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Discussione: Maresciallo Maggiore dei Carabinieri Felice Maritano

  1. #1
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    Predefinito Maresciallo Maggiore dei Carabinieri Felice Maritano


    Felice Maritano nasce a Giaverno (TO) nel 1919, partecipa alla guerra dei Balcani nelle file dell'Arma e, dopo l'8 Settembre, viene internato in Germania fino alla fine del conflitto, durante il quale viene promosso Appuntato per meriti di guerra e decorato con Croce al Valor Militare.
    Al termine della sua lunga carriera nelle file della Benemerita, anzichè andare in pensione, scelse di rimanere in servizio per lavorare nel Nucleo Investigativo creato dal Generale Carlo Alberto dalla Chiesa per la lotta al terrorismo.
    Durante la sua permanenza al reparto svolse un ruolo importante nell'arresto dei terroristi Cornelutti e Sabatino, oltre che dei capi storici delle BR Curcio e Franceschini l'8 Settembre 1974.
    Grazie a questi ultimi arresti i militari dell'Arma riuscirono ad individuare un importante rifugio dei brigatisti a Robbiano di Medaglia, presso Milano. Qui giunti, i Carabinieri trovarono l'appartamento vuoto, e vi si appostarono in attesa del rientro dei terroristi. Ancora una volta il contributo del Maresciallo Maritano fu di grandissimo rilievo.

    Di lui, l'allora Colonnello Franciosa dice: "Maritano non faceva questione di turni: rimaneva in piedi tutta la notte. Era l'unico di tutto il nucleo che non aveva fatto alcun giorno di licenza, diceva che l'avrebbe fatta quando sarebbe finita questa storia. All'interno dell'appartamento erano al buio, ma nelle scale c'era la luce. [...] Maritano era un uomo di 56 anni iin compagnia di altri sottufficiali che avevano 25-26 anni e li teneva svegli per il semplice fatto che lui era sveglio. Era un po' per tutto il reparto un simbolo, non perchè aveva i capelli grigi, ma perchè aveva la vivacità e l'entusiasmo spesso non riscontrabili in un giovane [...]. Era fisicamente efficientissimo, tanto efficiente che nell'inseguimento ha superato gli altri due molto più giovani di lui".

    Durante l'appostamento vennero arrestati i terroristi Pietro Bassi (alle 13 del 14 Ottobre 1974) e Piero Bertolazzi (alle 21.30 dello stesso giorno), entrambi armati e pronti a sparare.
    Alle 3.20 del giorno successivo, il 15 Ottobre, i militi vennero allarmati da alcuni rumori sulla tromba delle scale: l'ultimo dei brigatisti che mancava all'appello, Roberto Ognibene, si trovava a pochi metri da loro. Immediatamente il Maresciallo Maritano intimò l'alt, ma il terrorista si diede alla fuga giù per le scale, impugnando un revolver Smith&Wesson calibro 38, ed esplodendo alcuni colpi verso i Carabinieri, e ferendo il Maresciallo. Quest'ultimo, non datosi per vinto, scostò il Carabiniere Calapai per rispondere al fuoco e lanciarsi all'inseguimento, continuando a sparare e correre appoggiandosi alla parete, finchè quattro colpi non neutralizzarono Ognibene, al piano terra (Ognibene verrà poi processato per direttissima).
    Il Maresciallo Felice Maritano si accasciò al suolo a fianco del brigatista, esortando i colleghi ad arrestarlo, e spirò poco dopo durante il trasporto in ospedale.

    Per questa sua azione il Maresciallo Maggiore Felice Maritano venne premiato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare; di seguito la motivazione (presa dal Sito dell'Arma dei Carabinieri):
    Già più volte decorato al valor militare e dieci volte solennemente encomiato per brillanti e rischiose operazioni di polizia giudiziaria, chiamato -su sua reiterata richiesta -a far parte di un nucleo speciale di Polizia Giudiziaria per la lotta contro il terrorismo, si distingueva -per intelligente capacità professionale e per coraggiosa dedizione al dovere -in una serie di azioni che conducevano fra l'altro a disarticolare una organizzazione eversiva, da tempo costituitasi per colpire e sovvertire le istituzioni dello Stato, ed a catturarne taluni pericolosi esponenti. Da ultimo, offerto si volontario per capeggiare rischioso appiattamento notturno presso una base operativa della banda armata, riusciva ad intercettare uno dei banditi, che affrontava con determinazione e cosciente sprezzo del pericolo, anteponendo la propria persona a quella dei dipendenti. Benché colpito gravemente al petto .dal fuoco del malvivente, persisteva nella sua decisa reazione, sino a ferire l'aggressore e -ormai morente - ad incitare i suoi uomini a catturarlo. Decedeva poco dopo, immolando in difesa della legge la sua esistenza e lasciando ai posteri un fulgido esempio di elette virtù militari e di esaltante dedizione al dovere.

    Fonte: "Il Nucleo Investigativo contro il Terrorismo", di Max Remondino, pgg 63-70 Il Carabiniere, Febbraio 2014.

  2. #2
    Wiseman
    Guest

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    Onori!
    E grazie a Beowuff per avercene ricordato la figura eroica, di gran Servitore dello Stato, fiero della propria divisa - e della corrispondente missione.

  3. #3
    Maresciallo L'avatar di capodifiume
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    Chapeau!

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