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Discussione: Preparazione e attitudini di un militare oggi

  1. #1
    Caporale L'avatar di BLUEANGEL2009
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    Cool Preparazione e attitudini di un militare oggi

    Buongiorno,
    nei miei ricordi c'e' una frase che recitava cosi': "Dovresti andare a fare il militare!"
    Si diceva davanti a qualcuno comodo, pigro, magari svogliato o ribelle, magari disordinato.
    Oggi che tipo di preparazione si garantisce a questi ragazzi che entrano a tempo (in)determinato come volontari? D'altro canto che tipo di problemi incontrano i loro formatori o istruttori nel prepararli?
    Col cuore, sempre.
    Ubi maior minor cessat.
    Domani e' un altro giorno.
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  2. #2
    Wiseman
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    Non sono sotto le armi, non so rispondere alla domanda, che pure mi intriga.

    Ma mi viene da osservare che la premssa da cui è retta ha subito una sostanziale mutazione nel tempo.

    oggi che la coscrizione obbligatoria è stata abolita, fare il militare non assolve più alla funzione di regolazione morale (e sociale) che era propria della leva: io muratore, tu avvocato, tutti e due in camerata a condividere la branda ...

    oggi ceh le FFAA sono uno strumento professionale a fare il militare ci vanno - co dovrebbero andare - le persone di indole esattamente oppoosta a quella che viene citata nell'esempio (e che appartiene anche alla mia memoria - salvo aggiungere che di solito quelli che ne avrebbero avuto maggior bisogno erano anche quelli che riuscivano a imbiscarsi): immagino a fare il militare una persona dinamica, amante della vita sportiva ed all'aria aperta, con un forte spirito di cameratismo, contraddistinto da una forte autodisciplina e quindi meticoloso.

    detto questo, mi piacerà leggere la risposta degli "esperti" alle domande sull'idoneità formativa.

  3. #3

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    Il militare medio di oggi deve saper fare almeno il 90% del suo mestiere! Ovvero saper far bene topografia,trasmissioni,aic,nbc....
    - ->1^ caporal maggiore VFP4<- -ABBONDATE CON LA COLAZIONE CHE IL PASTO VE LO DAREMO ALL'INFERNO...9^ col. Moschin-

  4. #4
    Caporale L'avatar di BLUEANGEL2009
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    Citazione Originariamente Scritto da Wiseman Visualizza Messaggio
    Non sono sotto le armi, non so rispondere alla domanda, che pure mi intriga.

    Ma mi viene da osservare che la premssa da cui è retta ha subito una sostanziale mutazione nel tempo.

    oggi che la coscrizione obbligatoria è stata abolita, fare il militare non assolve più alla funzione di regolazione morale (e sociale) che era propria della leva: io muratore, tu avvocato, tutti e due in camerata a condividere la branda ...

    oggi ceh le FFAA sono uno strumento professionale a fare il militare ci vanno - co dovrebbero andare - le persone di indole esattamente oppoosta a quella che viene citata nell'esempio (e che appartiene anche alla mia memoria - salvo aggiungere che di solito quelli che ne avrebbero avuto maggior bisogno erano anche quelli che riuscivano a imbiscarsi): immagino a fare il militare una persona dinamica, amante della vita sportiva ed all'aria aperta, con un forte spirito di cameratismo, contraddistinto da una forte autodisciplina e quindi meticoloso.

    detto questo, mi piacerà leggere la risposta degli "esperti" alle domande sull'idoneità formativa.
    Anche io attendo curiosa, tuttavia ho letto con interesse il suo contributo, non avevo mai pensato alla leva nei termini di cui sopra; la vedevo piu' come una tradizione che per i piu' motivati diventava passione vera...professione; questi elementi quelli che oggi dovrebbero appartenere ad ogni lavoro.

    ---------------------Aggiornamento----------------------------

    AIC?Nbc?..siate meno criptici...grazie. Chiedevo quali fossero i filtri di partenza per chi entra e l'arricchimento per chi è dentro.
    Col cuore, sempre.
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  5. #5
    Wiseman
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    Citazione Originariamente Scritto da testardo Visualizza Messaggio
    Il militare medio di oggi deve saper fare almeno il 90% del suo mestiere! Ovvero saper far bene topografia,trasmissioni,aic,nbc....
    Con ogni rispetto .. ce lo auguriamo. E confidiamo nel fatto che il raggiungimento di tale capacità sia il frutto del suo (= del militare medio) periodo di addestramento. Ma mi pare probabile che solo una minima parte di chi si arruola abbia pregresse conoscenza in materia. Potrà essere in grado di leggere una carta, magari è bravissimo nella navigazione, nell'orientieering più complesso. Ma che competenze potrà avere in materia di Addestramento Individuale al Combattimento? di guerra Nucleare, Batteriologica, Chimica?

    E, soprattutto - provo ad interpretare la domanda di BlueAngel - oltre alle capacità tecniche, proprie del mestiere delle armi, l'arruolamento è in grado di offrire ai giovani volontari una formazione "umana"? di che tipo? attraverso quali strumenti?

  6. #6

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    Qui ad ascoli piceno la pensano esattamente come quando c'era la leva : chi fa il militare è un incapace, uno che sta all'ultima spiaggia e non ha altri posti dove andare, una sanguisuga dello stato che quando parte "in missione"(o meglio in vacanza) è interessato solo alla retribuzione e quando non lo fa è il peggiore dei falliti. Spesso ricorre anche il motivo secondo il quale vengono buttati nel cesso soldi per l'esercito quando potrebbero essere destinati ad altro.
    Ultima modifica di Firotik; 20-04-12 alle 14: 35

  7. #7

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    Purtroppo non solo ad ascoli e' cosi'......

  8. #8
    Caporale L'avatar di BLUEANGEL2009
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    Citazione Originariamente Scritto da Wiseman Visualizza Messaggio
    Con ogni rispetto .. ce lo auguriamo. E confidiamo nel fatto che il raggiungimento di tale capacità sia il frutto del suo (= del militare medio) periodo di addestramento. Ma mi pare probabile che solo una minima parte di chi si arruola abbia pregresse conoscenza in materia. Potrà essere in grado di leggere una carta, magari è bravissimo nella navigazione, nell'orientieering più complesso. Ma che competenze potrà avere in materia di Addestramento Individuale al Combattimento? di guerra Nucleare, Batteriologica, Chimica?

    E, soprattutto - provo ad interpretare la domanda di BlueAngel - oltre alle capacità tecniche, proprie del mestiere delle armi, l'arruolamento è in grado di offrire ai giovani volontari una formazione "umana"? di che tipo? attraverso quali strumenti?
    si, grazie...
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  9. #9
    Sergente L'avatar di bradipo37
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    mmm...la formazione..che argomento rognoso...
    credo che valga un pò l'assioma del "di tutto un pò",dell'infarinatura a tutti i costi per giustificar(che poi è questo il vero obiettivo,sapersi parare il...)alle teste coronate l'impiego di risorse,mezzi,tempo,uomini etc etc etc...
    e invece non ci si accorge che si perde tanto ma proprio tanto in termini qualitativi...
    sono molte le variabili che concorrono ad un risultato spesso deludente,soprattutto per chi si avvicina alla professione,alla ricerca di principi alti e ben saldi,morale ferrea e addestramento qualitativamente al top...
    per esempio,e forse è la variabile più importante,è la presenza negli istituti di formazione di istruttori di passaggio(vedi progetto osmosi)con l'obiettivo di avvicinarsi quanto più possibile e quanto prima alla propria residenza,famiglia,affetti...non c'è nulla di più sbagliato...
    le linee di comando all'interno di una scuola devono esser vergini di bisogni,interessi personali...non dovrebbero essere lì di passaggio solo per raggiungere i propri obiettivi personali,sicuramente legittimi,ma che non dovrebbero collidere con la fase formativa,addestrativa che è il momento più importante,più alto della vita lavorativa di una persona...se poi a ciò aggiungiamo che,sempre all'interno degli istituti stessi,"risiedono" meccanismi che vanno a ledere e mortificare il merito,l'impegno dell'allievo...beh,allora il risultato non può che esser insoddisfacente,improduttivo,ininfluente sul buon andamento e funzionamento della macchina dello Stato al servizio della collettività(almeno così dovrebbe essere...)...
    perciò,personalmente,rimando sempre al singolo caso,alla mentalità dell'individuo(oltre alla regola tipicamente italiana del sapersi arrangiare)...è l'unica ancora di salvezza per credere in ciò che facciamo e dare una credibilità a ciò che abbiamo...

    come ho detto sopra le variabili sono tante..io ne ho citate solo una e,per questa stessa,avendola presentata come un problema,avrei anche una soluzione...
    nella fase formativa devono aver posto dei veri professionisti del mestiere delle armi in qualità di istruttori..personale ex fs/fos di ogni ordine e grado,altamente qualificato,dotato di grande esperienza quantificabile con interventi sul campo e non con anni di servizio(vale sempre per me il principio che l'esperienza,a volte e se calcolata solo in termini temporali,porta a commettere,con sicurezza e maggior consapevolezza,gli errori di sempre...),dalle indubbie qualità intellettive e morali...solo personale di questa caratura potrebbe dar al concetto di formazione l'importanza e il valore che merita...
    ma questo è solo il mio isolato ed estemporaneo punto di vista...

  10. #10
    Wiseman
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    La formazione, purtroppo, si è trasformata da "missione" in business (non necessariamente a fini economici) nel contesto sociale già da molti anni. verrebbe da dire che già la scuola, l'istruzione di base, ha perso (ma l'ha mai avuta?) la valenza un po' romantica dei racconti di De Amicis, in cui il maestro è, prima di tutto, un continuatore in classe dell'opera educativa ed affettiva dei genitori.

    Quando dalla trasmissione dei valori morali si passa a quella degli elementi tecnici dell'arte,o del mestiere, si scade inesorabilmente, ancora di più, nel "commerciale (vedi sopra).

    La domanda, tuttavia, mi sembrava volesse compiere, in certo qual modo, il percorso inverso: lasciando un attimo da parte la qualità dell'intervento formativo sul piano "tecnico" militare, possiamo ritenere che l'arruolamento trasferisca ai giovani anche una iniziazione (cambio volutamente terminologia) di caattere umano, morale?

    Provo a spiegarmi con un esempio.
    In un'altra discussione di questo stess forum, a proposito della Legione Straniera, alcuni arruolati e congedati della medesima, anche grazie al racconto di aneddoti ed esempi della loro vita vissuta, hanno illustrato la caratteristica forse più importante di quel corpo militare, la sua capacità, attraverso una disciplina ferrea ed un addestramento serratissimo, ma anche un particolare approccio alla vita comunitaria, di amalgamare persone che non hanno veramente quasi nulla in comune, tranne l'essersi presentati ai cancelli per l'arruolamento, che provengono da tutte le parti del mondo, parlano lingue ed adorano divinità diverse, hanno la pelle di colori diversi ... e che, soffrendo insieme, marciando nello stesso fango, divengono una famiglia.

    Potrei articolare ulteriormente, ma credo di essermi spiegato.
    La domanda, allora, può diventare:
    la capacità di creare uomini, fratelli in arme, camerati (nel senso più tradizionale e romantico), elementi maturi di un corpo sociale coeso, è propria solo dei reparti d'élite (io ho menzionato la LE, Bradipo le FS/FOS - apparentemente le uniche detentrici del know-how bellico - si potrebbe pensare a Folgore, S. Marco, e pochi altri) o può rappresentare un patrimonio generale delle FF.AA. di oggi?

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