Il nonnismo non esiste piú da anni. Perlomeno, dalla fine della leva obbligatoria e la conseguente introduzione di un corpo militare esclusivamente volontario.
Anche perché ora la cosa é vista in maniera MOLTO diversa rispetto alla leva, e dubito che un qualsiasi militare voglia rischiare il carcere e la fine della propria carriera per tirare due calci sui fianchi di un poveraccio che sta pompando (tanto per fare un esempio).
D'altro canto alcuni reparti soprattutto operativi, in cui il cameratismo svolge ancora una funzione importantissima per l'amalgama del personale e il rispetto viene guadagnato, piú che dato dal grado o dall'anzianitá di servizio, portano avanti alcune tradizioni. Giustissime, a mio avviso. Tradizioni che, al contrario del personale che lavora in ufficio dalle 0800 alle 1630 (non che abbia nulla contro di loro, sia chiaro), una volta vissute, ti fanno sentire parte di una vera e propria famiglia invece che di un semplice ambito lavorativo.
Questa famiglia é quella che ti copre le spalle se sbagli qualcosa (e TUTTI quelli che lavorano sbagliano, chi prima chi dopo, anziani o giovani) o quella a cui ti puoi rivolgere in caso di problemi, anche personali. Chi non ha passato qualche anno in reparti operativi, dove sia il caporale in fondo a destra che il comandante di compagnia, condividono freddo, sudore, pioggia, fango e bestemmie, non puó nemmeno lontanamente capire cosa significa.
E ne ho visti diversi che, dopo aver preso schiaffi (NON IN SENSO LETTERALE....) per i primi periodi (settimane, mesi), nonostante tutto, si sono sciolti in lacrime quando l' "anziano" gli ha consegnato lo scudetto di compagnia (che in alcuni reparti viene GUADAGNATO, e non semplicemente DATO, anche con una piccola cerimonia "non ufficiale") e gli ha detto "benvenuto tra di noi".
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