche se è facoltativa . Viene però insegnato che, se se la vuole/vorrà metterle, non ci sarà niente di male, che è normale, che non è problema.
    Ancora non hai capito dall'alto della tua incommensurabile compentenza, che qui nessuno vuole vestire da donna nessuno. Forse non ti è proprio chiaro o fai finta di non capire. Non lo so.

    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    se c'è una cosa che proprio non mi va giù, è l'uso strumentale della parola "scienza".

    L'eutanasia NON è una cosa "scientifica". l'eutanasia è una questione che riguarda la morale. io sono favorevole all'eutanasia, sebbene con dei distinguo. ma sono questioni di opinioni, non "scientifiche"! non c'entra niente la "scienza" per praticare un'eutanasia.
    L'eutanasia E' anche scienza visto che è la medicina il metro di paragone usato per capire se è un uomo può vivere dignitosamente o no. E non lo decidono certo quattro stregoni del cacchius. Come ad esempio la povera Englaro che per 17 anni è rimasta attaccata alle macchine nonostante fosse solo un ammasso di carne priva di funzioni cognitive, questo proprio grazie a gente che ha enormi fette di prosciutto sugli occhi e che si eleva a grande esperta di questioni "morali" additando gli omosessuali come abberranti, deviati, contronatura e quindi.. malati. Un po' come un tale Himmler, Hitler e compari.

    Forse la scienza che piace a te è quella in uso negli anni 30 e 40 un paio di migliaia di chilometri più a nord.
    Ultima modifica di gagliardi; 15-03-15 alle 07: 36
    "L'agricoltura sembra molto semplice quando il tuo aratro è una matita e sei a un migliaio di miglia dal campo di grano" . Dwight D. Eisenhower

  2. #42

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    quoto anyone
    Concordo al 100%..per tutte e due i messaggi!


    Io ho trovato questo articolo molto istruttivo e interessante. Magari vi va di darci un'occhiata non si sa mai! Badate bene al titolo. Cosa ( NON) è la teoria del gender.

    http://www.wired.it/attualita/politi...ia-del-gender/

  3. #43
    Moderatore L'avatar di gagliardi
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    Questo è un post di moderazione:
    evitiamo attacchi personali, toni da comizio, OT vari e concentriamoci sul tema.
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  4. #44
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    La maturazione dell'identità di genere è anche un processo filogenetico (cioè in certa misura "culturale").
    Non è affatto vero che tutti gli psicologi vedano con favore queste iniziative, che contrariamente a quel che si cerca di sostenere investono la sfera di percezione di sé del bambino in relazione all'identità di genere. Per questo sono aberranti.
    Che una donna oggi possa rivestire ogni ruolo, è un fatto sociale ormai acquisito: nelle stesse famiglie dei bambini che frequentano gli asili la maggior parte dei genitori lavora e le cure parentali vengono abbastanza equamente condivise.
    La fede nel progresso appariva ingenua già nell'Ottocento, due secoli dopo suona come un fanatismo ridicolo e antiquato.
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  5. #45

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    Nel mentre che voi vi scannate, io constato con piacere grazie ad anyone che non ero l' unico a decapitare almeno 5 barbie al giorno a suon di German Suplex
    Il Sonno Della Ragione Genera Mostri.

  6. #46

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    Ho deciso di pubblicare questo post di editperchè spiega il tutto dal punto di vista di un padre, cattolico, medico. Magari vi tranquillizza e vi fa capire ciò che non volete capire. Con questo chiudo perchè non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.



    Alberto Pellai
    A PROPOSITO DELL’IDEOLOGIA GENDER

    Questo è un lungo messaggio. Ci vogliono circa venti minuti per leggerlo per intero, quindi se non li avete lasciate perdere. E’ un messaggio che non vi lascia passivi, perché alla fine dello stesso scoprirete che anche voi avrete un ruolo da giocare in prima persona.
    Parto dal dato di fatto: lavoro da più di 20 anni nel settore dell’educazione emotiva, affettiva e sessuale rivolta all’età evolutiva. Ho sempre promosso un pensiero critico nel mondo degli adulti perché i bambini e gli adolescenti non siano lasciati soli e ricevano l’educazione di cui hanno bisogno, anche in questo campo. Soprattutto in questo campo.
    Da alcuni mesi mi succede una cosa strana: al termine delle mie numerose conferenze su questo tema, il dibattito è quasi sempre monopolizzato da persone che appartengono ai movimenti che si oppongono alla diffusione dell’ideologia “gender” nelle scuole e che lanciano forti allarmi chiedendo ai genitori presenti di fare molta attenzione perché nelle scuole italiane i nostri figli vengono avvicinati da programmi fortemente diseducativi che diffondono l’ideologia gender e che inducono l’omosessualità. Parlo di “induzione dell’omosessualità” perché di questo sono stato accusato io, in occasione di una conferenza per genitori tenuto presso il centro studi erickson il giorno 13 febbraio. Al termine del mio incontro, dove avevo parlato di tutto tranne che di ideologia gender (presentavo il mio nuovo libro “Tutto troppo presto” che non ha nulla a che fare con questo tema), il primo intervento è di un signore in prima fila che più o meno dice così: “Non ho molto da dire su quello che lei ci ha fatto sapere stasera, però ho qualcosa da dire su un libro che lei ha scritto e che in alcuni passaggi giustifica e può indurre nei bambini l’omosessualità”. Il libro in questione è “Così sei fatto tu”che ho pubblicato per Erickson e che è finalizzato ad aiutare i bambini a superare gli stereotipi di genere che in questo momento affliggono in modo significativo entrambi i sessi. Intendo, quei condizionamenti educativi per cui alle nostre figlie viene insegnato che per avere successo come femmine conviene mostrarsi “ammiccanti, disponibili, magari anche molto sexy” e ai nostri figli maschi viene invece insegnato che mostrarsi machi, insensibili e potenti è il miglior modo per appropriarsi della loro identità di genere.
    Di fronte all’obiezione rivoltami dal signore io ho deciso di leggere a voce alta il libro ai più di 100 adulti presenti chiedendo di essere fermato in ogni passaggio in cui le parole della storia avrebbero giustificato e/o indotto nei bambini l’omosessualità. Ci tengo anche a precisare che personalmente non ritengo l’omosessualità qualcosa che va giustificata e non penso nemmeno che sia possibile indurla. Credo che chi ce l’ha la vive e la integra nella propria identità. Sono anche convinto che – di questi tempi – gli adulti siano molto confusi e non ne sappiano parlare con chi sta crescendo, situazione che a sua volta genera molta confusione nei minori. Così può succedere che un adolescente con orientamento omosessuale si senta impossibilitato a parlare di ciò perché il mondo intorno a lui non ha parole “sane” da dirgli. Così come può succedere che adolescenti con orientamento eterosessuale sentano in alcune zone del loro percorso di crescita una spinta ad esplorare (anche solo a livello di fantasie e in una dimensione totalmente intrapsichica) l’omosessualità e che non potendone parlare con nessuno e percepire che questo fa parte di un passaggio di crescita naturale e fisiologico (che per alcune persone si risolve poi nella definitiva appartenenza all’eterosessualità) le cose si complichino perché i pensieri cominciano a caricarsi di ansia e di paura, semplicemente perché non c’è nessun adulto vicino che sappia rimanere tranquillo e affrontare il tema con quella giusta dose di pacatezza e serenità che poi aiuta il ragazzo stesso a ridiventare tranquillo e sereno.
    Torniamo a quello che mi è successo a trento: terminata la lettura del libro ho chiesto al signore in questione di indicarmi con precisione quali fossero stati i passaggi a giustificazione e induzione dell’omosessualità. Risposta: In realtà io non l’avevo letto bene e del tutto. Sì forse questo libro non è pericoloso, ma l’ideologia del gender lo è”.
    Bene ripartiamo da qui: io non conosco l’ideologia del gender e personalmente come padre di quattro figli io non l’ho mai incontrata sulla mia strada. Sulla mia strada ho incontrato progetti di educazione affettiva e sessuale, progetti di prevenzione dell’omofobia, progetti di informazione sessuale. Soprattutto come padre, ho avuto modo di parlare con i miei figli di omosessualità dopo stimoli (a volte positivi perché ben condotti dagli adulti, a volte negativi perché condivisi tra bambini e ragazzi in modo molto maldestro) che gli stessi figli avevano ricevuto in situazioni formali ed informali della loro vita extrascolastica. E ho sempre pensato che queste conversazioni fossero un mio dovere di genitore e un loro diritto di figli. Non mi ha mai spaventato nulla di ciò che il mondo esterno ha raccontato loro del sesso, perché in molti casi i miei figli (e spesso lo fanno anche i miei giovani pazienti) poi tornano da me per confrontarsi, dialogarne e condividere visioni, valori e informazioni. Credo che come adulti responsabili noi dovremmo agire in questo modo: offrire ai nostri figli la nostra competenza e disponibilità al dialogo su tutto. Se così impostiamo la nostra relazione educativa, nulla del mondo fuori potrà davvero far male ai nostri figli.
    Procediamo però con il racconto di Trento: se il signore in questione non aveva letto il mio libro, secondo me non avrebbe dovuto sentire l’urgenza di intervenire per primo al termine della mia conferenza per denunciarne la pericolosità. Muoversi in questo modo è solo dimostrare di avere pregiudizi ideologici.
    E questa stessa situazione io l’ho riscontrata anche a Trieste, in occasione di una conferenza tenuta a dicembre, dedicata alla presentazione dei materiali e dei metodi descritti nel mio manuale “Le parole non dette” (Erickson ed.) un manuale che presenta un laboratorio educativo in cinque lezioni finalizzate alla prevenzione degli abusi sessuali.
    Va detto che “Le parole non dette” è un progetto che esiste da più di 15 anni. Il manuale che lo descrive ha venduto decine di migliaia di copie. I bambini coinvolti in questo progetto di prevenzione da anni sono centinaia di migliaia. Mai una volta il progetto è stato attaccato da chicchessia in quanto pericoloso. E’ stato così ben valutato da essere scelto in Canton Ticino come progetto ufficiale di prevenzione primaria nelle scuole elementari della Svizzera Italiana (anche lì decine di migliaia di alunni da più di dieci anni lo stanno ricevendo grazie al lavoro della Fondazione Svizzera per la Protezione dell’Infanzia). E’ stato anche prescelto dalla comunità europea per un progetto di replicazione in altre quattro nazioni, all’interno del progetto Daphne.
    Ora, per la prima volta, mi sono trovato a presentare questo progetto e a dover gestire un dibattito di oltre un’ora a suon di citazioni tratte dalla Costituzione e dalla Sacra Bibbia con accuse di: “Sporcare la mente dei bambini”, “traumatizzare i bambini coinvolti che erano rimasti gravemente danneggiati dalla partecipazione al progetto”, “sessualizzare e adultizzare i minori” attraverso questo progetto di prevenzione. E’chiaro che queste parole a me, medico, che quando mi sono laureato ho fatto un giuramento di Ippocrate e ho promesso che avrei usato la mia professione per fare del bene non per fare del male, mi hanno causato un certo disagio. Ho chiesto allora ufficialmente alle persone che mi stavano muovendo queste accuse di raccontarmi bene le storie di traumatizzazione dei loro bambini perché questo era un fatto davvero grave e in tutti i modi avrei dovuto cercare di porvi rimedio. Risultato: le persone che mi accusavano non erano genitori, ma riferivano commenti di genitori che si erano rivolti a loro. Che però quella sera, in cui io ero lì a diposizione di tutti, avevano deciso di non presentarsi alla conferenza. Al tempo stesso, alla medesima conferenza erano presenti tantissimi genitori di bambini che stavano facendo il progetto di prevenzione e che si dichiaravano davvero entusiasti di ciò che stava avvenendo nelle scuole frequentate dai loro figli.
    Il dibattito quella sera è durato più di un’ora e mezza. È stato tutto monopolizzato dagli adulti che si oppongono all’ideologia gender e credo di aver dato risposte pacate, informate e competenti. Grande è stata la mia sorpresa di vedermi raccontato due giorni dopo in un’intera pagina di un giornale locale come il promotore di un programma che “vuole insegnare il sesso ai bambini che credono ancora a babbo Natale” (cito testualmente il titolo a lettere cubitali messo in cima alla pagina). Io sarei quella persona lì: ovvero il professionista che vuole insegnare il sesso ai bambini che credono ancora a babbo natale. Nessun contradditorio, risposta del direttore del giornale che conferma come questi siano tempi pericolosi e i professionisti che fanno il mio mestiere attentatori alla crescita dei minori e distruttori della morale pubblica.
    Posso dire di sentirmi offeso da questo modo di essere raccontato. In realtà, ho lasciato passare due mesi e poi con tranquillità ho mandato una mail personale all’autore dell’articolo. Non l’ho fatto sui giornali, l’ho fatto in privato, sulla sua mail privata. Io non ho ricevuto alcuna risposta.
    Così come non ho ricevuto risposta dalle tante mamme che mi hanno inviato mail ultrapreoccupate dichiarandosi inorridite dal mio progetto di prevenzione, alle quali ho spiegato per filo e per segno perché potevano stare tranquille, alle quali ho detto che sarei stato a loro totale disposizione via skype per spiegare ogni cosa avessero voluto sapere da me. Ho perso ore per rispondere a queste mail così preoccupate. Nessuno più si è fatto sentire. Però tutte queste persone si sono sentire libere di parlare male pubblicamente del progetto “Le parole non dette”.
    Vengo all’ultimo capitolo di questa saga. Chissa se mi state ancora leggendo. In questi giorni il Friuli Venezia Giulia è tornato ancora su tutti i giornali, sempre ad opera di denuce provenienti da associazioni che si dichiarano contrari all’ideologia gender. I titoli dei giornali sono questi:
    Gender all’asilo – A Trieste s’insegna ai bambini a toccarsi (Notizie Provita).
    Esperimenti hot all’asilo: toccamenti e scambi d'abito per i bambini. (trieste prima)
    Bimbi travestiti da bambine: leggete il documento choc che regola il gioco del gender - IlGiornale
    Questo progetto è stato raccontato dalla stampa nazionale come un progetto che “dopo aver fatto fare un po’ di ginnastica ai bambini, dovrà far notare loro le sensazioni e le percezioni provate. Per rinforzare questa sensazione i bambini/e possono esplorare i corpi dei loro compagni, ascoltare il battito del cuore a vicenda o il respiro». «Ovviamente – si legge ancora – i bambini possono riconoscere che ci sono differenze fisiche che li caratterizzano, in particolare nell’area genitale».
    Io ho letto con attenzione il progetto. L’attività in questione prevede che i bambini facciano attività fisiche e motorie, seguite da attività di rilassamento. Durante l’attività di rilassamento devono imparare a sentire il proprio corpo, a rimanere in sintonia con se stessi, a rendersi conto in modo concreto che il cuore rallenterà la sua corsa, che il respiro decelererà, che tutto tornerà all’equilibrio originale, dopo aver sostenuto una fatica fisica. Potranno anche con l’uso di stetoscopio ascoltare il battito del cuore degli altri bambini. Insieme scopriranno che tutti i corpi funzionano nello stesso modo, sia quello dei maschi che quello delle femmine. Poi potranno anche parlare invece di cosa differenzia i corpi dei maschi da quelli delle femmine. Allora si potrà anche parlare degli organi genitali, nominarli e scoprire che la differenza tra maschio e femmina sta proprio lì. Ora ditemi in quale passaggio si dice che i bambini sono inviatati a “toccarsi” affermazione che lascia sottintendere “toccarsi sui genitali”. E’ davvero questo lo scopo del gioco. Tra l’altro nel mio primo libro pubblicato in vita mia “Educare alla salute giocando” (F.Angeli ed.) che è del 1986, io ho proprio inserito la medesima attività, dopo averla sperimentata per anni in una scuola elementare della provincia di Varese, all’interno di un progetto di educazione alla salute. Trent’anni fa quell’attività non era parsa scandalosa a nessuno. I bambini con cui avevo lavorato l’avevano molto apprezzata. Il libro ha venduto qualche migliaia di copie e non è mai finito sui giornali.
    Perché, adesso, invece tutto questo ci fa paura? Che cosa ci sta succedendo? Davvero la moralità e l’integrità dei nostri figli è messa in pericolo da progetti come “Il gioco del rispetto” di cui vi invito a leggere per intero tutte le attività e tutto il percorso(vi invito a cercare con Google il documento descrittivo)? Perché se uno racconta di questo progetto soltanto che i bambini imparano a toccarsi e i maschi a mettersi su gli abiti da donna, forse anch’io avrei qualcosa da ridire. Ma leggendo l’intero curriculum, a me sembra che questo bellissimo progetto insegni ai nostri figli a contemplare similitudini e differenze del maschile e del femminile, a rispettare anche chi non è uguale a me, a condividere su un piano emotivo sensazioni, impressioni e a volte stereotipi associati all’identità di genere, stratificati nella nostra cultura da decenni di ideologia che fa male a tutti. Agli omosessuali, come agli eterosessuali. Agli uomini come alle donne. Ai cattolici, come agli atei.
    Ecco, così come l’ideologia del gender potrebbe fare male quando usata male e a sproposito, io penso che così anche l’ideologia di chi è contro l’ideologia del gender possa essere ugualmente pericolosa e dannosa. Credo che usarla come si sta facendo ora serva soltanto a impedire ai nostri figli di poter accedere a una buona educazione affettiva, emotiva e sessuale, di cui invece hanno tanto bisogno. Lo dico a ragion veduta: perché io che da anni lavoro proprio in questo ambito per la prima volta mi sono trovato attaccato, denigrato, umiliato sul piano professionale da persone che in realtà del mio lavoro non conoscevano quasi nulla. E per semplice pregiudizio, mi hanno usato, come un oggetto, in uno scontro ideologico al quale io non sento di appartenere.
    Dico queste parole con particolare sofferenza, perché io sono un cattolico, da sempre impegnato nella promozione sociale e civile. Non ho mai fatto politica, ma ho cercato di essere “politico” con il mio lavoro e con la mia vita. Sono padre, uomo, maschio, docente universitario , psicoterapeuta. Mi riconosco con orgoglio e dignità in tutte queste definizioni. Collaboro da anni con un settimanale cattolico, tengo molte conferenze presso parrocchie e oratori, da alcuni mesi sono anche editorialista di Avvenire. Insomma, penso di essere un uomo di “idee”. Ma non di ideologie. Questa è forse la differenza sulla quale invito tutti a riflettere.
    Vi avevo detto che anche voi avevate un ruolo attivo. Perché se siete arrivati fino a qui, ora siete invitati a condividere questo post con almeno un altro adulto, genitore, educatore, cittadino, chi volete voi. E possibilmente a commentare.
    Se questo post raggiungerà almeno 100.000 letture, 1000 condivisioni e 500 commenti io proverò a diffonderlo in modo più ampio. Altrimenti rimarrà uno scambio di opinioni al quale spero partecipino tutti. Pro gender e contro-gender, omosessuali ed eterosessuali, genitori e figli, single e sposati. Perché la libertà è importante e la civiltà non può essere mai frutto delle ideologie, ma il prodotto di buone idee. Grazie.
    Alberto Pellai
    Ultima modifica di gagliardi; 15-03-15 alle 17: 26

  7. #47

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    Ringrazio Sergione per aver voluto condividere questa utile pagina scritta dal dott. Pellai.
    E' una pagina che aiuta in modo determinante a fare chiarezza e a farci capire quanto le manipolazioni din stampa portino a pericolosi fraintendimenti.
    Eppure, basterebbe esserci dati la pena di un minimo di documentazione senza dover per forza scomodare Sigmund Freud e i suoi riferimenti all'omosessualità che caratterizza la fase di pre-pubertà di TUTTI gli esseri umani.
    Ma diciamoci la verità. Il sesso in Italia è ancora quel grosso tabù degli anni Cinquanta. Si fa ma non si dice. Pulsioni, orientamenti, stimoli, anche la semplice informazione ancora oggi è affidata ai passaparola tra adolescenti, solo che adesso il vero pericolo è la dissennata informazione mordi-e-fuggi che offre la rete, estremamente rischiosa se non sapientemente veicolata e ripulita da tanti orrori mediatici. Gli adolescenti della mia generazione si affidavano ai giornaletti pornografici, unica vera "scuola di vita", con tutti i rischi comunque connessi. Abbiamo imparato tutti a esplorare il nostro corpo, quasi sempre di nascosto e con la paura di essere beccati dagli adulti; in pochi abbiamo avuto la fortuna di avere avuto genitori che ci hanno aiutato a capire cosa ci stava succedendo. Nella normalità dei casi, dovevamo arrangiarci continuando a crescere tra dubbi e perplessità che solo in età adulta sarebbero stati fugati. Intanto, però, i "danni" adolescenziali di un'errata informazione (o di una sua totale assenza) erano già stati fatti.
    Ecco, mi fa piacere sapere che esistono persone come il dott. Pellai che si battono per una corretta informazione. Che, tra l'altro, è l'unica vera difesa per i nostri piccoli.
    Sovrintendente della Polizia di Stato
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  8. #48
    bartok
    Guest

    Predefinito

    Sergione,
    e dunque? l'argomento del post è il "gioco del rispetto", non la risposta di uno psicoterapeuta ingiustamente accusato, ai suoi denigratori. Non cambiamo argomento!

    posto ciò che ho gia postato, che sono uno dei passaggi chiave di codesto gioco:

    Il “Momento magico, storie per mettere in discussione il genere” è dedicato ai bambini di 5/6 anni. I maschi sono raffigurati in un castello blu dove “devono giocare a calcio o alla lotta” come se fosse imposto. Le femmine in un castello rosa costrette da un incantesimo “ a prendersi cura tutto il giorno delle bambole”. L’insegnante/folletto dotata di poteri magici rompe gli incantesimi “per trasformare i giochi che solitamente fanno bambini e bambine”.
    [...]
    I travestimenti, “anche con vestiti normali, da maschio e femmina” sono il pezzo forte del gioco “Se fossi” per piccoli da 3-6 anni. L’evoluzione proposta, che lascia più che perplessi alcune mamme e papà, riguarda “lo scambio di ruoli tra tutti i componenti della scuola: i bambini con le bambine /scambiandosi i vestiti laddove è possibile e imitandosi), la maestra con i bambini e viceversa”. L’idea è coinvolgere pure cuochi, bidelli e genitori in una specie di Carnevale no gender.


    anyone,
    Il sottoscritto giocava con le bambole (ok le usavo per farci le mosse di wrestling) ma non credo proprio di essere disturbato caro il mio Dott. Bartok.
    hai scritto tutto un papiro, per cosa? per dire che tu con le bambole ci giocavi, ma precisando che era per fare le mosse di wrestiling! Non è che le pettinavi, ne cambiavi i vestiti, le mettevi nella casa delle bambole e ti divertivi ad immaginare di preparare la cena per Ken.

    Nel "gioco del rispetto", se la maestra dice "Gino e Paola, provate ora ad invertire i giochi", ci potremmo trovare con un Paolo che gioca con le bambole. Magari, prima - come il gioco stesso prevede -, si erano pure scambiati i vestiti.

    A me questo non va bene.

    Eccolo, è uscito fuori. Ne hai messo di tempo. Hai edit parole per 3 pagine per arrivare a questo: "contronatura" e "deviazione"
    e allora? non ho mica gettato la maschera: non cercavo affatto di nascondere le mie idee. certo: indurre dei bambini a fare giochi tipici dell'altro sesso, contemplare la possibilità che si scambino i vestiti, per me, è CONTRONATURA. E certo: ritengo che queste cose, possano favorire, nel successivo sviluppo, l'insorgere di comportamenti che io non ho proprio nessuna riluttanza a chiamare deviazioni. ma bada bene: io non ce l'ho con le deviazioni, ma con chi le spaccia per normali!

    L'eutanasia E' anche scienza visto che è la medicina il metro di paragone usato per capire se è un uomo può vivere dignitosamente o no.
    metro di paragone rispetto a cosa? è stato forse inventato una specie di "dignitosometro" che misura, scientificamente, se un uomo può vivere dignitosamente o no?! finiamola con le fesserie: l'eutanasia non è questione di scienza, ma di morale. la scienza sta in tutto ciò che permette, oggi, di prolungare la vita oltre certi limiti, ma è un'altra questione.

    Come ad esempio la povera Englaro che per 17 anni è rimasta attaccata alle macchine nonostante fosse solo un ammasso di carne priva di funzioni cognitive, questo proprio grazie a gente che ha enormi fette di prosciutto sugli occhi e che si eleva a grande esperta di questioni "morali" additando gli omosessuali come abberranti, deviati, contronatura e quindi.. malati. Un po' come un tale Himmler, Hitler e compari.
    demagogia pura: complimenti! Non poteva non esserci l'immancabile Hitler. Però mi congratulo per la nota di originalità, cioè Himmler.
    insomma: di tutto e di più: Englaro, omosessuali, Hitler, Himmler. Ci manca Sandokan. Io non ho detto - e non penso - che gli omosessuali siano eberranti o che sia aberrante l'omosessualità. E' ABERRANTE il "progetto"! che, infatti, è stato giustamente bloccato.

  9. #49

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    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    Sergione,
    e dunque? l'argomento del post è il "gioco del rispetto", non la risposta di uno psicoterapeuta ingiustamente accusato, ai suoi denigratori. Non cambiamo argomento!
    Non ci posso credere!
    Come e dunque? Il medico/padre, del post, va nelle scuole a far fare ai bambini questo genere di progetti! I sui accusatori sono persone come te che, non essendosi informati sull'argomento e non avendo capito lo scopo reale del progetto ( causa paraocchi o bigottismo o omofobia ), lo attaccano criticandolo e accusandolo di cose che lui naturalmente non fa!
    Come hai fatto a non capirlo?
    Sono senza parole
    Mi dispiace doverti informare che questo progetto non é stato affatto bloccato, anzi, come dovresti aver letto nei vari articoli postati, sta partendo anche in altre regioni.
    Cito " ..Dopo la fase pilota dello scorso anno, sta per partire in alcune scuole dell’infanzia del Friuli Venezia Giulia. Accompagnato però da non poche polemiche alimentate, ancora una volta, da chi vuole tenere lontano dalle scuole l’educazione al genere. Come se possa esserci qualcosa di pericoloso nell’illustrare (lo fa uno dei giochi del kit didattico) un papà alle prese con il ferro da stiro e una mamma pilota d’aereo..."
    Io credo che lasciare i bambini/ragazzi soli può portare a questo genere di violenza

    http://www.avvenire.it/Commenti/Pagi...iati-soli.aspx

    E come sappiamo non é un comportamento raro.
    Forse è il caso di intervenire prima che i ragazzi diventino violenti e che non rispettino il prossimo...perchè
    Cito "...i bimbi non possono più essere educati con una Bibbia in una mano e il Mein Kampf nell’altra. E’ il 2015, maledizione, e dovreste svegliarvi. Rassegnatevi e andate oltre, perché il mondo non si ferma solo perché voi siete rimasti indietro."
    Questo é l'articolo

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015...ia-si/1492997/

  10. #50
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    "L'educazione al genere" è una stupidaggine aberrante, senza fondamento scientifico ma con abbondante retroterra ideologico.
    I toni enfatici con cui queste boiate vengono annunciate come un nuovo vangelo liberatore sono ridicoli.
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