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Discussione: Proposta di riforma elettorale

  1. #1
    bartok
    Guest

    Predefinito Proposta di riforma elettorale

    E' da tempo che rifletto sull'opportunità che tutti votino. La domanda che immediatamente scaturisce dalla riflessione è "se non tutti votano, con quale criterio stabilire chi lo può fare?". Non riuscivo a darmi una risposta.
    Penso che valga la pena soffermarsi un attimo sul concetto di "Cittadino", a cui è strettamente collegato il diritto di voto. Una volta, per votare e avere tutti i diritti politici, bisognava anche adempiere a degli obblighi verso lo Stato. Oggi si vota in virtù delle seguenti caratteristiche:
    1) essere nati.
    2) avere più di 18 anni.
    3) saper tenere in mano una penna per fare una X.

    E non è un segreto che una gran parte dei voti siano in realtà frutto del cosidetto "voto di scambio", la cui diffusione toglie ulteriore sostanza al concetto di "diritto di voto".

    Una mia amica è riuscita a darmi una risposta per me esauriente.

    Perché non inserire nelle schede elettorali 4 domande di cultura generale prese da una banca dati, come nel caso dei concorsi?
    1 domanda giusta: il voto vale 0,25.
    2 domande giuste: il voto vale 0,50.
    3 domande giuste: il voto vale 0,75.
    4 domande giuste: il voto vale 1.
    0 domande giuste: il voto vale 0.

    Sono convinto che ciò possa scremare una gran quantità di ignoranti e che con ciò possa non solo migliorare la qualità media dei voti, ma migliorare anche la qualità media dell'offerta. Entrambe sono a livelli medi estremamente bassi.

    Inoltre, chi è VERAMENTE motivato a votare, si studia la banca dati affinché il suo voto valga 1. Ciò porterebbe al fatto che i voti dal peso maggiore siano frutto di reali convinzioni. Inoltre si escludono:
    1) quelli disposti al voto di scambio, che sono per deninizione degli stupidi, ignoranti e svogliati.
    2) coloro che propongono il voto di scambio, che sono solo dei parassiti, a loro volta degli ignoranti per antonomasia.
    3) coloro che fino al giorno prima non sapevano se votare PD o PDL e che poi tirano la moneta e che pensano - chissà perché - che sia meglio votare male piuttosto che non votare.

    Sarà anche improponibile come legge di riforma elettorale: ma sarebbe efficacissima, perché semplicissima.

    Non filtrerà la ghiaia... ma quando si ha a che fare con ammassi rocciosi...
    Ultima modifica di bartok; 14-08-13 alle 19: 00

  2. #2

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    Una sorta di diritto censitario, insomma... solo che il censo non è più socio-economico ma culturale.

    Guarda, non credo servirebbe a qualcosa sta sottospecie di quiz.
    Anche perchè ciò che dovrebbe essere misurato è, al più, la coscienza politica e sociale del mondo che ti circonda... non se conosci (faccio un pò di esempi banali) il periodo di decadimento del plutonio, il colore del cavallo di Napoleone, il tot comma del tot articolo del codice penale, e altri astrusi questionari omnicomprensivi che pretendono di valutare la cultura generale.
    E lo dico da tizio che prove preselettive, test d' ingresso e similari li ha sempre superati con voti piuttosto alti senza il minimo studio/ripasso ad hoc.
    Mi presento e "vinco".

    Altresì, sono parzialmente in disaccordo con la questione voto di scambio... nel senso: lo vedo concretamente insidioso a livello max regionale.... ma, specie se si parla di elezioni nazionali, oramai conta mooooooooooooolto di più la capacità di fascinazione del candidato premier di turno.
    Conta molto più la macchina propagandistica, insomma.
    Vuoi, dunque, fare un test d' ingresso pre-urna? Bene: trova il modo di misurare livello di plagiabilità (ce l' ha anche il dottore, e non solo lo zotico, che ti credi?) e capacità mnestiche dell' aspirante elettore.
    Sissignore, anche le capacità mnestiche, perchè uno schifosissimo difetto del nostro popoluncolo sta anche nell' avere la memoria moooooooooooooolto corta.
    Il Sonno Della Ragione Genera Mostri.

  3. #3
    Bannato
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    Votare, non è come superare un concorso pubblico.
    Ci mancherebbe altro.
    Votare è un diritto sancito dalla Costituzione e vale per tutti, ricchi, poveri, operatori ecologici
    primari di medicina, salumieri e disoccupati, laureati, diplomati o studenti lavoratori di scuole serali.
    Questo è un principio basilare di una moderna società democratica.
    Ma forse non meritiamo questo, meritiamo il bastone in testa.

  4. #4
    Vittoriosa
    Guest

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    Bartok...la tua amica mi sta simpatica
    Ma data la scarsa affluenza alle urne mi viene da credere che, tra i ragazzini che disdegnano di già lo studio scolasrico, coloro che non hanno il tempo di mettersi a studiare una banca dati (per motivi di ogni sorta, predi un padre di famiglia che lavora 12 ore al giorno, una casalinga che ha una casa sulle spalle o chessò io), gli anziani....etc etc
    Si finirebbe con l'andare in 4 gatti a votare...e addio democrazia
    Purtroppo non è solo questione di motivazione, ma di tempo, impegno da poter dedicare allo studio, ebbene si... anche memoria, come dice torcia....

    Lo so bene che essere nati ed avere 18 anni sono requisiti non proprio sufficienti, ma sta a ciascuno di noi...in quanto esseri dotati di cervello, saperlo utilizzare!che poi subire le scelte di certa gente mi roda da matti, si.. quello è vero!
    Ultima modifica di Vittoriosa; 14-08-13 alle 20: 00

  5. #5
    Maresciallo
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    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    E' da tempo che rifletto sull'opportunità che tutti votino. La domanda che immediatamente scaturisce dalla riflessione è "se non tutti votano, con quale criterio stabilire chi lo può fare?". Non riuscivo a darmi una risposta.
    Penso che valga la pena soffermarsi un attimo sul concetto di "Cittadino", a cui è strettamente collegato il diritto di voto. Una volta, per votare e avere tutti i diritti politici, bisognava anche adempiere a degli obblighi verso lo Stato. Oggi si vota in virtù delle seguenti caratteristiche:
    1) essere nati.
    2) avere più di 18 anni.
    3) saper tenere in mano una penna per fare una X.

    E non è un segreto che una gran parte dei voti siano in realtà frutto del cosidetto "voto di scambio", la cui diffusione toglie ulteriore sostanza al concetto di "diritto di voto".

    Una mia amica è riuscita a darmi una risposta per me esauriente.

    Perché non inserire nelle schede elettorali 4 domande di cultura generale prese da una banca dati, come nel caso dei concorsi?
    1 domanda giusta: il voto vale 0,25.
    2 domande giuste: il voto vale 0,50.
    3 domande giuste: il voto vale 0,75.
    4 domande giuste: il voto vale 1.
    0 domande giuste: il voto vale 0.

    Sono convinto che ciò possa scremare una gran quantità di ignoranti e che con ciò possa non solo migliorare la qualità media dei voti, ma migliorare anche la qualità media dell'offerta. Entrambe sono a livelli medi estremamente bassi.

    Inoltre, chi è VERAMENTE motivato a votare, si studia la banca dati affinché il suo voto valga 1. Ciò porterebbe al fatto che i voti dal peso maggiore siano frutto di reali convinzioni. Inoltre si escludono:
    1) quelli disposti al voto di scambio, che sono per deninizione degli stupidi, ignoranti e svogliati.
    2) coloro che propongono il voto di scambio, che sono solo dei parassiti, a loro volta degli ignoranti per antonomasia.
    3) coloro che fino al giorno prima non sapevano se votare PD o PDL e che poi tirano la moneta e che pensano - chissà perché - che sia meglio votare male piuttosto che non votare.

    Sarà anche improponibile come legge di riforma elettorale: ma sarebbe efficacissima, perché semplicissima.

    Non filtrerà la ghiaia... ma quando si ha a che fare con ammassi rocciosi...
    Sai che sono d'accordo sul fatto che il sistema di voto sia sbagliato. Ma non credo che ridurlo ad un quiz stile concorsi risolva la situazione.

    Se la mettiamo sul piano culturale, estrarre quesiti da una banca dati non premia la cultura, ma la memoria, utile e molto a scremare in un concorso, ma poco per verificare se uno sa o meno le cose.

    In secondo luogo poi, durante le elezioni hanno girato sui social network le foto di questo tizio o caio (e già lì si vede il livello mentale di una persona e tra questi c'erano perfino candidati) mentre tracciava il segno sulla scheda. Quindi non vedrei ostacoli a "copiare" facendosi passare i quesiti.

    L'idea è carina, ma il metodo per stabilire chi meriti di votare e chi no è di difficile se non impossibile soluzione..

    @FrancoDue

    hai detto: " Ma forse non meritiamo questo, meritiamo il bastone in testa"

    Parole sante non posso che quotarti. Oramai credo che fino a quando non si arriva a quel punto non se ne esce, purtroppo. E significa che la situazione è davvero grave.
    Ultima modifica di JuliaAlpin; 14-08-13 alle 19: 58

  6. #6
    ale66
    Guest

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    Nulla toglie che pur indovinando i quiz si possa incorrere nel cd voto di scambio, poi siamo sicuri he il voto del sapiente sia poi diverso.da quello dell'ignorante.

  7. #7

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    Il considerare il grado culturale un indicatore di civismo mi sembra la più grande delle illusioni.

    Ed anche il Heidegger nella sua ultima e controversa intervista ipotizzò che la democrazia liberale non fosse necessariamente il miglior tipo di governo in senso assoluto (a differenza di Franco non ha dato ipotesi alternative ma, dopo matura riflessione, inizio a sospettare che quanto detto da Franco sia la logica conclusione, anche se, in tutta onestà, non è che la cosa mi tranquillizzi molto...)

    @Bartok: onestamente quelli che studiano la kultur per la kultur poi non è che facciano proprio simpatia...
    Ultima modifica di Westindias; 14-08-13 alle 21: 14
    Un sogno per alcuni... Un incubo per altri...(Excalibur-1980)
    Confermo i miei atti e rido dei vostri giudizi. Ed ora condannatemi!

  8. #8
    Bannato
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    Assolutamente è lo stesso, collega.
    Come tu per ragioni del tuo servizio sai.
    Un illuminato professore plurilaureato e istruito in cambio dell'apertura di lauti fondi in favore delle sue cliniche private promette tot voti, centinaia, a chi di dovere se gli fornisce i fondi necessari per farglieli avere.
    E avuti i voti che servono, i finanziamenti arrivano.
    Un poveraccio disoccupato, ignorantissimo di studi, promette il suo voto e quello della sua famiglia, tre al massimo, per avere appunto il lavoro che gli manca.
    I voti se li prendono, le promesse gliele fanno, eccome, gli spiegano come darlo visto che è analfabeta o quasi, ma passate le elezioni il lavoro se lo sogna.
    Se solo riesce a dormire la notte.

  9. #9
    quantico
    Guest

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    Ne avevamo già discusso in un altro thread e la ripropongo: per me il voto uguale per tutti è un errore poiché le classi più anziane sono meno interessate a politiche strutturali e di medio/lungo periodo, le quali invece dovrebbero (il condizionale è d'obbligo) interessare le classi più giovani.

    Per favorire che salga al potere l'elettorato passivo che premia politiche di m/l termine - sempre che ci sia... - il voto di ciascun elettore attivo può essere ponderato secondo l'aspettativa di vita. Considerando anche l'invecchiamento della popolazione attiva in Italia, potrebbe essere una soluzione interessante.

    La proposta Balduzzi-Rosina, due docenti universitari in Cattolica rispettivamente di Scienza delle Finanze e Demografia economica, è strutturata come segue:

    -"Costruiamo la ponderazione su una trasformata dell’aspettativa di vita residua corrispondente a ciascuna età a partire dai dati più recenti pubblicati dall’Istat, riferiti al 2008. In base a tali dati un ventenne ha mediamente davanti altri cinquantanove anni (le scelte sbagliate di oggi possono quindi compromettere un’intera vita), mentre un settantacinquenne poco più di dieci anni (preferirà quindi massimizzare sul presente che investire sul domani).

    Sembra però eccessivo prevedere che un giovane abbia un peso sei volte maggiore rispetto a un anziano. La scala logaritmica ammorbidisce il divario. Se ricalibriamo poi i valori facendo in modo che il peso pari a 1 corrisponda ai 65enni (più in generale si potrebbe prendere l’età di riferimento per l’entrata in pensione), otteniamo un peso per un ventenne pari a 1,42 contro un peso di 0,82 per gli ottantenni"
    -

    Ovviamente il vantaggio di avere un maggiore peso oggi si tramuterà in un minor peso quando si invecchia, compensandolo.

    Le critiche più che legittime hanno per oggetto la lungimiranza del voto espresso dall'elettorato attivo più giovane. Verissimo, purtroppo. La differenza, però, è che le classi più giovani pagheranno responsabilmente loro stessi per le proprie scelte insensate, mentre le classi più anziani con le scelte sbagliate dettate dal proprio voto no. Potrebbe portare a una maggiore responsabilizzazione, no?

    L'idea della banca dati è carina, ma premierebbe lo studio mnemonico - come già detto da JuliaAlpin - e non la cultura di ciasun elettore. Sarebbe più corretto farlo senza banca dati, ma poi entrebbe in gioco il grado di scolarizzazione di ciascun individuo con le relative discriminazioni sociali e il meccanismo si complicherebbe ancora di più. Però è un'idea alternativa.
    Ultima modifica di quantico; 14-08-13 alle 21: 29

  10. #10
    Maresciallo L'avatar di Zoppo
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    Sarebbe bello che il problema si potesse circoscrivere agli italiani non istruiti, la verità è che il problema riguarda gli italiani proprio.
    Non è che uno vota i vari Cetto Laqualunque perchè ignora la consecuzio tempore o non sa risolvere la trasformata di Fourier, li vota perchè colto o non colto, è un porco come lui o spera di trarne alcun vantaggio.
    Il problema è che gli italiani non riescono a provare vergogna nemmeno nel mondo globalizzato, nemmeno se si ritrovano nella gogna di internet.

    Gli unici modi di far vivere gli italiani in democrazia senza che si facciano del male da soli, sono altri e sono i seguenti:
    1. minoritario secco con sbarramento sotto il 2%: ovvero, tutti i partiti che rappresentano più del 2% degli italiani vengono esclusi automaticamente da Parlamento e Senato e non prendono i rimborsi elettorali, così oltre a non comandare spariscono proprio.
    2. aspettare che votino in un paese civile, chi vince comanda lì e chi perde viene da noi: è comunque un sistema democratico, non facciamo danni e a Strasburgo smettono di farci le pernacchie.
    Io non lampeggio per comunicare la presenza di posti di blocco.

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