Sono due discorsi diversi, invece, a mio modo di vedere.
Uno è morale: l'ingiustizia rappresentata dalla presenza dei raccomandati. Su cui, da dietro le tastiere, siamo tutti d'accordo.
Uno pratico: non è scritto da nessuna parte che il mondo debba essere "giusto". Visto che sappiamo che le ingiustizie esistono, attrezziamoci di conseguenza. Non ci si pone come obiettivo di "entrare in graduatoria", ma di scalarne i vertici.
Là colpa (se è tale) di essere 456 e non 4, 5 o 6 non è dei raccomandati, ma del candidato.
Parafuera,
qui chi parla di posti "riservati" è lei, non io. Mi limito a prendere atto della realtà, che lei denuncia - non io, di nuovo - ed a ribadire concetti di base, che affermo da settimane.
Io cerco di rispondere al dubbio di chi teme di non avere possibilità, lei risponde con il 90% di sbarramento. Faccia attenzione
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