Da più di un anno a questa parte sul sito istituzionale è stata pubblicata la normazione riguardante la registrazione dei marchi e dei simboli di "proprietà" dell'amministrazione pubblica dal titolo "Tutela dei Segni Distinitivi dell'Arma dei Carabinieri".

Questa la pagina: Tutela dei Segni Distinitivi dell'Arma dei Carabinieri

"Ai sensi dell'art. 2, co. 2 del D.M. del Ministero della Difesa datato 25 luglio 2012, n. 162 "Regolamento recante individuazione delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi delle Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, in uso esclusivo al Ministero della difesa, ai sensi dell'articolo 300, comma 4, del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66" (edito in G.U. n. 224 del 25 settembre 2012), si pubblicano le denominazioni, gli stemmi, gli emblemi e i segni distintivi su cui l'Arma dei Carabinieri esercita un uso esclusivo.

In base al citato DM, l'art. 3 precisa che Il Ministero della Difesa può consentire a soggetti terzi, pubblici o privati, l'uso temporaneo delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e degli altri segni distintivi delle Forze armate, a titolo oneroso, in via convenzionale, attraverso la stipula di contratti di sponsorizzazione e di contratti ad essi assimilabili, ai sensi dell'articolo 26 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163."
A questo link i file pdf degli allegati: Elenco e Segni distintivi

Per quanto riguarda la parte della circolare che interessa lo sfruttamento degli emblemi, simboli etc, quindi, si può capire che da una parte intende tutelare gli interessi di "Servizi Difesa S.p.a." (che possiede i diritti), dall'altra è tesa ad ammonire lo sfruttamento di tali segni distintivi da parte dei militari in servizio, con lo scopo di "pubblicizzare" il loro status di appartenenti.

Detto questo, bisogna però cogliere un particolare, che a volte non coglie nemmeno chi è deputato a vigilare e sanzionare le condotte disciplinarmente/penalmente rilevanti (in tutti gli ambiti lavorativi e non, si intende). C'è un abissale differenza tra il "qualificarsi come militare, in relazione ai compiti d'istituto" e il presentarsi in un gruppo di persone, o anche al singolo, come "Pinco Pallino, che di mestiere fa il militare dell'Arma".

L'art. art. 1350, comma 2, del codice dell'ordinamento militare (COM) sancisce:

«1. I militari sono tenuti all’osservanza delle norme sulla disciplina militare e sui limiti all’esercizio dei diritti, dal momento della incorporazione a quello della cessazione dal servizio attivo, ferma restando la disciplina dettata per il personale in congedo.

2. Le disposizioni in materia di disciplina militare, si applicano nei confronti dei militari che si trovino in una delle seguenti condizioni:
a) svolgono attività di servizio;
b) sono in luoghi militari o comunque destinati al servizio;
c) indossano l’uniforme;
d) si qualificano, in relazione ai compiti di servizio, come militari o si rivolgono ad altri militari in divisa o che si qualificano come tali.

3. Quando non ricorrono le suddette condizioni, i militari sono comunque tenuti all’osservanza delle disposizioni del codice e del regolamento che concernono i doveri attinenti al giuramento prestato, al grado, alla tutela del segreto e al dovuto riserbo sulle questioni militari, in conformità alle vigenti disposizioni».
E' evidente che un conto è iscrivermi, anche sotto alias, su FB e dire "Fermi tutti!! Sono un Carabiniere!!! Adesso parlo a nome e per conto dell'Arma", un altro conto invece è che il signor Pinco Pallino, iscrivendosi su un social network come libero cittadino, a domanda sul lavoro che svolge risponda tranquillamente di essere un militare. O magari tra i suoi contatti/amici c'è chi è consapevole dell'attività da lui svolta.

Ecco, in questo secondo caso è impensabile porre il divieto di esercitare qualsiasi manifestazione del proprio pensiero (così come anche del pensiero politico) ad un militare nell'ambito della sua vita privata, solo perché chi lo circonda sia a conoscenza del mestiere da lui svolto e quando, quest'ultimo, non si sia qualificato in relazione ai compiti d'istituto.

Pensate se Pinco Pallino, tornando al suo paesello del SUD (dove quindi non svolge attività lavorativa) di 1000 abitanti (e quindi peggio di un social network ), non potesse più esprimere alcun libero pensiero solo perché tutti sono a conoscenza della sua posizione di militare. Sarebbe la morte di Pinco Pallino come cittadino, cosa che egli è prima di ogni altro suo status.


Di tutta risposta a questa circolare, come potete verificare voi stessi da una breve ricerca su google e su siti di libero accesso, il CO.CE.R Carabinieri ieri ha incontrato il Comandante Generale, inserendo come primo punto dell'incontro, proprio la suddetta circolare:

"IL CO.CE.R. CARABINIERI IN AULA CON IL COMANDANTE GENERALE E LO STATO MAGGIORE,
AFFRONTA I SEGUENTI ARGOMENTI :

1. CIRCOLARE “POLICY DI UTILIZZO DI STEMMI, EMBLEMI E DENOMINAZIONI
ISTITUZIONALI DA PARTE DEI MILITARI DELL’ARMA ANCHE SU SITI INTERNET”


2. "UFFICIO URP REGOLE COMPORTAMENTALI"

3. "MODALITA’ DI RACCOLTA E TRASFERIMENTO FONDI - DA PARTE DEL PERSONALE PER ACQUISTO DI
CALENDARI, AGENDE E GADGETS" - ;
A termine dell'incontro, sempre il CO.CE.R fa sapere che:

DOPO UN CONFRONTO SI E’ ADDIVENUTI ALLE SEGUENTI CONCLUSIONI : PER QUANTO
ATTIENE AL PUNTO UNO SARA’ EMANATA UNA DIRETTIVA CHIARIFICATRICE CHE
SPIEGHERA’ LO SPIRITO DELL’INTERVENTO CHE DOVEVA FOCALIZZARE
ESCLUSIVAMENTE LE ESTREMIZZAZIONI COMPORTAMENTALI CHE EFFETTIVAMENTE
A VOLTE SI VERIFICANO PREVARICANDO IL DETTATO NORMATIVO VIGENTE;
Spero di aver trattato un po' tutti i punti oscuri di questa circolare che sta creando subbuglio nel WEB.