Originariamente Scritto da
capt.sparrow
In psicologia, il percorso per comprendere, definire e accettare un ruolo, per riconoscerlo quale stazione intermedia o definitiva (dipende dalle aspirazioni personali e altro...) passa attraverso quello che si chiama "conflitto".
E' così naturale che si percepiscano le proprie pulsioni, i propri obiettivi i propri desideri, che si rapporti ciò alle istanze personali, interpersonali e sociali e che da questo possano nascere ansie e frustrazioni se non si riesce a rapportarsi con la realtà in maniera positiva.
Il quadrato, come l'ufficio, come il circolo, il gruppo, la famiglia...ecc. sono luoghi e momenti o contesti dove il conflitto psicologico si manifesta e si supera se crescendo e maturando si riesce a mediare tra il razionale e l'irrazionale.
Nel lavoro c'è il capo e poi tutte le mansioni intermedie fino ad arrivare all'apprendista... questo che il lavoro sia il produrre un qualsiasi manufatto, in una qualsiasi fabbrica o un servizio in un qualsiasi ufficio o qualsiasi altra cosa, l'importante è che quel lavoro piaccia, sia stato scelto o accettato consapevolmente, altrimenti si può sempre cambiare, rimettersi in gioco.
E' naturale che l'apprendista guardi chi ha davanti con l'ambizione di raggiungerlo di emularne le gesta e averne le gratificazioni ma spesso quello che non vede è che ci sono anche le responsabilità, la capacità di assumersi e di risolvere mandati e compiti che richiedono esperienza e conoscenze...
Forse qui, nella fattispecie, il Vpf1 quando si arruola si immagina "guerriero" secondo una iconografia che mal concilia la ramazza con il fucile...gli ci vuole un po di tempo per distinguere tra realtà e fantasia...e non è detto poi che tutti ci riescano.
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