E' una stupidaggine. Da giovanotto lo dicevo anche io, è nel dna del paracadutista ... .
La verità sulla sconfitta viene fatta notare da @wiseman.
E come lui stesso dice vi erano accuse a destra e a manca per la sconfitta.
Diciamo che già ai tempi di El Alamein i paracadutisti, per via del duro addestramento cui andavano incontro, si sentivano, un pò' come oggi, diciamolo, ed effettivamente erano, superiori alle altre unità di fanteria (è un fattore tecnico a tutti gli effetti).
E in più era l'unico reparto di volontari schierato sulla linea dell'asse, rispetto a magari e ce ne sono molti, tra cui Ottavi Missoni (sì proprio lui, recentemente scomparso in un incidente aereo), che ad El Alamein non volevano andare e che sono stati costretti (bisogna anche mettersi nella pelle e capire il trauma di ragazzi che a 18 anni non hanno nessuna vocazione militare e sono invece costretti a combattere al fronte).
Prendo spunto quindi da Ottavio Missoni poichè ha sempre ritenuto di non aver nulla di cui essere orgoglioso di El Alamein e che mai sarebbe ritornato ad El Alamein (per fare cosa - dice in una recente intervista ad "il giornale" - non ho mai avuto ragione per tornare " e "quelli sono stati morti inutili")
Se invece ascolti Santo Pelliccia, Sergente Maggiore paracadutista in congedo, 186 rgt Folgore, e guarda, ho avuto di ascolarlo più volte dal vivo, la musica è differente.
Per lui quei morti non sono stati inutili. Pe lui quei caduti sono il simbolo dell'ogoglio militare Italiano. Il riscatto assoluto per tutti gli schiaffi presi fino ad ora dall'Esercito mussoliniano. Lui, come i suoi pochi commilitoni sopravvvissuti, si sente vincitore. Non c'è gloria, ti ripete, senza sacrificio. Vai alla sezione ANPDI di Nettuno (Roma) ed oggi come ieri, come sempre, ti ripeterà le stesse parole.
Loro cercavano, qualora non fosse stata possibile la vittoria sul campo, la gloria. Il motto "La Folgore muore, ma non si arrende" non è semplice retorica.
Ci credevano veramente e quei pochi sopravvissuti ci credono ancora.
Ecco le due facce, diciamolo, di tutti gli eserciti del mondo. Il reparto volontario ed il reparto non volontario.
Ed in più, per noi che non abbiamo una grande tradizione militare c'è la definizione univoca dei caduti: I morti sono tutti uguali. In ambito militare non è così.
Altrimenti non esisterebbero le onoreficenze, tra l'altro con una classifica di valore ben definita (presto un topic in merito).
Il Generale Palumbo, definito da molti "l'uomo folgore", ufficiale di cavalleria durante la seconda guerra mondiale, e solo succissavemente paracadutista che della Folgore diverrà un simbolo, descrive così i rapporti con i parà e la scelta di entrare nei paracadutisti:
"In quel periodo ‑ racconta ‑ venni a contatto con diversi paracadutisti, gente che si dava un sacco d'arie ma veramente in gamba! Tanto che decisi anch'io di diventare paracadutista mili*tare: mi rivolsi al generale Frattini e nel '48 potei fare il corso e ottenere fina*mente il brevetto".
Io credo che accusare un altro reparto di incapacità combattiva non corrisponde alla realtà, ma nei reparti più blasonati questo avviene facilmente... (avveniva ai miei tempi, avvenne ad El Alamein, ed avverrà in futuro).
Da sempre esistono reparti più forti e meno forti. Vale per tutti gli Eserciti del mondo. Non si può creare un'Esercito di superman.
La sconfitta di El Alamein, ripeto, come ben ci fa notare @wiseman , è una sconfitta in primis strategica, in secondo luogo tecnica: gli inglesi avevano una superiorità numerica di uomini, mezzi e rifornimenti schiacciante.
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