E' un articolo che ho scritto ***Edit dello Staff***...e che sento molto da "italiano".
C' ero anche io virtualmente nel polverone mediatico di uno dei più grandi gialli degli ultimi tempi. Una storia strana, stranissima che sfuggirebbe persino dalla penna di uno scrittore. Era reale. Milioni di voci, milioni di occhi, più paesi all' ascolto, esperti, giornalisti, innocentisti da un lato, giustizialisti dall' altro ma nessuno capace di ascoltare purtroppo la voce della vera protagonista : lei, Meredith Kercher.
Finisce con una assoluzione, un nulla di fatto, una sorta di bandiera bianca alzata dalla "giustizia", o da quel che ne rimane, nei confronti di una famiglia (quella della vittima) che vive non solo l' ingiustizia di una perdita ma il dolore di non conoscere la verità. Ancora dolore, come se non bastasse.
Davanti però alla giustizia che si costituisce al nulla di fatto, al "non sono stato io", e che pone bandiera bianca segno di resa, una bandiera a mezz'asta per la morte della giustizia stessa. Una giustizia burla, cosi assente da essere quasi impercettibile, capaci di prendersi in giro davanti alla gente, dove questa gente è che ne dovrebbe dare la fiducia. Noi. Una giustizia ingiusta perchè non fa luce, che è capace di fare ombra sulle ombre, incapace di fornire la verità a chi non c' entra niente e oggi è condannato ancora a soffrire.
Libertà agli innocenti, ci mancherebbe, se di innocenti si tratta perchè il giudizio non ci spetta ma è pur vero che questa assoluzione ha i crismi di una sorta di benedizione.
Mentre scorrono i titoli di coda, ci sono loro, i familiari di Meredith. Alla giustizia "italiana" loro ci credono, ma come fanno? Una lezione di vita indubbiamente, con la rabbia di chi è all' ascolto che grida vergogna e la speranza che la coscienza o le coscienze, a patto che ce l' abbiano, dell' assassino o degli assassini, infliggano la pena più grande.
Vi chiediamo perdono, ancora una volta.
fonte :***Edit dello Staff***
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