"[...] Sentimmo Buogo che chiamava: “Cenci! Cenci! Tenente Cenci!”. E Cenci, dal suo caposaldo, gridare: “Buogo! Di’, Buogo! come si chiama la tua fidanzata?”. E ripeteva: “Come si chiama la tua fidanzata?”. Buogo disse un nome. Mi misi a ridere assieme agli alpini che erano con me. Il nome di una donna, di una fidanzata, il nome italiano di una ragazza gridato così nella notte mentre sparavano i mitra russi e i moschetti italiani! E gli alpini ridevano. Diavolo! Chissà che bella ragazza era, e morbida, ed elegante. Altro non poteva essere la fidanzata di un tenente, e così pareva anche dal nome. Immaginavo i due tenenti a farsi le confidenze nella tana guardando le fotografie. Ma un nome gridato così nella notte!
Avevo capito perché Cenci voleva sapere il nome della ragazza. E tutti quelli che avevano sentito ridevano. Anche i russi di certo dovevano averlo capito. Diavolo! Piantiamo qui tutto, ci sono tante belle ragazze e vino buono. Loro hanno le Katiuscie e le Maruske e la vodka e campi di girasole; e noi le Marie e le Terese, vino e boschi d’abeti."
Ecco Tenente Cenci, è arrivato a baita. Ci arriveremo tutti.
Zaino a terra Vecio!
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