Concorsi AUFP e AUPC

[SANGRIA]

Nooooooooo, non mi pesciate noooooooooo Vi apsetto in quadrato per offrirvi gran parte della mia riserva di vini pregiati


Dopo 5 annidi Accademia o tre di mariscuola uno non sa ancora fare il suo mestiere, è ovvio... Un laureato in medicina dopo la laurea non sa fare il medico e un laureato in giurisprudenza, dopo l'esame di stato, non sa fare l'avvocato.

Questo è pacifico
Tutti si affacciano alla propria professione, quale essa sia, senza un fattore determinante, l'esperienza. L'STV TLC che si trova a fare l'UDR a bordo non credo sia il mago della manovra, dovrà anzitutto prendersi la guardia in plancia, basica e poi operativa, e benché MSI e SIMAP accorciano di molto il periodo di apprendimento è innegabile che un STV fresco fresco di accademia deve essere inizialmente seguito da qualcuno più anziano.

l'Accademia, infatti, ti mette nelle condizioni migliori per apprendere in pochissimo tempo ma nessuno arriva a bordo sapendo già tutto, anzi... non a caso terminata l'accademia si viene mandati subito a MARICENTADD a seguire i vari corsi di abilitazione/specializzazione e anhe lì, subito dopo, c'è sempre da verificare.

Tornando a bomba, un UFP non saprà ESATTAMENTE come comportarsi ma avrà gli strumenti necessari per affrontare il proprio periodo di servizio nel migliore dei modi. Mediamente gli UFP hanno sempre dato prova di essere ottimi professionisti, motivati e capaci, quindi il sistema funziona.

[Westindias]

West.. tu, appena uscito dall'Accademia scommetto che sei andato a strisciare in sentina

No. Finita l'accademia sono andato all'università a trieste... non so se mi spiego...

[Charlie 2]

No. Finita l'accademia sono andato all'università a trieste... non so se mi spiego...

Sei proprio GN -

[Westindias]

Sei proprio GN -

Rosicone (come la metà degli SM)

[Charlie 2]

Rosicone (come la metà degli SM)

Io sto sempre nell'altrà metà .... come succedeva a scuola con quelle bone


P.S.: se continuiamo così e non torniamo in topic tra un po ci bannano e ci buttano al

[acerrimo]

con il mio intervento volevo semplicemente sottolineare l'importanza del collettivo, di un affiatato team di lavoro rispetto alle prerogative del singolo. E' chiaro che ognuno partecipa a questo gruppo con il suo ruolo, chi come leader chi come addetto alle mansioni esecutive e perchè funzioni è fondamentale che ognuno riconosca l'autorità di chi gli è superiore e viceversa (questo non lo metto assolutamente in discussione, è l'essenza della nostra organizzazione). Quando ho detto che il grado viene meno non intendevo dire che crolla la struttura gerarchica ma solo che, in certe circostanze, può essere maggiormente produttivo per il raggiungimento dell’obiettivo (che è il vero scopo del nostro lavoro, l’affermare le reciproche posizioni nella scala gerarchica ha un senso solo se funzionale all’adempimento dell’incarico, altrimenti è solo una ricerca di legittimazione autoreferenziale) fare proprio senza preconcetti il parere di tutti i membri di questo team, che siano questi superiori o inferiori.
Anche un capo di 1^ classe che è stato 20 anni a Maribase o il sottocapo di 1^ classe che non sa fare il posto di lavaggio potrebbe insegnarmi qualcosa, no? E se così non fosse, mi chiedo che ci stanno a fare in marina? E perché li sopportiamo e ce ne lamentiamo quando invece abbiamo gli strumenti per mandarli via o quantomeno per levarceli di torno?
Non mi dilungo ancora perché mi sembra di fare un discorso di pura retorica, ma ci tenevo a dire la mia perché è quello che profondamente credo sia giusto. Personalmente se non mi sentissi parte attiva di un processo, non avrei motivazioni a fare qualcosa, certo resterebbe quella dello stipendio…ma sarebbbe sufficiente?

[SANGRIA]

credo, acerrimo, sia solo retorica. Non è una striscia sulle maniche e non è il numero di anni di servizio che cambia qualcosa, ma la professionalità. Se hai a che fare con professionisti capaci, ottieni il risultato,lavori di meno e stai tranquillo quando sei in licenza, se hai degli inetti, sopra o sotto, non campi tranquillo. Tutto qua. Un STV UFP con 3 giorni di servizio, se si mette a dare disposizioni senza sapere ciò che fa è solo un cretino. Come da tutte le parti infatti ci sono quelli bravi, quelli mediocri e quelli scarsi. Uno bravo guarderà, ascolterà, si farà un'idea e agirà quado avrà gli elementi per farlo, prendendo verosimilmente decisioni corrette, anche con qualche mese di servizio e basta, uno scarso questo processo non lo farà. La Marina, tuttavia, mette entrambi nelle condizioni di fare bene.

[acerrimo]

sangria, sono perfettamente d'accordo con te

[Charlie 2]

Parliamo di collettivo? ...meglio usare il termine Team più consono ... non siamo in una fabbrica o a scuola ma in una organizzaizone militare dove, per fortuna, il termine collettivo si riferisce al passo dell'elicottero. Lei ha mai fatto un TIRNAV? Il TIRNAV è un'attività addestrativa che si effettua presso MARICENTADD a Taranto dove l'equipaggio della nave deve conseguire il "bollino blu" di unità pronta al combattimento.
Il TIRNAV ha lo scopo di esaltare il lavoro di Team - il Team Plancia, quello COC, quello TAO, quallo di Sicurezza ecc. ecc. ecc. Ognuno ha un compito, dal Capo Team sino all'ultimo componente della squadra, ma quando si opera non si sentono i parere diella squadra, staremmo freschi, si agisce in base alle procedure previste dalla normativa tattica o meglio dalla dottrina - perfetta o perfettibile - secondo schemi ben definiti. E' il Capo Team, che può essere un Ufficiale o un Maresciallo, che ne risponde al suo superiore quando il team opera bene e quando il team opera male.
L'organizzazione è semplice ed è uguale per tutte le marine occidentali - volenti o nolenti.

[acerrimo]

La rigidezza nel rispetto delle procedure previste in attività operativa reale, così come al TIRNAV, è fondamentale perché lì c’è in gioco la sicurezza della nave e delle persone. La prontezza della risposta è fondamentale e di certo non si può stare a perdere tempo a fare “esercizio di democrazia collettiva”, ascoltando la voce di tutti gli attori.
Questo metodo è fatto su misura, e funziona alla grande, per questi contesti ma è evidente che non può essere adatto a tutte le dinamiche decisionali che esistono in Forza Armata. E anche se lo fosse, la realtà dei fatti mi racconta qualcosa di diverso. Si potrebbero fare un miliardo di esempi, infatti, di situazioni in cui nessuna decisione viene presa (e direi giustamente) da chi ne ha la facoltà senza che ci sia stato preventivamente un lavoro di gruppo alle spalle (o, utilizzando termini che non la offendano, un coordinamento orizzontale a livello di staff) e quindi aver ascoltato il parere un po’ di tutti.
A me quest’organizzazione non sembra poi così semplice e neanche più così tanto gerarchica in certi contesti, sempre nell’ambito del rispetto della disciplina militare ovviamente.