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Discussione: Raccolta dei racconti dell'ispettore

  1. #521
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    Parte quinta

    Da quel momento tutti giorni loro venire almeno una volta
    a trovarmi in mio autosalone.
    Ma mi scusi, signor Hans.
    Ma lei li conosceva da prima ?.
    Nein !.
    Ma le dissero almeno chi erano ?
    Ja, si, certamente.
    Mi dissero che erano mafiosi di Barcellona.
    Le dissero proprio così ?.
    Ja, ja.
    Uno di loro mi disse chiamarsi Nino.
    Capo di mafia di barcellona dove tutti altri obbedire lui.
    E le disse il cognome ?..
    Nein, ispettore.
    Ma io riuscito a saperlo lo stesso.
    Uhm..
    E come ha fatto ?
    Mi scusi, se glielo chiedo signor Hans.
    Ja ispettore, si.
    Vede loro per non dare nell’occhio, erano
    entrati in società con me.
    In che senso ?
    Noi fare come si dice qui, ecco, contratto, o meglio scruttura privata.
    E lei c’è l’ha questa scrittura ?.
    Ja, si.
    Si mette le mani in tasca e lo tira fuori.
    Poi me lo mette proprio davanti.
    Posso vederla ?...
    Ja, certo, herr ispettore.
    Trofia.
    Questa era la firma apposta in calce a quella dell’amico
    Teutonico alla fine del documento.
    Giorgio si avvicina.
    Glielo porgo.
    Non c’è bisogno Franco.
    Lo conosco già.
    Ma mi dica signor Hans.
    Cosa facevano esattamente i Trofia nel suo negozio.
    Cosa fare loro ?...
    Nulla.
    Non capisco.
    Ispettore ?..
    Loro venire da me.
    Guardare auto.
    Poi uno di loro vedere auto che gli piace e dire.
    Hans ?
    Questa c’è la portiamo via noi.
    Ma…pagavano ?.
    Herr Ispettore…
    scherza ?...
    Uno di loro montare su, mettere in moto ed andare via.
    Bella società che ha fatto !.
    Però non mi quadra.
    Se loro sono per come dire, suoi soci, possono
    dire anche che l’auto le prendevano in forza
    Di tale vincolo.
    Nein ispettore.
    Avere letto lei il contratto ?
    Non prevedere assolutamente cessione gatuita di auto.
    Prevedere solo loro collaborazione in acquisto e vendita di auto.
    E loro lo facevano…?
    Nein !.
    Loro solo venire a prendersi auto che piacere loro e portarle via.
    Tipo ?..
    Lancia Ferrari.
    Era auto loro preferita.
    Ma…
    Mi scusi signor Hans.
    Ma lei non si opponeva a questo loromodo di fare ?..
    Ja, si.
    Ma loro dire me che se io non d’accordo con loro,
    loro bruciare tutto.
    Lasciare me solo cumulo di cenere !.
    Ora si che quadra.
    Guardo Giorgio e lui guarda me.
    Allora signor Hans.
    Ora tutto quello che mi ha detto così a voce,
    lo deve mettere a verbale.
    No problema, herr ispettore !.
    In Germania cittadini dare massima collaborazione a Polizia.
    Altro pianeta!.
    Mi scappa di dire.
    Prendo quattro fogli di carta con relativa velina per copiare
    E li metto dentro la mia “olivetti do brasil”.
    Allora si scriveva ancora così.
    Siamo pronti.
    Gli dico.
    Cominciamo.


    Fine parte quinta.

  2. #522
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    Parte sesta

    E lui mi dice tutto.
    Lui parla e io scrivo.
    Giorgio osserva con aria soddisfatta.
    Del resto era lui che aveva scovato questa importante notizia.
    Mai presa una denuncia di estorsione così dettagliata.
    Pensavo.
    Si vede che è straniero.
    Se fosse stato uno del posto, nemmeno ci avrebbe messo piede qui in Commissariato.
    Pure se gli tiravano fuori il sangue dalle vene.
    Alla fine della battuta dell’utltimo tasto, alzo
    La testa.
    Signor Hans ?...
    Gli dico tirando fuori i fogli dalla macchina
    da scrivere.
    Abbiamo finito !.
    Ora lei deve mettere una sua firma qui, in calce ad ogni
    pagina.
    Ja, si.
    Io mettere subito mia firma.
    Lui lo fa subuto e appena finito, si alza dalla sedia.
    Herr Ispettore ?..
    Mi dica signor Hans.
    Come dovere io comportare adesso ?..
    In che senso, mi scusi.
    Loro venire da me tutti i giorni.
    Uhm..ho capito cosa vuole dire.
    Niente.
    Lei signor Hans, fare assolutamente finta di niente.
    Faccia come ha fatto sino ad oggi.
    E non faccia assolutamente parola con nessuno
    che lei è stato qui a fare denuncia.
    Mi ha capito ?..
    Ja, si.
    Io fare come da lei consigliato, Herr.
    D’accordo.
    Può andare adesso.
    Giorgio ?...
    Dimmi Franco.
    Lo accompagni tu ?..
    Ma certo ispettore.
    Io ti aspetto qui, poi saliamo su dal grande capo
    a portargli la notizia.
    D’accordo Franco.
    Il grande capo, seduto davanti a noi, dal di dietro
    della sua scrivania che sembrava la pista di atterraggio della
    portaerei Saratoga, legge e rilegge la denuncia del Crucco Tedesco.
    Ma c’è proprio il fuoco qui dentro !.
    Dice infine battendo il pugno sul tavolo.
    Questi qui li dobbiamo andare ad arrestare e per subito !.
    Calma Dottore, Calma !.
    Gli ribatto io.
    Ma Ispettore…..dice lui esitante.
    Dottore ?.
    Io penserei che è meglio che ne parli prima con la Procura.
    Vede non so dove era prima lei ad Agrigento, ma qui i Magistrati
    non gradiscono molto le operazioni di polizia fatti per sola iniziativa
    della stessa.
    E si incazzano pure.
    Lui si porta le mani al volto e ci pensa un po’.
    Ha ragione.
    Poi prende il telefono è chiama il piantone.
    Mi guardi chi è il Sostituto Procuratore di turno.
    Subito Dottore.
    E’ il dr. Bembo.
    Ha con lei i suoi recapiti ?..
    Certo dottore.
    Allora lo chiami e me lo passi subito.
    Immediatamente dottore.
    Appena suona il telefono, io e Giorgio senza dire nulla
    Ci alziamo e usciamo fuori dalla stanza com’è consuetudine
    Fare quando due “capoccioni” conversano tra di loro al telefono.

    Fine parte sesta.

  3. #523
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    Parte settima

    Passa qualche minuto.
    Noi fuori dalla porta ad aspettare.
    Poi come d’incanto, si accende il semaforo con luce verde.
    Segno che si può entrare senza rischi di sorta.
    Lui lo troviamo pensieroso.
    Ci fa segno di sederci.
    Allora Dottore ?..
    Gli chiedo subito.
    Aveva ragione lei, ispettore.
    Mi ha detto di portargli subito la denuncia
    E deciderà lui in merito.
    Ne ero convinto di questo.
    Ispettore ?...
    Ma noi gli stiamo servendo il tutto su di un
    vassoio d’argento !.
    E sbatte il pugno sulla scrivania.
    Dottore ?...
    Che ci possiamo fare.
    Lui comanda la polizia giudiziaria.
    Con questo nuovo cadice che hanno messo.
    Ma comunque lui non può arrestare, noi si.
    Per cui eventuali provvedimenti li passerà a noi
    per l’esecuzione.
    Lui ritorna a pensare.
    Poi d’improvviso ha uno scatto.
    Avete da fare adesso ?..
    Mi chiede a bruciapelo.
    No, Dottore.
    Andiamoci subito allora !.
    Dice alzandosi di scatto e prendendosi la giacca
    appesa all’attaccapanni.
    Giorgio ?...
    Si, Franco.
    Vado subito a prendere una macchina.
    Percorsi i 35 km che separano la città del capo
    da quella dello stretto, siamo già al palazzo di
    Giustizia.
    Opera dell’architetto Belgioso negli anni 30.
    Venite pure voi.
    Ci dice il Dirigente.
    In fin dei conti voi conoscete il tutto molto meglio
    di me.
    Come vuole, Dottore.
    Il Dott. Bembo era un quarantino avanzato.
    Lo conoscevo siccome era stato pretore a Patti, località
    della quale era originario.
    Infatti vedendoci, si alza e mi stringe per
    primo a me la mano siccome ero l’unico che conosceva di persona.
    Il Dirigente in effetti ancora non lo conosceva personalmente.
    Provvedo subito a fare le presentazioni.
    Dottore Laffidi ?..
    Gli dice quindi mettendosi a sedere.
    E noi seduti a sua volta davanti a lui.
    Allora, mi fa vedere questa denuncia di cui mi ha parlato ?.
    Ispettore ?...
    Mi fa il Dirigente.
    Subito Dottore.
    Eccola qui.
    Il Sostituto la prende subito e se la pone davanti inforcando
    gli occhiali.
    Se la legge attentamente, legge e commenta.
    Caspita !.
    Escalma ogni tanto andando avanti nella lettura.
    Rapina, estorsione, rapina…..
    Che le dicevo io ?.
    Lo interrompe il nostro Dirigente.
    Uhm…
    Dice il magistrato alla fine posando il foglio.
    Adesso formulerò subito le richieste al Giudice.
    Sapete, con la nuova procedura penale è lui che decide i
    provvedimenti da adottare.
    Io chiaramente chiederò la misura cautelare in carcere.
    Visto anche che qui si tratta del Top della mafia di Barcellona
    Sono anni che cerchiamo qualsiasi appiglio per fotterli.
    Adesso ne abbiamo uno e bello grosso anche !.
    Vi farò sapere.
    Detto questo si alza e ci stringe la mano.
    Grazie signori, avete fatto davvero un buon lavoro.
    Grazie a lei Dottore.
    Gli dice il Dirigente.
    Adesso la lasciamo volentieri al suo lavoro.


    Fine parte settima

  4. #524
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    Parte ottava

    E il lavoro il dr. Bembo lo ha fatto davvero
    veloce.
    Passano soli due giorni.
    Arrivato in Ufficio al solito orario mattutino, un quarto alle otto,
    trovo già Giorgio con un sorriso che gli andava da una orecchia
    all’altra, tanto era grande.
    Franco ?...
    Mi dice subito vedendomi entrare.
    Sono arrivate le ordinanze di custodia cautelare.
    Vero Giorgio ?...
    Lo anticipo io.
    Verissimo Franco !.
    Ma…dimmi, come lo hai capito ?
    Giorgio, lo ti si legge in faccia !.
    Il grande capo ci aspetta su.
    Di già ?...
    Di solito a quell’ora non c’era ancora.
    Lui era un tipo “notturno”, faceva le tre di notte in giro con la
    volante.
    Per cui se non c’erano eventi particolari, la mattina scendeva dal
    suo alloggio di servizio sito all’ultimo piano di solito verso le 9,00/9,30.
    Ma siccome quella mattina gli eventi particolari c’erano, eccome,
    era sceso alle 7 e trenta precise.
    Andiamoci subito alllora.
    Dico a Giorgio.
    Non mi tolgo neppure il giubbotto.
    Fatte le scale che portano al primo piano, tiriamo
    dritti verso la sua porta in fondo.
    Troviamo già la luce verde alla sua porta.
    Ah !.
    Finalmente è arrivato, ispettore !.
    Mi apostrofa lui vedendomi entrare.
    Veramente Dottore sono ancora le otto meno cinque …
    Lui neppure mi risponde.
    Ci fa cenno di sederci.
    Poi tira fuori dal suo cassetto una busta intestata Procura della
    Repubblica.
    Eccole qua !.
    Dice tutto contento.
    Quante sono, Dottore ?..
    I tre fratelli Trofia e due loro scagnozzi.
    Se la matematica non è un opionione, dunque sono cinque.
    Bravissimo ispettore.
    Lei non è stata una vittima della scuola dell’obbligo !.
    Come ci organizziamo Dottore ?...
    Chiamiamo in ausilio la Squadra Mobile …
    No !.
    Dice lui seccamente battendo il pugno sulla scrivania.
    Qui nell’ordinanza dice “manda la polizia giudiziaria del
    Commissariato di Milazzo per l’esecuzione.
    C’è la vediamo noi.
    Se vengono quelli, i giornali scriveranno che hanno
    fatto tutto loro.
    Questo è anche vero.
    Poi alza il telefono.
    Foti ?....
    Urla in modo tale che penso lo abbiano sentito dall’isola
    di Vulcano, di fronte a Milazzo.
    Foti ???...
    Venga subito qui !.
    Il buon Gioacchino arriva in meno di un nano secondo.
    Dottore ?...
    Foti !.
    Reperisca tutto il personale disponibile.
    Per quando Dottore ?...
    Per stanotte !.
    Qui non si deve perdere tempo.
    Abbiamo del personale in licenza e…
    Li richiami tutti !.
    Per esigenze di servizio tutte le licenze sono sospese.
    Voglio cinque squadre di tre persone guidate da un Ispettore
    o Sovrintendente per stanotte.
    Ha capito ?...
    Si Dottore.
    Dice il buon Gioacchino scrollando le spalle.
    Mi metto subito al lavoro.
    Ispettore Di Blasi.
    E guarda me.
    Appena Foti trova il personale faccia lei le squadre.
    Come lei comanda Dottore.
    Metta tutti eccetto lei.
    Io ?..
    Si, lei resterà qui con me a coordinare tutta l’operazione.
    Era un grande onore che mi dava.
    Forse aveva capito il mio impegno in quel Commissariato.
    Ci guardiamo in faccia e lui per la prima volta mi sorride.
    Poi si fa di nuovo serio e urla.
    Ispettore ?
    Vada subito da Foti e gli stia dietro !.


    Fine parte ottava.

  5. #525
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    Nona parte

    Allora Gioacchino.
    Quadrano i conti ?...
    Uhm..ispettore.
    Quattro squadre le ho fatte.
    Manca solo la quinta e ultima.
    Allora vediamo di farla.
    Mi accendo una sigaretta e spulcio il foglio con tutti
    i nomi che il buon Gioacchino aveva stilato in un elenco a parte.
    Ne mancano solo due.
    Questo non lo posso prendere, è in congedo per malattia.
    Aspetta.
    Guardo attentamente l’elenco.
    Sospendi due congedi.
    Ma ispettore….?
    Me l’hanno chiesta adducendo dei gravi motivi personali !.
    Gioacchino ?...
    Vuoi per caso fare urlare il Dottore in modo che lo sentono
    stavolta anche dalla Calabria ?...
    No, no !.
    Chiamali subito.
    Spiegagli con calma la situazione.
    Faranno solo stanotte e fino a quando si finisce.
    Poi se ne potranno tranquillamente andarsene di nuovo
    In licenza.
    Penso che per le 9,00 di mattina già tutto sarà finito.
    Lui mi guarda serio.
    Poi alza il telefono.
    Io esco fuori, sigaretta alla mano.
    Vedo Giorgio e Antonio.
    Franco ?.....Ci siamo ?..
    Mi chiedono quasi in coro.
    Quasi !.
    Rispondo.
    Foti esce dalla stanza in tutta fretta.
    Mi fa cenno di si con il capo.
    Ci siamo !.
    Dico questa volta deciso.
    Che ora gli devo mettere ?..
    Mi chiede Gioacchino.
    Le 4,00.
    Alle 4,00 devono essere tutti qui.
    Benissimo Ispettore.
    Vado a riferire al grande capo.
    Venite con me ?
    Chiedo a Giorgio e ad Antonio.
    Certo che si Franco.
    Alla porta luce gialla.
    Vuol dire ne si e ne no.
    Suono.
    La luce si fa d’incanto subito verde.
    Allora ispettore, è tutto pronto ?...
    Mi chiede subito.
    Prontissimo, Dottore !.
    Poi guarda Antonio e Giorgio.
    Abbiamo tutti gli indirizzi precisi di questi signori
    che dobbiamo andare a prendere ?...
    Tutti intendo, anche quelli di eventuali amanti !.
    C’è li abbiamo Dottore.
    Risponde Antonio tirando fuori dalla tasca un foglio pieno
    di nomi e indirizzi.
    Benissimo.
    Prima si va all’indirizzo principale.
    Se non si trova li l’interessato si lascia uno a non fare comunicare i residenti e si va
    Subito a quello successivo.
    Chiaro ?..
    Chiarissimo Dottore.
    Per ora è tutto, signori.
    A stanotte allora.
    La nottata era fresca, pur essendo primavera inoltrata.
    Le macchine erano tutte pronte, motori in modo.
    Il Dirigente ed io accanto a lui, passiamo in rassegna
    Tutti gli equipaggi pronti a partire.
    Ognuno aveva già segnato il nominativo e i recapiti di chi doveva
    andare a prendere.
    Mi raccomando Aloi.
    Dice a Ciccio, ex “Mobilino” capo della prima squadra.
    Tranquillo Dottore.
    A me non è mai sfuggito nessuno !.
    Lui gli da una pacca sulla spalla.
    Poi via.
    Una per una partono le cinque auto.
    E in men che non si dica svaniscono alla curva di Piazza Diana della
    Marina Garibaldi.
    Il Dirigente mi guarda.
    Lo vedo molto teso, come una molla che sta per scattare.
    Dottore ?..
    Qui è come stare su una portaerei.
    Noi abbiamo lanciato tutti i velivoli.
    Adesso dobbiamo solo aspettare l’esito del raid.
    Lui, sigaretta alla mano che tira come se se la volesse
    divorare, mi sorride, stavolta
    Venga Di Blasi, saliamo su nel mio ufficio e stiamo
    all’ascolto radio.
    Per la prima volta non mi aveva chiamato ispettore !.
    Pensavo.


    Fine parte nona.

  6. #526
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    Decima parte.

    Siamo seduti da più di un ora ormai.
    Lui è sempre teso come una molla.
    Guarda la radio che ha di fronte a se, come
    se implorasse che la stessa parlasse.
    Ma la radio se ne stava zitta.
    Ancora niente ?..
    Dice ad un tratto.
    Eppure gli avevo raccomandato di chiamare subito
    appena avevano novità.
    Pazienza Dottore, porti pazienza.
    Lui si richiude nel suo silenzio.
    Como Milazzo 1 ?..
    Como Milazzo 1 da Como Milazzo 2.
    La radio all’improvviso aveva rotto il suo silenzio.
    Avanti, avanti Como Milazzo 2.
    Urla lui.
    A posto Dottore.
    Il cliente è con noi a bordo.
    Benissimo, fate subito rientro.
    E’ questo è il primo.
    Dice soddisfatto fregandosi le mani.
    Piano piano chiamano tutte.
    Tutte notizie positive, trovati ed arrestati.
    Di Blasi ?...
    Mi dica Dottore.
    Come mai non chiama la Como Milazzo 4 ?....
    Non ne ho idea, Dottore.
    La chiamo io, allora.
    Como Milazzo 4, Como Milazzo 4 da Como Milazzo 1 …
    Avanti Como Milazzo 1, la 4 è in ascolto.
    Novità ?...
    Al suo indirizzo non c’era in casa, Dottore.
    Per cui stiamo verificando agli altri indirizzi
    che abbiamo.
    Accidenti !.
    Urla lui sbattendo il pugno sulla scrivania, così forte
    che casca il porta penne con il relativo contenuto.
    Como Milazzo 4, Como Milazzo 4, Scandurla, mi sente ?....
    Si Dottore, la sento.
    Cercatelo, cercatelo !.
    E’ quello che stiamo facendo Dottore.
    Però sua moglie ci ha detto che si trova a Brescia, siccome
    ha li suo padre ricoverato all’ospedale maggiore.
    Stiamo verificando gli altri indirizzi per solo scrupolo.
    A me sembrava sincera.
    Risbatte il pugno sul tavolo.
    Verficate comunque tutti gli indirizzi.
    Tutti !.
    Se non lo trovate fate rientro.
    D’accordo Dottore.
    Questo c’è scappato !.
    Urla così forte che lo sentivano penso da Lipari.
    Via Dottore.
    Quattro su cinque è già un bel risultato.
    Però…gli dico sottovoce.
    Perché non chiama il suo collega della Mobile di Brescia ?...
    In fin dei conti di ospedali maggiori li, siccome ci sono stato,
    c’è ne uno solo.
    Può darsi che Mimmo Trofia sia davvero li.
    E se si trova li, può darsi che riescano a bloccarlo subito, prima
    che venga avvisato.
    Uhm…ha ragione ispettore.
    Lo faccio subito.
    Lei intanto scenda giù.
    Cominci a preparare le stanze per dare ospitalità a questi
    facchini che stanno portando.
    Ci vado subito Dottore.
    Gli rispondo alzandomi.
    Lui contemporaneamente alza il telefono.
    Sceso giù, il piantone mi intravede.
    Ispettore ?...
    Stanno rientrando.
    Bene Giovanni, bene.
    Comincio ad aprire cinque stanze del piano terra.
    E bene che appena arrivano, sappiano subito dove
    portare i fermati.
    Fare confusione con persone in manette non è proprio il caso.
    Poi spalanco la porta del Commissariato
    E esco fuori.
    C’erano già le luci dell’alba.
    Una fresca alba di primavera Milazzese.
    Gli aerei che abbiamo lanciato, stanno tornando
    alla base.
    Pensavo.
    Missione riuscita.

    Fine parte decima.

  7. #527
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    Parte undicesima

    Cominciano a rientrare.
    Per primo arriva Ciccio,con la sua Como Milazzo.
    Scendono portandosi con loro l’arrestato.
    Ciccio ?
    Portalo alla stanza numero due.
    D’accordo Franco.
    Poi subito dopo, arrivano tutte le altre.
    Uno per uno non appena “atterrano”,
    gli dico le stanze di destinazione.
    Tempo un quarto d’ora e tutto è sistemato.
    Di Blasi ?..
    Sono rientrati ??..
    Mi giro.
    Era il Dirigente che era sceso giù a godersi lo
    spettacolo.
    Si Dottore, sono tutti rientrati.
    Benissimo.
    Ho parlato con il Dirigente della mobile di Brescia.
    Si sono già attivati.
    Se si trova li, mi ha assicurato, non se lo faranno sfuggire.
    Però, giustamente mi ha chiesto una copia dell’ordinanza di
    custodia cautelare.
    Provvede lei a fargliela avere subito ?..
    Certo Dottore.
    Gliela mando subito per fax.
    Ecco i recapiti che mi ha dato.
    Mi porge un foglio.
    Gliela invio subito.
    Cosa dicono i nostri amici ?..
    Mi chiede dopo.
    Non lo so Dottore.
    Ancora non mi sono fatto tutto il giro.
    Allora facciamolo insieme.
    Stanza per stanza, erano abbastaza nervosi.
    Vogliamo parlare con il nostro avvocato !.
    E subito anche.
    Non capiamo il perché di questo arresto.
    Era la frase comunqe che pronunciavano.
    Certo, certo.
    E’ una vostra facoltà farlo.
    Intanto fate le nomine dei vostri difensori.
    Provvederemo subito a informarli.
    Da una stanza però, arriva un commento diverso.
    Commissario !.
    Dice con molta arroganza il fratello dei Trofia che
    notoriamente era il boss comandante.
    Se avessi qui con me un mitra, vi ammazzerei a tutti !!.
    Ed alza un dito per aria facendolo roteare.
    Il Dirigente non si lascia intimidire.
    Gli si pone di fronte e lo guarda dritto negli occhi.
    Signor Trofia !.
    Gli risponde secco.
    Si risparmi certi termini.
    No, no Commissario.
    Gli replica lui.
    Dico questo solo perché le indagini non le avete saputo fare !.
    Se voi sbirri ci fottete nel modo giusto, noi “muti” stiamo.
    Ma le assicuro che stavolta non è così !.
    Lui lo guarda.
    Cala il silenzio.
    Andiamo ispettore.
    Mi dice uscendo dalla stanza.
    Che cosa voleva dire ?..
    Mi chiede.
    Abbiamo la denucia che li inchioda.
    Sa Dottore, nessun colpevole si dichiara tale.
    Figuriamoci i mafiosi.
    Salga su da me.
    D’accordo Dottore.
    Intanto notiziamo il dr. Bembo e la Questura.
    Poi…
    Il Tedesco.
    Hans ?..
    Si, lui.
    Non può restare qui.
    Correrrebbe un gravissimo pericolo.
    Occorre trasferirlo altrove, metterlo in sicurezza.
    Certamente Dottore.
    Uhm…
    Dopo che notizio il Sostituto, ne parlo con il Questore.
    Da questo momento, ogni minuto che passa può essergli fatale.
    Io scendo giù a seguire la situazione.
    Vada pure ispettore.
    I primi avvocati erano già arrivati.
    Avvocatoni del foro, altro che avvocati.
    I mafiosi hanno i soldi per poterseli permettere.
    Dovete avere pazienza.
    Gli dico.
    Aspettiamo le disposizioni del Magistrato.
    Non c’è problema ispettore.
    Mi risponde uno di loro.
    Ispettore ?...
    Mi chiama il piantone uscendo la testa dalla guardiola.
    Il Dottore al telefono !.
    Arrivo subito.
    Un breve scambio di battute.
    Poi riesco fuori dal corpo di guardia.
    Allora, signori avvocati.
    Potete solo incontrare i vostri assistiti per un breve momento.
    Ma nulla di più.
    D’accordo ispettore, ci sta bene.
    Venite, vi accompagno.

    Fine parte undici.

  8. #528
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    Parte dodici

    Apro una delle porte.
    Appena scorge l’avvocato, l’arrestato
    si alza subito in piedi.
    Avvovato ?...
    Stiamo subendo una grossa ingiustizia !.
    Ci aiuti.
    Qui le cose sono andate all’esatto contrario.
    E hanno sbattuto in galera noi !.
    Signor Trofia ?..
    Si calmi.
    Gli replica il suo difensore.
    Già in passato avete subito degli arresti con pesantissime
    accuse, eppure vi abbiamo tirato sempre fuori,
    dimostrando la vostra estraneità ai fatti contestati.
    Vedrà che anche stavoltà, sarà così.
    Sentendo quelle parole, Trofia si calma.
    Adesso esaminerò l’ordinanza di custodia cautelare
    che l’ispettore mi ha appena notificato.
    Stia tranquillo.
    Ci incontreremo non appena il Giudice darà il permesso
    per un vero colloquio difensivo.
    Ispettore ?...
    Sento urlare al piantone.
    Il Dottore, il Dottore al telefono per lei.
    Arrivo subito.
    Giorgio ?..
    Dimmi Franco.
    Continua tu.
    Vediamo cosa vuole il capo.
    Di Blasi ?..
    Salga subito su da me.
    Il tempo di abbassare la cornetta e faccio le scale
    che portano al primo piano a due a due.
    La sua porta è stranamente aperta.
    Ispettore !.
    Mi dice vedendomi entrare.
    Ho parlato con il Questore.
    Per il tedesco ?..
    Si, proprio per lui.
    Verranno a prelevarlo quelli della squadra mobile.
    E lo porteranno ad Arezzo in Toscana.
    Li c’è una sorta di albergo ove dimorano altri pentiti.
    Hanno deciso così.
    Lo notizieremo subito…
    Deve avere il tempo di preparsi le sue cose.
    Certo, certo .
    Se ne occupo lei e gli dica di tenersi pronto.
    Anche il Sostituto Procuratore è d’accordo.
    Dice che poi per la sua testimonianza si vedrà.
    Vado subito, Dottore.
    Riscendo le scale.
    Giorgio ?...
    Dimmi ispettore.
    Continuo io qui.
    Tu e Antonio dovete andare subito da Hans.
    A fare che ?..
    Ora ti spiego tutto.
    Hanno finito gli avvocati ?..
    Si, si.
    Benessimo.
    Allora organizzaimo subito la traduzione al carcere.
    Inutile tenerli ancora qui.
    Anche perché fuori si sta radunando un po’ di folla di curiosi.
    Sa, sentire cinque auto che strecciano a sirene spiegate
    All’alba, mette molta curiosirà, appunto.
    Ci sono pure i giornalisti.
    Quelli fateli accomodare nella sala riunioni.
    Se ne occuperà di loro persolamente il Dirigente.
    D’accordo ispettore.
    Via allora.
    Formiamo subito cinque equipaggi.
    Con rotta Milazzo hotel cento brande
    di Messina Gazzi.
    Subito ispettore.
    Uno dei due colleghi che avevamo fatto rientrare dalla licenza
    Mi guarda.
    Tipo, devo fare ancora molto…
    Capisco cosa mi vuol dire senza che parli.
    Sarino ?...
    Ti chiedo l’ultimo sforzo.
    L’ultimo per oggi.
    Poi puoi andartene via.
    Lui allarga le braccia.
    Tipo sempre voglia dirmi…non ho
    altra scelta vero ?...
    Gli do una pacca sulla spalla.
    Lui capisce e sorride.
    Siamo pronti ?..
    Pronti ispettore.
    Le auto sono già con i motori accesi.
    Via allora, cominciamo a farli uscire uno ad uno.
    Esco fuori.
    Effettivamente si era radunata una consistente folla davanti
    al Commissariato.
    Escono uno ad uno e vengono fatti salire a bordo delle
    Auto in loro attesa.
    Si leva un applauso da parte della gente.
    Alzo il braccio.
    E’ il segnale di accendere le sirene.
    Una ad una le auto a sirene spiegate, sgommano e vano via.

    Fine dodicesima parte.

  9. #529
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    Conclusione

    Hans giunse in Arezzo.
    Non fece nessuna considerazione a questo suo trasferimento.
    Io capire, ci disse solo.
    Ma ci disse anche che voleva i soldi previsti come premio a chi fa compiere
    Una operazione abtimafia alla polizia.
    E se li prese subito, prima di partire.
    Passò qualche mese.
    Mi chiamò il Dirigente.
    Dopo avermi invitato a sedermi.
    Si fece scuro in volto.
    Aveva telefonato il suo collega della Mobile di Arezzo.
    Al quale a sua volta aveva telefonato titolare dell’albergo di Arezzo,
    ove alloggiava Hans.
    Più o meno ci disse che non appena arrivato non aveva fatto altro che chiedere
    soldi in prestito.
    Soldi che si era guardato bene poi dal restituire.
    Che tipo ci avete spedito qui ?...
    Erano state le ultime parole del Vice Questore di Arezzo.
    E se i Trofia avessero ragione ?..
    Ci siamo chiesti.
    Piano piano stava emergendo la personalità del teutonico.
    Ci sembrò doveroso ripetere le indagini.
    E dalle stesse, emerse clamorosamente che le cose stavano all’esatto
    contrario di come Hans aveva denunciato.
    Era stato lui ad estorcere i soldi ai Trofia !.
    Tutte balle le storie che ci aveva raccontato.
    Nulla di vero.
    Saranno mafiosi, ma avevano ragione.
    Ci sembrò giusto inviare una nuova informativa alla Procura della Repubblica.
    I Trofia vennero scagionati.
    E scarcerati.
    Ad Hans venne revovato il programma di protezione.
    Non tornò più a Milazzo, ove penso avrebbe
    Avuto vita molto breve.
    Non sentimmo più parlare di lui.
    Un tedesco, un tedesco, Hans, si era preso gioco di una delle
    Cosche più potenti della mafia Siciliana.
    Detto questo.
    Mi sa che abbia raccontato un po’ tutto delle mie esperienze.
    Ma…
    Forse c’è ne una ancora da raccontare.
    Vediamo di rimetterla in ordine e poi magari di scriverla.
    Successivamente.
    Per ora vi saluto, Il vostro Ispettore.

    Hans il tedesco, fine.

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