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Discussione: Riforme e futuro del CM CRI

  1. #501

    Predefinito

    Cari tutti,

    Un emendamento del senatore Ceccanti (PD), proditoriamente presentato all'ultimo minuto in Aula, al testo della legge di conversione del decreto legge 79/2012 (vigili del fuoco) e approvato dall'assemblea, ha prorogato al 30 settembre prossimo il termine per l'esercizio della delega al Governo per riorganizzare la Croce Rossa, prevista dalla legge 183/2010 già scaduta il 30 giugno scorso.

    Dopo il primo tentativo di prorogare il termine in Commissioni Affari Sociali della Camera ad opera della deputata Miotto, fallito per la dichiarazione di inammissibilità data dal Presidente Fini, il Partito Democratico con l'emendamento a firma di Ceccanti, ignorando il richiamo del Presidente della Repubblica del febbraio scorso in merito alla sentenza n. 22/2012 della Corte Costituzionale in materia di decretazione d'urgenza, ha voluto sanare una illegalità con una peggiore e incostituzionale, prorogando un termine estraneo alla materia del decreto legge e comunque scaduto.

    Il PD con l'emendamento Ceccanti ha sancito, ancora una volta, la sua distanza dai lavoratori e l'assoluta vicinanza a coloro che voglio solo mettere le mani sul patrimonio della Croce Rossa Italiana.

    In ogni caso fino a quando il decreto legge 79/2012 non sarà pubblicato sulla gazzetta ufficiale le Commissioni parlamentari continueranno ad operare nell'illegalita di un termine scaduto.

    Vi informo dell'avvenimento nella speranza che ora i sindacati prendano atto della gravità della situazione e i dipendenti, civili, militari, soci e volontari si organizzino nella protesta di massa


    aggiungo continuate il Vs mutismo, mi rivolgo agli indiferenti, che non lo sono ma tacciono per paura, che la vasellina del rocco co la renderà meno traumatica, la trasformazione civile cosi potrete urlare o che delizia oh che dolore , cari dipendenti del Corpo militare il Msg vi è arrivato, adesso mettetevi in posizione adatta cosi qualcuno godrà meglio, ricordatevi ai capricci di un bambino prepotente, si risponde per educarlo con due bei ceffoni [EDIT STAFF]
    Ultima modifica di sasygrisù; 18-07-12 alle 13: 26 Motivo: linguaggio inappropriato

  2. #502

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    Prospettive di riforma della Croce rossa italiana: audizione del Ministro Balduzzi in 12a Commissione
    Giovedì 19 luglio, alle ore 8,30, la Commissione Sanità ha all'ordine del giorno l'audizione del Ministro della salute, Renato Balduzzi, sulle prospettive di riforma della Croce rossa italiana.
    «Mancò la fortuna, non il valore»

  3. #503
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    [QUOTE=nivio;1685934]Cari tutti,

    Un emendamento del senatore Ceccanti (PD), proditoriamente presentato all'ultimo minuto in Aula, al testo della legge di conversione del decreto legge 79/2012 (vigili del fuoco) e approvato dall'assemblea, ha prorogato al 30 settembre prossimo il termine per l'esercizio della delega al Governo per riorganizzare la Croce Rossa, prevista dalla legge 183/2010 già scaduta il 30 giugno scorso.

    Dopo il primo tentativo di prorogare il termine in Commissioni Affari Sociali della Camera ad opera della deputata Miotto, fallito per la dichiarazione di inammissibilità data dal Presidente Fini, il Partito Democratico con l'emendamento a firma di Ceccanti, ignorando il richiamo del Presidente della Repubblica del febbraio scorso in merito alla sentenza n. 22/2012 della Corte Costituzionale in materia di decretazione d'urgenza, ha voluto sanare una illegalità con una peggiore e incostituzionale, prorogando un termine estraneo alla materia del decreto legge e comunque scaduto.

    Il PD con l'emendamento Ceccanti ha sancito, ancora una volta, la sua distanza dai lavoratori e l'assoluta vicinanza a coloro che voglio solo mettere le mani sul patrimonio della Croce Rossa Italiana.

    In ogni caso fino a quando il decreto legge 79/2012 non sarà pubblicato sulla gazzetta ufficiale le Commissioni parlamentari continueranno ad operare nell'illegalita di un termine scaduto.

    Vi informo dell'avvenimento nella speranza che ora i sindacati prendano atto della gravità della situazione e i dipendenti, civili, militari, soci e volontari si organizzino nella protesta di massa


    aggiungo continuate il Vs mutismo, mi rivolgo agli indiferenti, che non lo sono ma tacciono per paura, che la vasellina del rocco co la renderà meno traumatica, la trasformazione civile cosi potrete urlare o che delizia oh che dolore , cari dipendenti del Corpo militare il Msg vi è arrivato, adesso mettetevi in posizione adatta cosi qualcuno godrà meglio, ricordatevi ai capricci di un bambino prepotente, si risponde per educarlo con due bei ceffoni [EDIT STAFF] QUOTE]

    Che vergogna svendere così il Corpo Militare.

    Che vergogna il silenzio dei tanti e la conseguente incapacità a fare fronte comune....
    Ultima modifica di sasygrisù; 18-07-12 alle 13: 27
    Patria e Onore.
    Ferrum Ferro Acuitur.

  4. #504
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    Esiste già una Associazione che raggrupperebbe i militari in congedo della CRI: è l'Associazione Nazionale Militari CRI in congedo A.N.M.CRI con sede a Roma, presidente il col. me. CRI dr. (cong.) Prof. Castrucci.

    Associazione regolarmente costituita e attiva con delegazioni regionali, purtroppo con scarse adesioni, ma non in Emilia Romagna dove conta più di un centinaio di soci e con una bella sede in una caserma bolognese.

    In anni passati , abbiamo cercato di avere il riconoscimento come Associazione d'Arma, ma non essendo il CM CRI alle dirette dipendenze delle FF.AA., non vi è stato questo riconoscimento da parte di MinDifesa.
    Ultima modifica di Domenico; 18-07-12 alle 12: 26

  5. #505

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    CAMERA DEI DEPUTATI
    Martedì 17 luglio 2012
    684.
    XVI LEGISLATURA
    BOLLETTINO
    DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
    Difesa (IV)
    COMUNICATO
    Pag. 49

    DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

    Martedì 17 luglio 2012. — Presidenza del vicepresidente Francesco Saverio GAROFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Filippo Milone.

    La seduta comincia alle 14.05.

    Schema di decreto legislativo recante riorganizzazione dell'Associazione italiana della Croce rossa.
    Atto n.491.
    (Rilievi alla XII Commissione).
    (Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, e rinvio).

    La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo in titolo.

    Francesco BOSI (UdCpTP), relatore, rileva, innanzitutto, che lo schema di decreto legislativo sul quale la Commissione Difesa ha chiesto di esprimere rilievi alla Commissione competente in via principale, concernente la riorganizzazione dell'Associazione italiana della Croce rossa è stato adottato in attuazione della delega conferita dall'articolo 2, comma 1, della legge n.183 del 2010, il cui termine di esercizio è stato differito dall'articolo 1, comma 2, della legge n.14 del 2012.
    Tuttavia, il predetto termine è venuto a scadenza il 30 giugno scorso e non è chiaro se possa considerarsi prorogato. Infatti, la legge delega prevede un meccanismo di «scorrimento» di due mesi del termine che, però, si applicherebbe nella sola ipotesi in cui il termine per l'espressione del parere parlamentare (40 giorni dall'assegnazione) scada nei trenta giorni precedenti il termine ultimo per l'adozione dei decreti legislativi (che invece è fissato al 30 giugno). Allo schema in esame è stata allegata una nota del DAGL (Dipartimento per gli affari giuridici e legali della Presidenza del Consiglio dei ministri), secondo cui il termine risulterebbe invece rispettato alla luce di recenti interpretazioni fornite dal Consiglio di Stato in taluni pareri resi su analoghe questioni.
    In merito a tale problematica, gli Uffici di presidenza delle Commissioni Affari Pag. 50sociali della Camera e del Senato, riunitisi congiuntamente, hanno ritenuto opportuno iniziare l'esame dell'atto e, contestualmente, investire della questione le Presidenze di Camera e Senato, la Commissione Affari costituzionali e il Comitato per la legislazione. L'orientamento è dunque quello di attendere il suddetto pronunciamento per decidere se concludere o meno l'esame del provvedimento.
    Pertanto, ritiene che – analogamente alle Commissioni di merito – anche in questa sede dovrà attendersi l'esito di tali approfondimenti. Peraltro, è un dato di fatto che avendo il Governo ritardato la presentazione del provvedimento, risultano estremamente compressi i tempi di discussione parlamentare e di interlocuzione con i soggetti destinatari dell'atto. È noto che sia i lavoratori che le loro rappresentanze sindacali non hanno certamente accolto favorevolmente il provvedimento in esame.
    Passando a illustrarne i contenuti, evidenzia che lo schema di decreto legislativo interviene incisivamente sulla struttura della Croce rossa italiana. Attualmente, tale ente ha una natura giuridica «ibrida». La Croce Rossa è infatti un ente di diritto pubblico non economico con prerogative di carattere internazionale, che ha per scopo l'assistenza sanitaria e sociale. È dunque qualificabile come ente pubblico funzionale, ma anche come associazione di volontariato e come organizzazione umanitaria di diritto internazionale. Al riguardo, rammenta che i soci attivi hanno oramai superato il numero di 150.000. L'Associazione è organizzata in una componente istituzionale ed in una volontaristica che comprende il Corpo militare e il Corpo delle infermiere volontarie.
    La Croce rossa italiana – per la quale dal 2008 è stato disposto il commissariamento – si articola su quattro livelli organizzativi: comitato centrale (assemblea nazionale; consiglio direttivo; presidente nazionale e collegio unico dei revisori dei conti); comitati regionali, comitati provinciali e comitati locali.
    Con il previsto riordino, la natura giuridica e l'organizzazione della CRI sono destinate a subire profondi mutamenti in tre distinte fasi temporali. La prima fase prevede che entro il 31 dicembre 2013 si dovrà perfezionare l'elezione degli organi che predispongono lo statuto provvisorio dell'Associazione e dell'Ente, ponendo così termine al commissariamento (articolo 3). A partire dal 1o gennaio 2014, con la seconda fase, la CRI viene separata in due tronconi. Da un lato si costituisce l'Associazione della Croce Rossa Italiana, configurata come associazione privata di interesse pubblico, con personalità giuridica di diritto privato, chiamata a svolgere le proprie funzioni sulla base di convenzioni con il Servizio sanitario nazionale e con la Pubblica Amministrazione; dall'altro lato, la CRI si trasforma in Ente Croce Rossa, denominato «Ente strumentale alla Croce Rossa italiana», quale ente pubblico non economico, con limitate funzioni di supporto tecnico-logistico e/o formativo per la nuova Associazione (articoli 1 e 2). Sia l'Associazione che l'Ente sono soggetti alla vigilanza dei ministri della Salute e della Difesa (articolo 7). Infine, a partire dal 1o gennaio 2016, l'Ente Croce Rossa è soppresso e tutti i rapporti e le funzioni sono trasferite all'Associazione (articolo 8).
    Quanto al personale, è previsto che, entro il mese di marzo 2014, l'Ente e l'Associazione determinino il loro fabbisogno relativo al personale civile a tempo indeterminato, che potrà scegliere fino al 31 dicembre 2015 di essere assunto con contratto privato presso l'Associazione ovvero rimanere presso l'Ente, fino al suo scioglimento (1o gennaio 2016). Per il personale in esubero sono previsti contratti di solidarietà, mobilità, assunzioni presso altre amministrazioni pubbliche e, infine, il collocamento in disponibilità (articoli 6 e 8). I contratti di lavoro a tempo determinato relativi al personale della CRI, che riguardano circa 1500 unità, permangono fino al 31 dicembre 2013 (articolo 6).
    Quanto ai beni strumentali, dal 1o gennaio 2014 l'Associazione acquisisce i beni mobili e le risorse strumentali necessarie, salvo quelli acquistati con i contributi del Pag. 51Ministero della difesa per l'esercizio dei compiti affidati al Corpo militare volontario e al Corpo delle infermiere volontarie, per i quali il trasferimento avverrà successivamente e con specifiche modalità.
    Dopo aver esposto in termini generali il contenuto di un provvedimento di cui è evidente la complessità e la delicatezza, si sofferma sulle parti di diretto interesse della Commissione Difesa.
    In particolare, l'articolo 5 interviene sulla materia relativa al Corpo militare della Croce Rossa italiana che, assieme al Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa, costituiscono un Corpo ausiliario delle Forze armate che esplica le proprie attività istituzionali sia in tempo di guerra che in tempo di pace (anche in occasione di calamità naturali) ed è chiamato all'assolvimento di compiti umanitari stabiliti dalle convenzioni e dalle risoluzioni internazionali.
    Si tratta di istituzioni la cui esistenza nel panorama militare italiano si basa su profonde radici storiche tra loro strettamente legate, per cui inevitabilmente la riforma dell'una si ripercuoterebbe sull'altro corpo ausiliario delle Forze armate – quello delle crocerossine. Il Corpo delle infermiere volontarie non è tuttavia trattato dall'articolo in esame, che si limita a ribadire l'applicazione della disciplina vigente (comma 2), nonché a precisare la gratuità del servizio prestato, fatto salvo quanto disposto dall'articolo 1758 del Codice dell'ordinamento militare, sui casi di fruizione di rimborsi e di spese di vitto e alloggio (comma 4).
    La disposizione in esame, inoltre, modifica la denominazione del Corpo militare della Croce Rossa che così assumerà la denominazione di Corpo militare volontario, attribuendo agli appartenenti la qualifica di «soci». Le novità principali riguardano la riconfigurazione organizzativa e il nuovo status giuridico del personale.
    Nello specifico, il Corpo militare volontario sarà composto esclusivamente da personale volontario in congedo, iscritto in un ruolo unico comprensivo delle categorie direttive dei medici, dei commissari, dei farmacisti, nonché delle categorie del personale di assistenza.
    Gli appartenenti al Corpo renderanno il servizio a titolo gratuito, ad eccezione di quanto previsto dal citato articolo 1758 del Codice dell'ordinamento militare.
    Agli appartenenti al Corpo si applicheranno le disposizioni riguardanti il personale in congedo del Corpo militare della Croce Rossa recate dal codice dell'ordinamento militare e dal testo unico, mentre non troveranno applicazione nei loro confronti le disposizioni del codice penale militare e quelle in materia di disciplina militare.
    Sottolinea, quindi, che al fine di evitare eventuali dubbi interpretativi, andrebbe valutata l'opportunità di specificare meglio lo status giuridico del personale appartenente al Corpo militare della CRI nell'esercizio delle loro funzioni e ciò in quanto se da una lato, l'esclusione dell'applicabilità delle disposizioni penali e disciplinari militari porta a qualificarli come «civili», dall'altro lato, il richiamo all'applicabilità nei loro confronti di alcune norme del codice dell'ordinamento militare sembra presupporre lo status di militare del richiamato personale.
    Al riguardo, osserva che, attualmente, in base all'articolo 1653 del codice dell'ordinamento militare, nell'esercizio delle loro funzioni, gli iscritti nei vari ruoli del personale militare della Croce Rossa, escluso il personale per l'assistenza spirituale, sono militari e sono sottoposti alle norme della disciplina militare e dei codici penali militari.
    La descritta riorganizzazione del Corpo militare prenderà le mosse da un decreto del Presidente del Consiglio che definirà i criteri e le modalità di equiparazione fra i livelli di inquadramento del personale civile della CRI e quello militare, per la cui emanazione non è stabilito esplicitamente un termine (articolo 6, comma 1).
    A decorrere dalla data di entrata in vigore del citato decreto troverà quindi applicazione una disciplina transitoria che Pag. 52riguarda il personale attualmente in servizio a tempo indeterminato nel Corpo militare della CRI.
    In sintesi, nella fase transitoria, il citato personale sarà posto in congedo e transiterà in un ruolo unico ad esaurimento istituito nell'ambito del personale civile della CRI (e successivamente dell'Ente, che prenderà il posto della CRI); verrà iscritto a domanda, nel ruolo unico del Corpo militare volontario (articolo 5, comma 3) e manterrà – fino alla data di determinazione del fabbisogno di personale dell'Associazione (marzo 2014) – il trattamento economico in godimento, con assegno ad personam riassorbibile in caso di adeguamenti retributivi, fermo restando l'applicazione del cosiddetto «blocco della progressione economica» disposto dai commi 1 e 21 dell'articolo 9 del decreto-legge n.78 del 2010.
    Infine, quota parte del personale potrà transitare in un Corpo militare in servizio attivo, la cui dotazione massima è fissata in duecento unità (articolo 5, comma 6). Viene altresì preventivamente specificato che: i criteri di costituzione del suddetto Corpo saranno definiti da un decreto del Ministro della difesa adottato entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo in esame che, comunque prevede direttamente alcuni requisiti di ingresso e definisce la composizione della Commissione che dovrà effettuare la selezione. Il suddetto contingente sarà in futuro alimentabile, sempre nei limiti delle duecento unità, unicamente con personale civile avente la qualifica di militare in congedo e alla data determinata nel richiamato decreto del Ministero della difesa e comunque non oltre il 1o gennaio 2016, gli appartenenti al Corpo militare in servizio attivo transiteranno nel ruolo civile. Viene specificato, infine che il Corpo militare potrà concorrere agli impieghi di protezione civile.
    Per i militari che transitano nei ruoli civili, i procedimenti disciplinari avviati nei loro confronti saranno riassunti in sede civile. I termini per la contestazione dell'addebito e per la conclusione del procedimento sono pertanto interrotti dalla data di entrata in vigore del decreto in esame e riprenderanno a decorrere dal transito nel ruolo a esaurimento dell'interessato (articolo 5, comma 3).
    Anche su tale punto, al fine di evitare eventuali dubbi interpretativi, andrebbe valutata l'opportunità di chiarire in maniera esplicita le disposizioni che si applicheranno ai giudizi riassunti in sede civile e, in particolare, se si tratterà di quelle vigenti al momento dell'avvio del procedimento, previste dal codice dell'ordinamento militare, ovvero di quelle che regolano i giudizi civili degli appartenenti al Corpo della CRI.
    Riassume, quindi, brevemente i dati relativi all'attuale composizione del Corpo militare della Croce Rossa e ricorda che già nel mese di novembre 2011 il Governo attualmente in carica aveva presentato uno schema di decreto legislativo di riordino della CRI e, quindi del Corpo militare. Su di esso le Commissioni competenti – ed anche la Commissione Difesa – avevano espresso forti perplessità, al punto che l'Esecutivo aveva ritenuto di soprassedere dalla sua emanazione. In particolare, il precedente schema di decreto legislativo prevedeva l'istituzione di un apposito contingente ad esaurimento con un numero massimo di 848 unità, compreso l'ispettore nazionale, nel quale far confluire il personale attualmente appartenente al richiamato Corpo militare ed assunto a tempo indeterminato in virtù di precedenti provvedimenti di reclutamento.
    In conclusione, rileva che su tale provvedimento vi sono molteplici aspetti che destano perplessità.
    In primo luogo, la riforma del Corpo militare della CRI viene disposta con un provvedimento che è stato presentato tardivamente alle Camere e ciò – al di la dei problemi di legittimità nell'esercizio della delega – non consente di avere tempi congrui di riflessione e confronto.
    In secondo luogo, lo schema di decreto non sembra tenere in conto che, al Senato, è in fase di avanzato esame il disegno di legge di revisione dello strumento militare che è diretto ad una progressiva riduzione del personale. Al riguardo, ritiene che Pag. 53sarebbe stato più opportuno affrontare contestualmente le questioni concernenti gli appartenenti al Corpo militare della CRI, trattandosi evidentemente di personale che, in un futuro più o meno prossimo, transiterà nei ruoli civili. Inoltre, il citato disegno di legge di delega prefigura anche interventi di riorganizzazione e razionalizzazione della struttura del Servizio sanitario militare (Atto Senato 3271, articolo 2, comma 1, lettera b), n.5).
    Infine, l'esame di un processo di riforma del Corpo militare della Croce rossa non dovrebbe prescindere da una valutazione complessiva del quadro di riferimento che è in rapida evoluzione. Si pensi in particolare agli interventi legati alla cosiddetta «spending review», che stanno incidendo profondamente sugli assetti delle strutture amministrative dell'intero apparato pubblico, ivi comprese le Forze armate.
    Per tali ragioni, invita la Commissione ed il Governo a prestare particolare attenzione all'esigenza di non agire in modo frettoloso, ma di assumere le iniziative necessarie – quali ad esempio una proroga dei termini di esercizio della delega – per affrontare la materia in modo organico ed approfondito.

    Il sottosegretario Filippo MILONE si riserva di intervenire nel prosieguo della discussione.

    Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD) condividendo la premessa del relatore circa l'opportunità di attendere la soluzione della questione legata al legittimo esercizio della delega, ritiene opportuno svolgere comunque alcune preliminari considerazioni sul merito del provvedimento.
    Ricorda che, in occasione dell'esame del precedente schema di decreto – per il quale aveva svolto le funzioni di relatore – erano state poste in evidenza numerose criticità che, in prima approssimazione, sembrano essere state superate nell'odierna versione del testo.
    Come opportunamente segnalato dal relatore, va però evidenziato che il quadro di riferimento appare in rapida evoluzione e occorre quindi tenere in considerazione le misure prospettate dal disegno di legge delega per la revisione dello strumento militare nonché dal decreto-legge n.95 del 2012 sulla revisione della spesa pubblica, entrambi attualmente all'esame del Senato.
    Lo schema di decreto in esame consente, fino al 2016, la permanenza dello status di militare, con il relativo trattamento economico e giuridico, per un contingente di 200 unità che, presumibilmente, sarà composto da coloro che nel Corpo militare della Croce Rossa rivestono i gradi più elevati.
    Si domanda, al riguardo, se tale disposizione risulti effettivamente coerente con le misure contenute nei citati provvedimenti che, come noto, prefigurano invece una riduzione del personale militare nonché una diminuzione del 20 per cento delle posizioni dirigenziali o se, invece, sarebbe più coerente con tale impostazione prevedere un immediato transito di tutto il personale militare del Corpo della Croce Rossa nel nuovo Ente, salva la facoltà di mantenere a domanda lo status di militare, avendone i requisiti soggettivi. Al riguardo, ove si imboccasse un percorso di questo tipo, dovrebbe comunque assicurarsi al personale interessato, e che ne abbia titolo, di avvalersi dell'istituto dell'aspettativa per riduzione quadri.

    Giorgio HOLZMANN (PdL) invita i colleghi a prestare grande attenzione ad una struttura che, oltre al prestigioso passato, vanta una invidiabile funzionalità garantita da mezzi e strumentazioni di prim'ordine e da un personale – di circa 1.100 effettivi e 12.000 volontari – altamente qualificato e preparato ad intervenire in tempi rapidi ed in condizioni difficili in ogni contesto, peraltro con costi assolutamente modesti. Non sarebbe certamente possibile assicurare un servizio di tale livello, che in alcuni casi si è svolto anche nei teatri operativi all'estero, senza un contingente in grado di dispiegare in modo efficace uomini e mezzi.Pag. 54
    In questo senso, appare insopprimibile l'esigenza di conservare, anche oltre il 2016, un contingente in servizio attivo, sia pure in dimensioni ridotte a 200 unità come prefigurato dal testo in esame.

    Francesco BOSI (UdCpTP), relatore, preso atto delle valutazioni espresse dai colleghi, preannuncia che, una volta sciolta la riserva sul rispetto dei tempi di esercizio della delega, integrerà la sua relazione con ulteriori valutazioni sul merito del provvedimento.

    Francesco Saverio GAROFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

    La seduta termina alle 14.35.

    SEDE CONSULTIVA

    Martedì 17 luglio 2012. — Presidenza del vicepresidente Francesco Saverio GAROFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Filippo Milone.


  6. #506

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    Citazione Originariamente Scritto da nivio Visualizza Messaggio
    CAMERA DEI DEPUTATI
    Martedì 17 luglio 2012
    684.
    XVI LEGISLATURA
    BOLLETTINO
    DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
    Difesa (IV)
    COMUNICATO
    Pag. 49

    DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

    Martedì 17 luglio 2012. — Presidenza del vicepresidente Francesco Saverio GAROFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Filippo Milone.

    La seduta comincia alle 14.05.

    Schema di decreto legislativo recante riorganizzazione dell'Associazione italiana della Croce rossa.
    Atto n.491.
    (Rilievi alla XII Commissione).
    (Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, e rinvio).

    La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo in titolo.

    Francesco BOSI (UdCpTP), relatore, rileva, innanzitutto, che lo schema di decreto legislativo sul quale la Commissione Difesa ha chiesto di esprimere rilievi alla Commissione competente in via principale, concernente la riorganizzazione dell'Associazione italiana della Croce rossa è stato adottato in attuazione della delega conferita dall'articolo 2, comma 1, della legge n.183 del 2010, il cui termine di esercizio è stato differito dall'articolo 1, comma 2, della legge n.14 del 2012.
    Tuttavia, il predetto termine è venuto a scadenza il 30 giugno scorso e non è chiaro se possa considerarsi prorogato. Infatti, la legge delega prevede un meccanismo di «scorrimento» di due mesi del termine che, però, si applicherebbe nella sola ipotesi in cui il termine per l'espressione del parere parlamentare (40 giorni dall'assegnazione) scada nei trenta giorni precedenti il termine ultimo per l'adozione dei decreti legislativi (che invece è fissato al 30 giugno). Allo schema in esame è stata allegata una nota del DAGL (Dipartimento per gli affari giuridici e legali della Presidenza del Consiglio dei ministri), secondo cui il termine risulterebbe invece rispettato alla luce di recenti interpretazioni fornite dal Consiglio di Stato in taluni pareri resi su analoghe questioni.
    In merito a tale problematica, gli Uffici di presidenza delle Commissioni Affari Pag. 50sociali della Camera e del Senato, riunitisi congiuntamente, hanno ritenuto opportuno iniziare l'esame dell'atto e, contestualmente, investire della questione le Presidenze di Camera e Senato, la Commissione Affari costituzionali e il Comitato per la legislazione. L'orientamento è dunque quello di attendere il suddetto pronunciamento per decidere se concludere o meno l'esame del provvedimento.
    Pertanto, ritiene che – analogamente alle Commissioni di merito – anche in questa sede dovrà attendersi l'esito di tali approfondimenti. Peraltro, è un dato di fatto che avendo il Governo ritardato la presentazione del provvedimento, risultano estremamente compressi i tempi di discussione parlamentare e di interlocuzione con i soggetti destinatari dell'atto. È noto che sia i lavoratori che le loro rappresentanze sindacali non hanno certamente accolto favorevolmente il provvedimento in esame.
    Passando a illustrarne i contenuti, evidenzia che lo schema di decreto legislativo interviene incisivamente sulla struttura della Croce rossa italiana. Attualmente, tale ente ha una natura giuridica «ibrida». La Croce Rossa è infatti un ente di diritto pubblico non economico con prerogative di carattere internazionale, che ha per scopo l'assistenza sanitaria e sociale. È dunque qualificabile come ente pubblico funzionale, ma anche come associazione di volontariato e come organizzazione umanitaria di diritto internazionale. Al riguardo, rammenta che i soci attivi hanno oramai superato il numero di 150.000. L'Associazione è organizzata in una componente istituzionale ed in una volontaristica che comprende il Corpo militare e il Corpo delle infermiere volontarie.
    La Croce rossa italiana – per la quale dal 2008 è stato disposto il commissariamento – si articola su quattro livelli organizzativi: comitato centrale (assemblea nazionale; consiglio direttivo; presidente nazionale e collegio unico dei revisori dei conti); comitati regionali, comitati provinciali e comitati locali.
    Con il previsto riordino, la natura giuridica e l'organizzazione della CRI sono destinate a subire profondi mutamenti in tre distinte fasi temporali. La prima fase prevede che entro il 31 dicembre 2013 si dovrà perfezionare l'elezione degli organi che predispongono lo statuto provvisorio dell'Associazione e dell'Ente, ponendo così termine al commissariamento (articolo 3). A partire dal 1o gennaio 2014, con la seconda fase, la CRI viene separata in due tronconi. Da un lato si costituisce l'Associazione della Croce Rossa Italiana, configurata come associazione privata di interesse pubblico, con personalità giuridica di diritto privato, chiamata a svolgere le proprie funzioni sulla base di convenzioni con il Servizio sanitario nazionale e con la Pubblica Amministrazione; dall'altro lato, la CRI si trasforma in Ente Croce Rossa, denominato «Ente strumentale alla Croce Rossa italiana», quale ente pubblico non economico, con limitate funzioni di supporto tecnico-logistico e/o formativo per la nuova Associazione (articoli 1 e 2). Sia l'Associazione che l'Ente sono soggetti alla vigilanza dei ministri della Salute e della Difesa (articolo 7). Infine, a partire dal 1o gennaio 2016, l'Ente Croce Rossa è soppresso e tutti i rapporti e le funzioni sono trasferite all'Associazione (articolo 8).
    Quanto al personale, è previsto che, entro il mese di marzo 2014, l'Ente e l'Associazione determinino il loro fabbisogno relativo al personale civile a tempo indeterminato, che potrà scegliere fino al 31 dicembre 2015 di essere assunto con contratto privato presso l'Associazione ovvero rimanere presso l'Ente, fino al suo scioglimento (1o gennaio 2016). Per il personale in esubero sono previsti contratti di solidarietà, mobilità, assunzioni presso altre amministrazioni pubbliche e, infine, il collocamento in disponibilità (articoli 6 e 8). I contratti di lavoro a tempo determinato relativi al personale della CRI, che riguardano circa 1500 unità, permangono fino al 31 dicembre 2013 (articolo 6).
    Quanto ai beni strumentali, dal 1o gennaio 2014 l'Associazione acquisisce i beni mobili e le risorse strumentali necessarie, salvo quelli acquistati con i contributi del Pag. 51Ministero della difesa per l'esercizio dei compiti affidati al Corpo militare volontario e al Corpo delle infermiere volontarie, per i quali il trasferimento avverrà successivamente e con specifiche modalità.
    Dopo aver esposto in termini generali il contenuto di un provvedimento di cui è evidente la complessità e la delicatezza, si sofferma sulle parti di diretto interesse della Commissione Difesa.
    In particolare, l'articolo 5 interviene sulla materia relativa al Corpo militare della Croce Rossa italiana che, assieme al Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa, costituiscono un Corpo ausiliario delle Forze armate che esplica le proprie attività istituzionali sia in tempo di guerra che in tempo di pace (anche in occasione di calamità naturali) ed è chiamato all'assolvimento di compiti umanitari stabiliti dalle convenzioni e dalle risoluzioni internazionali.
    Si tratta di istituzioni la cui esistenza nel panorama militare italiano si basa su profonde radici storiche tra loro strettamente legate, per cui inevitabilmente la riforma dell'una si ripercuoterebbe sull'altro corpo ausiliario delle Forze armate – quello delle crocerossine. Il Corpo delle infermiere volontarie non è tuttavia trattato dall'articolo in esame, che si limita a ribadire l'applicazione della disciplina vigente (comma 2), nonché a precisare la gratuità del servizio prestato, fatto salvo quanto disposto dall'articolo 1758 del Codice dell'ordinamento militare, sui casi di fruizione di rimborsi e di spese di vitto e alloggio (comma 4).
    La disposizione in esame, inoltre, modifica la denominazione del Corpo militare della Croce Rossa che così assumerà la denominazione di Corpo militare volontario, attribuendo agli appartenenti la qualifica di «soci». Le novità principali riguardano la riconfigurazione organizzativa e il nuovo status giuridico del personale.
    Nello specifico, il Corpo militare volontario sarà composto esclusivamente da personale volontario in congedo, iscritto in un ruolo unico comprensivo delle categorie direttive dei medici, dei commissari, dei farmacisti, nonché delle categorie del personale di assistenza.
    Gli appartenenti al Corpo renderanno il servizio a titolo gratuito, ad eccezione di quanto previsto dal citato articolo 1758 del Codice dell'ordinamento militare.
    Agli appartenenti al Corpo si applicheranno le disposizioni riguardanti il personale in congedo del Corpo militare della Croce Rossa recate dal codice dell'ordinamento militare e dal testo unico, mentre non troveranno applicazione nei loro confronti le disposizioni del codice penale militare e quelle in materia di disciplina militare.
    Sottolinea, quindi, che al fine di evitare eventuali dubbi interpretativi, andrebbe valutata l'opportunità di specificare meglio lo status giuridico del personale appartenente al Corpo militare della CRI nell'esercizio delle loro funzioni e ciò in quanto se da una lato, l'esclusione dell'applicabilità delle disposizioni penali e disciplinari militari porta a qualificarli come «civili», dall'altro lato, il richiamo all'applicabilità nei loro confronti di alcune norme del codice dell'ordinamento militare sembra presupporre lo status di militare del richiamato personale.
    Al riguardo, osserva che, attualmente, in base all'articolo 1653 del codice dell'ordinamento militare, nell'esercizio delle loro funzioni, gli iscritti nei vari ruoli del personale militare della Croce Rossa, escluso il personale per l'assistenza spirituale, sono militari e sono sottoposti alle norme della disciplina militare e dei codici penali militari.
    La descritta riorganizzazione del Corpo militare prenderà le mosse da un decreto del Presidente del Consiglio che definirà i criteri e le modalità di equiparazione fra i livelli di inquadramento del personale civile della CRI e quello militare, per la cui emanazione non è stabilito esplicitamente un termine (articolo 6, comma 1).
    A decorrere dalla data di entrata in vigore del citato decreto troverà quindi applicazione una disciplina transitoria che Pag. 52riguarda il personale attualmente in servizio a tempo indeterminato nel Corpo militare della CRI.
    In sintesi, nella fase transitoria, il citato personale sarà posto in congedo e transiterà in un ruolo unico ad esaurimento istituito nell'ambito del personale civile della CRI (e successivamente dell'Ente, che prenderà il posto della CRI); verrà iscritto a domanda, nel ruolo unico del Corpo militare volontario (articolo 5, comma 3) e manterrà – fino alla data di determinazione del fabbisogno di personale dell'Associazione (marzo 2014) – il trattamento economico in godimento, con assegno ad personam riassorbibile in caso di adeguamenti retributivi, fermo restando l'applicazione del cosiddetto «blocco della progressione economica» disposto dai commi 1 e 21 dell'articolo 9 del decreto-legge n.78 del 2010.
    Infine, quota parte del personale potrà transitare in un Corpo militare in servizio attivo, la cui dotazione massima è fissata in duecento unità (articolo 5, comma 6). Viene altresì preventivamente specificato che: i criteri di costituzione del suddetto Corpo saranno definiti da un decreto del Ministro della difesa adottato entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo in esame che, comunque prevede direttamente alcuni requisiti di ingresso e definisce la composizione della Commissione che dovrà effettuare la selezione. Il suddetto contingente sarà in futuro alimentabile, sempre nei limiti delle duecento unità, unicamente con personale civile avente la qualifica di militare in congedo e alla data determinata nel richiamato decreto del Ministero della difesa e comunque non oltre il 1o gennaio 2016, gli appartenenti al Corpo militare in servizio attivo transiteranno nel ruolo civile. Viene specificato, infine che il Corpo militare potrà concorrere agli impieghi di protezione civile.
    Per i militari che transitano nei ruoli civili, i procedimenti disciplinari avviati nei loro confronti saranno riassunti in sede civile. I termini per la contestazione dell'addebito e per la conclusione del procedimento sono pertanto interrotti dalla data di entrata in vigore del decreto in esame e riprenderanno a decorrere dal transito nel ruolo a esaurimento dell'interessato (articolo 5, comma 3).
    Anche su tale punto, al fine di evitare eventuali dubbi interpretativi, andrebbe valutata l'opportunità di chiarire in maniera esplicita le disposizioni che si applicheranno ai giudizi riassunti in sede civile e, in particolare, se si tratterà di quelle vigenti al momento dell'avvio del procedimento, previste dal codice dell'ordinamento militare, ovvero di quelle che regolano i giudizi civili degli appartenenti al Corpo della CRI.
    Riassume, quindi, brevemente i dati relativi all'attuale composizione del Corpo militare della Croce Rossa e ricorda che già nel mese di novembre 2011 il Governo attualmente in carica aveva presentato uno schema di decreto legislativo di riordino della CRI e, quindi del Corpo militare. Su di esso le Commissioni competenti – ed anche la Commissione Difesa – avevano espresso forti perplessità, al punto che l'Esecutivo aveva ritenuto di soprassedere dalla sua emanazione. In particolare, il precedente schema di decreto legislativo prevedeva l'istituzione di un apposito contingente ad esaurimento con un numero massimo di 848 unità, compreso l'ispettore nazionale, nel quale far confluire il personale attualmente appartenente al richiamato Corpo militare ed assunto a tempo indeterminato in virtù di precedenti provvedimenti di reclutamento.
    In conclusione, rileva che su tale provvedimento vi sono molteplici aspetti che destano perplessità.
    In primo luogo, la riforma del Corpo militare della CRI viene disposta con un provvedimento che è stato presentato tardivamente alle Camere e ciò – al di la dei problemi di legittimità nell'esercizio della delega – non consente di avere tempi congrui di riflessione e confronto.
    In secondo luogo, lo schema di decreto non sembra tenere in conto che, al Senato, è in fase di avanzato esame il disegno di legge di revisione dello strumento militare che è diretto ad una progressiva riduzione del personale. Al riguardo, ritiene che Pag. 53sarebbe stato più opportuno affrontare contestualmente le questioni concernenti gli appartenenti al Corpo militare della CRI, trattandosi evidentemente di personale che, in un futuro più o meno prossimo, transiterà nei ruoli civili. Inoltre, il citato disegno di legge di delega prefigura anche interventi di riorganizzazione e razionalizzazione della struttura del Servizio sanitario militare (Atto Senato 3271, articolo 2, comma 1, lettera b), n.5).
    Infine, l'esame di un processo di riforma del Corpo militare della Croce rossa non dovrebbe prescindere da una valutazione complessiva del quadro di riferimento che è in rapida evoluzione. Si pensi in particolare agli interventi legati alla cosiddetta «spending review», che stanno incidendo profondamente sugli assetti delle strutture amministrative dell'intero apparato pubblico, ivi comprese le Forze armate.
    Per tali ragioni, invita la Commissione ed il Governo a prestare particolare attenzione all'esigenza di non agire in modo frettoloso, ma di assumere le iniziative necessarie – quali ad esempio una proroga dei termini di esercizio della delega – per affrontare la materia in modo organico ed approfondito.

    Il sottosegretario Filippo MILONE si riserva di intervenire nel prosieguo della discussione.

    Rosa Maria VILLECCO CALIPARI (PD) condividendo la premessa del relatore circa l'opportunità di attendere la soluzione della questione legata al legittimo esercizio della delega, ritiene opportuno svolgere comunque alcune preliminari considerazioni sul merito del provvedimento.
    Ricorda che, in occasione dell'esame del precedente schema di decreto – per il quale aveva svolto le funzioni di relatore – erano state poste in evidenza numerose criticità che, in prima approssimazione, sembrano essere state superate nell'odierna versione del testo.
    Come opportunamente segnalato dal relatore, va però evidenziato che il quadro di riferimento appare in rapida evoluzione e occorre quindi tenere in considerazione le misure prospettate dal disegno di legge delega per la revisione dello strumento militare nonché dal decreto-legge n.95 del 2012 sulla revisione della spesa pubblica, entrambi attualmente all'esame del Senato.
    Lo schema di decreto in esame consente, fino al 2016, la permanenza dello status di militare, con il relativo trattamento economico e giuridico, per un contingente di 200 unità che, presumibilmente, sarà composto da coloro che nel Corpo militare della Croce Rossa rivestono i gradi più elevati.
    Si domanda, al riguardo, se tale disposizione risulti effettivamente coerente con le misure contenute nei citati provvedimenti che, come noto, prefigurano invece una riduzione del personale militare nonché una diminuzione del 20 per cento delle posizioni dirigenziali o se, invece, sarebbe più coerente con tale impostazione prevedere un immediato transito di tutto il personale militare del Corpo della Croce Rossa nel nuovo Ente, salva la facoltà di mantenere a domanda lo status di militare, avendone i requisiti soggettivi. Al riguardo, ove si imboccasse un percorso di questo tipo, dovrebbe comunque assicurarsi al personale interessato, e che ne abbia titolo, di avvalersi dell'istituto dell'aspettativa per riduzione quadri.

    Giorgio HOLZMANN (PdL) invita i colleghi a prestare grande attenzione ad una struttura che, oltre al prestigioso passato, vanta una invidiabile funzionalità garantita da mezzi e strumentazioni di prim'ordine e da un personale – di circa 1.100 effettivi e 12.000 volontari – altamente qualificato e preparato ad intervenire in tempi rapidi ed in condizioni difficili in ogni contesto, peraltro con costi assolutamente modesti. Non sarebbe certamente possibile assicurare un servizio di tale livello, che in alcuni casi si è svolto anche nei teatri operativi all'estero, senza un contingente in grado di dispiegare in modo efficace uomini e mezzi.Pag. 54
    In questo senso, appare insopprimibile l'esigenza di conservare, anche oltre il 2016, un contingente in servizio attivo, sia pure in dimensioni ridotte a 200 unità come prefigurato dal testo in esame.

    Francesco BOSI (UdCpTP), relatore, preso atto delle valutazioni espresse dai colleghi, preannuncia che, una volta sciolta la riserva sul rispetto dei tempi di esercizio della delega, integrerà la sua relazione con ulteriori valutazioni sul merito del provvedimento.

    Francesco Saverio GAROFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

    La seduta termina alle 14.35.

    SEDE CONSULTIVA

    Martedì 17 luglio 2012. — Presidenza del vicepresidente Francesco Saverio GAROFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Filippo Milone.

    e quindi? Ma non vediamo che hanno già deciso oppure non si è capito bene??!! Non auguro a nessuno dei Nostri Signori Politici di provare l'angoscia e la paura di perdere il lavoro dopo aver dato tanto oltre che, naturalmente, non appartenere al Corpo e/o perdere quello status e quella scelta di servire la Patria anche e soprattutto nel CM. Chiudo così, buona vita a tutti e speriamo solo che qualcuno di buona volontà si passa la mano sulla coscienza.

  7. #507

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    Diventeremo tutti dei "soci", via le stellette!!! Che beffa!! Vergogna, vergogna, vergogna!! Questo é il ringraziamento dello Stato ai tanti volontari del CM della CRI!! Quoto quanto scritto da borntobuttle!
    Ultima modifica di Andreone; 18-07-12 alle 22: 43
    «Mancò la fortuna, non il valore»

  8. #508
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    Sono convinto anche io che a breve diverremo solo soci dell'Associazione CRI e non più Militari dell'Ente CRI attuale.

    Le cose saranno decisamente diverse in futuro.

    Di sicuro questa mossa è il preludio alla perdita delle stellette e dell'uniforme e nel volgere di poco tempo tutti i soci di CRI (indi compresi anche noi) avremo in dotazione la sola tuta rossa dell'Associazione.

  9. #509
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    Purtroppo stiamo pagando la serie di storture perpetrate dalla Croce Rossa Italiana attraverso lo strumento del Corpo Militare della CRI.

    Non si può spiegare che così l'accanimento che queste disposizioni recano quando esiste in Italia un'associazione privata di interesse pubblico come l'ACISMON che, grazie ad una convenzione con il Ministero della Difesa stipulata nel 1949, ha un suo Corpo Militare ausiliario.

    Leggendo le norme che regolano l'arruolamento in quel Corpo (http://www.carlomarullodicondojanni....ento/index.htm) ci si rende perfettamente conto delle analogie con quello del Corpo Militare della CRI sia in merito a chi mobilita il personale sia in merito all'organizzazione ed impiego.

    Purtroppo l'articolazione dell'art. 5, se mantenuta, vieterà, in futuro, la possibilità di aderire ad una convenzione analoga a quella dell'EI-SMOM per cui, sì, inevitabilmente non saremo più militari e il destino sarà quello della tuta rossa (a nostro carico, ovviamente!).

  10. #510

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    Tuta rossa???!! Non mi sono arruolato nel Cm CRI per indossare la tuta rossa, con tutto il doveroso rispetto per coloro che la vestono.

    ---------------------Aggiornamento----------------------------

    Ottimo intervento!!!


    *PAGLIA e DI BIAGIO. -
    Al Ministro della difesa, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze.
    - Per sapere - premesso che:

    la Croce rossa italiana, è un ente di diritto pubblico non economico con prerogative di carattere internazionale che svolge importanti ruoli nell'ambito dell'assistenza sanitaria e sociale, in molti versanti connessi alla protezione civile, nei compiti ausiliari alle Forze Armate dello Stato ed in attività sanitarie e socio assistenziali, configurandosi come riferimento indiscusso sul versante dell'assistenza e al sostegno sociale;

    la componente più antica dell'Associazione della Croce rossa italiana è il Corpo militare della Croce rossa italiana che per legge è un corpo militare speciale volontario ausiliario delle Forze armate, la cui costituzione risale al 1866;

    il suddetto corpo militare svolge attività in tempo di guerra provvedendo all'assistenza, allo sgombero e alla cura dei feriti e delle vittime, militari e civili, organizza ed esegue misure di difesa sanitaria antiaerea, disimpegna il servizio di ricerca e assistenza dei prigionieri di guerra, degli internati, dei dispersi, dei profughi, dei deportati e dei rifugiati, svolge attività di assistenza sanitaria in relazione alla difesa civile. In tempo di pace, provvede al mantenimento e alla gestione dei Centri di mobilitazione e delle basi operative, cura la custodia e il mantenimento delle dotazioni sanitarie, provvede all'addestramento e all'aggiornamento del proprio personale ed organizza corsi qualificativi di primo soccorso e di auto protezione sanitaria a favore del personale delle Forze armate, concorre al servizio di assistenza sanitaria nel caso di grandi manifestazioni ed eventi e per esercitazioni militari, fornisce assistenza e supporto sanitario alle Forze armate e alle forze di polizia nei poligoni di tiro, si occupa della diffusione del diritto internazionale umanitario, è impiegato in caso di calamità naturali o disastri per operazioni di protezione civile;

    l'uniforme in uso è obbligatoria ed il suo personale è sottoposto all'ordinamento disciplinare e penale militare e la sua organizzazione ed il suo funzionamento sono regolati dal «Codice dell'ordinamento militare», di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010, che ha assorbito quasi interamente il regio decreto n. 484 del 10 febbraio 1936 e successive modificazioni, rimaste in vigore per oltre 70 anni;

    il Corpo militare della Croce rossa italiana coinvolge 1.300 dipendenti militari, tra personale in servizio continuativo e personale precario, che costituisce l'ossatura portante per garantire una prima risposta nel caso di attivazione per grandi emergenze o pubbliche calamità, ed attinge ad un vasto serbatoio di oltre 22.000 riservisti, prontamente mobilitabili grazie ai precetti di richiamo in servizio spiccati dai centri di mobilitazione (comandi periferici) nei cui elenchi del personale in congedo vi sono innumerevoli professionisti appartenenti a svariate categorie lavorative (medici, ingegneri, giornalisti, e altro) e specialisti di ogni settore (infermieri, barellieri, autisti, idraulici, e altro);

    il personale in congedo iscritto nei suddetti centri di mobilitazione in qualità di cittadini della Repubblica italiana, viene arruolato con atto volontario e giura fedeltà alla patria e alle istituzioni repubblicane, quando richiamato in servizio temporaneo tramite precettazione soggiace alle rispettive leggi e regolamenti militari ed assume a tutti gli effetti lo status di «militare», riveste la peculiare veste giuridica di pubblico ufficiale ed indossa una uniforme analoga a quella dell'Esercito italiano, provvista dei necessari emblemi (distintivo di appartenenza al Corpo Militare e bracciale simbolo di neutralità);

    in relazione al grave sisma in Emilia Romagna che ha provocato vittime e danneggiamenti estesi ad una zona vastissima, tale da interessare una grande porzione di popolazione che per ragioni di sicurezza non ha potuto rientrare nelle proprie abitazione, la Croce rossa italiana si è mobilitata anche attraverso i suoi volontari, compresi quelli del Corpo militare, che gratuitamente e generosamente si sono posti a disposizione e si sono premuniti prima di dare assistenza alle vittime e, successivamente, in una seconda fase, di installare e gestire campi per l'accoglienza;

    in quello scenario di calamità il Corpo militare della croce rossa, come di consueto, ha dato prova di prontezza ed efficienza con i suoi volontari che si sono distinti anche quando si è trattato di correre dei rischi personali, visto che molteplici sono stati gli atti di coraggio documentati anche dal TG1 del giorno 2 giugno ed in altri servizi giornalistici, allorquando si è trattato di mettere in salvo la popolazione all'atto del verificarsi delle scosse e per dare poi quei servizi in varie situazioni di disagio e di bisogno, sia con personale medico e paramedico, sia con varie professionalità;

    nel mezzo di tale emergenza, come si può evincere da molti richiami mediatici, in data 15 giugno 2012 è stata disposta con lettera a firma del responsabile della protezione civile Marilena Campisi la cessazione di tutte le prestazioni del personale militare della Croce rossa italiana, senza alcuna giustificazione plausibile, viste le copiose richieste in loco dettate dalle impellenti necessità e dalle gravi situazioni in cui versa la popolazione terremotata;

    i suddetti articoli di stampa, oltre a sottolineare i sentimenti più ampi di riconoscenza e gratitudine di enti, istituzioni, autorità civili, militari e religiose per l'opera svolta dal personale militare volontario Croce rossa italiana fin dalle prime fasi di soccorso e di assistenza, anche per effetto delle numerose lamentele da parte delle persone assistite, sortivano una prima versione ufficiale del commissario regionale della Croce rossa - Antonio Scavuzzo - che si giustificava, in un'intervista, dando conto che si trattava di una questione normativa; ovvero la Croce rossa poteva restare ma con volontari civili;

    paradossalmente, in un ente dove, per principio, le forme discriminatorie vengono combattute perché si lavora in modo interdisciplinare ed intercomponente, si decideva di escludere militari Croce rossa italiana;

    in tal senso in data 19 giugno 2012 è stata presentata interrogazione a risposta scritta da parte di alcuni consiglieri della regione Emilia Romagna dove, in premessa, si ricordava l'intervento in corso di svolgimento del benemerito Corpo militare Croce rossa italiana con le strutture sanitarie e logistiche, quello dei suoi militari volontari impiegati per lenire le sofferenze e le necessità dei più deboli e più bisognosi, pur nel prendere atto della richiesta urgente pervenuta da parte della protezione civile di smobilitare il raggruppamento Croce rossa italiana, osservava che la decisione presa dalla stessa protezione civile si rilevava inopportuna, anche a fronte delle dichiarazioni rilasciate da Antonio Scavuzzo della Croce rossa italiana il quale ribadiva, che «chi lo deciderà potrà tornare tranquillamente in abiti civili e il servizio non sarà interrotto»;

    inoltre, tenuto conto delle iniziative poste in essere dalle popolazioni che richiedevano il ritorno dei militari Croce rossa italiana per dare assistenza e aiuto, nella predetta interrogazione si chiedeva esplicitamente al suddetto commissario (autorità civile non deputata ad assumere simili decisioni sul personale militare) a che titolo e per quale motivo lo stesso ribadiva che l'unico intervento possibile da parte dei militari volontari Croce rossa italiana fosse da civili e in tenuta borghese, non tenendo in assoluto conto i bisogni delle persone più sfortunate e bisognevoli di assistenza e cure;

    anche la protezione civile nazionale, interessata per competenza, su alcuni articoli di stampa, al titolo «contrordine: torni la Croce rossa militare» riportava la versione del prefetto Gabrielli - Capo della protezione civile nazionale - che nell'interpretare la decisione iniziale di rinunziare all'aiuto del Corpo militare, precisava che si trattava di una rimodulazione iniziale e che - a suo giudizio - collocava questa vicenda nella «problematica» che vive all'interno la stessa Croce rossa italiana sul proprio futuro e assumeva l'impegno di riprendere in servizio i militari volontari Croce rossa italiana «dove vogliono e come vogliono»;

    in tal senso non si integra il comportamento del commissario Rocca poiché, nell'ambito dei campi impiantati e gestiti dalla Croce rossa dove sono utilizzati nel loro funzionamento moltissimi militari della Croce rossa italiana in servizio continuativo che ricoprono delicati ed importanti incarichi di responsabilità, di gestione e di buon funzionamento della parte logistica e sanitaria, senza indugio ha imposto che i dipendenti militari fossero impiegati senza la prescritta uniforme militare Croce rossa italiana, senza distintivi di grado e senza i relativi simboli di appartenenza all'istituzione militare, imponendo loro di indossare una «tuta rossa» che è prevista quale dotazione per il solo personale volontario civile, facendo ingenerare il dubbio, nei confronti degli interlocutori interni e in quelli esterni istituzionalmente preposti, che tali dipendenti militari fossero volontari e non già dipendenti militari in servizio continuativo;

    appare utile sottolineare che tale prassi - ad avviso degli interroganti disdicevole - imposta e ribadita più volte con circolari secondo gli interroganti in contrasto con la normativa vigente, è stata più volte origine di confusione per il personale militare Croce rossa italiana in servizio continuativo e del personale militare Croce rossa italiana volontario che, come si vuole ricordare, svolge attività a titolo gratuito e volontaristico;

    il personale militare della Croce rossa italiana viene continuamente posto al centro da questi continui interventi del commissario che impone spesso il rinunciare all'uso dell'uniforme, ovvero incentiva - secondo gli interroganti - l'abiurare dei simboli di appartenenza allo status militare e all'associazione, svilendo il giuramento vincolante e non ponendo nessun riguardo dovuto a quello che rappresenta l'uniforme per tutti gli italiani, ovvero il simbolo dell'unità nazionale e il rispetto nei confronti di coloro che si sono sacrificati, sul territorio nazionale ed estero, anche con la loro vita, per fare il loro dovere di cittadini, di militari e di uomini di croce rossa;

    contestualmente con lettera del 19 giugno 2012 il commissario Rocca, come ultimo atto, ha ritenuto utile porre fine anche alla possibilità di «richiamare senza assegni» il personale militare volontario della Croce rossa, palesando un contrasto con la norma cogente, ponendo per scontato che quasi tutto il personale richiamato appartiene al pubblico impiego e per questo riceve in caso di richiamo il trattamento economico dalla propria amministrazione, ritenendo in ciò la confutabile tesi del generarsi di una spesa per il sistema pubblico;

    nella suddetta comunicazione, il commissario della Croce rossa italiana ha minimizzato i danni legati ad una prima fase di rallentamento, di talune «attività marginali» (vengono ritenute tali dal commissario tutte le attività ausiliarie alle Forze armate, di soccorso, di protezione civile, di organizzazione di corsi formativi e informativi così come previsto dalla legge, di interventi di protezione civile);

    in tale circolare si desume in modo incontrovertibile che la possibilità di essere richiamati con tale procedura di richiamo senza assegni è possibile solo al personale autonomo, pensionato e senza reddito, con grave pregiudizio costituzionale, ribadendo che l'unica possibilità per il rimanente personale escluso per poter essere impiegato è quello di indossare la «tuta rossa» in tutte le attività dell'ente, con l'unica concessione sovrana quella di apporre eventualmente sulla stessa, e non in tutti i casi, esclusivamente il distintivo di corpo -:

    quali iniziative si intendano predisporre al fine di riportare la gestione e la configurazione dell'impiego del personale militare in servizio continuativo e senza assegni entro parametri di legittimità, al fine di chiarire i ruoli, i gradi, i livelli di responsabilità e che non vengano ingenerati nei confronti di terzi confusioni sullo status militare rivestito, in modo che non siano scambiati e fraintesi anche i ruoli tra dipendenti, soci e volontari civili della Croce rossa per i livelli di responsabilità, le competenze e le attribuzioni ad ognuno di essi dovuto.(4-17010)
    «Mancò la fortuna, non il valore»

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