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Discussione: Capodanno in piazza: in servizio.

  1. #1
    VxVendetta
    Guest

    Predefinito Capodanno in piazza: in servizio.

    Mettersi la divisa per andare in servizio non è come mettersi un abito qualsiasi. Ci vuole la giusta dose di atmosfera e di autoesaltazione, giusto per dare un motivo al fatto che stasera sarai lì a correre invece che a divertirti con gli amici. Non è un servizio qualunque. E' il capodanno. 30Mila persone previste in piazza. E tu li.

    Seven Nation Army dei Whyte Stripes va benissimo.

    E' come un rito. Pantaloni rossi, polo bianca, bandiera italiana sul colletto e sul bordo delle maniche,sul cuore la scritta Croce Rossa Italiana. Maglione di lana pesante blu chiamato amichevolmente "celerino" perchè ricorda appunto quello dell'omonimo corpo di polizia, eccetto gli stemmi ovviamente. Anfibio nero, elastico a tenerlo sollevato dai pantaloni: lui regge i tagli, loro no. Giacca rossa, catarigfrangenti ovunque, patch col nome a destra. Giaccone pesante blu, con imbottitura, patch con le qualifiche a destra, a destra, un ridicolo stemmino che nemmeno tutti i volontari capiscono: delegato,o, quando in servizio di soccorso, caposquadra. Cinturone con la dotazione individuale: kit di pronto soccorso, coltello da soccorso, guanti, cellulare, chiave di casa, documenti.

    Passando davanti lo specchio sembro un misto tra un operatore dell'Anas (i pantaloni) e un agente di Polizia Locale con la divisa vecchio ordinamento (il giaccone blu). Certo l'immensa croce sulla schiena aiuta a ricordarmi che sono sempre un soccorritore. Per tacere delle mille altre croci sparse sul petto e sulle braccia.

    A San Marco arrivo per primo: facile, io abito a 20 minuti a piedi dalla piazza, mica arrivo da Mestre come i colleghi. Un saluto agli agenti di Polizia Locale, che hanno la porta del comando davanti la corte interna che conduce al'ambulatorio.
    "Ciao come va?"
    "Tutto bene"
    "Dal redentore che non ci vediamo"
    Nemmeno tempo di finire i saluti che un funzionario in borghese mi chiede di entrare: un bengalese è caduto mentre lo seguivano, temono complicazioni. Una banale botta sul ginocchio, un po' di ghiaccio, si alza in piedi e firmato il verbale torna a casa.

    Esco e intanto il resto della squadra è arrivato: il dottor B, M, l'altro caposquadra che non conosco ma vedo essere il commissario di Noale (aveva anche lui il grado),la terza squadra e ovviamente l'equipaggio dell'idroambulanza. Il dottor B è del corpo militare, il saluto esce da solo, così come nei confronti dell'Infermiera Volontaria.

    Briefing squadre e consegna radio: l'ambulatorio è Alfa Mike (ambulatorio medico) noi squadre siamo semplicemente Sierra 1-2-3 (sierra sta per SAP, ma Sierra Alfa Papa è effettivamente lungo da dire). 3 volontari per squadra: capoequipaggio, addetto DAE, radiofonista e portazaino. Peccato che dei 3 io sia l'unico ad essere abilitato DAE e l'unico ad usare bene la radio. OK, no problem, io tengo tutto il materiale, un collega apre strada col fischietto e il terzo porta lo zaino.

    10 e 20. E' il momento della cena, ancora nessun intervento. Una volta avevamo una convenzione con uno dei migliori ristoranti di Venezia, poi un giornalista ci vide cenare li e pensò bene di infiammare tutti i quotidiani della città sullo sperpero di denaro pubblico per nutrire i volontari della Croce Rossa. Poco importa che il proprietario fosse marito di una signora del Comitato Femminile e ben gentile di offire. Da allora solo catering a cura di VME, che applica l'unico filtro del prezzo. Oggi sugo senza pasta e carne bianca con fagiolini. Tutto gelido, tanto per fugare il dubbio di essere stato appena desurgelato con un rapido passaggio al microonde del servizio catering dietro il palco, dall'altra parte della piazza. Manco ci danno l 'acqua. Si torna a chiederla, e si pretende un'intera cassetta di bottiglie.

    Il primo intervento viene quasi da solo, mentre la piazza si riempie: un ragazzo ha bevuto troppo ed è collassato. Alle 11 e 40 la situazione si muove: tutte le squadre fuori. Noi dobbiamo raggiungere la piazzetta Leoni, all'altro capo di San Marco, e recuperare una ragazzina di 12 anni, crisi di panico ci dicono. La piazza è gremita. 20Mila? Minimo il doppio. Ci spingono di lato. Per passare si deve urlare, il fischietto non basta. Siamo immersi nella folla, pochi millimetri tra una persona e l'altra, la sedia portantina che sembra più una ruspa. Due iniziano a litigare davanti a me. Un urlo, secco "PIANTATELA, SUBITO!", più che il soccorritore ora a parlare è il futuro poliziotto, già in più graduatorie. Obbediscono e la smettono. 10 minuti per fare 10 metri, mentre una ragazza pensa bene di svenirmi dritta in sedia e un'altra in braccio.
    "FERMI!"
    Esigo 20 centimetri attorno alle due ragazze.
    "Respira, un respiro profondo, tranquilla, non è nulla."
    Non li chiedo, i centimetri, li ordino e li ottengo, ma nel frattempo nella calca ho perso il collega col fischietto.
    "Alfa Mike da Sap 2, siamo bloccati sotto l'orologio, impossibile raggiungere la piazzetta, chiedo supporto immediato!"
    Il supporto parte, io riesco a portare la sedia portantina con la ragazza numero 1 e a trascinarmi dietro la numero 2 (e relativi fidanzati) in un angolo tranquillo. Gli faccio fare due respiri profondi. Le devo lasciare li. Il supporto ha preso la ragazzina, dall'altra parte di piazzetta Leoni, ma noi si deve tornare indietro.

    Le transenne di emergenza sono state scavalcate e ora la folla riempie anche quelli che avrebbero dovuto essere le nsotre vie di fuga, lungo il perimetro della basilica. Ad un certo punto la strada è completamente bloccata, ci tocca scavalcare, un tizio si arrabbia, forse sono il decime che gli appare alle spalle dalla transenna, mi ferma mentre scavalco e tenta di ributtarmi.
    "Giù le mani, la vedi la croce?!" ma guarda che mi tocca fare "Un passo indietro, che ora arriva la barella".
    Ed arriva davvero, anche se per scendere rischio di volare di faccia.

    Tornati in ambulatorio si stenta a riconoscelro: la gente è accampata dentro e fuori. Ubriachi, certo, ma anche contusi di ogni genere. In piazza è iniziato il lancio di petardi e bottiglie, mezzanotte è appena passata. Al centro, davanti il palco, la gente scaraventa petardi sui cumuli di bottiglie rotte. Scoppiano lanciando nell'aria cocci di vetro. Ormai le squadre sono sfaldate. Non ci sono più Sierra 1-2-3, non ci sono barelle o sedie portantine. Si prende il primo presidio che si trova e i primi colleghi e si parte, senza mai fermarsi.
    Una ragazza col piede tagliato da un coccio.
    Un'altra che ha preso una bottiglia in testa.
    Un marocchino ubriaco.
    Ci chiama la polizia: tre persone stanno male in una calle di uscita, si corre, si stabilisce il più grave, o forse semplicemente l'unico che non risponde ma che allo stesso tempo non sembra semplicemente dormire.
    Lo lasciamo in una brandina di fortuna nell'atrio del laboratorio e ci si accinge a tornare a prendere altri due, ma ecco arrivare un tizio trafelato: ci racconta di un ragazzo che scivolando è caduto su una bottiglia rotta e si è aperto la fronte.
    Nuova corsa, sangue stavolta, un po' ovunque, a terra, sul viso e sugli abiti. Garza e fasciatura veloci e via.

    Sembra non finire mai, gli interventi si accavallano uno sull'altro, corriamo qui e li a prendere gente mentre i ragazzi dell'ambulatorio non sanno più dove metterli. Addirittura una corsa la facciamo col telo portaferiti: le barelle e le sedie portantine sono infatti tutte occupate. Fortuna che ci aiutano i carabinieri.

    Verso le tre e mezza la situazione sembra calmarsi. Non ho avuto nemmeno il tempo di mandare un sms alla mia ragazza o di telefonare a mia mamma per gli auguri. Mentre rimedio arriva un nuovo paziente: 17 anni, strafatto e ubriaco, con lo stuolo di amici, la morosetta e il fratello pugile. Lo adagiamo su una brandina accanto un altro ragazzo bengalese ubriaco. Non si sa nemmeno come tra questo e il fratello del 17enne scoppia un alterco e dividerli è tutt'altro che facile. Fortuna che uno dei due era sulla barella e che la ragazzina ci mette un po' di buon senso. Il ragazzo bengalese crolla sulla brandina e inizia a tremare tutto. Mi occupio io di lui e del ragazzino. Saturimetria a posto, mentre controllo anche fratello e amici, che dietro la loro spavalderia sono a loro volta instabili e impauriti.

    Nel frattempo uno degli altri si è svegliato: un altro bengalese, ben piantato, mi pare di ricordare di averlo portato dentro io, è fastidioso, quasi violento, tenerlo seduto è un'impresa. Rimangono ora, alle 4 e 20, una mezza dozzina di persone. L'ambulanza di porta via il bengalese collassato, il ragazzino intanto si riprende e il fratello maggiorenne firma per farlo uscire prendendosi tutta la responsabilità. Il medico, sentiti i genitori, accetta e lo dimette.

    Rimane ora quello agitato, che continua a peggiorare, tenta di alzare le mani, lo fermo,ma spontaneamente mi viene la posizione di difesa, o almeno,quella che ad un corso mi è stata spacciata come tale. Sembra capire e si allontana di due passi. Un altro si sveglia, ha freddo, chiede di essere portato dentro, al caldo. Eseguo e, mentre spingo la sedia portantina, il violento pensa bene di aggredire il medico, non sapendo che è un medico, si, ma anche un ex militare, e che quasi 70 anni non bastano a renderlo un vecchio. E guai se si leva gli occhiali.

    Esco dall'ambulatorio e trovo l'ubriaco violento steso a terra col dottore sopra, le braccia bloccate dietro la schiena e il ginocchio del medico sulle vertebre, tuttavia continua a scalciare. Nemmeno un secondo e lo raggiungo, bloccandogli le gambe a terra, mentre uno dei ragazzi dell'ambulanza chiama la polizia. Uno di meno da portare per i ragazzi dell'idroambulanza. Ci alziamo in perfetta sincronia con i poliziotti che chinandosi prendono il nostro posto finchè non smette di agitarsi.

    Un arresto in Croce Rossa. Assurdo. Non è il primo,ma è sempre assurdo.

    Alle 5 il dottore mi da la libera uscita. Ormai eravamo rimasti solo lui, io, due volontari della squadra dell'ambulatorio e l'infermiera. L'ultima corsa dell'ambulanza, per il rientro, li riporterà anche a casa, tanto è di strada.

    38 interventi. 24 paia di guanti in lattice, tanto che le mani sono bianche e screpolate. 2 litri di acqua.

    Torno a casa per la città ridotta a un cumulo di cocci di vetro e vomito incrostato sui muri, per tacere dell'orina e non solo ad ogni angolo. Nemmeno voglio sapere di cosa può essere sporca la divisa. Me la levo ancora prima di entrare, riponendola su un sacco che mia mamma ha lasciato fuori apposta. Doccia.

    Capodanno in servizio. Senza Chiara, in montagna con amiche (e altri miei colleghi CRI che però sono rimasti in libertà) che non so come a capirmi. Come sono fortunato ad avere lei. Unica.

    Sono felice, e, sinceramente, anche un po' fiero di me stesso. Sono un soccorrittore e lo sarò sempre, ma so anche che sarò un poliziotto. Perchè ho le mie graduatorie, perchè ho altri 3 concorsi davanti, perchè lo sento dentro di me.

    Il 2013 è iniziato con una vittoria: aiutando gli altri, facendo il mio dovere e rispettando il giuramento fatto alla Croce Rossa e alla Repubblica Italiana che con la mia patacca scarlatta rappresento.

    Finito il mio resoconto, penso proprio che ora andrò a dormire.

  2. #2
    IspGinko
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    Che esperienza! ... congratulazioni V, per esserti messo a disposizione del prossimo la sera della vigilia, la stessa che migliaia di persone hanno trascorso a festeggiare. Buon 2013 e buona fortuna per il tuo futuro!

  3. #3
    Capitano L'avatar di joenna
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    E pensare che ieri sera dovevo andare in piazza
    Non chi comincia ma quel che persevera

  4. #4
    Bannato
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    VXVENDETTA...Un saluto e i migliori auguri di Buon Nuovo Anno..e tanto rispetto!

  5. #5
    Utente Expert Protezione civile L'avatar di Zanzo
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    Complimenti!
    Davvero.

    Complimenti per quello che fai, per lo spirito con cui lo fai e anche per come lo racconti.

    E complimenti alla tua ragazza perchè ti sopporta nelle tue passioni.

    La compagna di un Poliziotto è rassegnata alle assenze del partner perchè vengono vissute come inevitabilmente facenti parte dello specifico lavoro, le assenze dei volontari invece....


    Te lo dice uno che ha la fortuna di stare con la stessa persona da 25 anni, che è PC da più di 20 (e che ha trascorso Pasqua 2009 in Abruzzo, il pranzo di Natale 2011 in divisa in attesa della chiamata per l'esondazione dell'Isonzo, l'anniversario di matrimonio 2012 in Emilia, tanto per ricordare le ultime "gravi mancanze ai doveri familiari"), che anni prima passava le domeniche in PS o in supporto a manifestazioni sportive con la CRI e che prima ancora è stato Carabiniere ausiliario....
    Zanzo, Carabiniere dentro..
    I cattivi vincono quando i buoni rinunciano ad agire!

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  6. #6
    Caporale L'avatar di eriador
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    Citazione Originariamente Scritto da VxVendetta Visualizza Messaggio
    Mettersi la divisa per andare in servizio non è come mettersi un abito qualsiasi. Ci vuole la giusta dose di atmosfera e di autoesaltazione
    [...]
    Sono felice, e, sinceramente, anche un po' fiero di me stesso. Sono un soccorrittore e lo sarò sempre, ma so anche che sarò un poliziotto. Perchè ho le mie graduatorie, perchè ho altri 3 concorsi davanti, perchè lo sento dentro di me.

    Il 2013 è iniziato con una vittoria: aiutando gli altri, facendo il mio dovere e rispettando il giuramento fatto alla Croce Rossa e alla Repubblica Italiana che con la mia patacca scarlatta rappresento.
    Hai una certa vena poetica, V, te l'hanno mai detto?!
    O intrepide Sorelle di Carità, correste a portare conforto ove la gloria si tinge del sangue vermiglio dei martiri, ove spesso la Diva severa discende a rapire gli eroi!

  7. #7
    Maresciallo L'avatar di bemboz
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    Non avevo letto questa discussione,
    davvero un bellissimo racconto, in CRI siete veramente forti!
    ma se non sbaglio mi sembrava di aver letto da qualche parte nel forum che sei anche infermiere?
    Saluti

  8. #8
    VxVendetta
    Guest

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    No hai letto proprio male

  9. #9
    Sergente L'avatar di balentini
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    Rende,La Maddalena,il mondo
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    Che circo equestre V!!! In bocca al lupo per tutto,il talento dello scrittore mi sa che lo hai...vorrei avere la pazienza di scrivere ciò che ho passato anche io...
    "o comandi,o ti fai comandare,o te ne vai fuori dai piedi"
    "voi siete np/ms,andrete per mare a salvar naufraghi,ed io saro' sempre qui....a salvare le vostre anime" (un mio Insegnante di p.g. con la I maiuscola)

  10. #10

    Predefinito

    Fortuna ci siete voi ragazzi, i miei complimenti per ciò che fate!!!

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