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Discussione: Preparazione e attitudini di un militare oggi

  1. #11
    Caporale L'avatar di BLUEANGEL2009
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    Citazione Originariamente Scritto da bradipo37 Visualizza Messaggio
    mmm...la formazione..che argomento rognoso...
    credo che valga un pò l'assioma del "di tutto un pò",dell'infarinatura a tutti i costi per giustificar(che poi è questo il vero obiettivo,sapersi parare il...)alle teste coronate l'impiego di risorse,mezzi,tempo,uomini etc etc etc...
    e invece non ci si accorge che si perde tanto ma proprio tanto in termini qualitativi...
    sono molte le variabili che concorrono ad un risultato spesso deludente,soprattutto per chi si avvicina alla professione,alla ricerca di principi alti e ben saldi,morale ferrea e addestramento qualitativamente al top...
    per esempio,e forse è la variabile più importante,è la presenza negli istituti di formazione di istruttori di passaggio(vedi progetto osmosi)con l'obiettivo di avvicinarsi quanto più possibile e quanto prima alla propria residenza,famiglia,affetti...non c'è nulla di più sbagliato...
    le linee di comando all'interno di una scuola devono esser vergini di bisogni,interessi personali...non dovrebbero essere lì di passaggio solo per raggiungere i propri obiettivi personali,sicuramente legittimi,ma che non dovrebbero collidere con la fase formativa,addestrativa che è il momento più importante,più alto della vita lavorativa di una persona...se poi a ciò aggiungiamo che,sempre all'interno degli istituti stessi,"risiedono" meccanismi che vanno a ledere e mortificare il merito,l'impegno dell'allievo...beh,allora il risultato non può che esser insoddisfacente,improduttivo,ininfluente sul buon andamento e funzionamento della macchina dello Stato al servizio della collettività(almeno così dovrebbe essere...)...
    perciò,personalmente,rimando sempre al singolo caso,alla mentalità dell'individuo(oltre alla regola tipicamente italiana del sapersi arrangiare)...è l'unica ancora di salvezza per credere in ciò che facciamo e dare una credibilità a ciò che abbiamo...

    come ho detto sopra le variabili sono tante..io ne ho citate solo una e,per questa stessa,avendola presentata come un problema,avrei anche una soluzione...
    nella fase formativa devono aver posto dei veri professionisti del mestiere delle armi in qualità di istruttori..personale ex fs/fos di ogni ordine e grado,altamente qualificato,dotato di grande esperienza quantificabile con interventi sul campo e non con anni di servizio(vale sempre per me il principio che l'esperienza,a volte e se calcolata solo in termini temporali,porta a commettere,con sicurezza e maggior consapevolezza,gli errori di sempre...),dalle indubbie qualità intellettive e morali...solo personale di questa caratura potrebbe dar al concetto di formazione l'importanza e il valore che merita...
    ma questo è solo il mio isolato ed estemporaneo punto di vista...
    Questa visione, che peraltro condivido, implica un livello di selezione che come dici tu, è ormai abbastanza incompatibile con l'andazzo italiano, per fortuna, non mancano eccezioni....

    ---------------------Aggiornamento----------------------------

    Citazione Originariamente Scritto da Wiseman Visualizza Messaggio
    La formazione, purtroppo, si è trasformata da "missione" in business (non necessariamente a fini economici) nel contesto sociale già da molti anni. verrebbe da dire che già la scuola, l'istruzione di base, ha perso (ma l'ha mai avuta?) la valenza un po' romantica dei racconti di De Amicis, in cui il maestro è, prima di tutto, un continuatore in classe dell'opera educativa ed affettiva dei genitori.

    Quando dalla trasmissione dei valori morali si passa a quella degli elementi tecnici dell'arte,o del mestiere, si scade inesorabilmente, ancora di più, nel "commerciale (vedi sopra).

    La domanda, tuttavia, mi sembrava volesse compiere, in certo qual modo, il percorso inverso: lasciando un attimo da parte la qualità dell'intervento formativo sul piano "tecnico" militare, possiamo ritenere che l'arruolamento trasferisca ai giovani anche una iniziazione (cambio volutamente terminologia) di caattere umano, morale?

    Provo a spiegarmi con un esempio.
    In un'altra discussione di questo stess forum, a proposito della Legione Straniera, alcuni arruolati e congedati della medesima, anche grazie al racconto di aneddoti ed esempi della loro vita vissuta, hanno illustrato la caratteristica forse più importante di quel corpo militare, la sua capacità, attraverso una disciplina ferrea ed un addestramento serratissimo, ma anche un particolare approccio alla vita comunitaria, di amalgamare persone che non hanno veramente quasi nulla in comune, tranne l'essersi presentati ai cancelli per l'arruolamento, che provengono da tutte le parti del mondo, parlano lingue ed adorano divinità diverse, hanno la pelle di colori diversi ... e che, soffrendo insieme, marciando nello stesso fango, divengono una famiglia.

    Potrei articolare ulteriormente, ma credo di essermi spiegato.
    La domanda, allora, può diventare:
    la capacità di creare uomini, fratelli in arme, camerati (nel senso più tradizionale e romantico), elementi maturi di un corpo sociale coeso, è propria solo dei reparti d'élite (io ho menzionato la LE, Bradipo le FS/FOS - apparentemente le uniche detentrici del know-how bellico - si potrebbe pensare a Folgore, S. Marco, e pochi altri) o può rappresentare un patrimonio generale delle FF.AA. di oggi?
    Da outsider del mondo militare mi sento molto orgogliosa di aver stimolato questo scambio; DE amicis non e' cosi' superato, ma forse con un pudore che gli sarebbe stato proprio si limita a restare nelle coscienze piu' attente.Da docente constato sempre la coesistenza di faciloneria e dedizione; questo è un punto di partenza, secondo me, non solo per l'elite (per cui resta vitalmente irrinunciabile) ma per chi creda nell'educazione come promozione della civilta' e del futuro di un Paese
    Col cuore, sempre.
    Ubi maior minor cessat.
    Domani e' un altro giorno.
    FLUCTUAT NEC MERGITUR

  2. #12

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    Citazione Originariamente Scritto da Wiseman Visualizza Messaggio
    La domanda, allora, può diventare:
    la capacità di creare uomini, fratelli in arme, camerati (nel senso più tradizionale e romantico), elementi maturi di un corpo sociale coeso, è propria solo dei reparti d'élite (io ho menzionato la LE, Bradipo le FS/FOS - apparentemente le uniche detentrici del know-how bellico - si potrebbe pensare a Folgore, S. Marco, e pochi altri) o può rappresentare un patrimonio generale delle FF.AA. di oggi?
    è propria solo dei reparti d'elite et similia che citi.

    i pensieri e le osservazioni da voi citate purtroppo non si riscontrano in un buon 80% delle FFAA. sarebbe bello che vi fosse la professionalità e il cameratismo da voi menzionato, ma il soldato medio italiano (e pure l'ufficiale) non onora nemmeno il fatto di avere una paga.

    la maggior parte degli istruttori/formatori sono obbligati a farlo, o lo fanno per tornare prima a casa (io stesso sono stato messo a fare l'istruttore del modulo k per punizione, ma fortunatamente l'impiego di istruttore è una cosa che mi è sempre interessata); raramente ho visto istruttori che amano la didattica/addestramento e ci tengono veramente a formare tecnicamente/moralmente le reclute.

    spesso sono incompetenti che riversano la loro frustrazione sugli allievi; quei pochi veramente professionali fanno molta fatica a lavorare bene per colpa della burocrazia/gerarchia/mentalità medievale della maggior parte dell'EI.

    purtroppo come mentalità didattica/addestrativa le nostre FFAA sono anni luce dalla professioanlità

  3. #13
    Wiseman
    Guest

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    @Blueangel:
    questo è un punto di partenza
    la dedizione nell'insegnamento (mi verrebbe da dire che dovrebbe essercene in qualunque lavoro che si pretenda "ben fatto") o la coesistenza della dedizione con la faciloneria?

    @Chtorr:
    Che peccato!
    Se è vero che per lungo tempo il nostro Esercito ha avuto una funzione, per così dire, più di rappresentanza che di potenza, negli ultimi vent'anni le cose sono assai cambiate, sul piano dell'impiego. E, con la fine della coscrizione obbligatoria, m'ero illuso che - al netto di una irrinunciabile aliquota di impiegati in mimetica - si potesse avere la sensibilità che per mandare uomini in territorio ostile li si dovesse prima aver formati (non solo addestrati).
    Temevo, naturalmente, che le cose potessero essere come rappresentate, e continuo a sperare che il panorama possa anche comprendere realtà diverse.
    Ma l'occasione sprecata è un delitto irrimediabile.

  4. #14

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    ci sono realtà professionali, alcune estremamente professionali (in primis penso alle FS e FOS, che hanno la stima di tutti gli altri eserciti), ma appunto sono molto poche.

    vi sono reggimenti che stanno per partire in missione in cui i componenti non sanno neanche qualche frase base in inglese; ma considerando che a stento parlano italiano, quasi non mi stupisco.

    poi la giustificazione è "tanto è solo il comandante di plotone che deve parlare, io al massimo dico United Nations"; quindi oltre al fatto che i superiori non hanno cura della giusta formazione, ma solo dell'etichetta formale, vi è una totale mancanza di voglia di crescita professionale da parte del singolo.

    Non serve sapere una cosa, perchè tanto andrà tutto bene e la pagnotta me la danno lo stesso, che sappia o non sappia farlo...

    Ho iniziato a pensare a malincuore che la maggior parte delle FFAA siano un ente di assistenza per inetti, piuttosto che uno strumento professionale al servizio e per il bene dello Stato.

  5. #15
    Wiseman
    Guest

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    vi è una totale mancanza di voglia di crescita professionale da parte del singolo
    In un'altra discussione, qui nel forum (a proposito dei programmati tagli di cui alla riforma Di Paola) si è discusso per qualche giorno dell'idea che le Forze Armate potessero prevedere un termine temporale/anagrafico per l'arruolamento, decorso il quale, con tutti i contributi possibili all'outplacement, si fosse posti obbligatoriamente in congedo, e riavviati alla vita civile.
    La maggiore obiezione pare che fosse la carenza di preparazione allo svolgimento di un lavoro che non fosse quello militare, laddove sarebbe (stato) auspicabile che il cliché del marcia-e-spara fosse un po' soppiantato dallo sviluppo di capacità complementari, funzionali al mestiere delle armi ma non esclusive di questo.
    L'atteggiamento da mangiatoia bassa cui fa riferimento, però, non è solo testimonio di uno scadente sistema formativo, sul piano tecnico come su quello umano - mirabili eccezioni sempre a parte - ma dell'inutilità stessa dello sforzo.
    Che squallore!

  6. #16
    Caporale L'avatar di BLUEANGEL2009
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    Citazione Originariamente Scritto da Chtorr Visualizza Messaggio
    è propria solo dei reparti d'elite et similia che citi.

    i pensieri e le osservazioni da voi citate purtroppo non si riscontrano in un buon 80% delle FFAA. sarebbe bello che vi fosse la professionalità e il cameratismo da voi menzionato, ma il soldato medio italiano (e pure l'ufficiale) non onora nemmeno il fatto di avere una paga.

    la maggior parte degli istruttori/formatori sono obbligati a farlo, o lo fanno per tornare prima a casa (io stesso sono stato messo a fare l'istruttore del modulo k per punizione, ma fortunatamente l'impiego di istruttore è una cosa che mi è sempre interessata); raramente ho visto istruttori che amano la didattica/addestramento e ci tengono veramente a formare tecnicamente/moralmente le reclute.

    spesso sono incompetenti che riversano la loro frustrazione sugli allievi; quei pochi veramente professionali fanno molta fatica a lavorare bene per colpa della burocrazia/gerarchia/mentalità medievale della maggior parte dell'EI.

    purtroppo come mentalità didattica/addestrativa le nostre FFAA sono anni luce dalla professioanlità
    E secondo te, visto che mi pare tu parli a ragion veduta o quanto meno da persona informata, perche' questo?

    ---------------------Aggiornamento----------------------------

    Citazione Originariamente Scritto da Chtorr Visualizza Messaggio
    ci sono realtà professionali, alcune estremamente professionali (in primis penso alle FS e FOS, che hanno la stima di tutti gli altri eserciti), ma appunto sono molto poche.

    vi sono reggimenti che stanno per partire in missione in cui i componenti non sanno neanche qualche frase base in inglese; ma considerando che a stento parlano italiano, quasi non mi stupisco.

    poi la giustificazione è "tanto è solo il comandante di plotone che deve parlare, io al massimo dico United Nations"; quindi oltre al fatto che i superiori non hanno cura della giusta formazione, ma solo dell'etichetta formale, vi è una totale mancanza di voglia di crescita professionale da parte del singolo.

    Non serve sapere una cosa, perchè tanto andrà tutto bene e la pagnotta me la danno lo stesso, che sappia o non sappia farlo...

    Ho iniziato a pensare a malincuore che la maggior parte delle FFAA siano un ente di assistenza per inetti, piuttosto che uno strumento professionale al servizio e per il bene dello Stato.
    Purtroppo anche in questo noto parecchi punti comuni con altri settori del Paese, il mio, ad esempio...c'e' da farsi delle domande, visto che educazione e difesa sono due dei tre pilastri di una societa' civile.
    Col cuore, sempre.
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  7. #17

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    Questa discussione... mi spezza le gambe.
    Parlo da aspirante motivato.

  8. #18
    Caporale L'avatar di BLUEANGEL2009
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    Citazione Originariamente Scritto da Wiseman Visualizza Messaggio

    E, soprattutto - provo ad interpretare la domanda di BlueAngel - oltre alle capacità tecniche, proprie del mestiere delle armi, l'arruolamento è in grado di offrire ai giovani volontari una formazione "umana"? di che tipo? attraverso quali strumenti?
    Questo è quel che mi affascinerebbe di piu'...

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    Citazione Originariamente Scritto da †pr3d4tor Visualizza Messaggio
    Questa discussione... mi spezza le gambe.
    Parlo da aspirante motivato.
    E no...stando a quanto so io, parlando con uomini che vivono questa scelta con convincimento, mai arrendersi davanti alla difficolta', portare avanti la propria idea con energia.Non cedere. MAI
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    Domani e' un altro giorno.
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  9. #19

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    Ah ma io mica cedo, sono un duro. Però a sentir qui (anche se in fondo si sapeva com'è l'andazzo) inizio a pensare che non troverò soddisfazioni.. si parla solo di sfaticati..

  10. #20
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    Predator non preoccuparti che se sei veramente così motivato come dici ce la farai a diventare ciò che sogni... Per entrare nei reparti d'elite (cioè quelli dove gli sfaticati sono una netta minoranza) basta mettere una semplice X da vfp4 se non la metterai vuol dire che non avevi tutta questa voglia di fare
    Il mio destino non è nelle mani di Dio sino a quando ho un'arma nelle mie

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