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Discussione: DIARIO di BORDO - circumnavigazione del globo fra fantasia e ricordi

Visualizzazione Ibrida

  1. #1
    Maresciallo L'avatar di giovigor
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    .....mi sono emozionato..anche un po spaventato..già nel leggere queste prime pagine....non saprei cavarmela da solo....ma giustamente un Vecchio Lupo di mare non può temere nulla e se anche ci fossero situazioni estreme saprebbe sicuramente caversela..tanta terminologia marinaresca non la comprendo ma sono sicuro che tante mie domande potranno un giorno trovare risposta .. da te direttamente ... Veccho e generoso Vagabondo..semmai su una bella tavolata di pesce e cucina napoletana in compagnia di tutti gli Amici .....
    ..ognuno è fabbro della propria fortuna....

  2. #2
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    date un occhio anche a questo:

    http://www.marina.difesa.it/Conoscia..._equatore.aspx

    Tradizioni marinare: il passaggio dell'Equatore
    La tradizione vuole che durante l'attraversamento il comandante dell’unità navale, o il marinaio che ha alle spalle il maggior numero di attraversamenti, si vesta da dio del mare per battezzare con acqua oceanica il proprio personale

  3. #3
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    Venerdì 18/04/2014 ore 16:05 (in Italia sono le 10:05)

    Stamattina alle 6:40 è sorto il sole e alle 7:00 il Vagabondo ha iniziato l'avvicinamento al porto che su consiglio degli amici della Marina Australiana è cambiato ci dirigiamo a Fremantle, questa bellissima città portuale costiera delimitata da l'Oceano Indiano e il fiume Swan che si trova a soli 20 km da Perth.
    La città è stata fondata nel 1829 come una porta per la Swan River Colony ed era la città principale in Western Australia per gran parte della sua storia antica.
    Ci arrivo dopo una novantina di minuti e dopo 2 ore sono ormeggiato e stavolta le pratiche d'ingresso sono minime visto che ufficialmente in Australia sono entrato 22 giorni fa alle Cocos
    Poi avremo tempo di scoprire più cose sul posto dove mi fermerò un po, almeno per le festività Pasquali, ospite dei miei amici Ellen e Pascal e della loro numerosa famiglia.
    In questi giorni dovrò decidere la rotta per il proseguimento del viaggio, ma per ora lasciatemi vivere il momento qui nella terra dei canguri e scoprire quello che a prima vista appare come un posto stupendo.

    So che mancano delle pagine a questo diario e che molti premono perchè le pubblichi, ma ci sto ancora pensando.

    Intanto da qui, dopo 72 giorni di viaggio, 7780 Mn. lontano da casa, arrivi a tutti voi che perdete un po del vostro tempo a leggere queste righe un sincero augurio di BUONA PASQUA da passare in serenità dove volete e con chi sceglierete di avere accanto oltre al solito mio immancabile BUON VENTO sino alla prossima pagina
    Ultima modifica di bsk; 18-04-14 alle 10: 41

  4. #4
    Maresciallo L'avatar di giovigor
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    Buondì a te Vecchio..visto che abbiamo circa 12 ore di differenza ..la Pasqua come l'hai passata e soprattutto come si festeggia, mi interessano le specialità culinarie del posto in modo particolare..non penso che lì si festeggia con casatiello e pastiera....Buon Vento Vecchio
    ..ognuno è fabbro della propria fortuna....

  5. #5
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    Giovedì 05/06/2014 ore 7:55

    Ripartito
    Inizia l'Ottava Tappa di questa circumnavigazione che con un salto di 1.400 Mn. mi porterà in Nuova Caledonia, territorio francese di questa parte del Mondo.
    Saranno circa 10 giorni di Oceano senza scali ne possibilità di farne e col tempo incerto, alla prossima pagina di questo Diario terraioli e a tutti il mio solito, ripetitivo ed immancabile BUON VENTO

  6. #6
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    Giovedi 10/07/2014 ore 20:20

    Trambusto in porto, io salgo in coperta e vedo due belle navi Militari che stanno facendo il loro ingresso in Porto puntando verso la zona riservata ai mezzi della Marina Militare Australiana.

    Mentre le guardo, belle con le loro linee veloci e sinuose, almeno per un amante del mare , vedo una piccola motovedetta sempre Militare che punta verso il VAGABONDO e penso:
    “alla buonora, eccoli che arrivano a farmi i controlli”.

    Si accostano al molo e a terra scendono in quattro tutti in divisa e arrivando nei pressi del VAGABONDO, chiedono il permesso di salire a bordo e solo allora fra loro scorgo un volto che conosco, vediamo se indovinate chi è

    Esatto è lei la bella e giovane Astrid, la figlia dei miei due compagni e amici Ellen e Pascal, incontrata/i alle COCOS circa 100 giorni fa e poi a Pasqua quando sono stato ospite a casa loro a Fremantle (se qualcuno vuol leggere il Diario inerente quei due fatti sono il 30/3/ 2014 ed il 18/04/2014 e successivi).
    Saliti a bordo rifiutano i documenti che porgevo loro e mi dicono che non devono fare nessun controllo, sono qui perché hanno ordine di scortarmi verso la zona Militare del porto, cosa che va fatta immediatamente e che lasceranno a bordo un loro Sottotenente, si congedano e scendono dal VAGABONDO lasciandomi in compagnia di Astrid.
    Io non la saluto nemmeno e la tempesto di domande, voglio sapere che succede perché di questo invito che pareva più un ordine ecc. ecc., insomma le grido addosso per almeno 10 minuti buoni senza che lei lasciasse la posizione di attenti su cui era ne proferisse parola, io sbollisco e rasserenandomi torno “umano” e la invito e mettersi sul riposo e le chiedo come stanno i suoi genitori.
    Lei sorride e togliendosi il berretto mi dice “bene, li vedrà presto” e dirigendosi alla radio aggiunge, “meglio sbrigarci con gli ormeggi dobbiamo andare”.
    Io vado a fare cio che devo, accendo il motore poiché in porto è vietato manovrare a vela e lascio a lei il timone guardandola pilotare con maestria il mio VAGABONDO.
    Appena lasciato il molo e immessici nella scia della Motovedetta iniziamo a parlare o almeno lei parla, io torno col pensiero alla notte fra la domenica 30 e lunedì 31 marzo, subito dopo la cena alle COCOS.

    <Mi aveva riaccompagnato nella mia camera dandomi appuntamento per l’indomani, ma io non riuscivo a chiudere gli occhi, il tanto cibo, il tanto bere, ma soprattutto le numerose emozioni della serata.
    In testa un vortice di sensazioni, pensieri, ricordi, una tempesta tale da non lasciarmi chiudere occhio, mi aggiravo nella stanza fra il letto ed il bagno, fra la TV e l’esterno che si vedeva dall’enorme porta finestra della camera.
    Il nero della notte diventava meno denso e fuori si vedeva il verde del prato del campo da golf, i sentieri per le macchinette elettriche e per fare passeggiate, le panchine su cui sedersi a guardare l’Oceano che era li a lambire il tutto.
    All’improvviso apro la porta finestra, esco sula terrazzino veranda e scopro che c’è un cancelletto apribile che ti fa uscire sul prato bagnato di rugiada e di umido della notte che ormai sta lentamente morendo.
    Esco sul prato e cammino verso il mare che s’intravede all’orizzonte sulla cima della collinetta, arrivo al sentiero, alla panchina e lì, davanti a me, l’Oceano, chiuso dalla barriera corallina.
    Mi siedo e lascio andare i miei ricordi ed ecco affiorare nitide le immagine di quei giorni di 40 anni fa.
    I V.O., i Gemelli, il Giro, la Bandiera, l’Inno, il tatuaggio sul polso destro che ha anche Astrid, le sue parole di quella sera:
    “Loro sanno che non è una leggenda, una storia che si ascolta nei bar dei porti e/o da raccontare ai bambini nelle lunghe notti invernali nei piccoli villaggi dei pescatori, loro sanno che è tutto vero, anche ciò cui può essere davvero difficile credere”.
    Il mio Giro che in quel 1974 partì all’alba di giovedì 14 novembre in una giornata uggiosa e con una foschia sul mare che faceva da presagio negativo.
    A lasciare il piccolo porto Bretone furono tre Gemelli, 63 persone (3 Vecchi e 60 membri degli equipaggi) fra cui il sottoscritto.
    Dopo soli 186 giorni, il 13 aprile 2015, allo spuntar del sole, la campana di Point de Pen-Hir battè tre rintocchi per annunciare il primo dei Gemelli che arrivava ed era appunto il numero III, il Gemello su cui c’ero anch’io a farlo, vincendo il Giro
    Avevamo finito il Giro, eravamo stati i primi e gli unici di quell’anno, entrammo nel piccolo porto Bretone da cui eravamo partiti e vedemmo il porto iniziare a prendere vita, la gente correre fuori per vederci arrivare e sul molo riconoscemmo gli altri due equipaggi, ma non c’era traccia di I e di II, scoprimmo poi che non avevano terminato il Giro e i Legni erano in riparazione chi sa dove e che nessuno ci aspettava.
    Non c’era stato preavviso dal Promontorio, la campana aveva suonato solo dopo che eravamo gia passati senza nessuna preavviso sull’imminente nostro arrivo.
    I complimenti, le mangiate e le bevute, sino al giorno del premio, il tatuaggio sul polso destro, quello fatto alla partenza con lo stemma dei V.O. e l’anno veniva modificato.
    Sull’anno tatuarono, ad ognuno di noi dell’equipaggio, una corona di alloro simbolo della vittoria, mentre al Vecchio fu aggiunto un tridente di Nettuno al fianco dell’anno che stava a significare che aveva vinto il giro quell’anno come Comandante
    Scorpii così che ero stato il più giovane fra tutti i partecipanti quell’anno, ma anche di essere stato il più giovane di sempre a vincere il Giro.
    I compagni e la gente del posto dicevano:
    “e chi ci pensava che l’Italiano sarebbe arrivato in fondo”, “così poi”, “facendo quello che ha fatto”, ed io che me ne stavo un po in disparte intimidito da tutto questo avrei voluto scappare.
    In fin dei conti cosa avevo fatto, nulla di così speciale, almeno per me e se eravamo arrivati primi non era mica merito mio, eravamo in 20+1 sul III.
    Verso sera mi si avvicina il Vecchio sotto il quale avevo navigato in quei sei mesi e con un’ enorme pinta di birra in mano mi disse:
    “sei stato unico ragazzo, davvero unico nelle onde dell’Horn, se non fosse stato per te quelli dell’I ora non sarebbero qui con noi ed il bello è che tu nemmeno te ne rendi conto, sei davvero unico ragazzo, sarai un gran Vecchio e chi sarà ai tuoi ordini sarà fortunato”
    Intonò il brindisi a cui fecero eco tutti i presenti che poi vennero a stringersi intono a me, fra loro i ragazzi dell’I fra cui c’erano anche Ellen e Pascal i genitori di Astrid.
    Gia l’Horn, chi se lo scorda, le onde che sembrano palazzi di 10 piani, il vento che soffia come non lo hai mai visto ne sentito prima (arriva sino ai 100/120 nodi) e urla, anzi ruggisce (i 40 ruggenti), gli albatros che volano maestosi in mezzo a tutto questo, una cosa che ti resta dentro davvero per tutta la vita e ogni volta che lo affronti è un’esperienza diversa, mai eguale, mai abitudinaria, specialmente con una barca a vela.
    Quell’anno fu davvero ancora più folle, mai avuto tanto freddo, mai sentito il vento soffiare con tale forza e mai viste onde così, davvero mai, la prima volta che lo avevo doppiato non era stato così “cattivo”.
    Eppure io mi divertivo, non riuscivo a stare fermo, ad accucciarmi, a ripararmi, volevo assaporare l’acqua, sentire il vento, guardare le onde arrivare e seguire anche I che era li, prima al nostro fianco e poi appena dietro di noi.
    Fu così che sentii qualcosa, che dentro di me scattò una strana sensazione che mi fece fare una cosa folle a ripensarci.
    Corsi verso il timone, spinsi da parte il Vecchio strappandoglielo dalle mani e inizia ad urlare ordini ai miei compagni che si fermarono attoniti per qualche secondo, ma che poi, vista la mia durezza, sicurezza ed insistenza risposero ad essi in modo veloce e preciso.
    Rallentammo l’andatura riducendo vela, mettemmo il nostro legno fra le onde e I sentendo l’alberatura stridere sotto lo sforzo di accusare quei colpi senza assecondarli, senza attutirli, ma prendendoli in pieno e in quel momento accade.
    Eravamo proprio paralleli con loro, fra loro le onde ed il vento, a coprirli, quando I ruppe.
    Un rumore secco, sordo, che mette paura davvero ad un marinaio e con la coda dell’occhio vedemmo le vele strapparsi e l’albero di I spezzarsi di netto lasciando la barca in netta difficoltà.
    Ora tutto era chiaro per tutti, io lo sapevo, lo avevo previsto, sentito e tenevo il nostro III li così a fare da riparo ai compagni in difficoltà.
    Durò ore, rischiammo noi e loro di finire a tener compagnia ai pesci sul fondo più di mille volte, ma la notte passò, l’alba spuntò e la tempesta, così com’era arrivata, cesso improvvisamente.
    Il mare tornò calmo, il cielo sereno come un bambino e noi accompagnammo I sino a Puerto Williams, la base navale Cilena che da sempre controlla la zona dell’Horn e che è anche una piccola cittadina portuale situata sull'Isola di Navarino che si affaccia sul Canale di Beagle.
    Li avrebbero potuto riparare i danni e trovare rifugio, ci fermammo anche noi solo un giorno per assicurarci che tutto fosse a posto e per festeggiare lo scampato pericolo e poi riprendemmo il mare, c’era il Giro da fare e chi sa II dov’era?
    Ricordo gli occhi di tutti come mi guardavano e mi aspettavo da un momento all’altro di essere sbarcato per insubordinazione a bordo, invece il mio Vecchio non disse una parola e riprendemmo il Giro.
    Mentre tutto questo riviveva nei miei pensieri sentii dei passi una corsa veloce, Astrid era li, sul sentiero, che correva in canotta e pantaloncini , il sole era sorto da un po e anche lei mi vide seduto lì sulla panchina.
    Mi si avvicina, mi poggia la mano destra sulla spalla ed ecco nitido il Tatoo che la sera prima avevo solo intravisto, la V. color oro, la ruota di un timone, la O. color oro e sotto l’anno, 2004.
    Lei sorride felice, vede cosa guardo e cerca la mia mano destra, la gira e lì, un po più sbiadito del suo, c’è il mio tatoo e con la voce allegra mi dice:
    “Vede Sir è diverso dal mio, molto diverso.
    Si c’è la V, il Timone, la O., ma poi inizia a essere diverso.
    Gli anni sono due.
    1974 con la corona d’alloro (un giro finito, vinto, da Marinaio)
    1978 con il Tridente (un Giro finito, vinto, da Vecchio)
    Lei è nella leggenda e dovrebbe saperlo.
    E’ stato il più giovane V.O. di sempre a finire/vincere un giro, è anche uno dei 100 Vecchi che un Giro l’ha finito/vinto.
    Ancora, lei è uno dei 20 nella storia dei V.O. ad aver partecipato a due giri, uno da Marinaio e uno da Vecchio avendoli vinti tutti e due.
    Per finire è anche il più giovane Vecchio di sempre che abbia avuto l’onore di guidare un Gemello al Giro comandandolo sino ai rintocchi della campana.
    Ora sa perché in quella sala ieri sera tutti erano felici di conoscerla, per lei è tutto normale quello che ha fatto, anzi si dice che lo abbia vissuto anche come un peso, che abbia rifiutato di far parte del Circolo del Mare, il Comitato che controlla e regola i V.O..
    Si racconta che lei sia un irascibile, scorbutico, solitario, che cerchi di non fare mai davvero amicizia con gli altri o almeno di far credere che sia così per soffrire meno quando deve lasciarli a terra o peggio ne perde qualcuno.
    Ma per loro, per chi vive il Mare, l’Oceano, come noi, lei è il mito, cio di cui si sentiva raccontare da bambini dai propri nonni, ed ora lei c’è davvero, ecco perché la guardavano cosi, ma forse ha ragione lei, se ci penso, essere lei deve essere davvero pesante”.
    Per la prima volta il mio sguardo sorride, così mi parla solo quella santa donna di mia moglie quando siamo soli, insieme abbiamo rinunciato a quella vita per entrare il più possibile nella normalità, per avere una famiglia, un figlio da tenere lontano da tutto quello che ci aveva fatto conoscere, innamorare e che entrambi amavamo e amiamo, ma che non volevamo come vita per il nostro ragazzo, che strani i genitori >

    Volete sapere l’ironia della vita???
    Mio figlio ha lasciato improvvisamente l’università a esami tutti dati con il massimo dei voti per entrare in Marina dalla porta di servizio, come semplice VFP1.
    Arrivò una sera a casa e ci disse: “Parto per Taranto vado a Maricentro se va bene starò via tre giorni se no torno prima. Sapete che amo il Mare, da bambino volevo fare l’Oceanografo, provo il Concorso da VFP1 e se entro vedo se mi piace e decido che fare”.
    Gli è piaciuto e mentre prestava Servizio da P1 ha studiato tentando due Concorsi interni per vincerli tutti e due scegliendo poi quello da Maresciallo, MARISCUOLA, ora è in Marina e gia dice: “magari un domani continuerò a salire la scala della Carriera col Concorso da Ufficiale come Interno”.
    Che ironia il fato, se sapesse che il papà……….

    Ecco qui solo una parte di quei ricordi che gia dopo la cena alle COCOS mi avevano tenuto sveglio, ecco una parte di cio che accadde dopo quella cena e che sino ad ora non vi avevo raccontato.

    Solo una parte, però, manca l’Accademia, il Giro, i quattro anni successivi, il Giro da Vecchio, il ritorno e cio che accade sino ad oggi.
    Tutto questo lo riservo per le prossime volte quando mi verrà voglia di……
    Ormai sapete che io scrivo, mi racconto e poi mi pento e magari cancello tutto per poi dopo un po riscrivere e pubblicare, che volete sono fatto così, prendere o lasciare.
    Ora pubblichiamo questo prima di cambiare idea

    BUON VENTO TERRAIOLI, alla prossima

  7. #7

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    Bsk, quanta conoscenza e quanta umanita'riesce a trasmettere con la sua scrittura. Complimenti!!

  8. #8
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    LA SETTIMA TAPPA:
    http://www.daftlogic.com/projects-ad...9e9e18f2755755


    Martedì 03/06/2014 ore 22.45

    Port Moresby è la capitale e la più grande città della Papua Nuova Guinea.
    Si trova sulle rive del Golfo di Papua, sulla costa sud-orientale della penisola di Papua dell'isola di Nuova Guinea.
    A sud dell'equatore, 160 chilometri a nord dell'Australia, Papua Nuova Guinea è parte di un grande arco di montagne che si estende dall'Asia, attraverso l'Indonesia e nel Sud Pacifico.
    Questa terra affascinante vanta più di 600 isole e più di 800 lingue indigene e ospita la più grande area di foresta pluviale intatta al di fuori dell'Amazzonia.
    La Papua Nuova Guinea si compone di 4 regioni composte da 22 province, ognuno con il proprio carattere particolare e le culture.
    Gli indigeni della zona sono il Motu-Koitabu.
    La città ha preso il nome dal capitano John Moresby che è arrivato nel 1873 come il primo visitatore europeo.
    I turisti potranno scoprire una ricchezza di paesaggi tropicali, dalle montagne ricoperte di giungla degli altopiani alle spiagge bianche di sabbia e atolli delle province costiere e insulari.

    Le prime 5 cose da fare a Port Moresby:
    1) Passeggiare per il centro di Port Moresby
    2) Esplorare la Tari Valley
    3) Salire sul Mount Hagen per ammirare l'alba
    4) Risalire il fiume Karawari su una piroga
    5) Visitare il sito agricolo primordiale di Kuk, patrimonio Unesco.

    Ci sono fondamentalmente solo quattro negozi per acquistare generi alimentari se sei uno straniero a Port Moresby. La loro offerta è abbondante e la qualità è buona e i prezzi sono competitivi. Si dovrebbe tenere a mente, però, che tutto ciò che si compra è importato e potrebbe non essere sempre disponibile. Spesso se vedi qualcosa che ti piace devi comprare un sacco, perché non si sa quando arriverà la prossima spedizione.

    Se pensate che l’Italia sia la culla della burocrazia e che in Australia erano pedanti e precisi al controllo dogale meglio che non veniate mai qui
    Vi posto il foglio delle regole che un viaggiatore deve conoscere e rispettare quando arriva in Papa Nuova Guinea e che i Doganieri e l’Ente Porto vi consegnano salendo a bordo, tradotto alla belle e meglio

    Papua Nuova Guinea Regolamento Doganale e Quarantena

    Al suo arrivo in Papua Nuova Guinea, tutte le merci sono soggette a controllo doganale e di quarantena.
    Tutti i viaggiatori sono invitati a fare una dichiarazione completa delle dogane e Quarantena.
    Questi sono i tre processi importanti per passare attraverso dopo il vostro Visa e controllo dei passaporti:
    Dichiarazione
    Rosso / Verde vie d'uscita
    Bagaglio Ricerca


    Dichiarazione
    I viaggiatori internazionali all'arrivo in Papua Nuova Guinea International Airport (Aeroporto Internazionale di Jackson) o altri porti di sdoganamento sono tenuti a rispettare le formalità (come il completamento e la presentazione della Scheda d’immigrazione all’arrivo, passaporto e documenti di viaggio aereo e Dichiarazioni doganali e Quarantine-passeggeri).
    I viaggiatori internazionali sono avvertiti contro la falsa dichiarazione, in quanto vi sono pesanti sanzioni ai sensi della legge doganale per tale reato. I trasgressori potranno essere emessi con una sanzione amministrativa, affrontare la confisca dei loro beni o di essere perseguito in un tribunale di diritto.
    I viaggiatori in Papua Nuova Guinea riceveranno un modulo di dichiarazione di passeggeri (che copre la dogana e la quarantena Atti). Un segno di spunta deve essere fatta nella sezione doganale del modulo arrivo, se si sta portando uno dei seguenti oggetti in Papua Nuova Guinea:
    Le merci che possono essere vietate o limitate, come le armi, articoli discutibili e/o indecenti, prodotti naturali, o droghe illecite;
    Merci in eccesso dell'indennità Gr.1000.00 (K500 per i viaggiatori sotto i 18 anni);
    Più di 250 sigarette o 250 grammi di tabacco per adulto (over18);
    Più di 2 litri di bevanda alcolica per adulti (over 18);
    o Articoli per scopi commerciali o marchi commerciali.
    Potrebbe essere necessario mostrare la prova di acquisto e il prezzo pagato così si prega di avere tutte le ricevute disponibili per l'ispezione Doganale.

    Rosso / Verde vie d'uscita
    Dopo aver eliminato il controllo passaporti doganale e ritirato il bagaglio, si ha la scelta di entrare nel "Green Channel" se sai di non avere nulla da dichiarare alla dogana, o il "Rosso Channel" se hai da dichiarare merci che possono essere d’interesse sia per la Dogana e/o la Quarantena.

    Bagaglio Ricerca
    Funzionari doganali in Papua Nuova Guinea sono addestrati per esaminare sia il bagaglio che per l'interrogatorio dei passeggeri.
    Non tutti i bagagli dei passeggeri viene esaminato, la dogana utilizza una serie di tecniche basate sulla gestione del rischio e la valutazione del rischio per selezionare gli esami di coloro che presentano il rischio più elevato.
    Merci soggette a dazio eccedenti le quote per i passeggeri sono soggette al pagamento delle normali tasse d’ingresso GST.
    Gli ufficiali di quarantena sono anche a disposizione per esaminare eventuali prodotti vegetali o animali che vengono dichiarati o rilevati dalla dogana.
    Se non siete sicuri se un elemento deve essere dichiarato alla dogana o quarantena o se avete bisogno di aiuto per sdoganamento, non esitate a chiedere un funzionario doganale per l'assistenza.
    Importazioni vietate / limitati

    Narcotici
    Si prega di notare con attenzione che l'importazione di stupefacenti è vietato o limitato da diverse leggi del governo nazionale. I trasgressori devono affrontare pesanti sanzioni, tra cui la reclusione.

    Armi da fuoco e armi di qualsiasi tipo
    L'importazione di alcuni tipi di armi da fuoco/armi come coltelli a molla-lame, pugnali, bastoni da stocco, tirapugni, armi da fuoco tra cui aria, gas, bagliore, lancia e iniziare le pistole da segnalazione o pistole è limitato in Papua Nuova Guinea e deve essere sempre dichiarata.
    Tutti questi oggetti, a seguito di liquidazione nel paese di porto d’esportazione/partenza, non devono essere trasportati in cabina passeggeri di un aereo o di una nave, ma devono essere imballati e trasportati nel vano merci dell'aeromobile o della nave.
    A causa delle restrizioni di protezione, siete pregati di non portarle sulla vostra persona o nel bagaglio a mano.

    Censura di Video Tapes & Films
    Videocassette e film sono soggette alla classificazione di pubblicazione (Censura) Act 1989, oltre a pagamenti di servizio dove applicabili.

    Letteratura Oscena
    Materiale osceno come immagini, filmati pornografici, o di qualsiasi altra letteratura indesiderabile in violazione della pubblica decenza e l'integrità del governo della Papua Nuova Guinea sono una importazione vietata.

    Medicinali
    Se avete bisogno di medicinali contenenti farmaci assuefazione o stupefacenti (ad esempio, diuretici, antidepressivi, stimolanti, farmaci per il cuore, tranquillanti, sonniferi), si dovrebbe avere una prescrizione del proprio medico di consigliare che il medicinale viene usato sotto la direzione di un medico ed è necessario per il vostro benessere fisico e trasportare la droga nei loro contenitori originali.
    Alcune apparecchiature di trasmissione radio e telefonici offerti in vendita all'estero, pur non vietato le importazioni, sono limitati e potrebbero non essere conformi con la Papua Nuova Guinea Post e condizioni di licenza di telecomunicazione.
    Se avete intenzione di importare qualsiasi tali apparecchiature si consiglia di controllare in primo luogo con il controller, lo spettro radio Licensing Sede in Port Moresby.

    Quarantena
    Papua Nuova Guinea è esente da molti parassiti esotici e malattie sia di vegetali/animali che sono presenti in altre parti del mondo.
    Pertanto, al momento di compilare la dichiarazione orale o scritta, quanto segue deve essere portata a conoscenza sia del personale della Dogana che degli Ufficiali di quarantena: se nel corso degli ultimi 14 giorni, mentre all'estero, avete visitato una fattoria, preso contatto con animali da fattoria, visitato un mattatoio o un luogo dove si tratta e/o imballa carne o visitato una piantagione o entrati in contatto con piantagioni.

    Articoli agricoli
    Tutti i tipi di prodotti alimentari, sia freschi, affumicati, in scatola o in bottiglia.
    Piante, bulbi, fiori, cannucce, tutti gli articoli in legno, bambù, cereali, pasta, alghe marine, talee ecc. ecc.
    Prodotti di origine animale che comprendono sperma, carne, salumi, salsicce, prosciutto, pollame, burro, formaggio, piume, capelli, pelli, uova, alimenti per l'infanzia.
    Campioni biologici, i vaccini, le culture, sangue ecc. ecc.
    Le attrezzature utilizzate con tutti gli animali o per altri scopi agricoli.
    Attrezzature sportive per esempio: bastoni da golf, scarpe da calcio, stivali di rugby ecc.

    Animali domestici
    Ci sono divieti e restrizioni che regolano l'importazione di tutti gli animali domestici come gatti/cani in Papua Nuova Guinea che vengono rigorosamente rispettate.


    Alla fine basta pagare una quota più o meno fissa affidandoti ad un “Agente Locale” e ne esci, a me ed al mio VAGABONDO è costato 300 Dollari Australiani di “Agente” e 575 di tasse all’Ente Porto grazie agli amici Australiani che mi hanno dato una mano anche qui
    Credo che non mi fermerò molto e che riprenderò quanto prima il mio viaggio, giusto il tempo per i rifornimenti necessari e poi prua verso la Nuova Caledonia ed il porto di Noumea.
    Un bel viaggetto senza scalo, 1.400 Mn tempo previsto 10 giorni.

    L'OTTAVA TAPPA
    http://www.daftlogic.com/projects-ad...8512eb3742ffad

    BUON VENTO TERRAIOLI
    Ultima modifica di bsk; 03-06-14 alle 19: 19

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