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Discussione: Gli Eroi fanciulli

  1. #1
    quantico
    Guest

    Predefinito Gli Eroi fanciulli

    In tutte le campagne di guerra che ha affrontato, il nostro Paese ha sempre schierato - consapevolmente o meno - decine di ragazzini di 14/15/16 anni che partiti volontari combatterono valorosamente sui principali campi di battaglia.

    Leggendo diversi libri, sfogliando le prime pagine della "Domenica del Corriere" ai mercatini domenicali, guardando i filmati dell'Istituo Luce ne ho trovati diversi. Pochi, per ora.

    Mi piacerebbe condividere con voi le loro storie e, sicuramente, grazie al vostro contributo si potranno far rivivere le loro gesta conoscendone altri.



    Il primo è Sergio Bresciani.


    Il 10 Giugno 1940, con l'entrata in guerra dell'Italia, Sergio Bresciani, classe 1924, tenta la prima delle tre fughe che lo porteranno a soli 16 anni, nel 1941, a imbarcarsi clandestinamente su una delle unità navali dirette a Tripoli, in Nord Africa.

    Assegnato temporaneamente come avanguardista piantone e servente al 3° Reggimento Artiglieria Celere, Divisione Pavia, Sergio si guadegnerà le stellette sul campo, al fronte.

    Durante le dure battaglia per la conquista di Tobruk, l'avanguardista Bresciani combatterà duramente con i suoi camerata fino a guadagnarsi le tanto agognate stellette, acquisendo lo status di volontario artigliere a una delle batterie della Divisione.

    Per le azioni eroiche compiute durante i combattimenti, l'Eroe fanciullo verrà decorato anche con la Croce di Ferro tedesca di IIa Classe e proposto per due decorazioni al Valor Militare.

    Combatterà fino al 1942, quando, in piena battaglia, l'autocarro su cui viaggiava colpirà una mina che trancerà di netto la gamba di Sergio. Per le ferite riportate in combattimento, morirà il 4 Settembre 1942.

    Decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare, riposa per l'eternità a Quota 33 a El Alamein additando agli italiani, nella buona e nell’avversa fortuna, il cammino dell’onore e della gloria.

    -"Avanguardista sedicenne, fuggito di casa per accorrere sul fronte libico, portava nella batteria che lo accoglieva la poesia sublime della sua fanciullezza eroica. Sempre primo nel pericolo, rifiutava qualsiasi turno di riposo, riuscendo in ogni occasione di superbo esempio ai camerati più anziani. Durante una giornata particolarmente aspra, in cui il suo reparto veniva sottoposto a violentissimo tiro di controbatteria, in qualità di tiratore dell’ultimo pezzo rimasto efficiente, in piedi continuava a sparare fino all’ultimo colpo al grido di: “Viva il 3 Celere “. in altra azione di guerra, colpito dallo scoppio di una mina che gli recideva una gamba, sopportava con stoica fermezza la medicazione e, prossimo alla fine, pronunciava stupende parole di amor patrio, rammaricandosi di doversi separare dal reparto e dai compagni. Splendida figura di eroe fanciullo, simbolo purissimo della virtù della gente d’Italia.

    Marmarica - Egitto (A.S.), marzo - dicembre 1941; maggio - settembre 1942."
    -

    La pista che porta al Sacrario di El Alamein è dedicata a lui.
    Ultima modifica di quantico; 30-06-12 alle 15: 44

  2. #2
    quantico
    Guest

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    Il secondo è Vittorio Montiglio.


    Vittorio nacque in Cile nel 1903 a Valparaiso, nel lontano Cile, da una famiglia italianissima emigrata in America Latina dopo lo scoppio del primo conflitto mondiale. Ultimo dei quattro figli del Conte Montiglio di Montiglio, Console Italiano in Cile, i suoi fratelli parteciperanno anche loro al conflitto mondiale subendo ferite con mutilazioni permanenti.

    Nel 1917, a soli 14 anni, si imbarcherà clandestinamente su una nave diretta in Italia portando con sè documenti falsi per arruolarsi come volontario della classe 1899. Dopo 53 giorni di navigazione Vittorio giungerà in Italia dove sarà arruolato come volontario e assegnato al 7° rgt. Artiglieria da fortezza.

    Durante il conflitto, verrà trasferito al 6° Alpini, III° Reparto d'Assalto Fiamme Verdi. Ardito a 15 anni.

    Destinato al corso Ufficiali, sarà nominato S.Tenente a 15 anni e Tenente a soli 16. Nel 1925 verrà decorato con la Medaglia d'Oro al Valor Militare per le sue ardite ed eroiche azioni in Italia - Coni Zugna, Battaglia del Solsitizio e Vittorio Veneto - e in Albania nel 1919. E' la più giovane MOVM della Grande Guerra.

    -"Nato nel lontano Cile, da famiglia italiana, educato ad alti sentimenti di amor patrio, l’animo conquiso dagli eroismi e dai sacrifici della nostra guerra, la cui eco giungeva a lui attraverso le lettere dei due fratelli volontari al fronte, quattordicenne appena lasciò la casa paterna e sprezzando pericoli e disagi venne nella sua Patria. Nascondendo colla prestanza del fisico la giovane età, si arruolava nell’Esercito, e, dopo ottenuta l’assegnazione ad un reparto territoriale, per sua insistenza, veniva trasferito ad un reparto alpini d’assalto, ciò che era nei suoi sogni e nelle giovanili speranze. Sottotenente a quindici anni, comandante gli arditi del battaglione “Feltre”, partecipò con alto valore ad azioni di guerra, rimanendo ferito. Di sua iniziativa abbandonava l’ospedale per partecipare alla grande battaglia dell’ottobre 1918, nella quale si distinse e fu proposto al valore. Tenente a sedici anni, fu inviato col reparto in Albania, dove, in importanti azioni contro i ribelli, rifulsero le sue doti d’iniziativa, non fiaccate dalle febbri malariche dalle quali venne colpito. Nella stessa località,nelle insidiosi correnti del Drin, dava prova di elevata sensibilità umana e di civili virtù. Magnifica figura di fanciullo soldato, alto esempio ai giovani di che cosa possa l’amore alla propria terra.

    Italia-Albania, giugno 1917-giugno 1920."
    -

    Vittorio parteciperà all'Impresa fiumana con i Legionari di D'Annunzio. Tornato in Italia richiederà e otterrà il trasferimento in Aeronautica, iniziando il corso di pilotaggio a Ghedi. Qui, Vittorio verrà aggredito da una banda di comunisti - Vittorio Montiglio fondò alcune sezioni che si trasformarono poi in Fasci di Combattimento - che lo feriranno gravemente, offendendogli la mano sinistra e non permettendogli più di prendere il brevetto da pilota.

    Amico fraterno di Guido Keller, morirà con lui nel 1929 in un incidente d'auto insieme a Giovanni Battista Salina.

    Qui potete trovare diverse immagini dei funerali della MOVM Montiglio e del Capitano Guido Keller e Giovanni Battista Salina. In questo link, invece, il video (muto) dei funerali.
    Ultima modifica di quantico; 30-06-12 alle 16: 54

  3. #3
    quantico
    Guest

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    Il terzo è Alberto Riva di Villasanta.


    Alberto, classe 1900, nasce e cresce a Cagliari in una famiglia nobile, di stampo militare.

    Figlio del Maggiore Giovanni Riva di Villasanta, Comandante della Brigata Sassari, decorato con due MAVM e caduto in combattimento a Monte Fior nel 1916, nipote del Tenente Alpino Antonio caduto ad Adua nel 1896 e cugino di 3 fratelli caduti tutti nella Grande Guerra (Ten. Antonio Costa, Magg. MAVM Carlo Costa e S.Ten. MAVM Giovanni Costa), Alberto fuggirà di casa appena diciassettenne per arruolarsi volontario.

    Assegnato al 90° Reggimento Fanteria, combatterà in prima linea sul Piave e sull'Isonzo. Dopo aver frequentato con successo il corso Ufficiali e promoso S.Ten. a 17 anni, sarà assegnato all'8° Reggi. Bersagliere. Indosserà le fiamme cremisi. Ardito.

    Decorato durante la Battaglia del Solsitizio con una Medaglia d'Argento al V.M., combatterà arditamente per la Vittoria finale e cadrà mezz'ora prima dell'Armistizio, il 4 Novembre 1918, alla testa del suoi arditi dell'Ottavo al Trivio Paradiso, a soli 18 anni.

    Era destino che l'ultimo Caduto nella Grande Guerra e l'ultimo Eroe dovesse essere il più giovane e il più puro.

    Motivazione MAVM.

    -"Nelle operazioni per la conquista dell'Isola Caserta,sul Piave, alla testa di un plotone di arditi dava prova di grande arditezza e di alte virtù militari, disimpegnando un delicato compito affidato al suo reparto e cooperando a respingere furiosi contrattacchi dell'avversario

    Piave,14-15 agosto 1918."
    -

    Motivazione MOVM conferita motu proprio da S.M. Re Vittorio Emanuele III.

    -"Adolescente ancora, trasse volontario alla guerra assumendone i rischi maggiori. Comandante gli arditi di un reggimento bersaglieri, fu valoroso fra i valorosi. Delle più rischiose imprese, primo a chiedere l’onore, spesso prevenne l’ordine con l’esecuzione, ed al suo reparto, provato ad ogni cimento, fu ognora esempio di sublime eroismo. Con fede ardente nella vittoria, nei giorni che precedettero l’offensiva della riscossa riuscì a trasfondere nei suoi uomini quella forza ed energia combattiva che fu consacrata sul campo da una magnifica gara di eroici ardimenti. Nel passaggio dei Piave e della Livenza, respinti, con infrenabile ardore, violenti contrattacchi, sempre primo fra i primi, bello di sublime furore, seppe con audace fermezza trascinare le sue truppe in vari travolgenti assalti, sbaragliando ovunque il nemico. Pochi istanti prima della cessazione delle ostilità, infrante in un supremo attacco le disperate difese avversarie, cadde gloriosamente sul campo, esempio magnanimo di sacrificio per la grandezza della Patria.

    Piave - Livenza - Tagliamento, 27 ottobre -4 novembre 1918."
    -

    La figura eroica del S.Ten. MOVM Alberto Riva di Villasanta fu esaltata da D'Annunzio nel suo stile:

    -" Chi sono gli eroi del paradiso? [...]

    Ecco un giovane Italiano, ecco un adolescente, Alberto Riva della casata di Villa Santa, un italiano di Sardegna, diciottenne. Suo padre era caduto nella battaglia il 7 giugno 1916. Quattro dei suoi consaguinei erano caduti nella battaglia. Al suo fianco un suo fratello era stato ferito. E non gli bastava. Stirpe più che ferrea silenziosa sublimità sarda,eroismo dalle labbra serrate, sacrifizio senza parola. L'isola non s'è rinsaldata al continente? C'è tuttavia il Tirreno tra noi e quel masso d'amore? Al passaggio del Piave, al passaggio della Livenza, questo fanciullo aveva operato prodigi, conducendo il reparto d'assalto dell'ottavo reggimento bersaglieri. Il 4 novembre all'ora precisa dell'armistizio, cadde anch'egli alla testa dei suoi arditi, colpito nell'atto del balzo, per spingere la vittoria più lontano, per più accostarsi a quelli che ci aspettavano, a quelli che ancora ci aspettano.

    Aveva diciott'anni anni. Ha diciott'anni anni. Ma è il nostro capo.

    Tutti lo seguiremo. Ditelo! Gridatelo!"
    -

    Alberto è sepolto a Redipuglia accanto a suo padre.


    Nel vecchio Sacrario su Colle Sant'Elia i due erano sempre sepolti uno accanto all'altro ed era presente un'epigrafe che recitava:

    - "Guardami il petto Babbo e sii contento" - "Alberto più che mai di Te fiero mi sento" - "E la povera Mamma lasciata tutta sola?" - "Un'altra Madre, Italia, di noi la racconsola". -
    Ultima modifica di quantico; 30-06-12 alle 20: 14

  4. #4
    Moderatore L'avatar di gagliardi
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    grazie, quantico, per questi bellissimi profili

  5. #5
    Wiseman
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    Sugli Attenti, un minuto.

  6. #6

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    Che storie! Ragazzi della mia età caduti per delle libertà che oggi riteniamo scontate. Il loro sacrificio non va dimenticato.
    Complimenti quantico, grandissimo lavoro.

  7. #7
    Maresciallo
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    Ottimo lavoro quantico.

    I veri eroi non muoiono mai, vivono nei ricordi e nei cuori di chi resta!
    Mancò la fortuna,non il valore - Quota33, El Alamein, 1° Luglio 1942!
    Il sogno diventa realtà! CC!

  8. #8
    quantico
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    Il quarto è Ettore Muti.


    Di Ettore Muti, "il più bel petto d'Italia", ho già parlato in un thread a lui dedicato. Qui non vorrei parlare della sua MOVM, delle sue 10 MAVM, della sua MBVM (alcune fonti sostengono 5) e delle 5 Croci al Merito di Guerra...

    Qui vorrei parlare dell'Ettore Muti che a 12 anni sarà espulso da tutte le scuole del Regno per aver colpito con un pugno il proprio docente. Dell'Ettore Muti, classe 1902, che a 14 anni fuggirà di casa per arruolarsi e, dopo un primo tentativo fallito, sotto falsa identità di un amico disertore, raggiungerà i Caimani del Piave e combatterà con loro.

    Leggenda vorràche l'Ardito Muti partirà con altri 799 Arditi per una missione oltre le linee nemiche. Ne ritorneranno solo 23. Muti sarà tra loro e verrà proposto per una Medaglia d'Oro al Valor Militare. Per non farsi scoprire dai RR.CC., rifiuterà la decorazione. I suoi superiori, sospettosi, scopriranno la vera identità e la verà età dell'Ardito e lo riconsegneranno ai genitori.

    Arrigo Petacco, nel suo celebre Ammazzate quel fascista! Vita intreprida di Ettore Muti, racconta della spavalderia mostrara da Muti a scuola, una volta tornato a casa e riammesso a frequentare le scuole medie. Scontri all'arma bianca. Austriaci uccisi.

    Appena 16/enne, Muti parteciperà all'Impresa di Fiume con i Legionari di D'Annunzio, dove si guadagnerà la stima di D'Annunzio e l'appellativo di Gim dagli occhi verdi:

    "Voi siete l'espressione del valore sovrumano, un impeto senza peso, un'offerta senza misura, un pugno d'incenso sulla brace, l'aroma di un'anima pura."

    Transiterà in Aeronautica partecipando alla Guerra di Spagna, dove si guadagnerà la sua MOVM e diverse altre decorazioni al V.M. Continuerà la sua carriera partecipando alla Campagna in Etiopia, in Albania e alla Seconda Guerra Mondiale. Diventerà, restando ancora oggi, il più bel petto d'Italia con l'Ordine Militare di Savoia, 12 decorazioni al Valore Militare e una 30ina italiane e straniere.

  9. #9
    Maresciallo
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    Ettore Muti è monumentale!! E pensare che c'è gentaccia che cerca di screditarlo solo perchè ha combattuto durante e per il Fascismo...
    Proprio Ettore Muti detiene il record di più ore in volo in guerra ed è uno dei più decorati al mondo... UNA VERA LEGGENDA!
    Mancò la fortuna,non il valore - Quota33, El Alamein, 1° Luglio 1942!
    Il sogno diventa realtà! CC!

  10. #10
    quantico
    Guest

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    Il quinto è Giampiero Clerici.

    Non adolescente come i profili sopraccitati, Giampiero Clerici, classe 1892, rampollo della nobilità milanese, passava le vacanze estive tra la Brianza comasca e il pavese.

    La sua famiglia - i Marchesi Clerici - soggiornavano nelle mie zone insieme ai Gadda e ai Cusani Confalonieri, famiglia nobile a cui appartaneva la madre di Paolo e Cino Caccia Dominioni, rispettivamente cugini del Clerici.

    Iscritto al Politecnico di Milano, allo scoppio del primo conflitto mondiale Giampiero si arruolerà volontario come pilota aviatore.

    Destinato alla Prima Squadriglia, da Tenente comanderà un Caproni partecipando all'Impresa di Cattaro con D'Annunzio, a diversi bombardamenti su Pola ed ardite imprese in Val Lagarina e nei cieli del Trentino. Per tali azioni, sarà decorato rispettivamente con una MBVM e una MAVM.

    Per l'Impresa di Cattaro, sarà decorato di MBVM con seguente motivazione:

    -"Su apparecchi terrestri, percorrendo un lungo tratto di mare aperto, in condizioni avverse, riusciva, con altri, a raggiungere le Bocche di Cattaro ed a colpire, con grande esattezza ed efficacia gli obiettivi navali, ritornando con tutti gli altri alla base, nonostante le deviazioni inevitabili nella crescente foschia.

    Bocche di Cattaro, 4-5 Ottobre 1917."
    -

    Per le imprese eroiche nei cieli del Trentino, sarà decorato di MAVM con seguente motivazione:

    -"Pilota d’aeroplano, in numerosi bombardamenti nell’aspra e difficile zona del Trentino, dava costante e bella prova di ardimento e di elevatissimo sentimento del dovere, sorvolando a bassa quota sulle ben munite posizioni nemiche, sprezzante dell’intenso e ben 6 aggiustato tiro di numerose batterie antiaree. Il 9 Ottobre, nonostante le difficili condizioni atmosferiche, bombardava riserve nemiche sul Col Santo,aggredendo la posizione a una quota di solo 700 metri sul livello del mare.

    Cielo del Trentino, Maggio – Ottobre 1916."
    -

    Il 1° Novembre 1917, a soli 25 anni, il Ten. Clerici cadrà in combattimento nei cieli di Udine durante le tristi fasi dopo Caporetto. Assieme a lui, cadrà l'osservatore Ignazio Lanza dei Principi di Trabia.

    La tomba di famiglia dei Marchesi Clerici è eretta nel cimitero del mio paese, dove riposano il Ten. Giampiero Clerici e i suoi Avi. Nella cappelletta è presente un bellissimo busto che raffigura l'Eroe aviatore e una corona d'alloro in bronzo che riporta la seguente scritta: "Ten. Clerici, 1° Novembre 1917, i commilitoni a perenne ricordo".

    La sua morte in combattimento è riportata anche nel celebre libro di Paolo Caccia Dominioni, cugino del Clerici, Diario di guerra 1915-1919.
    Ultima modifica di quantico; 08-07-12 alle 16: 20

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