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Proposta del Ministro della Giustizia Paola Severino
http://www.polizia-penitenziaria.it/notizie.asp?id=4262
Il ministro Paola Severino ha proposto di consentire ai detenuti meno pericolosi ( ex - tossicodipendenti ed immigrati ) di usufruire di speciali permessi per uscire dalle carceri e così potersi mettere a disposizione per avviare la ricostruzione.
Consentire loro,quindi, un periodo di semi libertà tornando a essere utili alla società e ad essere percepiti non più come un " problema " ma come una risorsa.
Voi che ne pensate? Parliamone.
FRANGAR, NON FLECTAR
(CI SPEZZIAMO, NON CI PIEGHIAMO)
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Eh che questione complessa che hai posto. Ti dico umilmente la mia visto che hai citato immigrati ed ex tossicodipendenti e mi occupo frequentemente (per studio) della disciplina penale per i primi.
Proprio sinceramente ci sono alcune fattispecie di reato che sono al limite della costituzionalità, vere e proprie cause di responsabilità oggettiva criticate da gran parte della giurisprudenza e della dottrina e poi sanzionate dalla Corte Costituzionale (vedi l'aberrante "reato di clandestinità").
Allora se gli individui "meno pericolosi" fanno parte delle categorie che hai indicato la trovo una disposizione inutile visto che il ministro ha sottolineato, giustamente, che "il lavoro spinge alla risocializzazione". Questo è sarebbe condivisibile se ci fossero possibilità che il reo consideri la pena inflittagli come "giusta" (proporzionata, in extrema ratio etc...). Siccome gli appartenenti alle categorie immigrati ed ex tossicodipendenti (presi per tali quindi senza l'aggravio di una ulteriore imputazione) si trovano con una pena che a me non pare nè "giusta", nè proporzionata, nè inflitta come extrema ratio (quindi valutate tutte le altre possibili alternative) c'è il rischio che un lavoro possa essere avvertito più come una ulteriore coercizione (al più) che come una possibilità di risocializzazione.
Magari sul piano pratico gli farebbe molto piacere questo periodo di semi-libertà, ponendo la questione sui principi sono invece un po' perplesso.
Se invece si parla di persone che abbiano effettivamente e materialmente leso un interesse costituzionalmente protetto allora sarebbe una disposizione con un certo grado di possibilità di successo.
Ho detto la mia, magari molti non condivideranno.
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Partendo dal presupposto che l'esempio degli extracomunitari e dei tossicodipendenti non è mio ma del Ministro stesso, dal punto di vista squisitamente penitenziario un eventuale "beneficio" di tale tipo potrebbe essere concesso solo a detenuti con posizione giuridica di "definitivo" ossia con sentenza passata in giudicato.
Continuo col dire che i reati meno gravi non sono commessi da extracomunitari e tossicodipendenti in quanto tali, anzi se togliamo il reato di immigrazione clandestina (per il quale non è più previsto il carcere) spesso gli stranieri hanno reati molto gravi che mal si adattano (secondo me) alla concessione di permessi o quant'altro.
Infine, sentendo la notizia prima ai tg e poi leggendo qualcosina qua e la, questa proposta mi fa pensare agli antichi egizi che per costruire le piramidi usavano gli schiavi e non a qualcosa che si avvicini al rinserimento sociale del condannato.
FRANGAR, NON FLECTAR
(CI SPEZZIAMO, NON CI PIEGHIAMO)
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La maggior parte degli extracomunitari son clandestini, senza fissa dimora e lavoro. IO proporrei l'espulsione immediata soprattutto per i recidivi.
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