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Discussione: DIARIO di BORDO - circumnavigazione del globo fra fantasia e ricordi

  1. #31
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    Mi aspettavo che la domanda mi fosse posta prima e da chi di mare non sa nulla ...
    buondì bsk...guardi che giovigor ..mio fratello ...nel dire..spaventato...si riferiva propro a questo ....è una sensazione che sorgeva spontanea per chi per quanto ami il mare e per quanto pensi di conoscerlo..è troppo giovane...ti dà una sensazione di abbandono se sei da solo... una tale immensità fa paura....lo sa chi si immerge..capita di non vedere più nulla eppure continui a spingere per toccare quel fondo che non si vede mai....poi ci sbatti la faccia e a quel punto cerchi aria ..cerchi la luce...attimi interminabili ...il cielo....continuerò ..continueremo a leggere queste pagine..ma non ci rimproveri se non facciamo domande....è più bello leggere e imparare....
    Ultima modifica di Vittoriosa; 12-02-14 alle 13: 07

  2. #32
    Vittoriosa
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    @Vingor...fai più attenzione quando quoti un messaggio, questa volta l'ho sistemato io, ma la prossima volta....so già che non esisterà!

  3. #33
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    Mercoledì 12/02/2014 ore 19:30

    Siamo in orario con la tabella di marcia, tutto funziona come previsto e domani nel primo pomeriggio dovremo attraccare a Porto Faud.
    Come vi avevo promesso mi accingo a descrivervi le complesse pratiche burocratiche che ci sono per passare il Canale di Suez.
    L’attraversamento segue una procedura abbastanza complessa poiché, ad eccezione dei tratti in cui corre lungo i due Laghi Amari o il Lago di Timsah, il traffico nel canale è a senso unico. Le navi che attraversano da Nord a Sud si raggruppano in un convoglio che parte da Port Said/Porto Faud una volta al giorno e che raggiunto il lago di Timsah, nei pressi di Ismailia, si ferma.
    Le navi che arrivano da Sud, Porto Suez, si raggruppano invece in due convogli che partono sfasati di circa 12 ore. Quando il primo convoglio raggiunge il lago di Timsah si ferma in modo che il convoglio che è partito da Port Said/Porto Faud possa riprendere la navigazione verso Sud e raggiungere Port Suez.
    Quando l’ultima nave del convoglio proveniente da Nord è uscita nel Mar Rosso, da Porto Suez parte il secondo convoglio diretto a Nord. Per gli Yacht e le imbarcazioni più piccole la procedura è diversa. Chi transita da Sud a Nord attende il passaggio del primo convoglio e quindi ci si accoda. Generalmente la partenza da Port Suez avviene intorno alle ore 10:30 salvo quando è previsto il transito di una nave da guerra, nel qual caso il passaggio è interdetto.

    Le procedure amministrative per attraversare il canale di Suez sono queste:
    Per prima cosa bisogna scegliere e nominare un Agente Navale. Arrivati nelle vicinanze di Porto Said/Porto Faud ci si mette in contatto Radio con Il Port Control e si procede sino allo Yacht Club, di proprietà della Compagnia del Canale, dove un rappresentate dell’Agente scelto aiuta ad ormeggiarsi ad una boa. L’Agente si fa cura d’inoltrare le carte alla Capitaneria di Porto, alla Dogana e all’Immigrazione e organizza gli acquisti necessari in base alla lista che gli avremo consegnata. Poi organizza la visita del Misuratore della Compagnia del Canale che determina, applicando un sistema arcaico complicatissimo, la tariffa da pagare, mi raccomando da ora in avanti contrattate sempre, per qualsiasi cosa dovrete pagare, che sia una tassa o un regalo in un mercatino per strada siete nei paesi asiatici, arabi qui è la prassi e non spazientitevi qui la nostra lenta burocrazia italiana vi sembrerà una vera formula uno . Se tutto va bene e se non ci sono navi militari in transito, il giorno dopo inizia l’attraversata che si completa in due giorni, il primo giorno sino ad Ismailia, dove si pernotta, il secondo da Ismailia a Port Suez.

    Io arriverò di giovedì e dovrò restare fermo un giorno prima di intraprendere il passaggio, il venerdì è giorno di preghiera per i mussulmani e non se ne parla.

    In questi giorni ho messo in moto un pò di amici per risolvere il problema di scegliere l’Agente Navale e oggi verso mezzogiorno mi ha contattato la “FELIX Maritime” da Porto Suez e la sorpresa è stata che è di proprietà di un amico che non vedo da ben 28 anni e che non sentivo da almeno tredici, dal giorno della comunione di mio figlio, domani all’arrivo troverò lui che provvederà a tutto.

    Con calma poi vi spiegherò chi è Felix e vi relazionerò anche su cio che capiterà nei prossimi giorni per ora vi lascio e torno alle mie cose, alla rotta, alla cena e all’appuntamento Skype con i familiari.

    BUON VENTO a tutti.

  4. #34
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    @Vingor...fai più attenzione quando quoti un messaggio, questa volta l'ho sistemato io, ma la prossima volta....so già che non esisterà!
    Grazie

  5. #35
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    Citazione Originariamente Scritto da bsk Visualizza Messaggio
    ........... ci si mette in contatto Radio ..............
    Ci puoi descrivere il tipo di apparecchiatura radio che utilizzi, per le comunicazioni a breve e lunga distanza, l tipi di antenna, le frequenze, eventuali codici ecc..?
    Posso immaginare che per le lunghe distanze usi un apparato HF, che richiede andenne abbastanza lunghe, quindi sarebbe interessante sapere come vengono posizionate, mentre per quelle le distanze brevi immagino usi un VHF o UHF e lì i problemi di installazione antenna sono minori.

  6. #36
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    Giovedì 14/0/2014 ore 17:45

    Alle dodici ho iniziato a vedere la costa. Verso le 15:00, dopo le prime 200 ore di viaggio e quasi 1200 Mn percorse, passo in mezzo a navi ormeggiate davanti a Porto Faud e Porto Said in attesa di passare il Canale di Suez. In breve entro nel Canale e ormeggio nel locale Yacht Club dove trovo il mio amico Felix che, come promesso, mi attende per le pratiche burocratiche e che starà con me nei prossimi giorni, sarà la mia guida, il mio pilota nel canale di Suez, una bella rimpatriata.
    È una giornata di sole anche calda, minima 10 gradi e massima 21, all’arrivo scopro che la Felix Marittimer ha una sua sede anche a Porto Faud e che ha un suo molo riservato con 25 posti barca per lunghezze sino a 25 metri e pescaggio massimo 3 metri.
    Passeremo la serata e domani tra Port Said e Port Fuad, visto che domani è giorno di preghiera e riposo per i mussulmani, rammentate i due porti sono una zona franca da tasse il che invita allo shopping.
    Port Fuad è praticamente il proseguo di Port Said, sono collegati fra loro da dei piccoli traghetti gratuiti che fanno continuamente la spola.

    Intanto il mio stomaco ha dei ricordi precisi è mi mette voglia di tornare ad assaporare dei piatti che non mangio da decenni, Felix dovrà portarmi a bere il fantastico caffè arabo e a gustare:
    I Falafel: che hanno probabili origini egizie, considerati quasi un piatto nazionale in Israele (tanto da essere proposti nei menù dei ristoratori ebrei) sono molto popolari nei paesi mediorientali. Oggi sono rinomati e apprezzati a livello mondiale grazie alla squisitezza che li caratterizza, dovuta agli ingredienti che li compongono. Sono polpette fritte molto fragranti e speziate, a base di fave o ceci tritati con porro o cipolla, aglio, cumino e coriandolo.
    I Falafel sono una vera e propria delizia per il palato grazie appunto alla presenza significativa delle componenti alimentari che contribuiscono a dare loro un sapore intenso e irresistibile. Da degustare appena preparati, oggi in Medio Oriente possono essere acquistati anche presso apposite bancarelle, mentre in Europa sono stati introdotti dalle rosticcerie turche come alternativa vegetariana all’ormai famoso Kebab.

    Il Ful: che è un piatto tipico dei paesi arabi preparato e consumato come colazione, un piatto sostanzioso per affrontare con energia il resto della giornata. Realizzato con fave secche, che ne costituiscono l'ingrediente caposaldo, che vengono cucinate a fuoco lento in contenitori di rame, il ful viene generalmente preparato impiegando anche prezzemolo tagliato, aglio, cipolla, spremuta di limone e una buona dose di olio di oliva, ingredienti che lo rendono una prelibatezza unica e sostanziosa, ma che, come accade per i piatti tipici, possono riscontrare variazioni, talvolta, ad esempio, possono essere impiegati pomodori, cumino in polvere, peperoncino, sale marino integrale e altro ancora.

    Il Koshari: è un piatto tipico della tradizione culinaria egiziana a base di riso, pasta, lenticchie e ceci a cui vengono aggiunti uno strato di aglio egiziano e aceto amalgamati con salsa di pomodoro speziata. Il tutto viene solitamente guarnito con cipolle fritte che contribuiscono a dare al piatto un sapore particolare.
    E’ ideale per vegani e vegetariani, vista la mancanza di carni, anche se ultimamente si sta diffondendo l'usanza di aggiungere fegato fritto o carne di pollo, dati i loro costi economici. Se in Egitto è considerato un piatto nazionale, il Koshari viene preparato anche in altre parti del Medio Oriente ed è noto con altri nomi, in Palestina, ad esempio, è chiamato mjadarah, mentre in Siria mudardara. Di origine persiana è un piatto popolare anche tra i turisti che grazie agli ingredienti che lo compongono, (esclusa forse la salsa di pomodoro piccante), risulta un piatto leggero e prelibato.

    Poi l’onnipresente carne, dal piccione ripieno (piatto nazionale egiziano), alle Kosfta (polpette di carne trita) e infine gli impegnativi Tawera (un misto di trippe servito con il riso).
    Per finire in dolcezza con la Konafa che è fatta da sottili spaghetti con miele, mandorle e cocco e la Basbussa, una pasta a base di semolino e cocco.
    Che fame

    Tramite Felix intanto tutte le pratiche sono state inoltrate e i pagamenti effettuati, ha pensato a tutto lui, nel nostro caso i costi per l’attraversamento del Canale e le pratiche di Agenzia sono stati i seguenti:
    Diritti di Agenzia: US$ 98
    Visti di uscita: US$ 65
    Tariffa di attraversamento: US$ 448
    Mance varie: US$ 60 e 5 stecche di Marlboro e 4 pacchetti di Sigari Toscani
    Per un totale di US$ 671 + le sigarette ed i sigari

    La cambusa la riempiremo poi in un secondo momento a Suez insieme ai pezzi di ricambio, batterie, gasolio, ecc. ecc..
    Ora scusatemi, ma muoio dalla voglia di chiacchierare davanti ad una birra con vecchio amico, ricordare assieme è ancora più bello che farlo da soli , tranquilli ci sarà tempo per raccontare anche a voi una parte almeno di quei ricordi che affollano la mia mente, luoghi, oceani, marinai, cibi, e tanto altro ancora.

    Per ora il solito saluto, BUON VENTO a tutti

  7. #37
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    Citazione Originariamente Scritto da basilischio Visualizza Messaggio
    Ci puoi descrivere il tipo di apparecchiatura radio che utilizzi, per le comunicazioni a breve e lunga distanza, l tipi di antenna, le frequenze, eventuali codici ecc..?
    Posso immaginare che per le lunghe distanze usi un apparato HF, che richiede andenne abbastanza lunghe, quindi sarebbe interessante sapere come vengono posizionate, mentre per quelle le distanze brevi immagino usi un VHF o UHF e lì i problemi di installazione antenna sono minori.
    Ciao amico mio io uso, come gia detto alcuni post fa, una connessione internet satellitare, ma per legge non puo essere la sola presente a bordo.
    Per barche come il mio Vagabondo, ovvero oceaniche, si monta anche una sistema radio SSB l'unica soluzione, riconosciuta a livello mondiale, che garantisce le comunicazioni sulle lunghe distanze barca - barca e barca - terra.
    E' adottata da tutte le barche impegnate in navigazioni d'altura (molto nota la ARC) e concettualmente si può intendere come la radio VHF, però con portata praticamente illimitata: non è raro ne difficile collegarsi da un oceano all'altro, o stabilire un contatto in Italia mentre si naviga in Pacifico.
    In aree di navigazione più ristrette, è norma quotidiana stabilire un contatto con altre barche per lo scambio di informazioni.
    Caso tipico e molto noto sono le cosiddette "NET" attive nell'area caraibica e polinesiana: appuntamenti radio a orari stabiliti, durante i quali le barche presenti nel raggio di qualche centinaio di miglia si scambiano notizie sulle condizioni meteo, situazioni di traffico, aiuti sanitari ecc.

    L'abbonamento al servizio SailMail permette lo scambio di email e la ricezione dei files Grib a tutti i naviganti che non sono titolari della licenza di radioamatore. E' un servizio che copre l'intero Pianeta, di qualità, semplice e dal costo accessibile.
    Grazie a numerose stazioni a terra e ad uno sfruttamento ottimale della propagazione radio delle onde corte (da 3 a 30Mhz), è possibile stabilire sicuri contatti radio praticamente da ogni angolo del Globo, anche il più remoto.
    Durante una traversata atlantica o alla fonda in una baia della Polinesia come della Croazia, le email continueranno ad arrivare in barca. Basti immaginare che tutta l'area Mediterranea è servita dalla stazione in Belgio e già dalle Canarie ci si può collegare indifferentemente in Belgio come in Canada.

    Se tra i membri dell'equipaggio è presente un radioamatore OM, è disponibile gratuitamente l'analogo servizio Winlink.

    Il servizio richiede il software dedicato AirMail, per Windows o Linux. E' un software gratuito, utilizzabile sia per SailMail che per Winlink. Gestisce la creazione/modifica dei messaggi con una logica di utilizzo molto simile ai comuni programmi email di ufficio (Outlook, Thunderbird ecc.) e automatizza quasi del tutto il collegamento radio.

    Il modem è collegato al GPS mediante un segnale NMEA; il programma è così in grado di conoscere il proprio punto nave, e di scegliere la stazione ottimale a cui collegarsi tenendo conto della propagazione radio di quel momento. Il collegamento sarà quindi del tutto automatico.

    Il servizio GRIB è gratuito, disponibile 24 ore su 24 in tutto il mondo. I files ricevuti, di dimensione estremamente ridotta (10-20kB), vengono direttamente interpretati e visualizzati dal programma FaxView/GetFAX usabile all'interno di AirMAil. Gli stessi files sono poi sovrapponibili, mediante trascinamento con il mouse, sulla cartografia di SOBvMAX, con la quale eseguire raffinate pianificazioni di rotta.

    La radio HF è anche un ricevitore dalle caratteristiche professionali. Grazie ad esso possiamo ascoltare i notiziari Broadcast da tutto il mondo (le "radio nazionali"), e ricevere le carte MeteoFAX.
    In tutto il Mondo è presente una rete di diffusione di carte meteo via radio, gratuita per tutti. Le carte si visualizzano sul pc grazie a un programma integrato in AIRMAIL che provvede alla decodifica del segnale audio proveniente dal modem.
    I meteofax ricevuti vengono memorizzati per visioni e stampe successive.

    Il componente fondamentale che determina il successo o meno di un collegamento radio SSB è l'antenna.
    Senza un buon impianto d'antenna nessuna radio garantirà un buon collegamento.
    Su una barca a vela sono possibili tre soluzioni per ottenere un' antenna dal sicuro funzionamento:

    - Paterazzo isolato: mediante isolatori specifici, viene ottenuto un segmento isolato elettricamente dal resto della barca, che sarà l'elemento irradiante. Il segmento, della lunghezza di almeno 10 metri, deve iniziare a 2 metri circa dal piano di coperta, e finire circa 2 metri prima della testa d'albero. Ovvio che il paterazzo deve essere metallico e non in tessile (Spectra, PBO). Ma gli isolatori sono sicuri? SI!! Gli isolatori d'antenna vengono costruiti dagli stessi fabbricanti che producono gli arridatoi e il resto della ferramenta, quindi sono specifici per l'uso nautico. Non solo: nonostante le apparenze l'isolatore lavora in compressione e non in trazione. L'attacco terminale - fune, come per gli arridatoi e gli stralli, si sceglie a pressione o a vite tipo Norseman.

    - Antenna a stilo da almeno 7metri , montata a poppa. A volte è di fatto l'unica scelta, quando l'armo (specialmente a ketch) non permette altre soluzioni.

    - Un cavo elettrico teso da poppa alla testa d'albero, sempre elettricamente isolato, di almeno 10 metri. E' la soluzione più economica, ma applicabile solo dopo aver valutato l'interferenza elettromagnetica con i cavi del sartiame. Si usa spesso sui catamarani.

    Io ne ho due sul Vagabondo, sia il paterazzo isolato che lo stilo da 7 metri,tutte le trasmissioni avvengono su frequenze delle onde corte, con modulazione SSB.

    Ma come ho gia spiegato nel post precedente a questo giorni fa io uso con più costanza e familiarità la connessione satellitare della KVH Industries: http://www.kvh.com/
    spero di averti chiarito un po le cose e di essere stato esauriente nella spiegazione, ho copiato le pagine del depliant che è in dotazione con l'apparecchiatura io non ne capisco poi molto,alla prossima
    Ultima modifica di bsk; 13-02-14 alle 18: 49

  8. #38
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    Caro BSK,

    se fossi lì con te andremmo a mangiare anche il riso beriani, che pur essendo di origine indiana, è molto comune fino al mar Rosso, ed è a base di riso, pollo, mandorle, uvetta e pinoli
    La tabula: un insalata di semolino grosso con pomodoro, cetriolo, peperone, cipolla e prezzemolo tritati finissimi, quasi come il semolino stesso
    La qubba: una polpetta piatta di carne d'agnello coperta di grano e cotta al vapore
    Ma soprattutto lo shish-kebab: carne di montone (l'agnello non va bene) tritata grossa con prezzemolo e cipolla compattata intorno a uno spiedo sottile e piatto, e messo a cuocere direttamente sulla fiamma (mai alla brace): la cottura è veloce, perciò non perde il grasso restando friabile e fragrante; se invece cuoci alla brace, ci mette troppo e diventa una polpetta asciutta.
    Da bere potremmo fare un po' di yogurt salato diluito in acqua, sì, ecco, tanto per fare un po' di folclore, ma poi passare a una sfilza di boccali di birra ghiacciata da far venire la sincope ai pinguini, oppure un bel rosato aromatico che con tutta quella verdura, se non troppo acetosa, ci potrebbe stare anche bene.
    Adesso sotto con la carne che poi nel Mar Rosso si torna al pesce.

    L'hai mai assaggiato il pesce balestra? per me non è male.

    Buon vento!
    Io non lampeggio per comunicare la presenza di posti di blocco.

  9. #39
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    Felix M., il Neozelandese com’era chiamato dagli altri velisti, per noi solo La Quercia.

    E' l'uomo che ho incontrato di nuovo a Porto Faud dopo anni che non lo vedevo più e che mi ha pilotato nella discesa del Canale di Suez.
    Nato nelle Isole Chatham, a Port Hutt per la precisione, non si sa bene quando visto che non ha mai dichiarato la sua età. Credo che sia un 3/5 anni più anziano di me, direi un classe 1952/1950.
    Lui, quando parla di se, dice che è un polinesiano perchè la sua isola, casa sua, è culturalmente polinesiana, non neozelandese. Questo e poco altro abbiamo saputo di casa sua e della sua famiglia, di cui parlava molto poco.

    L’ho conosciuto nel maggio del 1977, cioè quasi 37 anni fa, e ho diviso con lui 7 anni di Oceano e non solo, su barche diverse, con “padroni” diversi, in avventure diverse, una vita fa.

    La prima volta che lo vidi era ormeggiato in un porto delle Bermuda, in piedi, diritto, vicino all’albero maestro di un magnifico 60 piedi inglese ed io entravo per ormeggiare su una barca americana che arrivava da Boston.
    Mi rammento che m’impressionò lui non la barca, era un tronco, massiccio, solido, incuteva rispetto e sicurezza. Avrei scoperto che come me faceva parte di un equipaggio che scorrazzava i ricchi con i loro amici in giro, per raccimolare soldi e fare ciò che amava, solcare gli oceani.

    Lo incrociai di nuovo poi in gara, uno contro l’altro, sempre al soldo di signori con i soldi che possedevano barche da sogno che non sapevano portare e assoldavano quelli come noi per gareggiare e vincere in queste gare amatoriali fra yacht club; per avere un trofeo da esporre nella sala grande del loro club e vantarsene con amici e conoscenti.

    Gia, facevamo quello per vivere, equipaggio, scuola di vela, rimessaggi, manutenzioni e trasferimenti di barche da un molo a un altro, da un porto ad un altro, eravamo pagati dai grandi Yacht Club per questo e i soldi che racimolavamo ci servivano poi per costruirci il nostro piccolo armo e sparire in giro per il mondo per tornare a battere cassa a soldi finiti o magari per trovare quelli necessari a curare eventuali danni causati dall’oceano

    Sarebbero poi arrivati gli anni 80 e con le conoscenze in quegli ambienti sarebbero spuntati i ricchi anziani che sognavano con te, con i tuoi racconti e le tue fantasie, che saranno disposti a metterci i soldi per farti costruire la barca e quell’impresa di cui poi, loro, si sarebbero vantati esibendo il trofeo.

    Quando nel 1982 toccherà a me mettere in piedi quei sogni, fare gli equipaggi, diventare IL VECCHIO, lui sarà uno dei chiamati e per sette anni non ci separeremo più. Molti cambieranno in quegli anni, verranno per un semestre, altri per uno o due anni e poi andranno via, molti rifiuteranno di venire, lui sarà li, fisso, indomabile, solido e presente appunto come una QUERCIA come lo chiameremo noi.

    Con lui e con altri ho condiviso tutto, onori e sconfitte, dolori e gioie, paure e atti di audacia. S*****ttature e sbornie da capogiro, con lui ho visto spettacoli magnifici e assaporato le meraviglie della natura, ma anche assistito allo sfogo della stessa, alle sue prove di forza contro la quale sai di non essere nulla.

    Di quei giorni non ci sono libri, filmati, articoli di stampa, non esisteva internet, You Tube, il circo mediatico del grande business non era ancora approdato alla vela che era solo per pochi, relegata ai ricchi nei circoli nautici o nei piccoli porti di pesca per i veri amanti degli Oceani.

    È la grande vela, quella di uomini mito come Éric Tabarly, Alain Colas, Rich Wilson, Jean-Luc Van Den Heede, detto VDH, Olivier de Kersauson e di tutti quelli che furono i loro equipaggi e/o contro i quali si batterono condividendo con loro l’amore per l’Oceano e l’avventura fra le onde ed il vento.

    Sono gli anni delle regate transoceaniche da cui poi prenderanno il via quelle famosissime di oggi.

    Dopo arriverà la tecnologia, il grande business e il circo mediatico e nascerà tutto quello che oggi conoscete e considerate “grande vela” come la Vendée Globe, la Volvo Ocean Race, l’Americans Cup.

    «Il mare, il mio mare, non è che velocità.
    Non l’ho mai immaginato in quanto pescatore o marinaio della Marina Militare o mercantile, anche se sono stato almeno uno di loro.
    Velocità, vela, competizione con gli altri e prima di tutto con te stesso, un banco di prova di ciò che ognuno di noi è e puo.
    Non ho mai amato altro, anche se ho fatto altro.
    Non ho mai immaginato la navigazione in un altro modo; anche se ho navigato in modi diversi e non potrò mai immaginarla diversamente.
    Rimane la mia unica passione, anche se oggi viene dopo mia moglie e mio figlio».

    Olivier de Kersauson, il grande navigatore bretone, dice/scrive:
    “Prendere il mare è tutto, tranne una fuga; è, al contrario, una disciplina, fatta di regole. Decidere di andare a cavalcare le onde è una conquista e, per conquistare, bisogna partire. È la straordinaria tentazione dell’immensità. Il mare, è il cuore del mondo.
    Voler visitare l’oceano, è andare a conoscere i colori dell’assoluto. Mi è sempre sembrato indecente di non voler andare a vedere il mondo, dappertutto. Avevo bisogno di partire per tutti gli oceani del modo, di scoprire tutti i porti… Per me, é vitale: più si è dentro al mondo, più bisogna percorrerlo”.

    “La solitudine non è necessariamente confortante, ma mi riporta alle mie azioni e mi conduce a essere in perenne trattativa con me stesso. Non sono mai stanco della solitudine ed è spesso difficoltoso uscirne fuori. Essere solo mi permette di uscire da me stesso e di sentirmi inebriato dal silenzio”.

    “Ho sempre pensato che avevo il dovere di vivere le mie avventure in mare per tutti quelli che avevano sognato di farlo e non avevano potuto! Sono sempre stato ben consapevole delle mie possibilità. Dunque, la mia eleganza, la mia nobiltà, è di “andare verso il rischio”.

    BUON VENTO

  10. #40
    Maresciallo L'avatar di giovigor
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    Buona Domenica e buon vento Vecchio ...continuo a leggere con la curiosità di un bimbo nell'attesa di nuove avventure!
    ..ognuno è fabbro della propria fortuna....

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