Grazie a tutti, in maniera particolare agli appartenenti delle FF.OO. con testimonianze dirette
Grazie a tutti, in maniera particolare agli appartenenti delle FF.OO. con testimonianze dirette
So bene che l'esempio è (volutamente) forte, ma cerchiamo di leggere tra le righe.
Posto che crimil non ha ancora esperienza, si poneva il problema se le GPG fossero obbligate a far qualcosa in caso di richiesta da parte delle FF.OO: dando per scontato che la GPG deve fornire tutta la collaborazione possibile per quanto attiene ai propri "doveri d'ufficio" (come giustamente dicevi, assicurare ad esempio un efficace scambio informativo con la centrale operativa, fornire indicazioni utili, ecc.), ho inteso che il dubbio di crimil fosse orientato verso attività "straordinarie", non a caso parlava di emergenza e di GPG fuori servizio.
Come è stato fatto notare, la GPG non ha alcun dovere di intervento al di fuori del servizio, ma in alcuni casi particolari un pubblico ufficiale può legittimamente richiedere l'assistenza di un qualsiasi privato (quindi anche una GPG) e quest'ultimo è tenuto a collaborare.
Poi sia chiaro, è ovvio che nel mondo reale è estremamente improbabile che un PU sia costretto ad avvalersi dell'assistenza di un privato per compiere atti che in via ordinaria possono anche essere preclusi a quest'ultimo, ma l'esempio era appunto un caso di scuola. Per quanto remota, è comunque un'ipotesi possibile.
infatti dopo avere detto che a mio avviso quell'esempio non va bene, per trovare le risposte bisogna consultare la parte generale del codice penale.
in particolare gli articoli 51 e 53.
quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare,vi è un prezzo da pagare,ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare
Pecco di immaginazione evidentemente, ma vista la tua esperienza puoi sicuramente fare un'ipotesi ex art. 53 comma 2 c.p. migliore della mia. Ai fini della discussione magari rileva poco, ma è per far capire che ci sono situazioni particolari in cui si può/deve agire in un certo modo se richiesto da un PU. Poi non si verificherà mai, ma è meglio saperlo.
P.S.: Non partiamo ovviamente dall'assunto che sia pericoloso o non opportuno fare determinate cose in determinati frangenti, limitiamoci al contenuto della previsione normativa.
Metto altra carne a cuocere, e butto nella mischia il 652 cp
"chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola" - P.Borsellino
Non dimentichiamoci, oltre ai doveri del privato verso il PU, l'art. 139 del Tulps, norma di pubblica sicurezza chiamata in gergo " norma in bianco" in quanto permette all'agente di Ps o di PG richiedente ampia discrezionalità di azione.
Vi dirò di più: La norma in questione, per le GpG non fa riferimento a limitazioni temporali in quanto non si parla di " agenti (di vigilanza)" senza specificare se solo in servizio o fuori servizio, pertanto se un CC mi riconosce e io sono in borghese e chiede aiuto, non mi tiro indietro, ribadisco, solo su diretta richiesta loro!
Se doveste leggere l'articolo in questione, non date per scontato che si intenda " GpG in servizio", per esempio, sulla stessa linea interpretativa, gli appartenenti della PL decretati dal Prefetto, si considerano ( giustamente) agenti di PS 24 h perché nella loro norma ( art 5. L. 65/86 ) non c'è nessuna limitazione temporale, ma solo territoriale.
Date sempre collaborazione se richiesta, non fate l'erroraccio di rifiutarvi in servizio o fuori con la classica frasetta " Questa azienda non è abbonata con noi ", vi ricordo che si applica la normativa speciale ovvero fino a due anni di arresto ( art 140 tulps)
Ultima modifica di Alex1990; 16-04-15 alle 15: 07
Agente di Polizia Locale
eccoti un esempio di scuola.
due poliziotti con difficoltà cercano di ammanettare un ladro.
è presente una gpg .
il poliziotto chiede alla gpg di tenere fermi gli arti inferiori del ladro.
quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare,vi è un prezzo da pagare,ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare
Si per carità va bene, ma il 53 comma 2 c.p. dice anche altro. Ribadisco per l'ennesima volta, ipotesi estrema e quanto mai inverosimile, però c'è.
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