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Risultati da 51 a 60 di 74

Discussione: PER GLI APPARTENENTI - Memorie dei finanzieri in servizio

  1. #51
    Maresciallo L'avatar di carabiniere
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    onore a tutti i caduti delle varie armi, ma comunqu è successo per incidente o per attentato o qualc del genere??
    non ne sapevo niente fino a d ora

  2. #52
    Soldato L'avatar di ValerioGTurbo
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    onore al finanziere caduto...onore anche al suo collega ferito gravemente

  3. #53

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    onore al finanziere morto e a tutti i colleghi morti in sevizio...onore...

  4. #54
    Maggiore L'avatar di Victor
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    Aggiornamento:
    A proposito di questa vicenda accaduta alla fine dell'anno scorso,il finanziere ancora in vita,ha riportato gravissime lesioni alla colonna vertebrale (divisa a metà quasi per intenderci) e ormai passa la sua vita steso.Peccato davvero per un uomo atletico come lui,di 190cm rimanere (quasi sicuramente per sempre) steso in stato immobile.
    Che Dio benedica lui e la sua famiglia,e che possa passare il resto dei giorni nella maniera piu serena,per quanto sia possibile farlo.
    Ultima modifica di Victor; 28-06-09 alle 00: 24
    NEC RECISA RECEDIT

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    *Sanzioni Disciplinari

  5. #55

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    nn avevo piu sue notizie... grazie victor
    ...Il CuOr3 Ha S3mPr3 RaGiOn3...


    Quando leggerano la nostra storia si chiederanno ,chi siamo stati, con quanto valore ci siamo battuti, con quando ardore abbiamo amato ,se mai si racconterà la mia storia, si dica che ho camminato coi giganti. Gli uomini sorgono e cadono come grano invernale, ma questi nomi non periranno mai...

  6. #56

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    Che Dio lo benedica e gli doni la forza di andare avanti, Onore e lui, dal profondo del mio cuore.
    A.M GdiF 82° Corso Valsugana II
    "Candida Pro Causa Ense Candido"

  7. #57

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    in questi casi non ci sono parole....
    10° Corso AA. FF.

  8. #58

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    onore e gloria

  9. #59

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    Onore.

  10. #60
    Utenti Storici L'avatar di The Wizard
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    Predefinito Ricordi... UNA VIA, DUE FIAMME GIALLE...

    Un bellissimo racconto di un ex finanziere...

    Era il mattino del 5 ottobre 1957 allorché, dopo una parca e veloce colazione ed aver salutato i miei genitori, uscii di casa e mi diressi verso la vicina Statale n.16 o Adriatica dove, all'opposto angolo destro con la strada che sale verso il ponte del Reno, si sarebbe fermata la corriera che mi avrebbe portato a Bologna. Avevo partecipato al concorso per entrare nel Corpo della Guardia di Finanza e, dopo parecchi esami fisici ed attitudinali, non mi restava che superare un altro piccolo esame ed alcune semplici prove dopo le quali fui informato di essere stato arruolato e che, passata la notte presso il Comando del Gruppo Provinciale di Via Masini, dove in quel momento mi trovavo, sarei partito la mattina seguente per raggiungere la Scuola Alpina di Predazzo in Provincia di Trento. In quella circostanza il Comandante del Gruppo avanti il quale eravamo raccolti, Maggiore Italo Poli, disse: "Chi è Natali?". Imbarazzato ed allarmato mi alzai e risposi: "Io". L'Ufficiale mi guardò brevemente e a chiare parole disse: "Lei è l'ufficiale arruolato della Provincia di Ferrara e Rovigo, vedremo!".
    Il giorno seguente, unitamente ad altri ragazzi futuri colleghi, salimmo sul treno diretto a Nord accompagnati da un Maresciallo. Dopo Verona e Trento scendemmo a Ora (Auer) per salire su un trenino di fiaba che infilata la Val di Fiemme iniziò lentamente la pittoresca salita raggiungendo Cavalese, Tesero e finalmente Predazzo dove dopo alcuni minuti entrammo nel cortile-piazza d'armi della Scuola Alpina. L'anno successivo, Fiamme Gialle sul bavero, ero finanziere ed anche il primo del vecchio Borgo "Cievga", allora via Trento (quale abbinamento!) e adesso via Natale Gaiba (altra coincidenza di iniziali e fatti storici poiché il martire Gaiba era amico di mio nonno). Venni assegnato alla Tenenza del Brennero ed ivi incaricato in servizio al valico stradale che a quei tempi registrava, nei periodi estivi, un traffico giornaliero di oltre diecimila automezzi in entrata ed in uscita. Alcuni anni dopo la mia partenza da Argenta, lasciò il Borgo mio fratello Nelusco per la Marina Militare e, più tardi per la Guardia di Finanza, l'amico fraterno e di infanzia Bruno Bolognesi (soprannominato Pinguèn, ossia Pinguino per la sua freddolosità) che abitava a circa 20 metri dalla mia casa.
    Al Brennero si indossava l'uniforme invernale con cappello alpino tutto il tempo dell'anno a causa delle pessime condizioni climatiche caratteristiche del passo più settentrionale d'Italia. Ricordo che nell'inverno del 1959, passai la notte in servizio al valico stradale, in uscita dallo Stato, mentre il termometro segnava gelido, la temperatura di -29 ovvero ventinove gradi sotto lo zero, che è un freddo quasi polare. Oltre ai disagi del freddo e della neve si aggiunse una notizia che circolava su canali confidenziali, ma che inquietava in modo allarmante: il terrorismo altoatesino minacciava di uccidere un finanziere o un carabiniere del Brennero. Il disagio era quasi insopportabile quando si era di turno alla garitta nord, uno stretto abitacolo non riscaldato quasi in mezzo ai binari e a poche decine di metri dal confine, verso est, immerso nel buio più profondo mentre chi vegliava era sotto la luce diretta verso il basso che, provenendo dalla vicinissima cabina di scambio delle FF.SS., rendeva facile bersaglio chiunque si trovasse in quello spazio. All'inizio dell'estate fu necessario dare l'avvio ad un particolare servizio previsto da una "carta periodica annuale" (C.P.A.) chiamato "Ricognizione cippi di confine". Il servizio veniva eseguito da vari gruppi ad ognuno dei quali veniva assegnato parte del territorio e la prima ricognizione iniziò dal cippo che si trovava a ridosso della sbarra di confine del valico stradale in entrata nello Stato. Rilevata l'integrità del cippo iniziale, si passò al valico ferroviario posto un poco più ad est: qui la linea di confine correva lungo i binari ed i cippi si trovavano in una piccola botola in muratura e coperta da una lastra in ferro, movibile, in mezzo ai binari tra una traversina e l'altra. Successivamente fui inviato in pattuglia alla ricognizione di Passo Vizze (Pfitscher Joch), ubicato a 2.300 metri di altitudine. Partimmo in jeep di buon mattino verso Vipiteno (Sterzing) e quivi, dopo aver voltato a sinistra o verso est, imboccammo la Val di Vizze (Pfitscher Tal) girando poi verso il confine nord, diretti alla Brigata di San Giacomo (St.Jakob) in Vizze da cui dipendeva il Distaccamento estivo e stagionale di Passo Vizze. Dopo una breve sosta al paesetto di San Giacomo, che si trovava all'altitudine di 1.500 metri, imboccammo una ripida e sconnessa carrareccia che per la sua impraticabilità, fummo costretti a scendere dal mezzo e proseguire a piedi. Dopo mezz'ora di cammino arrivammo al Distaccamento. Il fabbricato era in legno e lateralmente, a pochi metri, c'era un laghetto (lillipuziano e da favola) la cui acqua era di un
    meraviglioso blu: in quella giornata di sole splendente i raggi riflessi sull'acqua ci abbagliavano piacevolmente facendoci sentire al di fuori del tempo, come in un magico sogno di fanciulli. Poco distante c'era il valico, senza alcuna sbarra perché classificato agricolo e stagionale e non idoneo alle funzioni doganali: poteva però consentire l'alpeggio del bestiame nei tempi consueti. Dopo una breve sosta e ricognizione dei cippi più visibili ed accessibili, si riprese il cammino per il rientro in mezzo al candore della neve consolidata specie nelle zone meno soleggiate, quando ad un tratto ci trovammo sopra un ripido costone dal quale si scorgeva, più in basso, la strada del rientro. Valutammo il rischio di prendere la scorciatoia per arrivare prima e camminare meno: la maggior parte del gruppo ponendosi sul ciglio del costone e sedendosi sulla cassa del M.A.B. (moschetto automatico Beretta) ben tenuto fermo dalle mani che stringevano la canna, alla guisa di Befana sul magico manico di scopa, si lasciò risucchiare dal vuoto, scivolando su quel concavo letto di neve che sembrava una parentesi appoggiata sul monte. Furono momenti di felicità quasi infantile e confidenziale libertà con la natura incontaminata! Nella serata rientrammo stanchi ma appagati dal naturale spettacolo offertoci dalla natura in una piccola fetta della nostra vita. Nel 1960 partii per la Scuola Sottufficiali di Ostia Lido (Roma) e l'anno dopo, al termine del corso d'istruzione durante il quale c'era stata la sfilata per l'Esposizione di Torino "61" con la presenza del Capo dello Stato, Gronchi ed il campo estivo in Pietraporzio di Borgo San Dalmazzo (Cuneo), fui assegnato a Trieste e poi al confine slavo di Monfalcone e Gorizia, e dopo a Vicenza. Successivamente fui inviato a Milano in servizio al Nucleo Regionale di Polizia Tributaria di via Fabio Filzi n.42. Fu lì che nella serata del 23 maggio del 1966 al rientro da un servizio appresi dalla TV del corpo di guardia posto all'ingresso dell'edificio, la notizia di un attentato avvenuto in Alto Adige.
    Una stretta al cuore ed un amaro presentimento che mi faceva temere per Bruno. La dirompente e drammatica verità non tardò ad evidenziarsi, gettando nel dolore più profondo l'Italia tutta ed in particolare la gente del suo vecchio Borgo che l'aveva visto crescere corretto, modesto e virtuoso.
    Lo porto presente in me col doppio affetto di un amico e finanziere.

    Colonnello in pensione della Guardia di Finanza


    by A.N.F.I.
    <<State attenti ! Qualcuno potrebbe cercare di vendervi la fontana di Trevi. E magari riuscirci.>>
    U.R.

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