Risultati da 1 a 5 di 5

Discussione: Eccidio di Malga Bala

  1. #1
    Moderatore
    Data Registrazione
    Feb 2012
    Messaggi
    4,293

    Predefinito Eccidio di Malga Bala

    Questa mattina, 70 anni fa, veniva compiuto l'eccidio di Malga Bala, nel quale persero la vita, barbaramente uccisi dai Partigiani che volevano vendicarsi di un atto compiuto dalle Truppe Tedesche, dodici militari dell'Arma dei Carabinieri:

    - V.Brigadiere PERPIGNANO Dino, nato a Sommacampagna (Verona) 17 agosto 1921;
    - Car. DAL VECCHIO Domenico, n. a Refronto (Treviso) il 18 ottobre 1924;
    - Car. FERRO Antonio, Rosolina (Rovigo) il 16 febbraio 1923;
    - Car. AMENICI Primo, n. a Crespino (Rovigo) il 5 settembre 1905;
    - Car. BERTOGLI Lindo, n. a Casola Montefiorino (Modena) il 19 marzo 1921;
    - Car. COLSI Rodolfo, n. a Signa (Firenze) il 3 febbraio 1920;
    - Car. FERRETTI Fernando, n. San Martino in Rio (Reggio Emilia) il 4 luglio 1920;
    - Car. FRANZAN Attilio, n. a Isola Vicentina (Vicenza) il 9 ottobre 1913;
    - Car. RUGGERO Pasquale, n. a Airola (Benevento) l'11 febbraio 1924;
    - Car. ZILIO Adelmino, n. a Prozolo di Camponogara (Venezia) il 15 giungo 1921;
    - Car. Aus. CASTELLANO Michele, n. a Rochetta S'Antonio (Foggia) l'11 novembre 1910;
    - Car. Aus. TOGNAZZO Pietro, n. a Pontevigodarzere (Padova) il 30 giugno 1912.

    "Venne fatto percorrere ai prigionieri l'ultimo tratto di strada che li separava dal luogo della mattanza, un casolare sito su un pianoro, malga Bala appunto, dove:
    - il Vicebrigadiere PERPIGNANO venne arpionato ad un calcagno con un uncino, appeso a testa in giù e costretto a vedere la fine dei propri dipendenti; verrà finito a pedate in testa;
    - gli altri militari vennero sterminati barbaramente, dopo essere stati incaprettati con filo di ferro, legato anche ai testicoli, così che i movimenti parossistici sotto i colpi di piccone amplificassero il dolore; ad alcuni furono tagliati i genitali e conficcati loro in bocca; ad altri vennero sbriciolati gli occhi; ad altri ancora venne poi sventrato il cuore a picconate; in particolare, al Car. AMENICI venne infilata nel petto la foto dei figli.
    Al termine dell'eccidio, i corpi vennero trascinati a qualche decina di metri dal casolare ed ammucchiati sotto un grosso sasso, parzialmente ricoperti dalla neve."


    Nel 2009 è stata loro conferita la Medaglia d'Oro al Merito Civile "alla memoria".

    http://www.carabinieri.it/Internet/A...+che/M/4+M.htm
    Ultima modifica di beowuff; 29-03-14 alle 19: 07

  2. #2
    quantico
    Guest

    Predefinito

    Beo,
    è da quando ho letto questa tua pagina, circa una settimana fa, che cerco qualche libro che tratta la vicenda ma non trovo nulla. Hai qualche testo da consigliarmi?

    Una pagina così triste e vergognosa deve essere approfondita per cercare di fare chiarezza e rendere consapevoli studenti e docenti delle tragedie della nostra guerra civile, nemmeno studiata alle superiori e se studiata sappiamo tutti da che parte pende la bilancia...

  3. #3
    Moderatore
    Data Registrazione
    Feb 2012
    Messaggi
    4,293

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da quantico Visualizza Messaggio
    Beo,
    è da quando ho letto questa tua pagina, circa una settimana fa, che cerco qualche libro che tratta la vicenda ma non trovo nulla. Hai qualche testo da consigliarmi?

    Una pagina così triste e vergognosa deve essere approfondita per cercare di fare chiarezza e rendere consapevoli studenti e docenti delle tragedie della nostra guerra civile, nemmeno studiata alle superiori e se studiata sappiamo tutti da che parte pende la bilancia...
    Stavo cercando anch'io informazioni più approfondite riguardo la vicenda, e ho trovato questa pagina (sob...) dove viene citato il testo di Antonio Russo "Alle porte dell'inferno: il Tarvisiano e i suoi dintorni nella tormenta nazista"; non ne parla nello specifico o in maniera esclusiva, ma da quel che ho capito alcune pagine vi vengono dedicate.
    Avevo cominciato a cercare qualche verbale di qualche commissione, ma ho trovato poco nulla, moltissima bibliografia riguardo le foibe in generale ma nessun testo che parli nello specifico di Malga Bala.

  4. #4
    Moderatore
    Data Registrazione
    Feb 2012
    Messaggi
    4,293

    Predefinito Strage di Fiesole e di San Benedetto del Tronto

    Accanto alla strage di Malga Bala vanno ricordati altri due fatti simili, portati però a termine dalle truppe naziste.
    Si tratta delle stragi di San Benedetto del Tronto e di Fiesole.
    Ancora una volta i protagonisti sono Militari dell'Arma dei Carabinieri.

    Strage di San Benedetto del Tronto

    E' il 28 Novembre 1943, e a San Benedetto del Tronto cinque soldati tedeschi percorrono le strade della città fino a raggiungere Piazza Roma (oggi Piazza Nardone). Ivi giunti, si recano presso un deposito nel quale erano stati raggruppati beni alimentari destinati alla popolazione civile; beni alimentari che i cinque soldati si premurano di prelevare e caricare sui propri mezzi.
    Avvertito di ciò che stava accadendo, il Comandante la locale stazione, il Maresciallo Luciano Nardone, si reca presso il magazzino, e dopo aver ricevuto risposta negativa alla sua richiesta di rimettere ciò che era stato prelevato al proprio posto, viene alle mani coi soldati. La colluttazione viene interrotta in maniera tragica: una raffica, partita dal mitra di uno dei militari tedeschi, raggiunge alla schiena il Maresciallo, che morirà il giorno stesso in ospedale a seguito delle ferite riportate.
    Giunto per prestare aiuto al suo comandante, il Carabiniere Isaia Ceci si parò sulla porta del deposito. Una seconda raffica partì dal mitra, e raggiunse il Milite all'addome. Anch'egli morirà, pochi giorni dopo, in ospedale.

    Entrambi vennero onorati con la Medaglia d'Argento al Valor Militare, di cui, di seguito, riporto le motivazioni.

    «Il maresciallo Luciano Nardone, comandante di stazione in territorio non ancora liberato, informato che alcuni militari tedeschi, depredavano un magazzino di generi alimentari, destinato alla popolazione, accorreva da solo in sito e, dopo aver tentato invano di dissuadere i militari a desistere dalla criminosa impresa, con inflessibile fermezza, ingaggiava con due di essi violenta colluttazione, durante la quale altro militare lo colpiva con raffiche di mitra, proditoriamente, alle spalle. Suggellava con il suo sacrificio la più alta espressione del dovere.»

    «Isaia Ceci, carabiniere, in territorio non ancora liberato, accorreva in aiuto del proprio comandante di stazione impegnato in violenta colluttazione con due militari tedeschi che, assieme ad altri, si erano dati a depredare un magazzino viveri destinato alla popolazione civile. Visto cadere il superiore colpito a morte da raffica di mitra, si lanciava animosamente contro il feritore, ma nel generoso gesto veniva parimente gravemente ferito all'addome. Trasportato all'ospedale raccomandava che le più amorevoli cure fossero rivolte al superiore, accanto al quale, nell'estremo anelito, chiese di voler morire. Nobile esempio di altruismo e di elette virtù militari»

    Strage di Fiesole

    Nonostante ai Carabinieri della territoriale fosse stato chiesto, dopo l'8 Settembre 1943, di continuare ad espletare in maniera oggettiva i propri compiti di istituto "civili", quali l'assistenza alla popolazione e l'attività di polizia (i reparti dell'Arma assegnati alle Forze Armate dovettero seguire la sorte di queste ultime), molti di loro si misero in contatto con la resistenza, pur rimanendo a compiere il proprio dovere dalla Stazione di appartenenza.
    Tra gli altri, è il caso dei Carabinieri della Stazione di Fiesole, allora comandati dal Vice Brigadiere Guseppe d'Amico. Questi, assieme ai suoi sottoposti, doveva occuparsi di raccolta informazioni, fornitura di armi e viveri alle forze partigiane, e talvolta della partecipazione diretta ad azioni di sabotaggio.
    Il 29 Luglio 1944 una staffetta, formata da tre Carabinieri ed un civile, venne intercettata dai tedeschi. Ne scaturì un conflitto a fuoco, a seguito del quale perse la vita un soldato tedesco, due Carabinieri riuscirono a fuggire mentre il terzo Carabiniere, Carabiniere Sebastiano Pandolfi, e il civile, vennero catturati e immediatamente fucilati.

    Il 6 Agosto successivo il Vice Brigadiere Giuseppe d'Amico venne arrestato, sospettato di aver collaborato con la resistenza, ma poco dopo riuscì a fuggire, facendo pervenire, l'11 Agosto, un messaggio ai propri sottoposti (i Carabinieri Alberto La Rocca, Vittorio Marandola e Fulvio Sbarretti) col quale avvertiva di essere fuggito e ordinando loro di darsi definitivamente alla clandestinità tra le file dlla resistenza fiorentina. Non potendo però passare le linee nemiche, decisero di rifugiarsi tra i ruderi di un anfiteatro romano, in attesa di collegarsi coi partigiani o con gli alleati.

    Il primo pomeriggio del 12 Agosto arrivò loro un altro messaggio. Questa volta a contattarli erano il Monsignor Turini e il Segratario Comunale di Fiesole, Dottor Orietti. Questi li avvertirono che il comando Tedesco, scoperta la loro fuga, aveva preso 10 civili in ostaggio, con l'intenzione di fucilarli, qualora i tre militi non si fossero consegnati.
    Bastò questo perchè i tre Carabinieri tornassero in città a consegnarsi al comando Nazista. Vennero fucilati tutti e tre poche ore dopo.

    Ai tre Carabinieri è stata concessa la Medaglia d'Oro al Valor Militare:
    «Durante la dominazione nazifascista, teneva salda la tradizione di fedeltà alla Patria prodigandosi nel servizio ad esclusivo vantaggio della popolazione e partecipando con grave rischio personale all'attività del fronte clandestino. Pochi giorni prima della liberazione, mentre già al sicuro dalle ricerche dei tedeschi si accingevano ad attraversare la linea di combattimento per unirsi ai patrioti, veniva informato che il Comando germanico aveva deciso di fucilare dieci ostaggi, nel caso egli non si fosse presentato al Comando stesso entro poche ore. Pienamente consapevole della sorte che lo attendeva, serenamente e senza titubanza la subiva perché dieci innocenti avessero salva la vita. Poco dopo affrontava con stoicismo il plotone di esecuzione tedesco ed al grido "Viva l'Italia" pagava con la vita il sublime atto di altruismo. Nobile esempio di insuperabili virtù militari e civili.»
    Ultima modifica di beowuff; 20-04-14 alle 02: 34

  5. #5
    Moderatore
    Data Registrazione
    Feb 2012
    Messaggi
    4,293

    Predefinito

    .
    Ultima modifica di beowuff; 20-04-14 alle 02: 31

Segnalibri

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •