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Discussione: "Il Poliziotto, un amico in più": pensieri e considerazioni

  1. #1

    Predefinito "Il Poliziotto, un amico in più": pensieri e considerazioni

    Apro questo topic dopo che ieri sera l'argomento è stato toccato in un dopocena a casa di amici, con esiti prevedibilmente incandescenti..... La frase virgolettata del titolo è stata per anni l'ultimo biglietto da visita della nuova Polizia di Stato che, seguendo il solco tracciato negli anni Sessanta dall'allora Prefetto Vicari con il motto "La Polizia al servizio del Cittadino", ha continuato a muoversi in un'ottica di avvicinamento alla Cittadinanza.
    Fondamentalmente, due sono state le correnti di pensiero tra loro decisamente antitetiche:
    1) approvazione: sì, la Polizia deve essere amica del Cittadino. Basta con inutili contrapposizioni, basta col timore reverenziale verso l'Uniforme. Piuttosto, un rapporto da pari a pari in cui il Poliziotto consigli, informi, istruisca, indirizzi, ascolti, risolva e solo infine.....ma proprio infine....punisca;
    2) opposizione: il Poliziotto è al servizio del Cittadino, cosa ben diversa dall'essergli amico. Amicizia implica affetto, coinvolgimenti personali e tutta una serie di atteggiamenti che minano la necessaria obiettività di un tutore delle Leggi. Essere al servizio indica invece disponibilità professionale, ma anche una necessaria dose di distacco che deve comunque intercorrere tra un Pubblico Ufficiale e un privato.

    Queste, le basi del topic che spero di approfondire con voi. Cosa ne pensate?
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  2. #2

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    Io sono della seconda scelta, non devo essere amico del cittadino, ma al suo "servizio" ovvero non schiavo delle suo più disparate voglie ma sempre nel rispetto di una gerarchia funzionale che il poliziotto, in quanto funzionario dello stato, deve esigere...siamo italiani è "purtroppo" il senso punitivo non lo abbiamo nel sangue, ripet...purtroppo!

    Vedo molto meglio la figura del "poliziotto un amico in più" nel rapporto con i bambini, come spesso facevamo in volante sai bene che sono ben disposto a far salire sulla macchina della polizia il bambino di turno, è bello passare per le vie del centro con quella macchina azzurra che i bambini salutano ed apprezzano...se aiutiamo le nuove generazioni a rispettarci sarà più facile in futuro avere una società migliore.
    Ma la figura del collega medio è dietro l'angolo e per quanto tu ti possa comportare bene con il cittadino ci sarà sempre il cretino di turno che cancellerà tutto quello che faticosamente è stato fatto...
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  3. #3
    Utenti Storici L'avatar di AlexanderAvi
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    Predefinito

    Io mi colloco nel mezzo. L'attività informativa che un poliziotto/carabiniere deve compiere nello svolgimento del suo servizio, funzione fondamentale per controllare ciò che accade sul territorio, ha come base, inevitabilmente, un rapporto di fiducia instauratosi, col tempo, con il cittadino. Quest'ultimo, infatti, non si apre con tutti, ma solo con il tutore dell'ordine con il quale ha più confidenza, più rapporto. Bisogna essere molto equilibrati in questo. Al cittadino basta veramente poco per passare dal "oggi ho parlato con un poliziotto, segnalando un problema" al "io sono amico del poliziotto".
    Questo comporta diversi problemi, perchè non consente di svolgere più il proprio dovere serenamente. Sembra, infatti, che qualcosa sia dovuto, che sia necessario "dare qualcosa in cambio" per quel rapporto confidenziale che si è venuto a creare. Spesso il cittadino non comprende che ognuno "deve fare il suo", che "l'esserci amico" non vuol dire "vabè adesso faccio come mi pare perchè tanto se mi ferma, lo conosco". Prendersi la mano e il braccio partendo dal dito è molto facile. Quando ciò accade è giusto chiarire, con i modi dovuti, la situazione.

    Quindi no distacco, ma nemmeno troppa confidenza. Equilibrio. Se poi non vi è l'intelligenza necessaria per capire che un sano rapporto con l'autorità locale può solo portare benefici (per chiarimenti di dubbi, consigli, spiegazioni ed altro), ma si cerca di approfittarsene alla prima occasione utile, per vantaggi personali, allora no.
    Rendere la propria vita agli altri senza nulla ricevere in cambio, se non la stima della gente orgogliosa di averci al suo fianco. Ecco cosa significa essere CARABINIERI
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  4. #4
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    Il Poliziotto dovrebbe essere amico del cittadino...onesto, perchè se lo fosse a prescindere -ovviamente opinione personale- si rischia di far passare un messaggio di impunità, tanto siamo tutti amici.

    "l'esserci amico" non vuol dire "vabè adesso faccio come mi pare perchè tanto se mi ferma, lo conosco"
    Certo, ma è difficile trovare un punto d'incontro, almeno per quello che vedo in giro.
    Se il Carabiniere che viene a prendere il caffè di inizio turno al locale dove lavoro, poi la sera quanto torno a casa mi ferma e mi lascia andare, io penso che posso pure bermi una bottiglia di Vodka che tanto "non mi fanno niente" (idem se mi fa il classico cazziatone alla "la prossima volta che ti becco alticcio al volante non te la faccio passare liscia"; non so di chi sia la colpa ma ormai i cazziatoni non fanno più paura a nessuno).
    Se mi ferma e agisce come dovrebbe agire, allora fa la figura del brutto e cattivo, dell'incompetente perchè agli amici al bar vado a dire che non avevo bevuto più di tanto e quei mongoli fanno di tutto pur di fare gli sceriffi e rimpinguare le casse dello stato, etc etc.

    Le persone vogliono fare quello che vogliono, e non pensano alle conseguenze delle proprie azioni. Restando in tema di alcool, me ne frega poco se uno esaurisce le riserve del pub e poi si schianta su un platano, affari suoi. Discorso diverso se si mette a giocare alla Formula 1 in autostrada e ammazza la famiglia di ritorno dalla cena di Natale.
    Bisognerebbe portare il cittadino a pensare che il Poliziotto, il Carabiniere, chiunque sia, è li per far rispettare la Legge, niente di più, niente di meno. Se la rispetti sei tranquillo, se non la rispetti non meravigliarti delle conseguenze.
    Certo è che se tutti si credono onesti e per di più lo spacciatore è fuori dopo un giorno, il rapinatore dopo due, il cittadino medio tende a pensare "con tutti i problemi che ci sono, proprio a me viene a rompere le scatole?".
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  5. #5

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    Ecco, in tre post avete messo giustamente a nudo i termini esatti della questione.
    Premesso che quoto Winters e che la sua posizione rispecchia la mia, ma il concetto di amicizia è cosa ben diversa da quella di rispetto e collaborazione che il Cittadino ha il sacrosanto diritto di pretendere. Negli anni Cinquanta le "guardie" dovevano incutere per prima cosa timore: la gente, piuttosto che andare in questura anche solo per un passaporto, avrebbe volentieri preso la purga... Questa immagine non ce la siamo mai completamente scrollata di dosso, se è vero che ancora oggi tanti genitori (ma anche nonni o parentame vario) quando vedono la volante dicono al bimbo: "Fai il bravo sennò ti portano in prigione!"
    Ma l'immagine del poliziotto pacioso, amicone, figura bonaria che si vuole proporre oggi...no, davvero no! I due estremi sono entrambi sbagliati. Perchè il Cittadino Medio (al pari del Collega Medio, si intenda) è una figura ambigua che interpreta l'amicizia con un Poliziotto come asso nella manica per risolvere situazioni personali (dal passaporto al porto d'armi, dalla multa per il velox ad altro...). Come diceva sempre mio nonno, "troppa confidenza porta irriverenza"....
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  6. #6
    VxVendetta
    Guest

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    Mah mettiamola così: io sono amico di tutti, nel senso che non ho pregiudizi verso alcuno (almeno a prima vista) e che a tutti, indipendentemente dall'età, l'orientamento politico (santo cielo oggi passo 6 ore a due passi da un palco di FN dovrò chiedere aiuto al Signore in cui non credo per essere coerente con me stesso) l'etnia e la religione do le risposte e le sanzioni (dal via verdi sta di la al devo farle 80 euro di verbale al sta fermo seduto che sei in arresto se non lo hai capito da te) nello stesso modo e con la stessa professionalità.

    Poi però difficilmente esco con persone cui ho dato informazioni (belle ragazze escluse ovviamente :P ) anche perchè di mio sono un orso e tirarmi fuori dalla tana è difficile pure per i miei amici figurarsi per estranei, e poi ho un sentimento di rigetto verso la stupidità del cittadino medio.

    Una cosa su cui voglio iniziare a lavorare è mettere in testa a me e ai miei amici (quelli veri) che fuori servizio sono FUORI, fine, non si parla di sbirri, e tantomeno lo si fa tentando di mettermi in difficoltà o in imbarazzo. Se vogliono sapere le mie opinioni sulle cose vadano a leggersi il mio blog ma se esco in gruppo voglio poter fare il gigione, non ripassare procedura penale o sostenere dibattiti (capita anche a voi a proposito questa situazione seccante?).

    Se poi un amico, o uno a cui ogni giorno do le informazioni (o il barista sotto casa, o la cassiera, il collega gpg con cui faccio due parole ogni giorno e via così) è così fesso da credere che perchè gli sono amico o perchè ci prlo ogni giorno (che è cosa ben diversa dall'amicizia) gli farò dei favori o gli eviterò certe problematiche, si dimostra solo un fesso.

    Ben mi va invece quando, riconoscendo la mia preparazione, queste persone mi presentano terzi a cui servono informazioni...questo mi fa inorgoglire parecchio, perchè vuol dire che si fidano delle mie risposte, e di conseguenza di me e della mia professionalità.

  7. #7
    Colonnello L'avatar di bacioch
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    Per me il poliziotto deve essere come un cane pastore Maremmano:fiero,rustico,difensore strenuo delle pecore,nemico giurato dei predatori,fedele al pastore e alla sua famiglia,diffidente verso gli estranei ma non mordace senza necessità.

    In servizio non deve essere amicone e giocherellone(fuori servizio fa come crede),ma tenere alla larga i lupi,e se la pecora va verso un burrone può anche dargli un mozzico ai garretti,prima che precipiti
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  8. #8
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    Se poi un amico, o uno a cui ogni giorno do le informazioni (o il barista sotto casa, o la cassiera, il collega gpg con cui faccio due parole ogni giorno e via così) è così fesso da credere che perchè gli sono amico o perchè ci prlo ogni giorno (che è cosa ben diversa dall'amicizia) gli farò dei favori o gli eviterò certe problematiche, si dimostra solo un fesso.
    E invece non lo è, perchè assieme a te ci sono dei colleghi che, a differenza tua, lo grazierebbero, e di esempi di ragazzi fermati in evidente stato di alterazione e con la canna in macchina, o persone diversamente sobrie che corrono forte per strada, che sono stati lasciati andare, ne ho almeno una decina.
    Le persone sanno che la legge esiste, ma sanno anche che poi applicarla è tutta un'altra storia.
    Credo sia una questione di abitudine. Se il cittadino medio è abituato a passarla liscia, ovvio che sarà sempre portato a pensare in termini di impunità. Se invece lo si abitua che la legge è una sola, ed è applicabile indipendentemente da chi sei, cosa fai, a chi offri il caffè, non solo si eviterebbero questi problemi di confidenza, ma suppongo vivremmo in una società migliore; perchè il Carabiniere è li per far rispettare la legge, non per svago.

    Infine ritengo che i problemi relativi al rapporto Cittadino-Tutore dell'Ordine siano "solo" una conseguenza del rapporto Cittadino-Sistema Giustizia. Come ho già detto, perchè il Poliziotto viene a rompere le scatole a me solo perchè stavo andando un po' più veloce del solito -mentre rispetto sempre i limiti- quando poi spacciatori escono dopo una notte in cella, mi rapinano in casa e mi viene detto dai Carabinieri che "tanto anche se li prendiamo dopo due giorni sono fuori", etc?
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  9. #9
    Utenti Storici L'avatar di AlexanderAvi
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    Citazione Originariamente Scritto da beowuff Visualizza Messaggio
    E invece non lo è, perchè assieme a te ci sono dei colleghi che, a differenza tua, lo grazierebbero, e di esempi di ragazzi fermati in evidente stato di alterazione e con la canna in macchina, o persone diversamente sobrie che corrono forte per strada, che sono stati lasciati andare, ne ho almeno una decina.
    Le persone sanno che la legge esiste, ma sanno anche che poi applicarla è tutta un'altra storia.
    Credo sia una questione di abitudine. Se il cittadino medio è abituato a passarla liscia, ovvio che sarà sempre portato a pensare in termini di impunità. Se invece lo si abitua che la legge è una sola, ed è applicabile indipendentemente da chi sei, cosa fai, a chi offri il caffè, non solo si eviterebbero questi problemi di confidenza, ma suppongo vivremmo in una società migliore; perchè il Carabiniere è li per far rispettare la legge, non per svago.

    Infine ritengo che i problemi relativi al rapporto Cittadino-Tutore dell'Ordine siano "solo" una conseguenza del rapporto Cittadino-Sistema Giustizia. Come ho già detto, perchè il Poliziotto viene a rompere le scatole a me solo perchè stavo andando un po' più veloce del solito -mentre rispetto sempre i limiti- quando poi spacciatori escono dopo una notte in cella, mi rapinano in casa e mi viene detto dai Carabinieri che "tanto anche se li prendiamo dopo due giorni sono fuori", etc?
    Completamente d'accordo.
    Un esempio è capitato proprio poco tempo fa. Si procede a fermare l'auto, soggetto manifestamente ubriaco (ci volevano le mascherine per parlare con lui), pre-test assolutamente positivo, si procede con etilometro. Non vi racconto le centomila storie fatte, che è un tipo tranquillo, assolutamente non ubriaco perchè camminava benissimo e non aveva problemi, che non è mai stato trattato così come un delinquente, che aveva fatto solo 100 metri, che noi applichiamo la legge solo nei confronti di chi vogliamo ecc. ecc.
    Assolutamente non entra nella testolina che se si beve e ci si mette alla guida, in torto non non è il poliziotto/carabiniere che fa il suo dovere, ma il cittadino che, incoscientemente, accende l'auto e inizia il suo tragitto, il quale può concludersi nel migliore dei modi, oppure no. Si da la colpa all'etilometro ("basta poco per farlo impazzire") e noi che non abbiamo cuore perchè così roviniamo la gente...Avoja a ripetere che la Legge è quella e non l'abbiamo scritta noi, ma ci limitiamo solo ad accettarne il rispetto...nulla.
    Io, sinceramente, non ho intenzione di portarmi sulla coscienza la vita di nessuno. Bevi? Bene, etilometro e in base al tasso alcolemico riscontrato si procede di conseguenza. Non esiste "rapporto con le FFOO" che tenga.
    Soluzione possibile? Certo che c'è: devi guidare? Non bere. Semplice.

    Questo discorso come per l'alcool vale anche per tutte le altre ipotesi.

    Noi ci possiamo mettere tutta la buona volontà di questo mondo per coltivare degli ottimi rapporti con i cittadini...ma alla base di tutto vi deve essere sempre il RISPETTO reciproco (verso il cittadino e verso il nostro lavoro, ovvero verso le Istituzioni).
    Ultima modifica di AlexanderAvi; 07-12-14 alle 17: 05
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  10. #10
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    Concordo al 100% con AlexanderAvi.

    Il Poliziotto (o il Carabiniere ecc ecc) non può essere "L'Amicone",perchè ciò porta inevitabilmente a mancanza di rispetto e alla tentazione di chiedergli favori di vario genere.
    Andrebbe mantenuto il necessario distacco che impone l'appartendenza e la rappresentanza allo Stato,il che non è in contrasto con l'essere educati e professionali.

    Tutt'altro!

    Ma se dovessi scegliere per forza tra una o l'altra delle posizioni da tenere,personalmente preferirei essere temuto piuttosto che sbeffeggiato!
    Purtroppo negli anni ho constatato che è impossibile essere rispettati se non si è,almeno in parte temuti.

    Ricordo ancor oggi le parole del Maresciallo alle lezioni di OP.
    "Facce feroci e atteggiamento deciso!Ricordate sempre che si esibisce la forza per non doverla usare!"

    Non sarà stato un discorso Politicamente Corretto,ma funzionava,anche se mi rendo conto che sto parlando di preistoria!

    Oggi i Diritti superano in maniera esponenziale i Doveri,e parlare di rispetto per le Istituzioni suona quasi come comico alla maggioranza delle persone...ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti!
    ESSE QUAM VIDERI (Essere,piuttosto che sembrare - Cic.)



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