come si sa, vi sono determinate situazioni nelle quali con il nostro lavoro possiamo intervenire con l'uso della forza fisica, in casi ad esempio di resistenza attiva e passiva....... vorrei soffermarmi più sulla resistenza passiva, dato che è normale che se subisco un' aggressione da parte di un detenuto sono ben legittimato a difendermi....... cmq facciamo un esempio passivo: può capitare a volte che qualche detenuto non voglia rientrare in cella, ovviamente dopo aver ripetuto varie volte al soggetto, con calma ed educazione di rientrare, se questo si rifiuta ad oltranza ci è permesso "accompagnarcelo" con la forza fisica........ ma ecco che la linea sottile tra legalità e illegalità potrebbe spezzarsi....... se io afferro per le spalle il soggetto e lo metto di forza dentro la cella, questo potrebbe benissimo starsene, e subire capendo di avere di fronte un operatore che non va tanto per il sottile, e quindi dopo averci provato, rinunciare e starsene bello calmo di nuovo nella sua stanzetta, oppure potrebbe reagire e di scatto rivoltarsi contro l'agente, ed ecco che li può scattare una colluttazione che poi....... finito il tutto....e nel caso di segni evidenti di percosse sul soggetto (per legittima difesa ovviamente), nonostante si scriva e si relazioni l'accaduto, si potrebbe sempre incorrere in uso della forza eccessivo o cose del genere, ma vallo a spiegare ad un magistrato di sorveglianza che quando sei messo alle strette, per difenderti a volte non stai a mirare in certi punti con calma, ma pensi a difenderti e dove colpisci, colpisci......quindi credo che a volte, l'uso della forza nella resistenza passiva non sempre sia efficace, anche perchè comincia l'operatore ad alzare le mani, nonostante soltanto per afferrare il soggetto e metterlo in cella senza colpirlo, ma la reazione successiva di quest ultimo, è imprevedibile.......e in base a quello che succede dopo, tutto può accadere rischiando così di eccedere o di non farlo ma essere accusati di averlo fatto.......al sottoscritto è capitato una volta sola di "accompagnare" un ospite, fortunatamente senza reazione violenta dello stesso e quindi senza conseguenze, ma di solito opterei per soluzioni diverse.....ovvero lo contattare il brigadiere via radio e spiegare la situazione, e magari il motivo per il quale il soggetto non intende rientrare.....purtroppo questo è un mestiere dove nonostante gli articoli vi sono e le metodologie di azione sono spiegate, non vi è però una chiarezza certa su come continuare l'azione in base allo svolgersi e mutare degli eventi durante l'azione stessa.
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