Anche io qua a raccontare una mia esperienza, la più importante di questi ultimi mesi...e forse anche l'esperienza più impressa nella memoria di ogni Poliziotto: il primo arresto
E pensare che un anno fa mi trovavo dall'altra parte dello schermo a leggere i racconti di altri (finalmente!) colleghi. Non sono uno scrittore, ma cercherò di raccontare al meglio questa esperienza in poche righe. Prendetelo come un diario.
Alla fine del corso alla scuola A.A sono stato accontentato e mandato nella città che volevo. Mi è andata pure bene nella scelta delle preferenze, in quanto avevo chiesto di essere assegnato in un Commissariato e cosi è stato. Mai avrei pensato che poco meno di due mesi dopo, ancora da Agente in Prova e con cosi poca esperienza, avrei effettuato il mio primo arresto.
Appena arrivai al Commissariato c'era un'aria surreale: ancora non mi sembrava vero di essere un Poliziotto, di trovarmi con addosso quella divisa che tanto ho sognato e sentirmi chiamare dalle persone "Agente". Stavo vivendo letteralmente un sogno.
I nuovi arrivi, si sa, devono fare la gavetta e quindi espletano servizi non proprio entusiasmanti (piantone, centralino, corpo di guardia, qualcuno ufficio denunce) quindi o si ha voglia di imparare e di fare, o si rischia di passare mesi senza fare esperienza o imparare qualcosa di utile riguardante l'attività di Polizia. E a me la voglia di fare e di imparare non è mai mancata. Fuori dall'orario di servizio, mi mettevo a disposizione, leggevo documenti su documenti, di tutti i tipi, con sempre il codice accanto da consultare. Chiedevo, osservavo, rubavo il lavoro. Penso di aver lavorato quasi di più a livello di ore fuori dall'orario di servizio. Mi sono segnato per tutti gli straordinari, lavoravo anche a recupero (soldi per gli straordinari non ce ne sono!) e dopo due settimane mi è stato chiesto se volevo farmi un turno in volante, giorno che non dimenticherò facilmente. E' stata un'emozione fantastica e lo è stata ancora di più quando mi misi alla guida della Pantera, quel bolide di A.R. 159 La mia voglia di fare e il mio impegno , dopo un mese dal mio arrivo, è stata notata da più di un anziano, tra cui un Sovrintendente a capo dell'Ufficio Controllo del Territorio, un collega con ben 28 anni di servizio, di cui 25 per strada sulla Volante. Fuori dal mio orario di servizio abbiamo iniziato a lavorare assieme, mi rendevo sempre disponibile e fu subito chiaro come lui preferisse lavorare con gente vogliosa anche se senza esperienza, piuttosto che con gente con esperienza, ma senza voglia di fare. Spero che la pensino in questo modo anche altri colleghi, visto che ho un obiettivo molto ambizioso che vorrei raggiungere e non penso che la sola esperienza che potrò fare in futuro possa essere abbastanza.
I primi di Dicembre, dopo il mio normale turno di servizio, il Sovrintendente in questione mi chiese se volevo partecipare ad un servizio di P.G che consisteva nel cogliere in flagranza di reato un uomo che aveva trovato come passatempo quello di spaccare dei furgoni da lavoro per rubare l'attrezzatura al suo interno, operazione che compieva puntuale come un orologio. Ovviamente accettai.
Si organizzò cosi un servizio di appostamento usando le informazioni che avevamo a disposizione, più che sufficienti per portare a termine il lavoro. La "squadra" era composta da me, il Sovrintendente e un Ass.Capo a supporto. Io avevo mi appostai vicino la zona interessata dai furti, mentre gli altri due colleghi si misero all'interno di un androne, nascosti alla vista. In pratica il compito di osservare e dare il via all'eventuale arresto in flagranza era il mio. Il primo giorno, dopo qualche ora di appostamento al freddo, il tizio si fece vivo, ma soltanto per fare un giro di perlustrazione...saremmo dovuti tornare il giorno dopo.
Cosi, il giorno seguente, facemmo di nuovo lo stesso servizio e questa volta il tizio si presentò e nel giro di pochi secondi ruppe i vetri di due furgoni, rubando l'attrezzatura e mettendola di corsa in auto, pronto e scappare.
Fu in quel momento che dissi ai colleghi che potevamo intervenire (eravamo stati in collegamento telefonico nel frattempo) e contemporaneamente mi incamminai verso il ladro. I miei due colleghi uscirono fuori e intimarono al tizio di fermarsi, urlando "Polizia!"...come era facilmente immaginabile, però, il ladro iniziò a correre, ma non si accorse che c'ero io che mi stavo parando di fronte a lui...cosi andai in contro, con le manette in mano, urlandogli "Fermo! Polizia!".
Appena si rese conto che non aveva nessuna via di fuga si fermò, alzò le mani, lo tirammo a terra e io lo ammanettai...con le mie manette! Una scena da film. Adrenalina a mille. Soddisfazione grande e strette di mano con i colleghi.
Quel risultato è andato oltre ogni più rosea previsione Dopo ci fu la compilazione dei vari verbali, dell'annotazione, le perquisizioni ecc...operazioni che si protrassero fino a sera, giusto il tempo di cambiarmi per andare a fare il turno di notte
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