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Discussione: Raccolta dei racconti dell'ispettore

  1. #31
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    RAPINATORI
    (E non solo quelli)
    Terza parte.


    Quel pomeriggio tornando in Ufficio, ti trovo un tipo seduto, piantonato dalla volante.
    Che roba è ?., Chiedo.
    Tanino Taghetta Ispettore, appena uscito dal carcere di Gazzi, stava rientrando a Barcellona, lo abbiamo fermato sulla nazionale.
    Gli avete trovato qualcosa addosso, sulla macchina ?.
    No !.
    Ha pendenze in atto ?.
    No !.
    Allora signor Taghetta, lei può andare.
    Ispettore, lo fa andare così ?, Mi chiede l'Assistente della volante.
    E che gli devo fare ?, Lo faccio fucilare ?.
    E' un grosso pregiudicato, ma al momento non ha nulla in corso.
    Tanto, continuo, quello è un morto che cammina.
    Non vedrà l'alba di domani.
    Era in corso lo strascico finale della guerra di Mafia di cui già ho scritto in altri racconti.
    Taghetta era uscito dal carcere ove era detenuto per omicidio, per il solito cavillo giuridico.
    La nostra legge è questa, la loro no.
    Era segnato, i Barcellonesi non glielo avrebbero di certo perdonato.
    Quella sera stessa a casa mia, ad ora tarda, mia moglie mi chiama.
    Sto sentendo il Tg, c'è stato un omicidio qui a Barcellona.
    Taghetta si chiama l'Ucciso ?.
    Ma che fai ora, ti metti a fare anche l'indovino ?, Mi risponde lei.
    Si, è proprio lui !., Così ha detto il tuo paesano, quello giornalista del tg4, Emilio Fede, Omicidio !, Ultima ora !, C'è stato un omicidio a Barcellona Pozzo di Gotto, provincia di Messina!.
    L'indomani al Commissariato mi guardano tutti come se io fossi uno iettatore.
    Nino arriva, lui viaggia da Messina.
    Salvatore gli va incontro.
    Vedo che avete già fatto squadra !., Gli dico.
    Senti, mi fa lui, ieri ho già preso contatto con l'informatore.
    Presto, saprò cose importanti.
    Lo spero, se no il Dottore ci manda a fare l'ordine pubblico al campo sportivo.
    Stai tranquillo, mi rassicura, lo sai che per queste cose ci vuole tempo.
    Sulle rapine ?...
    No, qualcosa di più grosso, ma adesso non ti voglio dire nulla, devo verificare una cosa.
    Salvatore andiamo !, e se ne va via in auto con lui.
    Saranno passate almeno tre ore, stavo a sentire l'ennesimo vecchietto alle prese con la solita questione di vicinato.
    Ispettore !, L'Havi attaccari !. (Lo Deve arrestare !)
    Non ni pozzi chiù !. (Non ne posso più !)
    Va bene, Va bene, signor Di Bella, stia tranquillo, farò subito rapporto al signor Pretore !.
    Vedrà che prenderà immediati provvedimenti.
    Rassicurato si alza e se ne va.
    Però, prima di andarsene si gira e mi dice, puntando il dito.
    Va bonu, stavota ascutai, ma a prossima vota 'nchiappu a scupetta e ci pensu
    iou !.
    (Daccordo, stavolta l'ho sentita, ma la prossima volta prendo il fucile e ci penso io !.)
    Appuntato ?...Chiamo Antonio, quello dell'Amministrativa.
    Si Ispettore.
    Di Bella per caso che ha il porto fucile ?.
    Si, Ispettore e lo rinnova regolarmente pagando tutte le tasse.
    A posto siamo !., Penso.
    Ma non finisco di pensare, che Nino entra dalla porta d'ingresso con due pistole nelle mani.
    Uno fa impressione, una 357 Pytom a canna lunga.
    Che hai intenzione di andare a caccia di elefanti ?...Gli chiedo.
    No, abbiamo fermato il nipote di Taghetta, quello ucciso ieri, Salvuccio.
    Li aveva addosso !.
    Ma proprio glieli avete trovati addosso ?.
    Non proprio, quando lo abbiamo scorto, ci ha visti anche lui ed è scappato a gambe levate.
    Posata l'auto siamo scesi e lo abbiamo inseguito.
    Le armi le ha buttate via mentre fuggiva...
    Mah....faccio io...
    Niente paura, io l'ho visto mentre le buttava via !.
    Allora siamo apposto !, taglio corto.
    Dov'è ?.
    Lo sta portando Salvatore.

    Chiaramente i nomi sono tutti modificati.
    Fine parte terza.

  2. #32
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    I RAPINATORI
    (E non solo quelli)
    Quarta parte.


    Ma scusatemi, dice lui, Salvuccio.
    Mio zio è stato appena assassinato, ed io che faccio ?..
    Non prendo le precauzioni del caso ?...
    Mi capisce Commissario ?...
    La Vice Dirigente lo guarda fisso.
    Che cosa dovrei capire ?...Signor Taghetta ?...
    Dottoressa, taglio corto io, forse voleva rendere lo stesso servizio a chi ha
    ucciso suo zio !.
    Ma quando mai !, replica lui.
    Basta !, dice la Commissario, per favore, portatelo via.
    Te la vedi tu a portarlo a Gazzi ?...(Ndr, il carcere di Messina)
    Si, mi risponde Nino.
    Il Grande capo, oggi assente, sarà contento di questa operazione ?...
    Figurati !.
    Invece che di fare ordine pubblico allo stadio, ci manderà a dirigenre il traffico all'imbarcadero per le Isole Eolie !.
    La sera dopo, due noti Giudici di Palermo, sono a cena qui a Villa Borghese,
    noto ristorante del Capo di Milazzo, ospiti niente meno che del Signor Questore.
    Chiaramente sono di servizio davanti l'ingresso del locale.
    L'Autista del Questore lo conosco, perciò conversiamo tranquilli.
    D'un tratto, Salvatore mi chiama per radio.
    Ciccio !, Franco !, Urla letteralmente.
    Rapina, rapina appena consumata alla gioielleria Tancredi !.
    Io e Nino stiamo andando sul posto, con la sua macchina persaonale, siccome non c'è ne sono altre.
    L'unica funzionante c'è l'hai tu lassù, dice.
    Ci potresti dare una mano ?..
    Arrivo subito, rispondo.
    Le sappiamo le descrizioni ?..
    Al 113, hanno dato il tipo di macchina dei rapinatori, una Lancia Delta integrale, forse l'abbiamo intravista, la stiamo tallonando, ma va troppo forte per noi !.
    Dai !, Vieni giù a darci una mano.
    Chiamo a raccolta i miei due colleghi con me,
    Andiamo !, gli dico.
    Dove ?...Mi dice l'Assistente.
    Giù !, Dico io, c'è stata l'ennesima rapina, forse stavolta ci siamo.
    Ma Ispettore...Il servizio di vigilanza qui....
    Andiamo !., Taglio corto.
    Non arriviamo neppure all'inizio della Marina Garibaldi che per radio mi chiama l'autista del Questore.
    Ispettore !., Mi fa.
    Il signor Questore vuole sapere perchè non siete più qua !.
    Che è successo, chiedo, è uscito fuori per digerire ?..
    Non sto scherzando Ispettore !.
    Ma lo sa che qui c'è stata appena consumata una rapina ?...
    Lo sa, lo sa, ma lui se ne fotte della rapina !.
    Torna subito qui !.
    Il servizio di vigilanza deve essere fisso !.
    Minaccia di farti un bel rapporto disciplinare !.
    Attacca i buoi dove vuole il padrone !, dico a Gino che guida.
    Si torna su !....
    Ispettore, il giorno che capirò la Polizia, diverrò miliardario !, mi dice Gino.
    Franco, Franco ?...Dove ******* sei...
    Urla per radio Nino.
    Sono nel paese della cuccagna, dove se magna !, Gli rispondo.
    Poi ti Spiego Nino.
    Che ******* !....
    *****, li abbiamo persi !.
    Se tu andavi alla Silvanetta, forse li prendevamo !.
    Questo posto è un imbuto, due sole vie di uscita, eravamo in due, tu bloccavi la seconda !.
    Nino ?...Ma a che serve ormai ?...
    Daccordo, mi risponde ne riparliamo poi in Ufficio !.
    Forse adesso ho sufficienti elementi per capirci qualcosa.

    Fine parte quarta.

  3. #33
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    I RAPINATORI
    (E non solo quelli)
    Quinta ed ultima parte.


    Infatti, il Pubblico Ministero ci convocò il giorno dopo.
    Allora competente era ancora la Procura della Repubblica di Messina, toccava farsi una bella passeggiata.
    Torniamo, con in tasca le ordinanze di custodia, i vecchi mandati di cattura per capirci, a carico dei due cugini, Bellaci e Piccolino, uno a cranio.
    Bellaci lo prendiamo per strada al nostro ritorno.
    Resta Piccolino, che non si trova.
    Non è che sè mangiato la foglia Nino ?...
    Non penso proprio, mi risponde lui.
    Suo cugino ci ha detto che ha sua madre che sta male, è che in ospedale con lei.
    Non gli abbiamo dato tempo per dargli comunicazione.
    Mi sembra disumano andare li adesso a prenderlo.
    Concordo, rispondo.
    Oggi pomeriggio saliamo su a Condrò, e lo prendiamo quando torna a casa.
    Quelllo stesso pomeriggio, ci mettiamo per strada.
    Condrò è un micro paesino, gli abitanti se ti siedi in piazza, li conti uno ad uno in cinque minuti appena.
    Piccolino però non lo vediamo in giro, e sotto casa sua, la sua auto non c'è.
    Sai che facciamo ?, Mi dice Nino.
    Facciamoci un altro giro, dice Nino, meglio non farci vedere troppo qui.
    Concordo, gli rispondo.
    Non facciamo in tempo a girare la prima curva che porta fuori dal paesino, e chi ci incrocia ?...
    Piccolino che sale in senso opposto diretto evidentemente a casa sua.
    Nino gli fa un cenno con la mano, che vuol dire, accostati.
    Lui, capisce a volo e si ferma sulla destra appena può.
    Che c'è Ispettori ?...Chiede
    Niente di particolare, ti dobbiamo parlare, devi venire con noi.
    Vengo, ma non fatemi perdere tanto tempo, ho mia madre in ospedale a Milazzo.
    Ti consiglio, di portare la tua macchina sotto casa tua e di parcheggiarla molto bene, gli fa Nino.
    Lui ci guarda sospettoso.
    Daccordo !, Dice alla fine.
    Parcheggiata l'auto, molto bene, come richiesto, sale sulla nostra auto e si siede dietro.
    Non gli diciamo nulla di nulla, dell'ordinanza che teniamo in tasca, lo lasciamo tranquillo.
    Lui, comincia a farci delle domande.
    Ma dove dovete portarmi ?..
    In Commissariato, gli dico io, dobbiamo farti una notifica.
    Capisco, risponde lui, ma che notifica ?...
    *********, rispondo, che hai fatto qualche richiesta per il passaporto ?....
    Ah, si !.
    Per strada, tira fuori il suo carattere spavaldo.
    Sapete, ci dice, sono in molti che mi vogliono fottere.
    Il Maresciallo dei Carabinieri della Stazione del mio paese, certi Ispettori di Polizia, ma nessuno ci riuscirà a farlo, sono troppo furbo per voi tutti !.
    Mi scappava di dirgli, Ma ne sei proprio convinto ?...Ma me ne sto zitto.
    Arrivati in Commissariato, Nino lo fa accomodare, quindi tira fuori le manette e gliele mette ai polsi !.
    Non capisco Ispettore!, Fa lui.
    Hai trovato chi ti ha fottuto !, Gli grida Nino.
    Ecco qua, e gli sbatte in faccia l'ordinanza di custodia in carcere.
    Ma Ispettori...Vi state sbagliando !...
    La sua spavalderia era ormai un lontano ricordo, è sbiancato in faccia.
    Suo cugino, che era nella stanza accanto, quella stessa sera ci dirà tutto, rilasciandoci piena confessione e soprattutto facendoci ritrovare la refurtiva di tutte le rapine che avevano commesso.
    Ne terremo conto, farò rapporto sulla tua collaborazione al Giudice !, Gli dico.
    Il Dottore e Dirigente, alla fine, fa la sua apparizione.
    Chiaramente lo avevamo tenuto informato sugli eventi.
    Ragazzi, siete stati bravi !.
    Nino, tieni pronto l'ombrello che tra poco diluvia.
    Lui mi da una mascata (schiaffone) però benevola.
    Ispettore, Ha sempre la lingua lunga lei !.
    Dai, ci dice, Carusi, (ragazzi) andiamo a farci una bella mangiata di pesce da Salamone a mare !.
    Paga lei Dottore ?...
    Mi becco un'altra mascata (schiaffone) a volo.

    Fine della storia.

  4. #34
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    MAXIPROCESSO
    Prima parte.

    Avevo ventuno anni, frequentavo allora la scuola di Polizia di Giudziaria di Brescia.
    Il corso era interessante, fatto subito dopo quello per essere ammesso nel Corpo, che avevo fatto alla scuola di Trieste, risoltosi in sei mesi di marcia avanti ed indietro in Piazza d'Armi, uno due tre..Passo !, Moschetto modello 91 in spalla, e i tre mesi successivi al giuramento, a fare ordine pubblico in tutto il Nord Italia, alla bisogna.
    Scherzosamente, attendendo alla fine del corso i trasferimenti, dicevo di aspettarmi come minimo il reparto celere di Milano.
    Però poi, la maturità classica che avevo e la frequenza di un corso di laurea con molti esami già superati, mi avevano dato una mano.
    Scuola POLGAI (Polizia Giudiziaria) di Brescia, così c'era scritto accanto al mio nome, nel foglio appeso all'albo dei trasferimenti.
    Qui almeno, a Brescia, ti insegnavano davvero a fare il poliziotto, a fare la pratica di strada, le volanti, e soprattutto le indagini, il pane della Polizia, insomma.
    Venivano a farci lezione dei Magistrati, degli specialisti molto preparati, ed il Medico Legale della città..
    Ricordo questo che quando ci mostrava delle diapositive delle autopsie che faceva, si esaltava, Guardate che bella ferita da taglio !...Mentre noi, eravamo quasi al limite del vomito.
    Poi si coreggeva, Bella ferita nel senso professionale, intendo !.
    Insamma, tutto filò liscio dal 10 ottobre 1977al 16 marzo 1978.
    Quel giorno, cambiò un po' la nostra vita.
    Eravamo quella mattina, a fare addestramento sul piazzale, quando qualcuno urlò, Venite !, Venite !......
    Venite a vedere !, Venite !.
    Tutti interrompemmo quello che stavamo facendo, per recarci dentro la sala convegno, ove esisteva l'unico televisore a colori, rarità per l'epoca, acceso sull'edizione straordinaria del Telegiornale.
    Le immagini che arrivavano erano davvero sconvolgenti.
    Agguato in via Mauro Fani a Roma.
    Massacrata la scorta, rapito l'Onorevole Aldo Moro, proprio mentre si apprestava ad andare alla Camera dei deputati, per presentare il suo nuovo governo.
    Le auto della scorta messe di traversoper strada, i colleghi per terra, coperti da pietosi lenzuoli.
    I colleghi intervenuti, dagli sguardi smarriti, il telecronista che non riusciva a trattenere l'emozione.
    Man mano che i colleghi arrivavano al televisore, si creò un atmosfera spettrale, dapprima il silenzio, tutti a guardare quelle immagini davvero sconvolgenti.
    Poi, pian piano, subentra la rabbia, qualcuno grida..
    Bastardi !....Vigliacchi !...Infami !....
    Il Maresciallo, cerca di smorzare, Via ragazzi, noi qui ci addestriamo apposta, proprio per fronteggiare situazioni del genere.
    Ma lo sconforto ci assale.
    Non passa che solo qualche giorno, che nella bacheha di compagnia, esce un foglio di servizio.
    Preparsi, domani mattina si parte per Torino, ove comincia il Maxiprocesso alla colonna storica delle Brigate Rosse.
    Quella di Renato Curcio, per intenderci.
    Portarsi roba di ricambio al seguito almeno per tre giorni.
    Questa la conosco, dico, leggendo l'avviso.
    Quando ci dicono tre giorni, saranno per lo meno tre settimane !.
    Via, su, andiamo a fare i bagagli che domani si parte.

    Fine parte prima.

  5. #35
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    MAXIPROCESSO
    Seconda ed ultima parte.

    Infatti, come volevasi dimostrare dopo un mese ancora eravamo li, a Torino.
    Alloggiavamo al Reparto Celere, in via Veglia.
    A me tutto sommato mi era andata bene, nel senso che ero finito nelle "Dore", cioè le scorte che si facevano in borghese.
    Altri invece erano andati aggregati alle volanti, in divisa.
    Torino in quel periodo, era una città in stato di assedio.
    Il maxiprocesso si svolgeva alla ex caserma La Marmora, sita nel centro, ricordo proprio vicino al carcere delle Vallette, per consentire l'arrivo rapido dei processati.
    Sacchi di sabbia dappertutto, soldati con mitragliatori in mano, centinaia di persone aggregate da tutta Italia.
    Anche qui mi era andata bene.
    C'erano volanti formate da personale tutto aggregato da fuori, infatti ogni tanto si sentiva per radio, Volante 35, portatevi subito in Corso Siracusa...
    Risposta del capo equipaggio...Scusa Sala Operativa, io nun so manco 'ndo me trovo, come faccio ad arrivare lì ?...
    Io invece, avevo un agente della squadra mobile di Palermo, chiaramente aggregato, di nome Gioia, ma se lo guardavi in faccia avevi ben altra impressione, e soprattutto un appuntato che anche se di origine pugliese, da molti anni abitava a Torino, sicchè conosceva molto bene i posti.
    E questa circostanza, ci salvò probabilmente la vita.
    Il nostro scortato era un decano degli avvocati Torinesi, lui, alla sua allora veneranda età, era stato designato d'ufficio per uno dei processati, che dichiarandosi prigionieri politici, rifiutavano la nomina del difensore di fiducia.
    Ma siccome nel nostro ordinamento la difesa è obbligatoria, occorreva dargli lo stesso un avvocato difensore d'ufficio, che puntualmente erano stati tutti minacciati di morte.
    Fortunatamente, data appunto l'età, andava in giro molto poco, per di più la mattina, un salto in Tribunale, poi al maxi processo, ed alla fine se ne tornava a casa e in linea di massima non ci usciva più sino al giorno dopo.
    Ma noi, per disposizioni, si doveva stare sempre sotto casa sua.
    Così anche quella sera, mentre contavo i minuti che mancavano, noia mortale, con Gioia che non spiccicava una parola e l'appuntato che anche lui non vedeva l'ora di tornarsene a casa, Improvvisamente, la Sala Operativa dell Questura. lancia l'allarme per radio.
    A TUTTE LE VOLANTI !....A TUTTE LE VOLANTI !...Portatevi subito in largo Xy...incrocio YX...
    Segnalata auto sospetta, con tre pesone a bordo e fate molta attenzione, sono armate !....
    Io e Gioia, ascoltiamo impassibili, ma l'Apuuntato ha un sussulto.
    Ma è qui !...Qui !, Proprio il posto dove siamo noi !....
    Gioia, scende subito dall'auto, e mette la pistola alla mano.
    Io resto ancora confuso, prendo l'M12 in mano, stringo bene il cursotto antipriettile.
    L'Appuntato è visibilmente nervoso.
    Ci guardiamo attentamente intorno...ma non vediamo nulla di anomalo.
    Tempo qualche minuto e ci puntano i fari addosso !.
    E da più direzioni...
    Sono quei fari che una volta erano messi sulla cappotta delle volanti, praticamente ti accecavano.
    POLIZIA !, URLA UN ALTOPARLANTE !....NON VI MUOVETE !...
    SIETE CIRCONDATI !
    Ho un attimo di panico..., l'auto segnalata, eravamo proprio noi !...
    Ma l'Appuntato con grande sangue freddo, grida a più non posso..
    FERMI !...FERMI !....SIAMO VOSTRI COLLEGHI !.....
    AVVICINATEVI PURE E CONTROLLATE !...
    MA PER CARITA' NON SPARATE !...
    SIAMO COLLEGHI IN SERVIZIO DI SCORTA !....
    In quattro, si avvicinano con i mitra spianati, le luci mi abbagliano, distinguo solo loro, ma chissà quanti c'è ne saranno attorno.
    Noi tre, siamo con le mani bene in alto.
    ECCO !, Grida l'appuntato !, ECCO !.... Il tesserino !...
    Qualche altro secondo, poi guardano la nostra macchina, non ci si può sbagliare, Ma Siete davvero colleghi ?.......
    No, siamo pericolosissimi terroristi !.....
    Risata generale ed abbracci a più non posso.
    Pericolo scampato !.

    Fine della storia.

  6. #36
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    VESPRI SICILIANI
    Parte prima

    Dopo tanti anni prettamente operativi, mi ero deciso a cambiare posto.
    Nella mia cittadina, per opera di Carmelo Magno, suo Sindaco e Senatore da molti lustri, era stato aperto finalmente il Tribunale, con la relativa Procura della Repubblica inclusa, ufficialmente per disimpegnare quello di Messina, visto che la metà dei processi di Messina, riguardavano appunto Barcellona e zone collegate, cioè Milazzo ed Isole Eolie, la cui litigiosità è proverbiale.
    Correva l'anno 1992.
    Nel 1989, il Codice di Procedura Penale, risalente al lontano 1931, era finalmente stato cambiato.
    Esso prevedeva l'assegnazione diretta della Polizia Giudiziaria al Pubblico Ministero, che ne era il Capo Assoluto e che dirigeva adesso in prima persona tutte le indagini.
    Cioè, il personale delle varie aliquote delle forze di Polizia, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, erano poste direttamente alle dipendenze del suo Ufficio.
    Chiaramente non mi faccio scappare l'occasione, ed infatti mi presento proprio il giorno dell'apertura della Procura, il 25 maggio 1992 dal Procuratore, che telefonando al Signore Dottore e Dirigente del mio Commissariato di Milazzo, gli aveva detto, Sa Dottore, in attesa che formino ufficialmente le Sezioni di Polizia Giudiziaria previste al codice, mi manda qualcuno ?...
    Io ne ho urgentemente di bisogno, per fare partire l'Ufficio.
    Lui,il Signore e Dottore, non aveva avuto esitazioni, mi chiama e mi dice, Domani mattina, Ispettore, si presenti dal Procuratore della Repubblica di Barcellona e veda che ******* vuole.
    Lapidario e comunicativo come sempre, pensai, ma non aspettavo occasione migliore.
    L'indomani, puntuale come una cambiale, mi presento davanti a lui.
    Il suo Ufficio è ancora in fase di allestimento, praticamente ha solo la scrivania e la sedia, e gli operai che lavorano attorno a lui.
    Non ci sono neppure i telefoni, l'unico mezzo di comunicazione è il suo cellulare, uno dei primissimi, di quelli grandi quanto il telefono di casa e che pesava mezzo chilo.
    Solite cose all'italiana, penso, prima ancora di fare gli Uffici si istituiscono i Tribunali.
    Mi guarda, è molto gentile, a differenza del mio Dottore e Dirigente.
    La strage di Capaci era stata appena consumata, C'è una emergenza criminale in corso, mi dice.
    Lei se la sente a collaborarmi ?...
    Con vivo piacere !, gli rispondo.
    Non gli dico che lo faccio, si è vero anche per curiosità di capire finalmente come funziona un Ufficio Giudiziario, ma anche perchè abito a soli 300 metri di distanza e finalmente posso posare la macchina in garace e farla dormire anche di giorno.
    Ho chiesto lei, mi dice, perchè vedo che verbalizza abbastanza bene e conosce la realtà del posto.
    Mi serve gente come lei.
    Si era informato bene sul mio conto, pensavo.
    A sua disposizione Consigliere !... gli dico.
    Consigliere vuol dire Consigliere di Corte di Cassazione, è un alto grado della Magistratura.
    La prima cosa che le chiedo, mi fa, è quella di fare innanzitutto da Pubblico Ministero di udienza.
    Sa, gli avvocati che fanno i Pubblici Ministeri onorari per ora sono in fase di nomina, mi servono subito persone che vadano in Pretura a sostenere l'accusa per nostra delega.
    Allora e fino al 2005, gli Ufficiali di Polizia Giudizairia, potevano rivestire questo incarico.
    Non c'è probelma !, Rispondo.
    E chi l'ha fatto mai ?...Pensavo terrorizzato...Ma ci proverò.
    Intanto entra un altro futuro componente la Sezione, che aspettava fuori.
    E' Angelo, Appuntato dei Carabineri, designato dall'Arma con un Vice Brigadiere a formare questo manipolo di componenti provvisori della Sezione di Polizia Giudiziaria, a disposizione del Procuratore.
    Ci conosciamo, lui è a Milazzo, fa la Radiomobile.
    Pensi che dovremmo abituarci all'idea che Polizia e Carabinieri devono finalmente collaborare ?....Gli chiedo uscendo dall'Uffcio ove si apprestava entrare lui ed il Brigadiere per andare a presentarsi.
    Penso proprio di si, Ispettore !..
    Mi risponde lui.

    Fine parte prima.

  7. #37
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    VESPRI SICILIANI
    Seconda parte.

    Le stragi del 1992, avevano lasciato il segno.
    Si decise, di inviare l’esercito in Sicilia, a sorvegliare gli obbiettivi sensibili.
    Lo scopo era quello di disimpegnare le forze di polizia ordinarie e permettere così
    il loro rafforzamento per sorvegliare il territorio.
    Vespri Siciliani, questo il nome che si trovò per questa operazione.
    Così, una mattina arrivato alla Procura, che era considerato per ovvi motivi obbiettivo sensibile,
    scorsi uno scenario tipo guerra del Libano, Beirut 1982.
    Due garitte con due militari in assetto di guerra, mitragliatori alla mano e giubbetto antiproiettile
    indosso, sacchi di sabbia a mo di trincea protettiva, proprio davanti il portone d’ingresso.
    Un altro gruppo di soldati, in tuta mimetica faceva la ronda giorno e notte attorno all’intero perimetro dello stabile, che era molto grande, siccome oltre la Procura della Repubblica, ospitava l’intera allora Pretura Circondariale.
    Sono arrivati i nostri !, Mi scappo di dire.
    Con il tempo ci abituammo, però agli inizi, vi assicuro, facevano davvero impressione.
    In una pausa dell’Udienza, l’Avvocato penalista e principe del foro Lo Grasso, guardando
    la scena, così commentava.
    Ma tu guarda a che punto siamo arrivati !...
    Se siamo arrivati a questo punto, risposi, dobbiamo dire grazie ai vostri clienti.
    Era noto, che lui difendeva tante persone in odore di mafia.
    Non mi rispose, ma mi guardò di traverso.
    I soldati erano militari dell’allora leva, della naja per capirci.
    In effetti stare 24 ore a sorvegliare un edificio, anche se facevano i turni doveva essere
    palloso.
    Ogni tanto di notte, sparavano a dei presunti “fantasmi”, così toccava alzarsi dal letto
    per andare a vedere che ******* stavano combinando.
    Ombre !, Abbiamo visto delle ombre !, Ne siamo sicuri !.
    L’ha dietro, nei cespugli !...
    Abbiamo intimato l’alt, come procedura !...
    Poi abbiamo sparato.
    Alle spalle dell’edificio, sito su di un verde colle ex convento dei padri brasiliani, c’era
    infatti una fitta vegetazione e di notte era tutto al buio e non si vedeva un accidente di niente.
    Dopo una ricognizione, concludo che sarà stato qualche cane randagio.
    Il Procuratore mi guarda e mi chiede l’opinione ed io gliela dico.
    Si può fare questa vita Consigliere ?...
    Una notte si e l’altra pure questi fanno esercitazione di tiro.
    Sa, la non passa mai nessuno, però….
    Il giorno dopo vengono piazzati in fretta e furia proprio alle spalle, in cima al colle, dei fari che la sera e di notte illuminano a giorno tutta l’area.
    Così almeno siamo tornati a dormire in santa pace.
    Una mattina, arrivando, vedo una piccola folla davanti all’ingresso.
    Il cancelliere, appena mi vede, dice, Proprio a voi aspettavo.
    La Polizia Giudiziaria.
    Guardo meglio, la vetrata del suo ufficio, una finestra stile basiliano 1600 è completamente infranta, cocci di vetro sparsi per il piazzale antistante.
    Il suo ufficio è proprio davanti all’ingresso, accanto alle garitte dei soldati.
    Qualche bastardo si è passato il tempo !...
    Guardi che roba !...Mi fa.
    I soldati di guardia sono impassibili.
    Ma se c’erano loro presenti, come è stato possibile ?...
    Mi domando.

    Fine parte seconda.

  8. #38
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    VESPRI SICILIANI
    Terza parte.

    Vado verso la garitta, caccio fuori il tesserino e mi presento.
    Lei era qui di guardia stanotte ?...Chiedo al soldato.
    No, io sono montato alle 7,00 di stamane Signore !
    Chi c’era prima di lei qui di guardia a fare la notte ?..
    Non lo so signore, sa noi non ci conosciamo tutti !.
    Va bene, non sai come si chiama ma lui non ti ha dato le novità ?...
    Quali novità Signore ?...Non capisco !.
    Le consegne, intendo, non vi passate le consegne ?...
    Si che c’è le passiamo, Signore !.
    Ed allora, non ti disse se era accaduto qualcosa, tipo la rottura di questa vetrata durante il suo turno di servizio stanotte ?..
    Non mi ha detto nulla Signore !.
    Intanto era arrivato anche Angelo e lo informo dell’accaduto.
    Che ne pensi ?..Gli chiedo.
    Quello che pensi tu !, Mi risponde.
    E cioè ?...
    Non è possibile che non abbiano visto niente.
    Ne parliamo con il Procuratore quando arriva, taglio corto.
    Vediamo cosa ne pensa lui e che cosa ci dice di fare.
    Infatti non appena arriva il Procuratore e lo informiamo sull’accaduto.
    Questa storia non mi è chiara ma si deve risolvere presto !., Ci dice.
    Il mio collega Pretore Dirigente, dato che la stanza del Cancelliere è di pertinenza della sua Pretura, Mi sta tormentando al telefono da stamattina quando mi sono alzato.
    Pensa ad attentati vari e cose del genere.
    Ispettore !, Chiami subito il loro Comandante che gli voglio parlare.
    Sa Consigliere, gli dico, noi della Polizia ormai siamo civili….per cui…
    Appuntato ! Dice deciso allora il Procuratore ! , Rivolgendosi ad Angelo che è Carabiniere.
    Mi convochi subito qui il Comandante di questi soldati !-
    La nostra finestra da proprio sul piazzale ove stanno le garitte, Angelo si affaccia e vede
    la loro ronda proprio sotto di noi.
    Caporale ?...Gli grida.
    Può chiamarmi al telefono ?...
    Tempo qualche secondo ed il nostro telefono squilla.
    Caporale, gli fa Angelo, mi dia il numero telefonico del suo comandante !.
    Non glielo posso dare Appuntato !...La sua risposta.
    Perché non può darmelo caporale ?...Gli chiede Angelo.
    Perché è un numero militare !.
    Detto questo riattacca.
    Angelo si innervosisce e comincia a dire parolacce.
    Io lo guardo e gli dico.
    Ma scusa, tu sei un Appuntato dell’Arma dei Carabinieri vero ?...
    Si ! , La sua risposta.
    Voi Carabinieri non siete Polizia Militare ?...
    Certo che si !...
    Allora tu, sei un suo superiore gerarchico ?...Scendi sotto e fagli il pelo e contropelo !.
    Non ho finito di parlare che lui scatta giù per le scale come un gatto.
    Ritorna poco dopo con il numero telefonico che cercavamo.

    Fine parte terza.

  9. #39
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    VESPRI SICILIANI
    Quarta ed ultima parte.

    Il Capitano era un tipo tutto di un pezzo.
    Non so se definirlo un invasato oppure un esaltato.
    Me ne ricordava un altro, conosciuto anni prima durante il servizio di vigilanza ai seggi elettorali, quando stavo al Commissariato a Milazzo.
    Ero appunto di servizio di vigilanza ai seggi elettorali della città, quando mi chiama un nostro agente di servizio ad uno dei seggi, dicendomi che il soldato di servizio con lui aveva la febbre a quaranta e stava malissimo e rimetteva in continuazione.
    Sul posto trovo l’Ufficiale, Il loro capitano, che era evidentemente arrivato prima di me.
    Nessun problema ispettore !.....
    Guardando il giovanissimo militare, gli dice:
    Va bene, lunedì, quando finisci il tuo servizio, marcherai visita !....
    Quel giorno era sabato…Questo poveraccio deve morire forse qui ?...Pensai tra di me.
    Il secondo militare , mi avvicina e mi sussurra all’orecchio.
    Lunedì non gli farà marcare visita, siccome dobbiamo partire per andare a fare il campo di addestramento in Sardegna !.
    Collega ?... dico all’Agente che sta di servizio come capo posto al seggio.
    Si Ispettore !.
    Chiama subito l’ospedale e fai venire una ambulanza.
    Capitano !...Gli dico.
    Il servizio deve essere svolto da personale che gode di piena efficienza fisica, e questo soldato non rientra in questa categoria.
    Il regolamento parla chiaro.
    Non disse nulla, ma lo vidi storcere il naso contrariato.
    Ma tornando al nostro baldo Capitano del momento, accompagnato dal suo sergente maggiore, che mi pareva a vista persona più di esperienza e soprattutto più di raziocinio, subito mi disse :
    Se mi avete chiamato per la vicenda della vetrata rotta al vostro cancelliere, vi assicuro che
    ho già parlato con tutti i soldati di turno stanotte, e nessuno ne sa nulla.
    D’accordo !., Taglio corto.
    Che ne dice se adesso ai suoi soldati ci parlo io ?...
    Voglio il foglio di servizio di stanotte, adesso io e l’appuntato qui presente prepariamo gli inviti
    formali che vi faremo recapitare a mezzo Radiomobile dell’Arma.
    Mi devono raccontare, minuto per minuto, cosa hanno fatto stanotte, e come è possibile che si rompe una vetrata proprio sotto il loro naso, e loro non hanno visto nulla !.
    Naturalmente, informerò la Procura della Repubblica del Tribunale Militare di Palermo, dell’esito
    di questi interrogatori !...
    Lui, sentito questo, si alza senza scomporsi , e dice, Sergente, Andiamo !.
    Glielo farò avere al più presto l’elenco, ispettore !.
    Questo qui non ha capito una ******* !, dico ad Angelo.
    Ma è normale.
    Passa mezz’ora, e mi chiama al telefono il sergente maggiore.
    Ispettore ?...
    Ci possiamo vedere ?...
    A disposizione, l’aspetto qui, ma venga da solo.
    Avevo visto giusto.
    Il Sergente maggiore è un padre di famiglia.
    Ispettore, mi fa.
    Sa, la sera i ragazzi non sanno come passare il tempo, e quindi organizzano partite di calcio improvvisate.
    Le due garitte, sono la loro porta !.
    E magari, un tiro sbagliato a centrato la vetrata della cancelleria… vero è ?...
    Dico, calando il carico da undici punti.
    Dico questo, siccome non abbiamo trovato…l’arma del delitto !...
    Ci ha visto preciso !.... La sua risposta.
    Via Ispettore !, Quanto costa questo vetro ?...
    Sono ragazzi, non li rovini !, La prego !...
    Vedo tutti loro come fossero miei figli !....
    Paghiamo noi interamente il danno e non se ne parla più, è d’accordo ?....
    Gli stringo la mano.
    Sei un galantuomo, gli dico.
    Tranquillo, il caso finisce qui.
    Sai, mi dispiaceva solo in questa storia, quello di essere preso per il **** !.
    Io volevo dirtelo subito, mi fa, ma sia l’ Ufficiale…. quello…..
    Ti capisco collega !.
    Detto questo, andiamo tutti al bar a prenderci una bel caffè.

    Fine della storia.

  10. #40
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    I RAGAZZI DELL’ORATORIO
    Prima parte

    Quel lunedì mattina come tutte le altre, giunsi in Commissariato alle 7,45 in punto.
    Arrivando vedevo che c’era un po’ di movimento.
    Il Piantone era più agitato del solito e mi aspettava con ansia, proprio davanti
    al portone.
    Cos’è successo, Mansell ?...
    Enzo lo chiamavo così perché in quell’epoca c‘era un pilota di formula uno
    che fracassava spesso in gara la sua monoposto, cosa che Enzo era solito fare con le sue auto
    personali e quelle degli altri che investiva spesso e volentieri.
    Ispettore !, C’è una situazione !.
    Avanti dimmi, anzi…. vediamo se indovino….
    Uno ha scoppiato la gomma della sua auto e non sa che deve fare ?...
    Gli dico così, perché i piantoni erano famosi per non assumersi nessuna responsabilità.
    Non appena avevano qualsiasi chiamata, la smistavano subito ad un superiore, come fa il
    calciatore che non sa giocare e si libera subito della alla non appena la riceve.
    Ispettore !, Lei scherza sempre, ma la cosa vidissi (veda) che cosa seria è !.
    Ieri serà, qui in Marina accadde un accoltellamento ed un giovane venne appunto
    accoltellato a morte.
    Ed io perché non ne sono stato informato ?...
    Perché era inutile che la informavo !.
    Intervennero i Carabinieri e fermarono già i tre presunti assassini.
    Da ieri sera c’è li hanno in Caserma.
    D’accordo, ma io ho necessità di sapere i dati, devo subito fare la segnalazione
    In Questura, abbiamo almeno le generalità ed i particolari ?.
    La volante di turno 19,00/24,00, redasse regolare relazione che trovasi sul suo tavolo.
    Beh, almeno questo…
    Il Dottore è stato informato dell’accaduto ?...
    Il Digente ?....Signorsì.
    E che disse ?...
    Che lui stamattina viene più tardi e che intanto se ne deve occupare lei.
    E ti pareva, pensai.
    E’ arrivato Nino ?...
    Sissignore, è con Salvatore al bar a prendersi il caffè.
    Glielo hai detto questo fatto ?..
    Sissignore.
    Che disse ?..
    Che quando arrivava lei ne parlavate.
    Ho capito, qui tutti aspettavano me !.

    Fine parte prima.

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