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Discussione: Storie di un Poliziotto

  1. #1

    Predefinito Storie di un Poliziotto

    Ho sempre voluto farmi una sorta di diario che riuscisse a mantenere vivo il ricordo di alcuni momenti salienti della mia vita da poliziotto, per mancanza di tempo o pigrizia (anzi solo quest'ultima) ho sempre rimandato; provo quindi a scriverle qui magari rendendovi partecipi di qualche mia (dis)avventura...nella speranza che possa interessarvi e che magari venga spunto anche ai colleghi che seguono il forum di scrivere qualcosa.
    Ammetto che le mie storie non sono alla pari di chi ha lavorato in zone "calde" dell'Italia o in anni particolari, sono storie di tutti i giorni, di un ragazzo che come tutti ha i suoi interessi (molti per me), nella mia carriera ho fatto circa 7 mesi in una Questura del Nord Italia, due anni e mezzo al Reparto Mobile ed ora sto alle Volanti.

    Ordine Pubblico a Roma - Le Ultime Parole Famose

    Non sono mai stato avvezzo a farmi trasferte di più giorni, ho sempre cercato di farmi una vita nel posto dove comunque sarei stato sicuramente per qualche anno in attesa di qualche trasferimento se mai l'avessi fatto. I servizi come ogni giorno escono circa alle 14 e noi tutti in ansia per sapere chi sarebbe partito per Roma e chi no, qualcuno era già volontario, qualcuno no, io no...anzi come ho sempre detto "disponibile sempre, volontario mai", non fraintendiamo, non che non mi piacesse il RM ma solo che avevo le mie cose da sbrigare, la musica ad esempio, e stare via più giorni sapendolo all'ultimo mi ha sempre creato parecchi impicci.
    Escono i servizi ed io ovviamente...ci sono!
    "Che palle sono pure scudo quadro! Ma possibile che questi non altro da fare che manifestare tutti i giorni??!Uno non può avere una domenica tranquilla! Avevo pure le prove col gruppo domani...con tutti sti agenti nuovi, vengono a prendere me! che palle!!! " guardo la squadra, sono il più vecchio degli agenti, da poco hanno mandato degli agenti nuovi e la linea politica del Comando è di non metterne più di due per squadra...amen, era successo talmente tante volte che l'incazzatura durava giusto il tempo di leggere il servizio.
    Partenza ore 6.00 del giorno dopo, la giornata è persa praticamente solo nel viaggio, qualche sosta, il primo ordinario (pranzo) a metà via e poi dritti verso Roma, arriviamo stanchi, secondo ordinario alla Guido Reni e poi verso l'albergo che sta pure lontano dal centro...poco importa assieme ad alcuni irriducibili prendiamo un taxi e ci passiamo il sabato sera tra alchool e donne...ahahaha! :P Torno tardi, molto tardi, diciamo che credo di aver sentito la sveglia non appena mi sono ficcato sotto le coperte!
    La giornata è lunga ma passa tutto sommato in tranquillità, la manifestazione è nazionale, quindi grandissima, ma procede senza intoppi, cosa più unica che rara...finalmente una manifestazione civile!
    Ormai è sera ci dispongono su una via laterale vicino alla stazione centrale in modo da seguire il defluire delle persone verso quella direzione, siamo schierati ma tranquilli, ormai il più è fatto, la giornata è stata lunga e faticosa e senza scontri, quello era l'importante!
    Arriva il Funzionario che ci dice
    "Ok, sta arrivando il corteo...state pronti ma comunque vedo che sono tranquilli, questi hanno già finito e stanno tornando a casa...e forse pure noi!"
    Le ultime parole famose, noi non vediamo la strada principale ma solo il pezzo dell'intersezione con la nostra via che comunque è a 4 corsie quindi bella larga, dall'angolo destro vediamo correre un ragazzo incappucciato che appena sbuca fuori ci lancia una molotov, dopo pochi secondi che arrivano tutti cominciano a lanciarci bottiglie e sassi, parte la carica di alleggerimento, questi scappano e non arriviamo allo scontro...
    finita l'adrenalina e a situazione calma un collega esclama:
    " A Dottò, ma se n'erano tranquilli che ce facevano? li mortacci loro! "
    tra le risate saliamo sul mezzo e torniamo, esausti, in albergo...

  2. #2

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    Quante storie ho sentito simile a questa, non mi stanco mai di sentirle (o come in questo caso, di leggerle).
    Sono una curiosona, lo so.
    Allora buona fortuna per il tuo diario
    usque ad metam et ultra ad excelsa tendo

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  3. #3
    Colonnello L'avatar di ryuzaki
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    Citazione Originariamente Scritto da Dr.Winters Visualizza Messaggio
    Ho sempre voluto farmi una sorta di diario che riuscisse a mantenere vivo il ricordo di alcuni momenti salienti della mia vita da poliziotto, per mancanza di tempo o pigrizia (anzi solo quest'ultima) ho sempre rimandato; provo quindi a scriverle qui magari rendendovi partecipi di qualche mia (dis)avventura...nella speranza che possa interessarvi e che magari venga spunto anche ai colleghi che seguono il forum di scrivere qualcosa.
    Ammetto che le mie storie non sono alla pari di chi ha lavorato in zone "calde" dell'Italia o in anni particolari, sono storie di tutti i giorni, di un ragazzo che come tutti ha i suoi interessi (molti per me), nella mia carriera ho fatto circa 7 mesi in una Questura del Nord Italia, due anni e mezzo al Reparto Mobile ed ora sto alle Volanti.
    Penso che sia un'ottima idea! Le storie più belle sono convinto che vengano proprio da gente cosi, che la vive tutti i giorni e che ha deciso di fare questo lavoro con passione, umiltà, orgoglio e fierezza...si capisce ancora di più che siete (e spero di essere vostro collega a breve!) persone normalissime, cosa che i cittadini troppo spesso non capiscono o dimenticano
    Un diario è sempre una grande fonte di esperienza e di "alimentazione dei sogni" per chi desidera un giorno fare questo lavoro, a prescindere dal colore della divisa. Buon racconto!
    Un obiettivo e un sogno realizzato! Ora passiamo ai prossimi!

  4. #4
    Tenente L'avatar di Pol
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    Ti seguirò con molto piacere
    "chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola" - P.Borsellino

  5. #5

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    Green Hill - Quattro chiacchere...

    Fine 2010, in quel periodo ogni giorno alla TV si sentiva parlare dei canili lager di Green Hill in provincia di Brescia.
    Era pieno inverno, faceva un freddo che si gelava, nonostante i miei numerosi strati di vestiti avevo le gambe che tremavano ad ogni passo e i denti che seguivano il ritmo, le divise invernali non erano ancora arrivate come dotazione del reparto e quindi ci si arrangiava come si poteva, soprattutto usando vestiario non dell'amministrazione, ma come si poteva fare altrimenti?
    Dopo un lungo corteo che ci ha portato da Green Hill fino alla sede del Comune, noi davanti e il corteo dietro a seguire, arriviamo davanti il Municipio che ormai sembra notte, in realtà era solo tardo pomeriggio ma una leggera foschia cominciava a salire sulle strade, i lampioni arancioni che si accendevano diventavano praticamente l'unica fonte di luce; comincia a spargersi la voce che nessun rappresentate sarebbe sceso a parlare con i manifestanti, il malumore fra la folla comincia a sentirsi...ci guardiamo fra i colleghi, che fare? Questa è brava gente, non i classici da centri sociali (oddio qualcuno c'era pure...), ma se questi vogliono entrare bisogna respingerli, il comandante di squadra ci dice di non usare lo sfollagente, nel caso respingere solo con lo scudo. E pensare che io amo gli animali ed in parte condivido appieno la loro protesta, ma io sono dall'altra parte della barricata...
    Ci becchiamo un sacco di insulti, ci danno degli assassini, dei servi...una ragazza davanti a me mi provoca "Sei un assassino, ma come fai a difendere queste persone? magari hai pure un cane...come lo hai chiamato?celerino? " una signora delle prime file si gira verso sta ragazzetta "Finiscila maleducata, questi stanno solo facendo il loro lavoro, rispettateli!", la guardo negli occhi battendo i denti le dico "Grazie Signora! Io ho due cani e due gatti e comunque capisco la vostra manifestazione...tra l'altro fa un freddo porco e vorrei pure andare a casa! " la signora e la ragazza spiazzate sorridono, scambiamo quattro chiacchere e nella nostra zona gli insulti si smorzano, dopo una mezzoretta la manifestazione si scioglie e tutti rientriamo sul mezzo che fortunatamente l'autista aveva già preventivamente acceso in modalità "forno"...
    Spesso la gente da quella parte non sa quello che pensiamo, ci vede come automi, ho imparato che qualche volta, poche purtroppo, basta parlare con chi ti sta davanti e magari risolvi metà dei problemi della giornata ed eviti scontri ed insulti...

  6. #6
    Colonnello L'avatar di ryuzaki
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    Citazione Originariamente Scritto da Dr.Winters Visualizza Messaggio
    "Finiscila maleducata, questi stanno solo facendo il loro lavoro, rispettateli!"
    Dovrebbero esserci più cittadini cosi, è quello il fatto.
    Un obiettivo e un sogno realizzato! Ora passiamo ai prossimi!

  7. #7
    LeonardoLupo
    Guest

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    Ottima ottima idea ti seguirò anch'io!

  8. #8
    LeonardoLupo
    Guest

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    Citazione Originariamente Scritto da Dr.Winters Visualizza Messaggio
    .................... ho imparato che qualche volta, poche purtroppo, basta parlare con chi ti sta davanti e magari risolvi metà dei problemi della giornata ed eviti scontri ed insulti...
    Bello bello bello.

  9. #9

    Predefinito

    Scelte tragiche

    In volante credi di avere visto tutto, vero? Sei in strada da anni, i colleghi ti hanno già affibbiato il soprannome affettuoso di "vecchio del turno", spesso ti chiedono consigli operativi o procedurali, si confrontano per approfondire tematiche emerse dai vari interventi. Tu cerchi di fare il possibile, rivedendoti nei loro panni mentre da giovane "pinguino" rubavi con gli occhi il lavoro al "vecchio del turno".

    Bene. Questi discorsi buttali pure nel cesso. Perché una sola cosa è vera, su quella "Pantera": ad imparare non si ha mai finito.
    Mattina qualsiasi, città qualsiasi. Stiamo girovagando nella nostra zona di competenza già da un paio d'ore: caffè di inizio turno, qualche controllo a iniziativa, le solite cose....
    Poi d'improvviso la radio: "Volante 1 con urgenza!" Quella frase l'hai sentita spesso, non la usano mai a caso.... Ti mandano in un condominio in cui il portiere ha segnalato una persona che si sta aggirando per i corridoi armata di pistola. Non si sa altro. Subito stabilisci un punto d'incontro con un'altra volante, meglio andarci con la cavalleria al completo. In neanche un minuto siamo tutti sul posto: l'ultima comunicazione radio parla di un anziano in pigiama..... Ecco, ti dici: uno che ha sbroccato e che può fare di tutto. Arriva anche un'ambulanza, perentorio allontani i sanitari che stanno entrando: può essere una strage. Con il collega che ti guarda le spalle inizi la bonifica del condominio: pistola in mano, fiato corto, il giubbotto antiproiettile che ti preme.... Giri l'angolo delle scale e vedi che la tragedia si è compiuta: l'uomo si è appena sparato alla testa. E' ancora vivo, però: stringe pericolosamente l'arma ancora carica in mano mentre gli spasmi dell'agonia gli fanno contrarre i muscoli in modo innaturale. Quello è il momento peggiore: il dito è ancora sul grilletto, l'arma ha il colpo in canna e il cane armato. Solo dopo avergliela sfilata fai intervenire i sanitari che le proveranno tutte per salvarlo. Invano.

    Ecco. Eri pronto a questo, collega? Non importa il perché, il per-cosa e il per-come. Di morti ne hai visti tanti, ma una situazione così ti era mai capitata? Metabolizzerai anche questa, vedrai...ma intanto per giorni, forse per settimane il pensiero ti andrà sempre lì, a quell'uomo armato e morente. E non c'è supporto per te, resti da solo a digerirti anche questa storiaccia. Ne parli fino allo sfinimento coi colleghi, questa sai che è l'unica strada per mettere un baluardo tra te e l'impatto emotivo che un fatto del genere provoca. I se, i ma, i forse: se fossimo arrivati trenta secondi prima.... ma davvero nessuno è riuscito a fermarlo?.... forse se l'uomo si fosse confidato con qualcuno.... Tutto inutile.

    Tutta l'impotenza di essere arrivato comunque tardi. Tutto inutile di fronte a una delle tante scelte tragiche.
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  10. #10

    Predefinito Quando la Morte ti sfiora......

    Turno di notte appena iniziato, la radio impietosa dirotta tre volanti su una segnalazione di rissa tra stranieri, forse ci sono anche bottiglie e coltelli. Le notizie sono poche e frammentate, la telefonata con l'utente si è interrotta e il collega del 113 sta facendo i salti mortali per ricontattarlo. La volante "1", la volante "2" e la volante "5" si danno un punto d'incontro per arrivare tutte assieme: il punto stabilito è a poche centinaia di metri dal luogo dell'intervento, lungo uno stradone a 4 corsie che taglia in due un grosso quartiere della città. Lampeggianti accesi, il "convoglio" biancoazzurro si avvia, in testa la volante "2", in mezzo la "1" e in coda la "5".
    Arrivano a quel semaforo fatto migliaia di volte e nelle più svariate condizioni di traffico. Quella notte la strada è deserta. Il semaforo è rosso, il collega della "2" si ferma, verifica l'assenza di altri mezzi e riparte. Riesce ad attraversare quasi tutto l'incrocio, tanto che anche la volante "1" sta per ripartire a sua volta.
    E poi arriva un missile travestito da utilitaria. A bordo, 4 "esseri" che non avrebbero dovuto disporre nemmeno di una bicicletta. Il capopattuglia della "1" assiste impotente a questa "palla" grigia che a tutta velocità centra in pieno la fiancata della volante "2".
    Una bomba.
    La vettura di servizio compie ben due testacoda completi, uno dei quali sollevata da terra.
    Fumo.
    Silenzio.
    Immobilità.
    E la paura. La voce strozzata per radio che chiede l'invio dei soccorsi. Poi, un buco. Il capopattuglia della "1" assieme agli altri si ritrova già intorno alla volante incidentata. E solo in quel momento riprende a respirare. I colleghi all'interno sono acciaccati, confusi. Ma illesi.
    Poi, la razionalità. I rilievi. Le solite procedure.
    E solo allora ti accorgi del miracolo: l'utilitaria si è schiantata in quello che in gergo tecnico stradalino si chiama "posizione postero-laterale destra": vale a dire la porta posteriore dell'auto e il retrotreno.
    Una frazione di secondo prima: staremmo piangendo almeno uno dei colleghi.
    Una frazione di secondo dopo: non sarebbe probabilmente accaduto nulla.
    La "signora con la falce" è passata per quella via, alle 00:20 del 18 maggio 2015. Si è fermata. Probabilmente si è tolta di spalla il suo attrezzo di mietitura. E poi, semplicemente, ci ha ripensato. E se ne è andata.
    Oggi tocca riposo: a pranzo coi colleghi per festeggiare il trasferimento di uno di loro ci berremo su, esorcizzando così ancora una volta la paura, il fatto di averla "sfangata" una volta in più. Ma quel botto mostruoso, quell'immobilità e quel silenzio resteranno tra noi come una consapevolezza.
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