Bartok, sebbene apprezzi le sue argomentazioni, ho qualche dubbio e cercherò di esporlo:
a) riempimenti e svuotamenti del bacino: ora non confonda quelle che sono le nostre percezioni di bambino quando giochiamo con la terra la sabbia e l'acqua da quella che è una teoria scientifica ed una buona tecnica; la differenza tra le due è la misurabilità. Chioso anche dicendo che l'indice di plasticità è un concetto che abbiamo tutti (tecnici e non) ma per darne una misurazione si è dovuti aspettare Casagrande (detto la mano sinistra di Terzaghi). Insomma a tutt'oggi non siamo in grado di fare delle affidabili predizioni sui tanti declivi (ne conosco uno che si muove all'interno di una struttura di recente costruzione e, per recente, intendo post 2000) e lei mi parla di certezze cinquant'anni fa?
b) la frana non era conosciuta, anche perchè era una paleofrana. Ora non ho intenzione di tediarla con il consolidamento ed il sovraconsolidamento, però su una cosa mi deve dare ragione: sono ancora concetti su cui si procede per molti versi a tentoni: un esponente qui, un rapporto là, un po' poco per gridare alle certezze. E poi la paleofrana Dal Piaz non la vede, la vede Semenza, ma Muller non è d'accordo; sto dicendo che il fatto era imprevedibile? Sto affermando che allora non è difficile ipotizzare che non lo fosse, oggi probabilmente si, sebbene poi io sia continuamente smentito da ciò che accade in questo Paese quando piove (ah, scusate, sono i cambiamenti climatici).
c) credo che il rischio potenziale sia stato conosciuto, sebbene la seconda prova di invaso, con svasi rapidi, avrebbe dovuto attivare la frana e su questo lei concorderà, mentre invece la frana non si attivò. Insomma come la mette? Se è vero quanto afferma (ed è vero, in certe condizioni) perchè la frana non si attivò allora? Insomma vorrei dire che in geotecnica certezze non te ne dà nessuno.
Infine è vero, sono stati condannati, ma per colpa incosciente, come l'investitore in auto; vero è che oggi, se ci fosse stato il PM Guariniello, probabilmente si sarebbero beccati il dolo eventuale ma, tant'è, i PM non rischiano mai nulla: a posteriori siam bravi tutti.
Insomma è certo che ha ragione quando dice che nessuno poteva domandarsi "quale frana", ma che nessuno se ne aspettasse una da 270 milioni di mc quello si, infatti era molto superiore a quella che ci si aspettava (e nelle prove di invaso si era cercato di provocare).
Una postilla chiarificatrice: qualcuno potrebbe pensare che giustifichi l'evento o che, in qualche modo, lo consideri trascurabile, una sorta di pedaggio pagato al progresso. Niente di più falso: lo ritengo una tragedia e sebbene ammiri Semenza padre (il progettista della diga) perchè il suo mestiere di ingegnere lo conosceva, ritengo che comunque tutti (Semenza padre compreso) portino la responsabilità morale (che per me è molto più importante di quella legale) dell'evento. Però il problema deve essere perimetrizzato attentamente, altrimenti o si perde il doloroso insegnamento della catastrofe o ci si condanna ad una inazione tecnica che ci riporta indietro nel tempo (come credo stia accadendo in questo Paese, con le conseguenze che vediamo ogni giorno).
Ma se lasciamo ottenebrare la luce della razionalità dai sentimenti non daremo un buon servizio neppure alle vittime.
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