Originariamente Scritto da
beowuff
La battaglia di Arbuzovka (o Arbuzov) ebbe luogo il 22 Dicembre 1943, nel contesto della ritirata dell'ARMIR dalla Russia.
Arbuzovka, successivamente denomitata "La Valle della Morte", è una conca nella quale i superstiti della 52° Divisione di Fanteria "Torino", circa seimila soldati della 298° Divisione di Fanteria Tedesca e i pochi resti delle Legioni "Tagliamento" e "Montebello" del Raggruppamento Camicie Nere, si trovarono isolati dal resto dell'ARMIR e accerchiati dal nemico.
Il Sottotenente Attilio Boldoni, comandante della 66° sezione della "Torino", ricorda: "Sin dal mattino del 22 dicembre, la situazione si fa tanto insostenibile che il comando della Torino, d'intesa con il comando tedesco, decide di tentare un ultimo disperato sforzo per allargare il cerchio, così da dare un po' di respiro alla difesa. Dovrebbe essere un contrattacco generale delle truppe germaniche, irradiantesi nelle varie direzioni più redditizie, dal centro, dove saranno riunite, per l'accompagnamento dell'azione, le armi pesanti ancora utilizzabili (cannoni, mortai e mitragliatrici). ( ... ) Arbusov è una località situata al centro di alture che erano dominate dai russi. Questa località verrà poi indicata come Alcazar degli italiani per i loro atti di eroismo"
Atti di eroismo riguardanti non solo la rottura della sacca, avvenuta grazie alla battaglia, ma anche le condizioni in cui dovettero resistere ad Arbuzov. I Tedeschi infatti avevano occupato tutte le case, mentre i fanti Italiani dovettero resistere a diversi bombardamenti russi all'interno di buche poco profonde scavate nel ghiaccio.
Il Comando da il segnale, l'ora dell'attacco è arrivata, ed è a questo punto che il valore dei Soldati Italiani si rivela nei numerosi atti di coraggio avvenuti quel 22 Dicembre del 1943.
"Tutt'a un tratto, alle nostre spalle" -racconta ancora il Sottotenente Boldoni- "vediamo avanzare a cavallo un giovane che va risolutamente verso il nemico, agitando una bandiera tricolore e incitando i compagni a un estremo e supremo sforzo, di vita o di morte".
L'audace cavaliere continuò la sua cavalcata, oltre le linee nemiche, che, a quel punto, ebbero uno sbandamento. Grazie a questo atto eroico le truppe italiane furono in grado, il giorno di Natale del '43, di rompere definitivamente l'accerchiamento e raggiungere Chertkovo.
Quel cavaliere è il Carabiniere Giuseppe Plado Mosca, morto il 22 stesso a causa di una raffica di mitragliatrice che colpì anche il suo cavallo, il quale, ferito, tornò da solo alle trincee amiche.
Il Carabiniere Mosca venne insignito di Medaglia d'Oro al Valor Militare; di seguito la motivazione:
"Addetto ad un comando di grande unità impegnata in difficile ed aspro ripiegamento, si distingueva per cosciente coraggio. Accerchiate le truppe della divisione e sottoposte a micidiale fuoco di armi automatiche e di artiglieria confermava il suo valore partecipando reiteratamente a disperati contrattacchi. Benché estenuato dalle privazioni e dal gelo, in un ultimo disperato sprazzo di energia, con un soldato a cavallo ed agitando il tricolore, caricava l'avversario, Trascinati dal loro magnifico eroismo, centinaia di uomini benchè stremati di forze, in un travolgente assalto all'arma bianca, riuscivano a spezzare il cerchio di ferro e fuoco che li stringeva, Nel raggiungere la posizione avversaria, cadeva colpito da una raffica di mitragliatrice, ma il suo cosciente eroismo consentiva alle stremate truppe della divisione di aprirsi un varco."
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