Originariamente Scritto da
Blushield
Attenzione che la materia "pubblici esercizi" oggi è normata sopratutto da Leggi Regionali
Se l'area ove sono stati collocati tavoli e sedie è privata, l'esercente non deve chiedere autorizzazione per l'occupazione suolo pubblico al Comune ma solo ai condomini. A volte si può giocare sull'area "privata" ma "aperta al pubblico", ma prima è necessario rivolgersi all'Ufficio Tecnico Comunale per sapere bene di come sia la situazione.
Essendo, probabilmente, un'area privata ma necessitante dell'autorizzazione dei condomini, tale autorizzazione (diciamo più un nulla osta) deve essere deliberato all'assemblea condominiale. Se ciò non è stato fatto, deve essere richiesta un'assemblea dove votare un "diniego" (a maggioranza): ma essendo i tavoli già sistemati, la vedo dura.
In mancanza, è necessario rivolgersi ad un legale (lo dovrebbe fare l'amministratore ma solo quando è la maggioranza dei condomini a sollevare il problema in assemblea e a deliberare in tal senso).
Come tante altre questioni riguardante i pubblici esercizi, la musica, così detta di "intrattenimento" (che da recenti modifiche normative non è assimilato al pubblico spettacolo ex art. 68 TULPS ) non necessita più di alcuna autorizzazione e quindi non può esserne limitato l'orario "sic et simpliciter" come una volta veniva fatto come "prescrizione" dell'autorizzazione o da ordini diretti delle FF.OO. chiamate al momento.
Tale questione è complessa e di difficile soluzione: i Comuni non possono emanare regolamenti od ordinanze generiche sull'orario delle emissioni musicali (non spettacoli attenzione) tranne che in determinate zone della città ed in base a motivazioni ben comprovate di tutela storico/artistica previste in apposito regolamento/ordinanza. Diversi Sindaci hanno provato a regolamentare tale problema con Ordinanze generiche che i Tar hanno demolito.
Soluzioni?
Se le FF.OO. intervenute ritengono la musica "evidentemente" ed "inequivocabilmente" disturbante, possono procedere ex art. 659 CP (Disturbo pubblica quiete) che però non risolve il problema ma è una buona arma per l'Amministrazione Comunale la quale, anche a seguito di esposti scritti (possibilmente da un molteplice numero di persone), invia richiesta di misurazioni fonometriche all'Arpa Regionale per misurare l'intensità del suono.
Se la misurazione supera la soglia minima stabilita per legge, il Comune può procedere con un ordinanza per limitare gli orari della musia e/o anche gli orari di apertura del bar, mentre se non supera tali soglie, qualsiasi ordinanza che un Sindaco di buona volontà dovesse emanare, verrebbe impugnata e farebbe una triste fine (con il rischio della richiesta di risarcimento del danno da parte dell'esercente).
Se la misurazione Arpa non dovesse essere di aiuto, rimane la via civilistica in quanto una emissione sonora, seppur non superante le soglie stabilite per legge, può essere lo stesso "soggettivamente" disturbante.
Si spera sempre che il Comune interssato sia dotato di un piano/regolamento per le emissioni sonore.
i cibi devono essere cucinati negli spazi all'uopo destinati e previsti nella autorizzazione (oggi comunicazione) sanitaria allegata al titolo abilitante l'attività: i cibi devono essere cucinati e somministrati e conservati secondo norme precise non ultime il sistema denominato HACCP.
Per la richiesta di controlli ci si deve rivolgere o alla Polizia Locale (nella mia realtà ce ne occupiamo...) al servizio S.I.A.N. della locale ULSS o ai Nas.
Questo lo devi chiedere a loro: fai richiesta di accesso copia degli atti e se ti dovesse essere negata per mancanza di "interessi giuridicamente rilevanti/tutelati", presenta una querela nei confronti dei titolari del bar e richiedi copia degli atti.
se i militari intervenuti non hanno riscontrato gli elementi tali per procedere d'ufficio per disturbo della pubblica quiete nè è mai stato emanato alcun provvedimento comunale per la limitazione delle emissioni sonore....gli esercenti hanno detto il vero
Se non sbaglio, non esiste alcun obbligo di segretezza in capo agli amministratori condominiali.
Già di per se la soluzione è lunga e difficile: tali problematiche stanno diventando sempre più numerose e sono figlie dell'epoca di "liberalizzazioni indiscriminate" dettate dalla Unione Europea.
Ma se in un condominio a sentire il problema è solo un condomino, magari quello che neppure abita direttamente sopra il bar, la strada per una soluzione diventa ancora più difficoltosa e la strada può rimanere solo quella di un procedimento civilistico.
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