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Risultati da 1 a 3 di 3

Discussione: Valori italiani

  1. #1
    Soldato L'avatar di Animus
    Data Registrazione
    Dec 2013
    Località
    Agliè (To)
    Messaggi
    7

    Exclamation Valori italiani

    tanti ceri spenti,troppe tv accese

    Quando tornate a casa oggi, chiedete a vostro figlio/nipote/compagno/compagna.

    Chi è Balotelli?
    Chi è Justin Bieber?
    Chi ha vinto Xfactor l'hanno scorso?
    e il Grande Fratello?

    Bene o male a quasi tutte le domande dovrebbero saper rispondere senza difficoltà.
    Chidetegli poi:

    Conosci la storia di Salvo D'Aquisto?
    La battaglia di El Alamein?
    La ritirata dalla Russia?
    E la carica a Pastrengo?

    Sicuramente vi sapranno rispondere a ben poche di queste domande.

    La mia riflessione personale trae spunto da questo paragone. la gioventù che sta nascendo e crescendo tende a identificare i propri idoli e modelli da seguire nei messaggi che la tv manda e in ciò che questi fanno. L'eroe per un bambino, è quel personaggio che ha fama, soldi,donne , che è sopra a tutto e a tutti, che è un privilegiato della comunità, che ottiene tutto e da ben poco.
    Chi dovrebbero essere i veri eroi?
    è difficile dare una risposta corretta, dato che ogni epoca ha i suoi.
    Tutta via quanto ci può essere di sano e costruttivo nel seguire il modello descritto poche righe sopra?
    I giovani d'oggi difficilmente conoscono la storia accademica, che ben poco si sofferma sulla storia dell'Italia moderna, ed il giovane preferisce di gran lunga sentirsi dire le cose da un televisore piuttosto che ricercarle e leggerle di persona.

    Quante volte i genitori , invece di parcheggiare i figli da vanti a un Tv, si sono fermati a raccontargli una delle tante storie dell'Italia coraggiosa?

    Faccio il mio esempio:
    Prima che mio nonno stesse male, non conoscevo minimamente la storia della mia famiglia.Quando chiesi ai miei nonni di raccontarmela venni a sapere che due fratelli di mio nonno, i più grandi, combatterono durante la Seconda Guerra Mondiale, uno morì in Africa e l'altro tornò in Italia a piedi nella dolorosa e tragica disfatta italo-nazzista in Russia.

    Dopo aver sentito queste storie , il mio cuore si riempì di gioia e orgoglio, orgoglio verso la mia famiglia. Nacque anche un forte desiderio di fare parte di questa storia, tantè che oggi vorrei entrare nell'Arma dei Carabinieri e dare anche io il mio contributo.

    Hai giorni d'oggi quante storie così vengono raccontate? si lascia che siano i film, i cartoni e i fumetti a raccontare analoghe vicende, e insieme alla nascista di questi nuovi eroi, muore il ricordo di coloro che con il sangue hanno costruito l'idea di Repubblica italiana.

    Che futuro può avere la nostra Repubblica, se la storia comune, ovvero il collante che la tiene unita, viene a mancare? Lo Stato si identifica in un Popolo unito da credenze religiose, da una politica, e da una storia comuni.

    Nel momento in cui la religione viene sostituita dal culto del singolo individuo, in cui la politica vacilla, in cui la storia non viene più ricordata, che Italia può esistere?
    Che differenza c'è tra un Italia che non ricorda il proprio passato e un'Italia semplice espressioe geografica come venne definita dalle potenti nel Congresso di Vienna?

    Che bene ne può trarre uno Stato, e quindi una collettività, nel perdere i fili conduttori che anni fa l'hanno unità sotto un'unica bandiera?
    Che prezzo spendere un'po' del proprio tempo per insegnare ai propri figli cosa è successo, di cosa essere orgogliosi, del vero valore della Repubblica italiana?
    Come si fa a comprendere il valore di questa , se nessuno conosce quanto il nostro popolo ha speso per ottenerla?
    Quanti ragazzi non sono tornati a madrie mogli?
    E quanti di questi ancora oggi non hanno una tomba dove essere ricordati?

    Se muore il loro ricordo, muore anche tutto quello che siamo, muore dunque, anche l'essere italiano.

    Se ognuno di noi conoscesse un minimo gli eroi italiani, più che quelli della televisione mondiale, dentro comincerebbe a maturare una consapevolezza diversa di appartenenza a qualcosa di più di 20 regioni unite da un'unico governo.

    Se muore l'abitudine di tramandare le gesta dei propri avi, andando in contro a una omologazione di massa da parte di stereotipi di uomini e donne perfette offerti dalla televisione, quali veri valori ognuno di noi potrà maturare?
    Cos'è la patria se non la semplice consapevolezza di un'unica comunità fondata dal sacrificio degli eroi?

    Siamo una gioventù che non conosce più le vere priorità, l'individuo è stato messo prima di ogni bene collettivo mentre una volta i ragazzi della stessa età sacrificavano la vita per qualcosa che si può semplicemente racchiudere in un termine: Libertà.

    Siamo una gioventù che non sa più dare il prezzo ai propri diritti e che troppe volte dimentica i doveri.
    Una gioventù che disprezza gli avi , a favore di insani modelli da seguire: telefono super moderno, vestiti firmati, comportamenti sprezzanti, auto appariscenti e via dicendo.
    Quando , pur avendola vissuta, neanche si ricordano cosa accadde a Nassirya.
    Che popolo può nascere da una indifferenza del genere?
    Non un popolo degno dei suoi eroi.

    Che ne pensate?

    tanti ceri spenti,troppe tv accese,
    muore il ricordo dell'eroe, nasce il culto del divo;
    la fiamma del sacrificio italiano, soffocata si spegne,
    ed il cuore dimentica il sacrificio, ma apprezza il guadagno;
    il sangue italiano versato, è lavato dall'indifferenza;
    Muore il ricordo dell'eroe, e con lui la coraggiosa Italia.

    Gallo Lassere Fabio Carlo

    PS: Se ci sono errori grammaticali o quant'altro perdonatemi, è la seconda volta che lo scrivo dato che la prima ho per errore cancellato il messaggio.

  2. #2

    Predefinito

    Discussione molto interessante che si presta a succulenti approfondimenti!
    Premetto di essere d'accordo con quanto scritto da Animus. Aggiungo che, senza scivolare nei luoghi comuni sulla critica ai tempi moderni (della serie, "si stava meglio quando si stava peggio"), in generale l'italiano medio non è amante della storia, non è un cultore del proprio passato: al massimo guarda al proprio presente, quasi mai al proprio futuro. Lo vedo anche nel mio lavoro: in quanti conoscono la storia della Polizia di Stato? In quanti sanno chi era Luigi D'Andrea piuttosto che Felice Conti o Antonio Annarumma? Purtroppo, in pochi...anzi, pochissimi.... O tempora, o mores....
    Sovrintendente della Polizia di Stato
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  3. #3
    Maresciallo L'avatar di capodifiume
    Data Registrazione
    Jul 2011
    Località
    salerno
    Messaggi
    682

    Predefinito

    La risposta non può che essere una,ossia essere d'accordo con quello che hai scritto.
    Purtroppo uno dei nostri problemi è la mentalità...

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