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Risultati da 111 a 120 di 126

Discussione: Leva obbligatoria 2016? bufala o realta?

  1. #111
    Marforsper
    Guest

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    La leva , in formato tradizionale nelle FFAA, avrebbe poco senso e ben poco seguito. Manca tutto, dalle strutture alla mentalità, dall'organizzazione agli armamenti.
    E poi, cui prodest?
    La leva porterebbe in dote l'obiezione di coscienza e tante proteste, la rivolta delle università che perderebbero tanta pecunia dalla diminuzione delle iscrizioni, l'ennesimo spauracchio a monopolizzare diatribe politiche...no grazie.

    In fin dei conti i volenterosi aspiranti sono sempre gli stessi, basta girare per centri di selezione e vedere sempre le stesse facce e tra questi ,la maggior parte, non vede l'ora di transitare nelle FFPP. La Difesa rappresenta l'ultima ruota del carro, non c'è che da prenderne atto.
    Discorso parzialmente diverso se si dovesse istituire un servizio ausiliario nelle FFOO. Il seguito sarebbe maggiore, gli operatori potrebbero essere liberati da tanti servizi e mansioni no-sense e, ciliegina sulla torta, si potrebbe concludere un'operazione come strade sicure e riportare i soldati alla classica vita da caserma. Già questo sarebbe un successo. Va da sè, le FFAA non dovrebbero essere neanche minimamente coinvolte in questa iniziativa.
    Ultima modifica di Marforsper; 13-02-19 alle 19: 28

  2. #112
    bartok
    Guest

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    Kojak e Marforsper,
    c'è da sperare che abbiate ragione. Infatti, la mia idea che la Leva verrà ripristinata in futuro non prossimo, ma neanche lontano (salvo degenerazioni sullo scacchiere geopolitico che diventano sempre più probabili), non è una certezza, ma non è nemmeno qualcosa che vorrei presentare come un'ipotetica bella notizia, come se fossi un nostalgico. Non sono né favorevole, né contrario alla la Leva in sé. La Leva ha senso nella misura in cui c'è il rischio di una guerra, per cui sono favorevole se questo rischio c'è e sono contrario se non c'è. Il punto, è che credo che questo rischio ci sia, che non sia ancora sufficientemente percepito e che andrà peggiorando. Non sarà come la "Guerra Fredda" che fu: non saranno gli anni '80 o '70, sarà diverso, forse più pericoloso, forse peggio e, se la Leva sarà ripristinata, sarà qualcosa di diverso da ciò che è stato e di sicuro non sarà solo l'Italia a farlo.

    Discutono di bloccare le grandi opere, figuriamoci se costruiscono (o ricostruiscono....) nuove caserme!
    sfondi una porta aperta: non mi aspetto minimamente che vengano costruite nuove caserme. Il fatto è che la mancata percezione di un problema, non elimina il problema. Ma prima o poi il problema si farà sentire e andrà affrontato per forza. Credo di non riuscire a far capire bene ciò che intendo. Mi sento un po' come Cassandra, ma credo che le nostre società non staranno tranquille ancora per molto e non dubito che una volta avvistati i paduli che volano bassi, il vento cambierà direzione e si comincerà a coprirsi le chiappe. Le vostre più che giuste osservazioni sulla "mancanza di mentalità" e sulle "discussioni" per bloccare le grandi opere, non sono qualcosa che ci salverà: sarà solo il motivo per cui molti si "prenderanno" il padulo perché non avrano fatto a tempo a vederlo o non avranno potuto evitarlo. Tra l'altro, il fenomeno è già in atto: non vi pare che in Europa ci sia un certo "fermento"? Il ripristino della Leva in un futuro imprecisato, non è che un aspetto di ciò che intendo. Comunque, per rimanere in tema militare e non divagare troppo su temi astratti, non si penserà mica veramente che:

    - il cambio della dottrina militare USA e Russia nel senso che entrambi tornano a considerasi formalmente "avversari";
    - la quasi totale distruzione dei trattati sul controllo delle armi nucleari (ABM e INF) e il più che probabile non rinnovo di START III;
    - lo sviluppo e il dottrinalmente previsto utilizzo di armi nucleari a basso potenziale che si considerano "facilmente" utilizzabili su un eventuale campo di battaglia;
    - il praticamente certo schieramento di missili nucleari da crociera in tutta Europa come al tempo degli euromissili...

    (tanto per fare qualche citazione)

    ... siano cose tali per cui, sul lungo periodo, si possa andare avanti fischiettando come se niente fosse!

    Queste cose, sono cose che produrranno effetti. E il fatto che il 99% della gente non abbia la più pallida idea di che cosa sia il trattato INF o del perché lo "sdoganamento" dottrinale delle armi nucleari a basso potenziale renda il mondo più pericoloso, non cambia di una virgola il problema che abbiamo davanti. Anzi: siamo arrivati a questo, senza quasi neanche accorgercene.

    La leva , in formato tradizionale nelle FFAA, avrebbe poco senso e ben poco seguito. Manca tutto, dalle strutture alla mentalità, dall'organizzazione agli armamenti.
    E poi, cui prodest?
    La leva porterebbe in dote l'obiezione di coscienza e tante proteste, la rivolta delle università che perderebbero tanta pecunia dalla diminuzione delle iscrizioni, l'ennesimo spauracchio a monopolizzare diatribe politiche...no grazie.
    Hai ragione, ma tu stai pensando a come sarebbe la Leva se fosse ripristinata adesso, o in un "domani" che immagini molto simile all'oggi.

  3. #113
    Marforsper
    Guest

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    Salve,
    se vogliamo, l'unica certezza del domani è il tracollo demografico che pesa e continuerà sempre più a pesare in ipotetiche scelte future.
    Ad oggi, i Paesi che sono stati costretti ad optare per il ripristino della leva , vedi Svezia, sono quelli che non potevano più sostenere il minimo ricambio del personale.
    D'altro canto, in altri Paesi europei, pur di fronte a nuovi scenari, viene categoricamente escluso il ricorso alla leva e si è optato per un aumento degli organici, poichè così facendo si ha -anche se fatto ad capocchiam - un benchè minimo controllo selettivo, mentre con la naja si prende quel che passa il convento ed in società poco coese e con forti attriti può essere pericoloso.
    La Germania ha ipotizzato un terzo scenario, per adesso ancora allo stato embrionale, quello di aprire gli arruolamenti ai cittadini comunitari, così da non "spaventare" il resto d'Europa, aumentare gli organici e perchè no, incentivare la politica delle nascite. Proposta poco apprezzata all'inizio, ma che forse con i presunti scandali golpisti di alcuni militari e problematiche interne, potrebbe andare in porto...e se c'è l'apripista non ci vorrà molto che altri ricchi Paesi del nord Europa emulino le scelte di Berlino.


    Saluti
    Ultima modifica di Marforsper; 17-02-19 alle 10: 04

  4. #114
    bartok
    Guest

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    Marforsper,
    se vogliamo, l'unica certezza del domani è il tracollo demografico che pesa e continuerà sempre più a pesare in ipotetiche scelte future.
    questo è sicuro.

    Ad oggi, i Paesi che sono stati costretti ad optare per il ripristino della leva , vedi Svezia, sono quelli che non potevano più sostenere il minimo ricambio del personale.
    e sono anche quelli in cui lo stato di tensione crescente tra NATO e Russia è più percepito. In ogni caso, si tratta di un punto in più a favore per un eventuale ripristino della Leva se ci fosse un ulteriore calo di volontari.

    D'altro canto, in altri Paesi europei, pur di fronte a nuovi scenari, viene categoricamente escluso il ricorso alla leva e si è optato per un aumento degli organici, poichè così facendo si ha -anche se fatto ad capocchiam - un benchè minimo controllo selettivo, mentre con la naja si prende quel che passa il convento ed in società poco coese e con forti attriti può essere pericoloso.
    come detto, questa è la scelta per cui si è optato ORA e nel recente passato: non è detto che sarà così anche in futuro. Per esempio, già l'aumento degli organici è un fatto in controtendenza rispetto alle scelte effettuate poco prima, che vertevano su una riduzione del personale (si pensi alla riforma Di Paola). Inoltre, è indubbiamente vero che con la "naja" si prende quello che passa il convento e che con le FFAA volontarie c'è una selezione: non ci piove. Ma al di fuori della retorica di quanto sia figo un Esercito di "volontari altamente addestrati" (che è una cosa che non mi ha mai convinto perché 1-si faceva più addestramento prima e 2-i militari di carriera altamente addestrati c'erano anche prima, con la naja, ed erano, come detto, mediamente più addestrati), dubito che il motivo per cui si sia passati dalla naja alle FFAA volontarie sia VERAMENTE quello che hai detto. Se il punto fosse veramente solo quello, ci si poteva arrivare anche nell'800 e probabilmente anche nell'800 a.C. Non bisogna essere nel 2000 d.C. per capire che il livello culturale di chi supera una selezione, sia mediamente superiore a quello che si avrebbe prendendo tutti: se questo fosse un elemento premiante, nella storia umana si sarebbe sempre fatto così e le guerre le avrebbero i filosofi d'assalto. Il punto, è che la suddetta selezione ce la si può permettere quando il contesto storico è permissivo. Se c'è il rischio di una guerra, il fattore culturale medio diventa automaticamente meno importante. Adesso, per esempio, possiamo permetterci di avere dei VFP1 laureati ed esser laureati, anzi, permette di avere più "punti" come titolo di merito per essere presi, ma in caso di guerra, siamo sicuri che il VFP1 architetto sia meglio di quello con la 5° elementare? Io ho i miei dubbi. Ma ti dirò di più: la situazione geopolitica attuale non è tale da far pensare al fatto che possa esservi l'imminente rischio di una grave crisi in Europa, ma questa è una probabilità che non può più essere esclusa e che è destinata ad aggravarsi per i motivi detti prima. Se dovesse esservi una grave crisi (magari con scintilla in Ucraina o nei Paesi Baltici o a seguito della corsa agli armamenti e agli euromissili) - secondo me - nella situazione attuale, non sarebbe possibile un intervento italiano nell'ambito della NATO, se non con la coscrizione obbligatoria. Infatti, al netto del discorso sulle "FFAA piccole ma ben addestrate" Vs "Leva", il discorso è aggravato anche da altri aspetti. L'età media nelle FFAA rasenta i 40 anni, il tipico tenente d'accademia comanda plotoni in cui molti avrebbero l'età per essere suo padre o sua madre, i Caporal Maggiori Capi Scelti Quasi Super sono quasi più numerosi dei VFP1 e la situazione demografica delle FFAA italiane è fatalmente destinata a peggiorare. Secondo te questo è un "pacchetto" che si può pensare di mandare in guerra, se ci fosse l'effettiva, concreta, percepita eventualità di una guerra? La piramide demografica è completamente rovesciata. Prima o poi, si dovrà per forza correre ai ripari e quello che manca perché ciò accada, è la presa di coscienza del pericolo.

    La Germania ha ipotizzato un terzo scenario, per adesso ancora allo stato embrionale, quello di aprire gli arruolamenti ai cittadini comunitari, così da non "spaventare" il resto d'Europa, aumentare gli organici e perchè no, incentivare la politica delle nascite. Proposta poco apprezzata all'inizio, ma che forse con i presunti scandali golpisti di alcuni militari e problematiche interne, potrebbe andare in porto...e se c'è l'apripista non ci vorrà molto che altri ricchi Paesi del nord Europa emulino le scelte di Berlino.
    Mi sembrano quelle "soluzioni" che non risolvono nulla. Pensiamola su di noi, cioè che nelle FFAA possano arruolarsi i cittadini dell'UE. Cioè anche un tedesco potrebbe arruolarsi in Italia. Già: ma se il tedesco avesse voluto arruolarsi, l'avrebbe già fatto in Germania. Insomma, se il problema è che non ci sono abbastanza volontari, non si capisce come sia possibile che coloro che non vogliono arruolarsi nel proprio Paese, desiderino farlo in un altro. Poi per carità, sicuramente ci sarà il caso di quello che non può arruolarsi nel proprio Paese e che voglia provare a farlo in un altro, ma non credo che ciò possa essere qualcosa di statisticamente rilevante, anche se la proposta dovesse realizzarsi.
    In ogni caso, che il problema della rintroduzione della Leva venga pensato sull'Italia, o sull'UE, rimane qualitativamente lo stesso.
    Ultima modifica di bartok; 17-02-19 alle 15: 52

  5. #115
    Marforsper
    Guest

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    Salve,
    la razionalizzazione degli organici risale ad una dottrina anglosassone dei primi anni '90, quando la guerra fredda era già un ricordo e gli interventi nei Balcani ed Iraq avevano esaltato la supremazia tecnologica occidentale e , di fatto, abbassato il fattore umano. Come sempre, tra miopia e disinteresse politico, da noi si è arrivati alla riforma con notevole ritardo, pressappoco quando la stessa avevo perso l'impulso propositivo e gli scenari internazionali erano cambiati.
    A memoria, gli inglesi hanno dichiarato superata la "smart" difesa nel 2014 ed i francesi nel 2015, mentre noi andiamo ancora avanti sulla via dei tagli e solo di recente, Capi di Stato Maggiore e Generali in pensione iniziano a fare qualche obiezione.

    Nel precedente intervento non c'era riferimento al titolo di studio, ma ad altri fattori di dis-integrazione sociale...e l'età, che nessuno me ne voglia, conta quanto il 2 di picche...o si è idonei al servizio o no e se la risposta è affermativa si svolgono le mansioni che le stellette, prima del grado, prevedono. Avvicinare lo status a quello delle altre articolazioni della PA è stato un errore.

    La leva non può dare nulla, di certo non personale da inviare in teatro operativo. La cosa migliore sarebbe riportare gli organici a quota 190.000, alleggerire le catene di comando e rendere effettivamente combat ready una consistente quota di personale. Poco male se qualche FFAA non crede di dover aumentare gli organici, l'Esercito sarebbe più che felice di riportare l'organico ad un livello credibile.
    A mio avviso, sarebbe la miglior opzione possibile per avere uno strumento bilanciato e "spendibile".

    Per finire, l'arruolamento di cittadini comunitari non va visto in un'ottica di reciprocità: in alcuni Paesi la carriera militare non interessa granchè,mentre in altri , Italia in primis, l'offerta supera ancora la domanda e se, davvero dovesse realizzarsi lo scenario menzionato, avremmo una diminuzione del potenziale bacino d'arruolamento...non chi vuole,ma chi può arruolarsi nel proprio Paese e temo possa avere un effetto potenzialmente devastante per gli arruolamenti nel medio termine.

    Saluti

  6. #116

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    Discussione interessantissima. Bisogna capire quale sia l'obiettivo della Leva. Se qualcuno volesse delegare alle FF.AA. il compito dell'educazione dei giovani direi che siamo fuori strada e come giustamente sosteneva qualcuno ad oggi non vi è l'incombenza di una guerra e dunque la necessità effettiva di una Leva. O così sembra. La domanda che pongo io da non addetto ai lavori e che da cittadino mi interessa davvero è: Se domani mattina dovessimo reagire militarmente ad una qualunque minaccia, le nostre FF.AA. sarebbero pronte? Abbiamo mezzi e personale sufficiente? La Riserva basterebbe?
    Guardia Particolare Giurata - Sicurezza Aeroportuale

  7. #117
    bartok
    Guest

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    Marforsper,
    Nel precedente intervento non c'era riferimento al titolo di studio, ma ad altri fattori di dis-integrazione sociale...
    non parlavi proprio del titolo di studio:

    [...]viene categoricamente escluso il ricorso alla leva e si è optato per un aumento degli organici, poichè così facendo si ha -anche se fatto ad capocchiam - un benchè minimo controllo selettivo, mentre con la naja si prende quel che passa il convento ed in società poco coese e con forti attriti può essere pericoloso.
    io ho preso il titolo di studio come esempio perché rientra nella fattispecie del suddetto "controllo selettivo". Potevo anche parlare dell'imparare a memoria la banca dati o avere brevetti come bagnino... il senso del mio discorso non sarebbe cambiato di una virgola.

    La leva non può dare nulla, di certo non personale da inviare in teatro operativo.
    perché la Leva "non può dare nulla"? E perché "di certo, non personale da inviare in teatro operativo"? Il "teatro operativo" a cui io mi sto riferendo, non è quello a cui siamo abituati da 20 anni e su cui, probabilmente, stai facendo i tuoi ragionamenti, cioè quello asimmetrico e lontano. Il "teatro operativo" a cui mi riferisco è l'Europa. Ebbene, se nel contesto della Guerra Fredda che fu, tutti i Paesi europei, tranne pochissimi, avevano la Leva (Patto di Varsavia compreso), i casi sono 2: o erano tutti scemi, oppure la Leva aveva qualcosa da dare e un'effettiva utilità. E se la guerra fosse scoppiata, tutti quanti sarebbero stati "inviati" in "teatro operativo", se non altro perché già ci si trovavano.
    Se mi dici che non pensi che si ritorni a quel clima di tensione in Europa e che si andrà avanti così per altri 100 anni a tenere un manipolo di uomini in Afghanistan... beh, in tal caso, ti do ragione al 100%: la Leva non serve e non ha nulla da dare (e infatti io non sono a favore della Leva di per sé). Ma se pensi che sia già reale o quantomeno possibile la situazione che sto delineando per l'Europa, non vedo come tu possa asserire che la "Leva non può dare nulla". Per cui, forse, il vero punto della questione è perché pensi che non vi sia la situazione di pericolo reale e crescente di cui sto parlando. E m'interesserebbe saperlo, perché in effetti potrei pure sbagliarmi al riguardo. Tuttavia, mi sembra che ci siano fattori oggettivi difficilmente oppugnabili. Per esempio, limitandomi al già citato trattato INF: esso è sospeso fino al 2 agosto, infatti non può essere abrogato "istantaneamente", ma occorre una preventiva sospensione di 6 mesi. Dal 2 agosto, niente vieterà che Russia e USA dispongano su teatro europeo missili da crociera a corta e media gittata armati con testate nucleari. Ricordiamoci che questo "fatto", già negli anni '70 e '80, costituì uno dei punti di maggior tensione e pericolo per l'Europa, quindi non è qualcosa di cui minimizzare la portata. Si dirà che Stoltenberg ha promesso che l'uscita dal trattato INF non prelude affatto al ritorno degli Euromissili... però intanto, quella "promessa" adesso è a voce, mentre prima era per iscritto sul trattato INF. E poi non vedo perché uscire da un trattato se a parole si vuol rispettarlo! In sintesi: USA e Russia si accusano reciprocamente di non rispettarlo: che sia un gioco delle parti per trovare un pretesto per uscirne o che veramente ognuno pensi di essere minacciato dall'altro, il risultato non può che essere uno: il ritorno degli Euromissili. Mi sembra davvero poco credibile la promessa di non rimettere gli Euromissili, quando si straccia il trattato che lo vietava.

    La cosa migliore sarebbe riportare gli organici a quota 190.000, alleggerire le catene di comando e rendere effettivamente combat ready una consistente quota di personale. Poco male se qualche FFAA non crede di dover aumentare gli organici, l'Esercito sarebbe più che felice di riportare l'organico ad un livello credibile.
    A mio avviso, sarebbe la miglior opzione possibile per avere uno strumento bilanciato e "spendibile".
    Sarebbe già un inizio, ma anche per far questo, serve la presa di coscienza dell'esistenza di un pericolo.

  8. #118
    Marforsper
    Guest

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    Salve,
    il "controllo selettivo" è da intendere come lo screening previsto per la Legione, a buon intenditore poche parole.

    Per quanto concerne gli allarmismi per potenziali venti di guerra in europa, credo siano solo esagerazioni. Volendo ipotizzare uno scenario di crisi sul vecchio continente -ipotesi astratta d'accademia- questo potrebbe essere più imputabile a movimenti interni ai singoli Stati piuttosto che a eventuali minacce esterne. La Crimea ha rappresentato l'eccezione, è sempre stata considerata d'interesse vitale per i russi, non così ,ad esempio, il Donbass.
    Il trattato inf era già superato da tempo, una parte voleva rinegoziare in ambito multilaterale ed aggiornare i termini, l'altra -e le altre- tergiversava(no). De facto, oltre all'uscita folkloristica, non molto è cambiato.

    In epoca posteroica l'elemento umano - per fortuna - non è più considerato sacrificabile e, di fatto, la classica guerra è ormai solo uno dei tanti mezzi che un attore ha di imporre la propria volontà. La guerra di popolo poi è ormai impensabile e se è improponibile mettere a repentaglio la vita di professionisti - in qualsiasi sforzo bellico moderno la stragande maggioranza delle forze è impegnata nella sicurezza del personale- com si può pensare di avere dei najoni? Dal Vietnam in poi, passando per la Cecenia, è intollerabile avere perdite.
    Si è andati troppo oltre su tutti i fronti, per l'Occidente - Russia compresa-indietro non si torna. Discorso diverso in ambito africano e asiatico.
    Saluti

  9. #119
    bartok
    Guest

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    fatality,
    Il trattato inf era già superato da tempo, una parte voleva rinegoziare in ambito multilaterale ed aggiornare i termini, l'altra -e le altre- tergiversava(no). De facto, oltre all'uscita folkloristica, non molto è cambiato.
    perché era superato da tempo? Ho letto articoli, anche su Limes mi pare, che sostengono in modo più argomentato ciò che dici. Secondo tali articoli, il trattato INF sarebbe "superato" perché riguarda solo USA e Russia e non, per esempio, la Cina, che è dotata di missili nucleari di piccola e media gittata. E gli articoli proseguivano dicendo che oggi la Cina non può più essere trascurata sotto il profilo militare. Tuttavia, chi sostiene questa tesi ed è europeo, credo che pecchi di ingenuità. Se il problema fosse stata la Cina (o il Pakistan, o l'India), USA e Russia avrebbero potuto tranquillissimamente accordarsi, sulla base di reciproci controlli (del resto già previsti nel trattato INF), di non dispiegare tali tipi di missili in Europa. Insomma, avrebbero potuto stipulare almeno un accordo bilaterale per impegnarsi a non puntarsi tali tipi di missili a distanza di gittata, in Europa. Non l'hanno fatto. Vorra pur significar qualcosa! E poi, se il problema fosse la Cina, perché alla lite "partecipano" USA e Russia e dalla Cina non si è sentito un sussurro?

    L'imminete uscita dal trattato INF, folkloristica o no che sia, è un fatto. Per adesso "non è cambiato molto" perché l'uscita dal trattato prevede una preventiva sospensione di 6 mesi: dal 2 agosto, niente impedirà che gli euromissili tornino ad essere una minaccia reale. E io su questo ci metterei la mano sul fuoco. Non sarà in 3 agosto 2019, magari non sarà nemmeno il 3 agosto 2020, ma non ci vorrà molto: la crisi tra USA e Russia è ovvia e non si straccia un trattato che impedisce di fare una cosa, se non si avesse intenzione di farla. Per cui credo in realtà che dovremmo saggiamente cominciare a pensare che tutto ciò non sia folklore, per tempo.

    In epoca posteroica l'elemento umano - per fortuna - non è più considerato sacrificabile e, di fatto, la classica guerra è ormai solo uno dei tanti mezzi che un attore ha di imporre la propria volontà. La guerra di popolo poi è ormai impensabile e se è improponibile mettere a repentaglio la vita di professionisti - in qualsiasi sforzo bellico moderno la stragande maggioranza delle forze è impegnata nella sicurezza del personale-
    Si tratta di idee, ci sta che la tua sia più giusta della mia, ma io credo che sarà proprio per tale modo di pensare che ci troveremo incredibilmente impreparati e che questa "impreparazione" non impedirà, quando e se sarà il momento, di rintrodurre la Leva, anzi: la renderà più traumatica. Nelle prime fasi della Prima Guerra Mondiale, le truppe nemiche al fronte non di rado fraternizzavano. Prima della Seconda Guerra Mondiale, gli inglesi mostravano straordinaria flessibilità nei confronti della Germania nazista e il primo bombardamento su Londra fu di notte, per errore e i tedeschi si scusarano: e la guerra era già cominciata da un po'. Le convenzioni contro l'uso delle armi chimiche già c'erano, quindi c'era il concetto di "sacralità della vita", ma questo poi non impedì i bombardamenti a tappeto, fatti senza scuse. Insomma, l'elemento umano non è considerato sacrificabile - ora -. Ma quando un certo meccanismo comincia, le cose cambiano e ciò che era impensabile prima, lo può diventare. Il fatto che si escluda aprioristicamente questa possibilità con un "indietro non si torna", non è qualcosa che va nella direzione di evitare tale rischio: anzi.

    com si può pensare di avere dei najoni? Dal Vietnam in poi, passando per la Cecenia, è intollerabile avere perdite.
    Si è andati troppo oltre su tutti i fronti, per l'Occidente - Russia compresa-indietro non si torna. Discorso diverso in ambito africano e asiatico.
    eppure in Vietnam e in Cecenia le perdite ci sono state. In Cecenia anche molto recentemente. E se si parla del Vietnam... non è che stiamo parlando di un altro mondo o di un'altra epoca. E ci andavano proprio i "najoni" di 19 anni (età media del soldato americano in Vietnam). E nota bene: trattasi di guerra da cui gli americani potevano ritirarsi, volendo, in qualsiasi momento. Per gli USA non era certo una "guerra totale", come lo era per i vietnamiti del nord e i Vietcong. Ci si può permettere di considerare intollerabile di avere perdite, se si può scegliere. Guarda la ex-jugoslavia: parliamo di ieri. è gente occidentale come noi, che viveva e vive ora in pace come noi. Sono stato in Croazia recentemente e ti assicuro: sono uguali a noi, fanno le stesse cose che facciamo noi, sono ospitali come noi, eppure facevano la guerra fino a ieri, senza esclusione di colpi, senza pietà. E anche lì, quando cominciò, non fu con Srebrenica. Era cominciata con un: "è impensabile ucciderci tra fratelli!".
    Per cui, invece di scaldarci al fuoco che qualcosa è "impensabile" perché è così e basta, bisogna esser consci che le cose possono cambiare. Bisogna essere consapevoli di questo, per evitare che i fatti degenerino. Per esempio: se ce ne sbattiamo del fatto che il trattato INF venga stracciato, perché tanto è "impensabile" che qualcuno metta come in passato gli euromissili, non ci facciamo certo un favore per evitare che ciò accada.
    Ultima modifica di bartok; 20-02-19 alle 19: 52

  10. #120

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    Vorrei offrire, come direbbero i britannici, i miei miseri 2 centesimi alla discussione.

    Qualche anno fa ho avuto la fortuna e l'onore di effettuare qualche mese di Sar-El presso tre diverse basi militari israeliane. Premetto che non sono ebreo e non ho antenati ebrei, quindi parlo da persona completamente estranea alla filosofia e alla cultura dello Stato d'Israele (vabbé, ho studiato un po' di ebraico quando ero stato in seminario per pochi mesi... poi ho capito che le donne erano e sono meglio della vita contemplativa).

    Ciò che ho respirato in quelle basi era una totale coesione tra i soldati di leva. Una persona istruita ma poco inserita nel mondo ebraico potrebbe avere l'impressione che il fattore religioso sia l'autentico collante tra i giovani (per es. atti di nonnismo non si vedono praticamente mai), invece, dopo alcuni mesi trascorsi in mezzo agli israeliani, si comprende come le divisioni all'interno del mondo ebraico siano moltissime. Allora, ci deve essere qualcosa d'altro a tenere insieme con un'armonia che non vedo da nessun'altra parte i giovani: è l'idea di sentirsi parte di un progetto comune al di là dell'appartenenza etno-religiosa ad un certo tipo di ebraismo (per esempio, io là ho visto ebrei est-asiatici, gli ebrei di Kaifeng, ed ebrei indiani, o Bnei Menashe, nonché ebrei neri dallo Zimbabwe, i Lemba) o di religione diversa dall'ebraismo (come i Drusi oppure i Maroniti, questi ultimi solamente volontari, da quel che ho capito).

    Io ho visto che per loro il servizio militare contiene anche quello che nelle nostre scuole chiamiamo progetti di inclusione e i giovani vengono allenati alla comprensione di chi si ha accanto: maschio, femmina, musulmano, ebreo di qualsivoglia etnia, cristiano, persona affetta da sindrome particolare. Infatti, ho visto anche persone affette da sindrome di Down inquadrati nell'IDF: erano, ovviamente, inseriti in unità non combattenti.

    Mi sembrava quasi che gli anni trascorsi all'interno della base fossero come la continuazione della scuola per i giovani israeliani. Poi, è vero che c'è sempre l'altra faccia della medaglia: alcuni graduati di truppa, ormai agli sgoccioli del proprio servizio di leva, mi avevano detto che pochi israeliani vanno all'università proprio perché per tre anni sono impegnati con il servizio militare.

    Allora io mi domando: perché non imparare da Israele e da ciò che fa? Perché non provare l'esempio dell'Austria, che ha una leva di sei mesi? Perché non possiamo noi italiani migliorare i punti in cui Israele e l'Austria sono carenti?

    Secondo me, manca la volontà: è vero che un esercito di leva ha più senso anche con una popolazione omogenea e mal si adatta ad una popolazione che va sempre più verso la globalizzazione... tuttavia, mi sentirei di dire che all'indomani dell'Unità d'Italia, gli italiani non si sentivano tali ed era tutto alla stregua di uno stato multietnico... eppure... La volontà dovrebbe essere quella di rendere il cittadino tale a 360°: un cittadino che non difende il proprio Paese o non è educato ad effettuare qualche sacrificio per esso è un cittadino a metà. La nostra cultura occidentale post ancien régime fonda proprio la sua identità sull'esempio della Francia rivoluzionaria, un Paese che ha reputato necessario, alla luce dell'uguaglianza, della fraternità e della libertà, caricare il cittadino dell'onere della difesa della Patria. E, credetemi, il servizio militare che serve al cittadino per esserlo al 100% non se lo sono inventato gli illuministi: lo hanno preso dalla più antica democrazia del mondo... Atene.

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