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Discussione: Canti dei Paracadutisti

  1. #1

    Predefinito Canti dei Paracadutisti

    Publicco i testi di alcuni canti in uso nei paracadutisti della Folgore.

    Alcuni sono nate negli anni, altri invece hanno antiche radici, risalgono agli albori del Paracadutismo militare Italiano, come "Paracadutista tu", primo canto ufficiale dei Paracadutisti cantata a Tarquinia nel 1940.


    AVANTI ARDITO

    L'Ardito è bello l'Ardito è forte ama le donne e beve il buon vin, per le sue fiamme, color di morte, trema il nemico quando è vicin!

    Avanti Ardito, le fiamme nere, son come simbolo delle tue schiere, scavalca i monti, divora il piano, pugnal tra i denti e bombe a mano.

    Fiamme nere avanguardia di morte, siam vessillo di lotta e d'onor, siam l'orgoglio mutato in coorte, per difendere d'Italia l'onor!

    Avanti Ardito, le fiamme nere, son come simbolo delle tue schiere, scavalca i monti, divora il piano, pugnal tra i denti e bombe a mano.
    Quante volte fra tenebre folte nella notte estraemmo il pugnal, fra trincee e difese sconvolte dalla mischia cruenta fatal!

    Avanti Ardito, le fiamme nere, son come simbolo delle tue schiere, scavalca i monti, divora il piano, pugnal tra i denti e bombe a mano.

    Mamma non piangere, se c'è l'avanzata tuo figlio è forte, paura non ha asciuga il pianto della fidanzata, che nell'assalto si vince o si muor!

    Avanti Ardito, le fiamme nere, son come simbolo delle tue schiere, scavalca i monti, divora il piano, pugnal tra i denti e bombe a mano.

    Una stella ci guarda, la sorte; e ci avvincon tre fiamme d'amor, tre parole di fede e di morte: il pugnal, la bomba ed il cor.

    Avanti Ardito, le fiamme nere, son come simbolo delle tue schiere, scavalca i monti, divora il piano, pugnal tra i denti e bombe a mano.


    BASCO ROSSO

    Bagnando il basco in una pozza di sangue si fece il simbolo di tutti noi parà il sacrificio dei nostri caduti fu sempre lotta a viltà e disonor, il vento di morte, il freddo terror quando ci sfida è allor che splende nel cuor il nostro coraggio, il nostro valor noi siam parà in lotta per la civilità.

    All'apparire del tuo fiore in volo il ciel si oscura e si inizia a lottar siam volontari siam le truppe scelte noi siam votati a sapere di morir.

    Allor sappiam che andremo a morir tra indifferenza e senza un pianto per noi non conosciamo paura o timor, ma morirem con rabbia in cuor per l'onor.

    Il vento di morte, il freddo terror quando ci splende è allor che splende nel cuor il nostro coraggio il nostro valor noi siam parà in lotta per la civilità.


    CANTO DEL GUERRIERO PARA’

    Cantiamo in cor una canzon, del guerriero parà lo spirito in fiore ci esorta a lottar. Per te nostra amata Italia, vermiglio sangue verserem, vicino è il momento in cui barbarie lotterem.

    Basco rosso avanguardia di gloria, alla morte ridiam così:ah ah ah! Mostrare vogliamo al mondo che nelle rovine in piedi sarem!

    La morte ormai paur non fa,và a letto col parà; col sol che splende nel cuor,l'onor difenderà.

    Paraca nostro camerata,nel cielo sei andato a morir, sul volto avevi un sorriso,in eterno vivrai con noi.

    Basco rosso avanguardia di gloria, alla morte ridiam così:ah ah ah! Mostrare vogliamo al mondo che nelle rovine in piedi sarem!

    In faccia al mondo noi gridiam:Onore e Fedeltà. E siamo fieri di esser qui, puri e duri a morir.

    Siam volontari paracadutisti veniamo da ogni region, lottando da Oslo a Corfù, faremo l'Europa nazion!


    CON LA MORTE A PARO A PARO

    Composta su musica del maestro Pettinato nel 1941. Il titolo e' ripreso da un verso di "Canzone del Quarnaro" di Gabriele D'Annunzio.

    Quanto più aspra in guerra infuria la battaglia quanto più forte crepita sul fronte la mitraglia; se segna il passo il fante, se sostano i carristi, ci mandano a chiamare: chi ? Noi, paracadutisti !

    Siam cento, cento e cento, tutti forti, arditi e sani, un po' pazzi, un po' poeti, ma il fior fior degli Italiani.

    Veniamo da lontano per vie arcane e belle volando nella notte, ci guidano le stelle. Nell'alba colorata di luci lievi e tristi, scendiamo giù dal cielo: chi ? Noi, paracadutisti !

    C'è a chi piace far l'amore, a chi piace far denaro, a noi piace far la guerra con la morte a paro paro.

    Giungiamo da lontano qual folgore dall'alto spazzando ogni difesa, nell'ebrezza dell'assalto; apriam la strada al fante, il valico ai carristi, diam ali alla vittoria: chi ? Noi, paracadutisti !

    Siam cento, cento e cento, tutti forti, arditi e sani, un po' pazzi, un po' poeti, ma il fior fior degli Italiani

    A chi cade combattendo Dio concede in sorte bella di volare lieve lieve tra una nuvola ed una stella.

    In quell'angolo di cielo riservato a tutti noi, dove vivono in eterno Santi, Martiri ed Eroi.


    FIGLIO DI NESSUNO

    Figli di nessuno tra le rocce noi marciam ci disprezza ognuno perchè laceri noi siam ma se ce n'è uno che ci sappia comandar e dominar figli di nessuno anche a digiuno saprem marciar.

    Siamo nati chissà dove chissà quando allevati nella pura carità senza padre, senza madre, senza inganno noi viviamo come uccelli in libertà.

    Figli di nessuno, tra le rocce noi viviam ci disprezza ognuno, perchè laceri noi siam ma se ce n'è uno che ci sappia comandar e dominar figli di nessuno anche a digiuno saprem marciar .

    Figli di nessuno anche a digiuno saprem marciar .


    GIRA GIRA L’ELICA

    E l'aviazione nostra sorella,dopo di noi è la più bella.

    E gira gira l'elica romba il motor, siam paracadutisti si vince o si muor.

    Gente che non fa niente che non ha voglia di lavorar, scendiamo giù dal cielo
    per fare all'amor, posti nel cimitero per noi non c'è ne.

    L'artiglieria, arma pesante, mira a ponente, spara a levante.

    E gira gira l'elica romba il motor siam paracadutisti si vince o si muor.

    Gente che non fa niente che non ha voglia di lavorar.

    Se atterriamo in un campo di spighe, tutte le donne ci danno le **** !

    E gira gira l'elica romba il motor siam paracadutisti si vince o si muor.

    Scendiamo giù dal cielo per fare all'amor.

    Paracadute di seta pura se non si apre, che ******** !

    E gira gira l'elica romba il motor siam paracadutisti si vince o si muor.

    Posti nel cimitero per noi non c'è ne!


    COME FOLGORE DAL CIELO

    Cuori d'acciaio all'erta il cielo è una pedana, tra poco nell'offerta noi piomberemo giù, pugnali e bombe a mano, viatico di morte, e l'ansia della sorte non sentiremo più !

    Aggancia la fune di vincolo, spalanca nel vento la botola, assumi la forma di un angelo e via pel tuo nuovo destin !

    Come folgore dal cielo ! canta il motto della gloria. Come nembo di tempesta ! precediamo la vittoria. Un urlo di sirena: fuori...fuori !

    E giù nell'infinito sul nemico più agguerrito per distruggere o morir. Per distruggere o morir.

    L'occhio nemico scruta: son nuvole che vanno, ma poi che il vento muta li vedi già son qui. E gli angeli di guerra, pugnale in mezzo ai denti, in uno contro venti si battono così !

    Sganciato ogni corpo dai vincoli, racchiusi in un quadrato fermissimo, il piombo nemico si sgretola: nessuno di noi cederà !

    Come folgore dal cielo ! canta il motto della gloria. Come nembo di tempesta ! precediamo la vittoria.

    Un urlo di sirena: fuori...fuori ! E giù nell'infinito sul nemico più agguerrito per distruggere o morir. Per distruggere o morir.

    Passa pei cieli un canto, è un canto di vittoria, i figli della gloria in alto vanno ancor.
    E pronti alla battaglia, col cuore sempre all'erta, ripeteran l'offerta con rinnovato ardor !

    Aggancia la fune di vincolo, spalanca nel vento la botola, assumi la forma di un angelo e via pel tuo nuovo destin.


    IL MERCENARIO

    Sono morto nel Katanga, venivo da Lucera, avevo sol vent’anni e la camicia nera.

    Di me la gente dice che sono un mercenario soltanto per bottino soltanto per denaro.

    Ma adesso che son steso guardate nel mio sacco, ci troverete un mitra e un'oncia di tabacco.

    Invano cercherete soldi nel tascapane, li ho spesi proprio tutti insieme alle puttane.

    Amavo una ragazza di razza Congolese ma l'ho perduta ai dadi con Jimmi l'Irlandese.

    Se io fossi rimasto a casa là nella mia Lucera avrei la moglie grassa, i figli e la pancera.

    Avrei la moglie grassa le rate, la seicento, mutua, televisione panciotto, doppiomento.

    Invece sono andato in giro per il mondo adesso sto crepando quaggiù nel basso Congo.

    La mia pelle brucia in questo letamaio, ma l'ONU se ne frega perchè son mercenario.

    I fuochi sono spenti ormai scende la notte, addio verdi colline, addio dolci mignotte.

    Addio dolci bambine coi fiori tra i capelli, ragazze senza nome lasciate nei bordelli.

    Coi nostri baschi rossi ho fatto una bandiera, portatela agli amici che invecchiano a Lucera.

    Viva la morte mia viva la gioventù viva la morte mia viva la gioventù.


    IMPETO E ARDIRE

    Oh 5º Battaglione il più bello sei tu. Di tutta la Brigata la meglio gioventù.

    Qualcuno arriccia il naso vorrebbe biasimar, ma noi non si fa caso si tira a camminar!

    E con in testa il nostro Comandante noi seguiremo lungo il suo cammin.

    Se la mitraglia ha il fuoco fulminante siam tutti pronti a vincere o morir!

    A noi la morte non ci fa paura...NO!

    Ci si fidanza e ci si fa l'amor se ci avvince e ci porta al cimitero si accende un cero e non se ne parla più.

    Vogliam morire insieme crocefissi per riscattare tutta la viltà se ci restasse di vita un sol minuto noi lo vivremo per un'eternità.


    PARACADUTISTA TU

    Prima canzone ufficiale dei Paracadutisti. Cantata a Tarquinia dal 1940.

    Siam nuove fiamme di un novello ardor temprato è il braccio e più temprato è il cuor siam pronti a osar siam pronti ad obbedir come siam pronti a vincere o a morir.

    Col nostro petto e col nostro cervel uniamo insiem la terra con il ciel bianche farfalle scendono a ploton unite tutte al rombo del cannon.

    Paracadutista tu che scendi da lassù sopra l'inferno tu conquisti ciò che vuoi a fianco degli eroi che sono eterni.

    Quando scendi giù dal ciel avvolto nel tuo vel la vittoria ti sorride già.. Ma se ti tronca la mitraglia dalla battaglia in ciel ritornerai lassù ma se ti tronca la mitraglia dalla battaglia in ciel ritornerai lassù!


    SE TU CREDI NEL DESTIN

    Se tu credi nel destin se tu credi nel doman il tuo cuor non può esitar vien con noi a saltar sulla pista rulla il "G" alla porta via si và.

    Noi marciam che ci importa del doman la tua vita tu dovrai cercar perciò non esitare vien con noi parà.

    Per far parte di un elite per far parte dei migliori la tua pelle rischierai sarai fiero di esser qua l'avventura del tuo vol la tua sete spegnerà.

    Noi marciam che ci importa del doman la tua vita tu dovrai cercar perciò non esitare vien con noi parà.

    Per la gente senza nom per canaglia senza onor un inferno giungerà lotteremo noi parà con la fronte alta nel sol ci innalziamo vincitor.


    SUI MONTI E SUI MAR

    Sui monti sui mar per le strade e nel ciel lanciamo in alto la sfida ideal.

    Lungo sarà il cammino ma con speranza e con ardor lanciamo i nostri cuori nella battaglia ancor.

    La pioggia ci bagna ci arde alto il sol. D'inverno il gelo ci morde aspro il cuor.

    Ma saldi nel periglio vitam pro patria exponimus e la divisa nostra è insegna del valor.

    In aspri cimenti le forze noi tempriam.

    Fra i rischi mortali La nostra via seguiam.

    In faccia al mondo vile Splende la sfida del valor Avanti o Paraca Avanti, avanti ancor!


    TI RICORDI LA SERA DEI BACI

    Ti ricordi la sera dei baci, che mi davi stringendomi al sen.

    Mi dicevi sei bella, mi piaci, tu stasera sei fatta per me.

    Mi dicesti che a pasqua tornavi, ma il destino non volle così, bel paraca che avevi vent'anni lassù nel cielo sei andato a morir.

    Come un angelo dall'ali spezzate, sei caduto sul campo di guerra se col tuo sangue bagnasti la terra all'Italia donsti il tuo cuor.

    Sopra il basco che noi portiamo, c'è un fregio che regna sovrano.

    Noi lo portiamo con fede ed orgoglio viva l'Italia ed il suo bel tricolor.

    Bimbe belle che fate all'amore non piangete non state a soffrir non c'è al mondo più grande dolore che vedere un paraca morir.

    C'è chi piange chi getta un fiore chi in silenzio continua a soffrir non c'è al mondo più grande dolore che vedere un paraca morir.

    Mamme care che a casa aspettate non piangete pei vostri figlioli lassù nel cielo non sono mai soli c'è tutta l'Italia che intorno gli stà.

    Ali, pugnale e bianca calotta è il nostro stemma, fra tutti il più bel... esso ci guida e ci sprona alla lotta viva l'Italia e gli arditi del ciel !
    Ultima modifica di condoralex; 29-11-13 alle 00: 58
    "Volevo dirle che nella mia lunga vita militare mai avevo incontrato soldati come quelli della Folgore"

    Generale Huges, C.te 44^ Div. britannica, al Generale Frattini, C.te Div. Folgore - 7 Novembre 1942, El Alamein, Egitto

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  2. #2
    Caporale L'avatar di Ortiz
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    forte Bastiano
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    Facciamo un po' di filologia musicale .
    "Sui monti e sui mar" la si canta sulla stessa aria del "Panzerlied": inno dei carristi tedeschi. E' interessante come sulle stesse note in Legione Straniera cantino "Kepì Blanc", e che, a quanto si riesce ad ascoltare su youtube, anche da loro si usi fare il controcanto sull'ultimo verso delle brevi strofe.
    Anche "Canto del guerriero parà" deriva da un lied tedesco, precisamente da "Grune Teufel"(diavolo verde), uno dei canti dei falschirmjager.
    Non mi risultano invece adattamenti italiani della bellissima canzone "Wildgänse rauschen durch die Nacht", che in francese diventa "Les Oies sauvages", cantata sia in Legione che presso i reggimenti paracadutisti (non so se è cantata anche presso altre specialità). Mi ricordo proprio di una compagnia di paracadutisti francesi che venne in visita alla SMIPAR a Pisa ai miei tempi, che cantavano proprio questa canzone marciando.
    Per quanto riguarda "Ti ricordi la sera dei baci", non me la insegnarono proprio in caserma. Per scherzare me la canticchiava ogni tanto la morosa lucchese che avevo al tempo della naja, e che "tutte le sere sotto quel fanal, presso la caserma mi stava ad aspettar". La aveva imparata alle scuole elementari...
    "Il mercenario" non l'ho mai sentita cantare dentro una caserma, ma è una canzone un po' "birichina" considerando che dovrebbe provenire dall'ambiente dei "campi hobbit" della fine degli anni '70.
    Quando si tratta di inni, è estremamente facile scivolare nell'insinuazione di carattere politico. Sono ovviamente lontanissimo dal voler prendere in considerazione interpretazioni coloristiche di quello che si canta marciando con l'approvazione dei comandanti, e consolidato da tradizioni marziali.
    Con la pioggia o col sereno anche oggi un giorno in meno.

  3. #3

    Predefinito

    Ottimo post ortiz !
    Hai integrato informazioni veritiere ed interessanti, di alcune ne ero al corrente.
    Sul discorso politico la questione è altrettanto interessante, ma vorrei evitare di andare OT.
    Folgore!
    "Volevo dirle che nella mia lunga vita militare mai avevo incontrato soldati come quelli della Folgore"

    Generale Huges, C.te 44^ Div. britannica, al Generale Frattini, C.te Div. Folgore - 7 Novembre 1942, El Alamein, Egitto

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  4. #4
    quantico
    Guest

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    Citazione Originariamente Scritto da condoralex Visualizza Messaggio
    AVANTI ARDITO

    L'Ardito è bello l'Ardito è forte ama le donne e beve il buon vin, per le sue fiamme, color di morte, trema il nemico quando è vicin!

    Avanti Ardito, le fiamme nere, son come simbolo delle tue schiere, scavalca i monti, divora il piano, pugnal tra i denti e bombe a mano.

    Fiamme nere avanguardia di morte, siam vessillo di lotta e d'onor, siam l'orgoglio mutato in coorte, per difendere d'Italia l'onor!

    Avanti Ardito, le fiamme nere, son come simbolo delle tue schiere, scavalca i monti, divora il piano, pugnal tra i denti e bombe a mano.
    Quante volte fra tenebre folte nella notte estraemmo il pugnal, fra trincee e difese sconvolte dalla mischia cruenta fatal!

    Avanti Ardito, le fiamme nere, son come simbolo delle tue schiere, scavalca i monti, divora il piano, pugnal tra i denti e bombe a mano.

    Mamma non piangere, se c'è l'avanzata tuo figlio è forte, paura non ha asciuga il pianto della fidanzata, che nell'assalto si vince o si muor!

    Avanti Ardito, le fiamme nere, son come simbolo delle tue schiere, scavalca i monti, divora il piano, pugnal tra i denti e bombe a mano.

    Una stella ci guarda, la sorte; e ci avvincon tre fiamme d'amor, tre parole di fede e di morte: il pugnal, la bomba ed il cor.

    Avanti Ardito, le fiamme nere, son come simbolo delle tue schiere, scavalca i monti, divora il piano, pugnal tra i denti e bombe a mano.
    Bellissimo thread!! Grazie Condor e grazie Ortiz.

    L'inno degli Arditi che ho quotato me lo ricordo cantato al min. 03.40 dall'Ardito Gino Minucci, Fiamme Nere, durante una stupenda intervista in occasione dell'80° della Vittoria:


  5. #5
    Maresciallo L'avatar di capodifiume
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    Cosa sono quelle cose al minuto 4.40? Sembrano biciclette...
    Bellissima l'intervista!!!

  6. #6
    quantico
    Guest

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    Sono Bersaglieri ciclisti.

    Una curiosità: le strofe di questi canzoni in che occasioni sono cantate? In addestramento? In missione? In defilamento? Sono insegnate dai più Anziani? Oppure devono essere studiare dall'Allievo Paracadutista in autonomia?

    Scusate per le domande, ma c'è un mondo molto interessante e tutto da scoprire dietro queste strofe.

  7. #7

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    Citazione Originariamente Scritto da quantico Visualizza Messaggio
    Una curiosità: le strofe di questi canzoni in che occasioni sono cantate?
    Quando si marcia, in caserma, prima e dopo l'alzabandiera.
    Fuori in addestramento, la sera, intorno al fuoco accompagnati da un buon vino dopo una giornata (o giorni) durissima.
    Nel cassone del camion o del VM, rientrando da un'addestramento o dopo uno spostamento per un'operazione in missione (quando ero nei Balcani).
    Noi avevamo una libretta con tutte le canzoni e dovevamo impararle, ma si faceva in fretta, poichè si marciava con chi già sapeva la canzoni.
    "Volevo dirle che nella mia lunga vita militare mai avevo incontrato soldati come quelli della Folgore"

    Generale Huges, C.te 44^ Div. britannica, al Generale Frattini, C.te Div. Folgore - 7 Novembre 1942, El Alamein, Egitto

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  8. #8
    Caporale L'avatar di Ortiz
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    forte Bastiano
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    Citazione Originariamente Scritto da quantico Visualizza Messaggio
    Sono Bersaglieri ciclisti.

    Una curiosità: le strofe di questi canzoni in che occasioni sono cantate? In addestramento? In missione? In defilamento? Sono insegnate dai più Anziani? Oppure devono essere studiare dall'Allievo Paracadutista in autonomia?

    Scusate per le domande, ma c'è un mondo molto interessante e tutto da scoprire dietro queste strofe.
    Ai tempi della leva obbligatoria le canzoni erano insegnate dai caporali istruttori, e dagli anziani quando si arrivava a reparto. A volte si riusciva a recuperare dei fogli fotocopiati con i testi delle canzoni.
    Come è risaputo, marciare cantando aiuta a tenere il passo, tant'è che diventa automatico appoggiare il tallone sinistro sugli accenti ritmici del verso.
    Nell'esecuzione di "Paracadutista tu" c'è un intermezzo fischiettato. Quando tutto il blocco marciante fischia come un sol uomo l'effetto è esaltante, altro che "ponte sul fiume Kwai"!
    Ultima modifica di Ortiz; 07-12-13 alle 13: 13
    Con la pioggia o col sereno anche oggi un giorno in meno.

  9. #9
    Moderatore
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    E che succedeva se un Paracadutista non sapeva fischiettare?
    La vita comincia quando non si hanno più certezze

    Se sei un nuovo Utente, ricordati di presentarti nella sezione Benvenuto, Presentati!! e di leggere il Regolamento !

  10. #10
    Caporale L'avatar di Ortiz
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    forte Bastiano
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    Gli si faceva un corso accellerato nelle camerate...
    Con la pioggia o col sereno anche oggi un giorno in meno.

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