E, quindi, Steusen se la CRI - con una struttura civile, ancorchè fossero quei civili dei militari del CM CRI in congedo - è riuscita a reggere l'impatto della guerra di Libia, della I Guerra Mondiale, della guerra d'Etiopia, della guerra di Spagna, della II Guerra Mondiale, dell'invio di un ospadale da campo nella Guerra di Corea possiamo ragionevolmente sperare che possa reggere anche con questa nuova configurazione?!
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L'importante è che questi 300 rimangano tali e non, come da notizie che stanno giungendo, stiano avvenendo delle rinunce per transitare nelle p.a..
Motivo: non gli viene garantito il lavoro sotto casa, come hanno ora.
Per coloro che, nei 300, sono stabilizzati c'è questa possibilità che molti intenderebbero sfruttare.
Mentre per i circa 150 precari che rientrano nei 300 non vi è alternativa a meno di rinunciare ad un posto di lavoro che, per quanto incerto, rimane pur sempre un lavoro.
Vedi che anche in questa situazione di militare c'è assai poco rispetto a chi il militare lo fa di professione.
Un esempio di pochi giorni fa: il trasferimento del Reggimento artiglieria a cavallo "Voloire" dalla sede storica di Milano (dopo 129 anni) a Vercelli.
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