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Discussione: CM CRI: Arruolamento e informazioni

  1. #1421
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    Salve riservista, grazie mille per le risposte, ci sto mettendo una infinità di tempo solo per produrre tutti questi documenti, fare visite ecc. e qui sul forum mi avete dato molte risposte a cui lo stesso Naapro non è stato in grado di darmi.
    Entrare a far parte del corpo è a dir poco faticoso (2-3 mesi solo per preparare la documentazione praticamente). Ci credo che molti lasciano l'iter ancor prima di terminarlo... sinceramente mi dispiace molto, ero partito pieno di aspettative ed entusiasmo e ad oggi sto vedendo solo disorganizzazione, perdite infinite di tempo e burocrazie inutili.
    Avevo lasciato la componente civile sia per fattori concorsuali (che ho citato precedentemente) sia perchè in molti servizi sembrava esserci una "élite" di intoccabili sempre presenti che monopolizzavano attività e corsi, nella componente civile ho visto sia molti interessati a rendersi utili in silenzio e con umiltà, sia molti che stavano li perchè, anche se avevano fallito nella vita, almeno li potevano spararsi la posa e sentirsi importanti con la bella scritta sulla giacca "SOCCORRITORE" oppure facendo i referenti dei servizi.
    Personalmente vorrei entrare a far parte del corpo militare per mettermi a servizio come MILITARE appunto (fossi stato interessato alla componente civile mi sarei iscritto solo in quella o PER SCELTA MIA ad entrambe) ed anche perchè il mio obiettivo è formarmi in ambito medico-militare in quanto studente di medicina.
    Magari se il corpo prevedesse un iter chiaro, scorrevole e rapido avrebbe molti più iscritti, fatto cosi invece è solo pesante oltre che dispendioso in termini di tempo e denaro.
    Spero di risolvere la faccenda entro la prossima settimana, cosi non fosse non so se porterò a termine la domanda, incrociamo le dita.

  2. #1422
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    Ho parlato con i comitati della mia zona, dovrò risvolgere tutto da capo alla fine, ma l'ufficiale di riferimento del centro di mobilitazione mi ha detto che una volta iscritto posso benissimo trascurare la componente civile e dedicarmi solo al CM dato che dipendo solo ed esclusivamente dal centro di mobilitazione, infatti mi hanno fatto un esempio (lo riporto perchè potrebbe essere utile ad altri): se fossi stato iscritto precedentemente alla componente militare e civile e fossi stato congedato da entrambe non avrei avuto bisogno di fare più alcun riferimento alla componente civile, mi sarebbe bastato richiedere di essere riarruolato e avrei pagato solamente la quota associativa. Mi trovo in questa situazione solo perchè questo è il mio primo approccio con il CM (a quanto dice lui). Quindi a quanto pare non c'è una uniformità di approccio tra i vari comitati civili e Naapro.

    A parte questo ho visto delle incoerenze riguardo all'attribuzione del grado: c'è chi dice che basta essere iscritti al secondo anno di medicina per richiedere la nomina a Caporal Maggiore, altri dicono che bisogna aver terminato il secondo anno (essere quindi iscritti al terzo). Sono quindi un po' confuso su cosa scrivere nella domanda: io ho finito ora il primo anno, l'iscrizione a secondo anno partirà da ottobre, se consegno la domanda ora devo fare la domanda come milite o posso scrivere direttamente caporal maggiore?
    Mettiamo che mi arruolo come milite. Passato al secondo/terzo anno passo direttamente a Caporal Maggiore o devo congedarmi e riarruolarmi?
    Qualcuno ha le idee chiare in merito? (Ho letto la normativa ma non la trovo esaustiva, o almeno, vorrei capire come viene poi applicata, mi chiedevo se qualcuno avesse esperienza in questo senso)

  3. #1423
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    Salve a tutti, scrivo quest'ultimo messaggio a distanza di mesi un po' come sfogo, per manifestare il mio dissenso per il sistema di croce rossa.
    Ho iniziato questo percorso di arruolamento prima dell'estate e, dopo aver prodotto visite mediche ed esami a mie spese, ho scoperto che per terminare la pratica di arruolamento avrei dovuto rifare il corso base.
    Già questa richiesta mi era sembrata insensata, essendo già stato volontario mi aspettavo che il servizio svolto mi avrebbe esentato dal perdere ulteriore tempo, ma cosi non è stato e me lo sono fatto andare bene.
    Ho aspettato 4 mesi per poter partecipare ad un corso base, tuttavia, al momento della domanda, ho avuto ulteriori impedimenti e richieste assurde:30€ per lo svolgimento del corso, 30€ per un certificato del medico di base per attestare la buona salute (inutile, perchè in ogni caso avrei fatto la visita con medico interno alla CRI) e l'intero costo dell'uniforme civile (quella rossa, di cui l'acquisto è obbligatorio) a mio carico, pur avendo esplicitamente detto di avere solo interesse nella componente militare (ove il costo dell'intero materiale è comunque a carico del volontario).
    Oltre a ciò mi veniva richiesto di svolgere nuovamente, obbligatoriamente, un tot di mesi di tirocinio, pur non essendo io interessato a svolgere servizio come civile, prima di poter effettivamente entrare a far parte del corpo militare.
    Trovo l'intera situazione inaccettabile: uno studente, disposto a dedicare il proprio tempo al corpo militare volontario, si trova davanti a dover spendere cifre ridicole (più di 300€) per fare VOLONTARIATO ed in più a dover obbligatoriamente passare per la componente civile.
    Scrivo tutto questo perchè a questo punto mi sembra chiaro perchè il corpo militare della CRI sia effettivamente in difficoltà nel trovare volontari e nell'arricchire le proprie file.
    Sono sinceramente deluso ed amareggiato, avrei voluto tanto indossare la divisa di questo storico corpo e mettermi a servizio imparando cose nuove ed interessanti ma davanti a me ho trovato solo muri su muri, soprattutto da parte della componente civile, la quale mi è sembrata più che mai insofferente nei confronti di quella militare che sovrasta mettendo i bastoni tra le ruote a chiunque ne voglia fare effettivamente parte.

  4. #1424

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    Buongiorno Dust, sono un S.Ten. Med. del CMV vorrei risponderti per quanto riguarda la mia esperienza sia all'atto dell'arruolamento che come responsabile delle visite di idoneità per arruolandi e per i passaggi di grado e quindi misero conoscitore dei meandri del sistema "arruolamento".
    Il percorso per essere arruolati è vero è anbastanza lungo (2-3 mesi per preparare la documentazione più quelli di attesa per la nomina come avrai sicuramente letto qui sul forum) ma non direi faticoso, ci sono dei tempi burocratici e dei tempi fisiologici del sistema; ovviamente non voglio dire che sia normale o che non sia migliorabile ma qualche idea, se hai letto questo forum, te la sarai fatta e non dovresti essere sorpreso.

    Puoi benissimo far parte solamente del CMV senza dovere niente alla componente civile ma se il tuo obiettivo è la formazione in ambito medico-militare non penso rimarrai pienamente soddisfatto.
    Mi spiego meglio.
    Alcuni NAAPRO sono al passo con i tempi e organizzano corsi specifici permettendo di migliorarsi e di nutrire le aspettative dei componenti del CMV, in altri dire che non si fa niente è un eufemismo.
    In linea di massima comunque capita di rado che tu venga preso per mano e accompagnato a fare questo o quel corso che può piacerti.
    Se dai un'occhiata al calendario formativo nazionale vedrai che è fermo al 2020, tanto per darti un'idea.
    Per la formazione quindi, o cerchi di muoverti in autonomia contattando i NAAPRO più attivi oppure cerchi dei corsi privati accreditati (tipo TCCC); io ho seguito entrambe le strade e sono contento, insomma devi darti da fare, mi dispiace ma è così, come dicevo prima, nessuno ti prende per mano (quando inizierai a frequentare quotidianamente i reparti ospedalieri da studente lo capirai meglio).

    Per quanto riguarda il grado non ci sono interpretazioni che tengano, c'è una specifica indicazione a riguardo.
    Fino al secondo anno puoi fare richiesta come milite, se iscritto al terzo anno di medicina puoi fare richiesta come sergente (o milite), se laureato puoi fare richiesta come sottotenente (o gradi inferiori). Vuoi iniziare il prima possibile? Fai richiesta come milite, sarai impiegato subito oppure aspetta il terzo anno e fai richiesta come sergente. Se aspetti di laurearti e fai richiesta come ufficiale dovrai aspettare di più per ricevere la nomina.
    Una volta preso il grado avanzerai nella gerarchia come consueto o, in alternativa, ti congedi e ripresenti la domanda come ufficiale (dovrai però presentare nuovamente i documenti e aspettare la nomina).
    Esperienza personale: già laureato ho fatto richiesta sia come sergente che come sottotenente. Alla fine mi è arrivata la nomina a sottotenente in circa 18 mesi.

    Per quanto riguarda il tuo ultimo post.
    Purtroppo funziona cosi: il CMV è componente della CRI per cui se vuoi farne parte DEVI seguire le indicazioni della CRI e il corso base è obbligatorio; se sei già volontario di CRI e hai già fatto il corso base ovviamente non devi ripeterlo, se invece sei volontario di un'altra associazione devi seguirlo. Ci sono situazioni al limite del paradossale, sono d'accordo (tipo psicologi che devono obbligatoriamente fare corsi di psicologia medici o infermieri di TI che devono seguire corsi di bls ecc) ma tutti gli iter formativi sono di CRI (es. per fare il corso OPSA devi seguire il corso OPEM e il corso SIC1) come, ad esempio, lo sono le patenti.
    Il corso base è GRATUITO, così come gli altri corsi per cui chiedi bene per cosa servono i 30 euro di cui parli. Anche il certificato medico, che devi fare in CRI è gratuito (te lo garantisco perché li faccio anche io) e riporta, a differenza di quello del MMG, anche l'idoneità alle attività di CRI (terreni impervi, acque aperte ecc).
    Se farai parte della componente militare NON devi acquistare la divisa rossa ovviamente. Tieni conto che potrebbero chiederti invece di acquistare in parte o completamente (a seconda delle disponibilità del NAAPRO) la divisa militare (anche se per truppa è graduati dovrebbe essere garantito qualcosa).
    I mesi di tirocinio come servizio civile??! Non sono assolutamente richiesti per il CMV e non sei tenuto a farli.

    In sintesi, i costi per le visite e il tempo di attesa per la nomina sono noti da tempo e d'altronde non si può nemmeno pretendere che tali costi siano completamente coperti dal CMV. I tempi sono biblici e questo è un dato di fatto. È giusto? Assolutamente no! Ma con il poco personale rimasto che se ne occupa purtroppo la situazione è questa.

    Il programma formativo è quello che è, siamo d'accordo, bisogna muoversi, sentire altri comitati, altri NAAPRO o arrangiarsi altrimenti. È giusto? Assolutamente no! Ma non bisogna scoraggiarsi, bisogna darsi da fare e non pensare che la formazione sia dovuta a nostro piacimento.

    Ultima cosa.
    Ho notato come ogni comitato locale, ogni NAAPRO e ogni CM si muovono un pò autonomamente, abbiano regole proprie e interpretazioni delle disposizioni di legge.
    Cosa fare? Scarica una copia del codice di ordinamento militare (riporta tutte le info sui corpi ausiliari delle FFAA anche riguardo l'arruolamento) e chiedi copia del regolamento del tuo comitato di CRI.
    Su alcune cose è possibile aver ragione, su altre no.

  5. #1425
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    Salve medic, intanto la ringrazio per la risposta ma chiarisco alcuni punti che forse non ho espresso in maniera chiara: io sono già stato volontario in CRI dal 2017 al 2020, anno in cui, non avendo pagato la quota associativa annuale, sono stato dispensato dal servizio (in componente civile); in questo periodo mai mi sono interfacciato col CMV.
    Circa 6 mesi fa decido di voler entrare a far parte del CMV CRI, contatto il mio Naapro di riferimento che mi invita a produrre visite ed esami, terminata la produzione dei documenti mi viene detto che, pur essendo già stato volontario nella componente civile della CRI stessa, avrei dovuto rifare il corso base da capo.
    Seppur seccato, accetto e aspetto 4 mesi l'attivazione del corso base; in questi 4 mesi ho più volte richiesto di non svolgere il suddetto corso base in qualità di ex volontario al mio ex comitato; la mia richiesta è stata dapprima ignorata, successivamente rifiutata (pure in malo modo).
    Rassegnato a svolgere il corso, una volta attivato mi viene girato un documento ufficiale dal comitato in cui mi si richiedeva:
    Pagamento di quota pari a 30€, comprensiva della quota associativa e del costo del corso base (ovvero del materiale fornito per il corso).
    Produzione di certificato medico di buona salute presso il proprio medico curante, da produrre a prescindere dalla visita svolta successivamente da medico CRI (contattato il medico curante questi mi richiede ulteriori 30€ per la produzione di tale certificato)
    Acquisto obbligatorio della uniforme civile (rossa), pena, impossibilità di svolgere qualunque servizio, anche quelli previsti per il tirocinio post-corso base, obbligatorio per la qualifica di volontario a tutti gli effetti, senza la quale non è possibile formalizzare l'iscrizione alla CRI e, di conseguenza, avanzare nell'iter di arruolamento per il CMV.

    La situazione è dunque questa: il CMV, almeno nella mia zona, risulta essere praticamente impraticabile per chi, come me, decide di approcciarsi solamente a quest'ultimo e non alla componente civile che, per antipatie nemmeno troppo velate, tende a disincentivare l'arruolamento imponendosi.

    Il problema non si sarebbe nemmeno posto se si svolgessero i corsi base, si unitamente per le due componenti, ma con possibilità di scegliere immediatamente se finalizzare l'ingresso in una o nell'altra componente e non obbligatoriamente in quella civile, per poi abbandonarla per quella militare.

    Ci tengo a puntualizzare che i muri mi sono stati posti solamente dalla componente civile, che, alla mia richiesta di informazioni riguardo il corpo militare, sembrava spaesata, come se chiunque faccia il corso base lo faccia per entrare a far parte esclusivamente della CRI civile e che l'ingresso in CMV sia qualcosa di secondario, che un civile può richiedere solo se già volontario e che non prevede un iter di reclutamento per chi è esterno alla CRI.
    Insomma, alla richiesta di tanti soldi, tanto tempo perso appresso ad uffici, mail mai risposte e richieste imbarazzanti, ho preso la decisione di fermare la pratica di arruolamento.
    Mi sono impegnato per tanti mesi con l'intento di fare qualcosa di buono ma l'intero sistema mi ha stancato al punto di cedere.

  6. #1426
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    In pratica, la semplifico, l'antifona è stata "a noi non interessa che tu voglia fare il corso base per entrare nel corpo militare. Tu fai il corso per diventare volontario della componente civile, se poi lo vorrai potrai fare domanda nel CMV successivamente, a noi non interessa, ti devi adeguare alle nostre richieste anche se le trovi insensate (come ad esempio risvolgere il corso base da capo o acquistare la divisa rossa anche se non servirà più quando passerai definitivamente al corpo militare)"

  7. #1427
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    Buongiorno, io sono volontaria di croce Rossa da ormai 8 anni. L’altro giorno ho saputo, da fonte attendibile, che da quest’anno è iniziato l’arruolamento di donne nel corpo militare di croce rossa. Volevo innanzitutto sapere se è effettivamente così ed inoltre quale sarebbe la procedura di arruolamento.
    Un’altra cosa, io ho la laurea magistrale in biotecnologie e sono biologa abilitata, volevo sapere se tali qualifiche fossero riconosciuti o utili in qualche modo per l’avanzamento di grado o lo svolgimento di mansioni particolari che possano rientrare nel mio ambito di competenza.
    Ringrazio anticipatamente per le eventuali risposte
    Neneno

  8. #1428

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    Buongiorno,
    non so chi Ti abbia dato questa notizia che, di fatto, è falsa. Le normative non sono cambiate ed un ricorso di una volontaria di Busto Arsizio (VA) è stato rigettato
    Ecco un estratto della sentenza

    ESTRATTO SENTENZA:

    Consiglio di Stato, Sezione IV, sentenza 2 febbraio 2011, n. 751. Pres. De Felice, Est. Realfonzo; Min. difesa (Avv. dello Stato Natale) c. C[.] (Avv. Conticiani). Annulla Tar Lazio, sez. III, 28 agosto 2008, n. 7944.


    E' legittimo il provvedimento di esclusione di personale femminile dal reclutamento nel Corpo militare della Croce rossa italiana, in quanto la speciale normativa di settore prevede soltanto l’arruolamento volontario di cittadini aventi obblighi di leva o esentati dalla stessa. Il Corpo militare della Croce rossa italiana è disciplinato da una autonoma normativa di settore, ad esso, pertanto, non si estendono automaticamente le disposizioni dettate per le Forze armate.

    -OMISSIS-

    L’esegesi "evolutiva" delle norma proposta dal Tar, seppure ispirata ad un astrattamente commendevole egualitarismo, a parere del Collegio non tiene però conto dell’interpretazione sistematica complessiva delle norme che disciplinano, sotto il profilo istituzionale, la Croce rossa italiana. In tale direzione, si tratta di quelle situazioni che gli anglosassoni definiscono "not justiciable", nelle quali cioè la tutela dei singoli, presuppone necessariamente un radicale mutamento degli assetti istituzionali, di esclusiva competenza del legislatore.
    La Sezione, nella medesima scia logica del parere della III sez. dell’11 ottobre 2005 n. 2339/05 ricordato anche dal Ministero, ritiene che non è possibile in via interpretativa estendere analogicamente al Corpo militare della Cri le disposizioni vigenti per il personale militare delle FF.AA.
    A tal fine non pare sufficiente il riferimento fatto dal Tar al dato letterale per cui all’art. 5 comma 1 lett. a) l’arruolamento nel ruolo normale del corpo militare della Cri può essere disposto, tra l’altro, anche per i "cittadini" che "siano esenti da obblighi di leva".
    La lettera della legge non a caso parla di "cittadini" al maschile "esenti dalla leva" in quanto alla leva obbligatoria sono tenuti esclusivamente i soggetti maschi, senza che ciò sia sentito come un vulnus ai diritti comunitari costituzionali delle donne (così la G.U.E. 11.3.2003 n.186).
    In tale direzione, proprio sotto il profilo strettamente letterale, il termine "cittadini" non è usato per caso al maschile, ma costituisce un coerente, e diretto, immediato riferimento alla leva. In sostanza, nel contesto normativo in vigore all’epoca del diniego impugnato in primo grado il riferimento è diretto alla disciplina di cui al d.p.r. 14/02/1964 n. 237 che escludeva coloro che, a norma dell’art. 100, non raggiungessero una statura superiore a m. 1,54; ovvero appartenessero a classi di leva eccedenti il fabbisogno quantitativo e qualitativo per la formazione dei contingenti o scaglioni da incorporare.
    L’allocuzione "esenti dalla leva" non deve quindi essere intesa con riferimento a coloro che in quanto appartenenti al genere femminile sono originariamente esclusi dagli obblighi di leva, ma ai soggetti che seppure ordinariamente soggetti all’obbligo ne sono poi esentati per ragioni particolari.
    In definitiva, il fatto che non vi sia un’espressa disposizione che escluda le donne di per sé non autorizza a concludere per il loro arruolamento nel Corpo militare della Cri perché l’espressione usata dal legislatore deve essere logicamente inquadrata nel complesso contesto delle disposizioni che regolano la Cri in rapporto con le FF.AA.
    In tale quadro poi, appare irrilevante che, in assenza di una specifica disposizione che autorizzi l’arruolamento delle donne, il servizio militare di leva sia stato sospeso sine die dalla legge 23 agosto 2004 n. 226 (che ha modificato il comma 1 dell’art. 7 del decreto legislativo 8 maggio 2001 n. 215) istituendo le categorie di volontari in ferma prefissata annuale o quadriennale, in quanto la predetta normativa non sostituisce affatto il servizio di leva obbligatorio con il servizio volontario, che restano su piani diversi.
    La nuova disciplina costituisce attuazione del principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne relativamente all’accesso al lavoro, in quanto la direttiva del Consiglio 9 febbraio 1976, 76/207/Cee impedisce l’applicazione di norme nazionali che escludano, in via generale, l’impiego delle donne dai servizi militari che comportino l’uso di armi e che, al contempo, ne autorizzano l’impiego solamente nei servizi di sanità e delle formazioni di musica militare (cfr. Corte giustizia CE, 11 gennaio 2000, n. 285).
    Nondimeno è risolvente ai fini del decidere che l’art.1 del decreto legislativo 31 gennaio 2000 n. 24, che aveva inserito nel Codice delle pari opportunità approvato con decreto legislativo n. 198 dell’11 aprile 2006, la possibilità delle Forze armate di avvalersi di personale maschile e femminile, ma non ha esteso tale disposizione anche alla Cri. Come è noto il Corpo militare della Croce rossa italiana, anche se fa parte delle Forze armate dello Stato, è regolato da norme di legge speciali per cui deve dunque escludersi l’automatica applicabilità in favore dei dipendenti della Croce Rossa delle norme dettate per le altre Forze armate (cfr. Consiglio Stato, sez. IV, 17 aprile 2000, n. 2286), ivi comprese quelle per cui è causa.
    In ogni caso la sospensione della leva non fa venir meno il richiamo funzionale tra la norma sull’arruolamento del Corpo militare della Cri e le norme sulla leva per cui, in assenza di una disposizione ad hoc in tal senso non può concludersi nel senso indicato nella sentenza impugnata.
    Le donne non sono poi affatto escluse dalla Croce rossa, ma anzi ne costituiscono storicamente una delle strutture portanti essendo inserite a pieno titolo, fin dal 1908, nel Corpo Infermiere Volontarie, composto di socie dell’associazione le quali fin dall’art.1 del r.d. 12/05/1942 n. 918, sono assimilate di rango al personale militare direttivo (allora contemplato dall’art. 1 del regio decreto 10 febbraio 1936-XIV, n. 484).
    Inoltre con il successivo d.leg. 15 marzo 2010, n. 66 è stato approvato il Codice dell’ordinamento militare che, nel confermare all’art. 1729 l’assimilazione al personale militare direttivo di cui all’articolo 1626, ha parzialmente novato la norma dell’art.5 del r.d. n. 484/36, ma relativamente al problema che qui cale, ha tenuto tuttavia sostanzialmente fermo l’attuale assetto.

  9. #1429

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da zurigo Visualizza Messaggio
    Buongiorno,
    non so chi Ti abbia dato questa notizia che, di fatto, è falsa. Le normative non sono cambiate ed un ricorso di una volontaria di Busto Arsizio (VA) è stato rigettato
    Ecco un estratto della sentenza

    ESTRATTO SENTENZA:

    Consiglio di Stato, Sezione IV, sentenza 2 febbraio 2011, n. 751. Pres. De Felice, Est. Realfonzo; Min. difesa (Avv. dello Stato Natale) c. C[.] (Avv. Conticiani). Annulla Tar Lazio, sez. III, 28 agosto 2008, n. 7944.


    E' legittimo il provvedimento di esclusione di personale femminile dal reclutamento nel Corpo militare della Croce rossa italiana, in quanto la speciale normativa di settore prevede soltanto l’arruolamento volontario di cittadini aventi obblighi di leva o esentati dalla stessa. Il Corpo militare della Croce rossa italiana è disciplinato da una autonoma normativa di settore, ad esso, pertanto, non si estendono automaticamente le disposizioni dettate per le Forze armate.

    -OMISSIS-

    L’esegesi "evolutiva" delle norma proposta dal Tar, seppure ispirata ad un astrattamente commendevole egualitarismo, a parere del Collegio non tiene però conto dell’interpretazione sistematica complessiva delle norme che disciplinano, sotto il profilo istituzionale, la Croce rossa italiana. In tale direzione, si tratta di quelle situazioni che gli anglosassoni definiscono "not justiciable", nelle quali cioè la tutela dei singoli, presuppone necessariamente un radicale mutamento degli assetti istituzionali, di esclusiva competenza del legislatore.
    La Sezione, nella medesima scia logica del parere della III sez. dell’11 ottobre 2005 n. 2339/05 ricordato anche dal Ministero, ritiene che non è possibile in via interpretativa estendere analogicamente al Corpo militare della Cri le disposizioni vigenti per il personale militare delle FF.AA.
    A tal fine non pare sufficiente il riferimento fatto dal Tar al dato letterale per cui all’art. 5 comma 1 lett. a) l’arruolamento nel ruolo normale del corpo militare della Cri può essere disposto, tra l’altro, anche per i "cittadini" che "siano esenti da obblighi di leva".
    La lettera della legge non a caso parla di "cittadini" al maschile "esenti dalla leva" in quanto alla leva obbligatoria sono tenuti esclusivamente i soggetti maschi, senza che ciò sia sentito come un vulnus ai diritti comunitari costituzionali delle donne (così la G.U.E. 11.3.2003 n.186).
    In tale direzione, proprio sotto il profilo strettamente letterale, il termine "cittadini" non è usato per caso al maschile, ma costituisce un coerente, e diretto, immediato riferimento alla leva. In sostanza, nel contesto normativo in vigore all’epoca del diniego impugnato in primo grado il riferimento è diretto alla disciplina di cui al d.p.r. 14/02/1964 n. 237 che escludeva coloro che, a norma dell’art. 100, non raggiungessero una statura superiore a m. 1,54; ovvero appartenessero a classi di leva eccedenti il fabbisogno quantitativo e qualitativo per la formazione dei contingenti o scaglioni da incorporare.
    L’allocuzione "esenti dalla leva" non deve quindi essere intesa con riferimento a coloro che in quanto appartenenti al genere femminile sono originariamente esclusi dagli obblighi di leva, ma ai soggetti che seppure ordinariamente soggetti all’obbligo ne sono poi esentati per ragioni particolari.
    In definitiva, il fatto che non vi sia un’espressa disposizione che escluda le donne di per sé non autorizza a concludere per il loro arruolamento nel Corpo militare della Cri perché l’espressione usata dal legislatore deve essere logicamente inquadrata nel complesso contesto delle disposizioni che regolano la Cri in rapporto con le FF.AA.
    In tale quadro poi, appare irrilevante che, in assenza di una specifica disposizione che autorizzi l’arruolamento delle donne, il servizio militare di leva sia stato sospeso sine die dalla legge 23 agosto 2004 n. 226 (che ha modificato il comma 1 dell’art. 7 del decreto legislativo 8 maggio 2001 n. 215) istituendo le categorie di volontari in ferma prefissata annuale o quadriennale, in quanto la predetta normativa non sostituisce affatto il servizio di leva obbligatorio con il servizio volontario, che restano su piani diversi.
    La nuova disciplina costituisce attuazione del principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne relativamente all’accesso al lavoro, in quanto la direttiva del Consiglio 9 febbraio 1976, 76/207/Cee impedisce l’applicazione di norme nazionali che escludano, in via generale, l’impiego delle donne dai servizi militari che comportino l’uso di armi e che, al contempo, ne autorizzano l’impiego solamente nei servizi di sanità e delle formazioni di musica militare (cfr. Corte giustizia CE, 11 gennaio 2000, n. 285).
    Nondimeno è risolvente ai fini del decidere che l’art.1 del decreto legislativo 31 gennaio 2000 n. 24, che aveva inserito nel Codice delle pari opportunità approvato con decreto legislativo n. 198 dell’11 aprile 2006, la possibilità delle Forze armate di avvalersi di personale maschile e femminile, ma non ha esteso tale disposizione anche alla Cri. Come è noto il Corpo militare della Croce rossa italiana, anche se fa parte delle Forze armate dello Stato, è regolato da norme di legge speciali per cui deve dunque escludersi l’automatica applicabilità in favore dei dipendenti della Croce Rossa delle norme dettate per le altre Forze armate (cfr. Consiglio Stato, sez. IV, 17 aprile 2000, n. 2286), ivi comprese quelle per cui è causa.
    In ogni caso la sospensione della leva non fa venir meno il richiamo funzionale tra la norma sull’arruolamento del Corpo militare della Cri e le norme sulla leva per cui, in assenza di una disposizione ad hoc in tal senso non può concludersi nel senso indicato nella sentenza impugnata.
    Le donne non sono poi affatto escluse dalla Croce rossa, ma anzi ne costituiscono storicamente una delle strutture portanti essendo inserite a pieno titolo, fin dal 1908, nel Corpo Infermiere Volontarie, composto di socie dell’associazione le quali fin dall’art.1 del r.d. 12/05/1942 n. 918, sono assimilate di rango al personale militare direttivo (allora contemplato dall’art. 1 del regio decreto 10 febbraio 1936-XIV, n. 484).
    Inoltre con il successivo d.leg. 15 marzo 2010, n. 66 è stato approvato il Codice dell’ordinamento militare che, nel confermare all’art. 1729 l’assimilazione al personale militare direttivo di cui all’articolo 1626, ha parzialmente novato la norma dell’art.5 del r.d. n. 484/36, ma relativamente al problema che qui cale, ha tenuto tuttavia sostanzialmente fermo l’attuale assetto.
    Giuramento Asti il 24/09/2022 tra il personale del cmv cri c'era anche una donna.

    E' possibile trovare il video del giuramento su Youtube.

    Nei primi secondi di video (da 0.20 in poi) si vede chiaramente
    Ultima modifica di riservista; 25-11-22 alle 17: 27

  10. #1430

    Predefinito

    Lo sapevo che qualche "pesce pilota" avrebbe tirato fuori questa storia, aspettavo solo questo

    E' stato un atto di forza dimostrativo da parte del CdM locale in quanto serviva un clarinetto nella fanfara (sono quattro gatti ed han dovuto organizzare una intercomponente improvvisata)

    C'è già una procedura in corso per cancellarla dai ruoli
    Inutile dare false speranze

    E parla uno che vorrebbe le donne nel CM, probabilmente chi non le vuole sono le IIVV per evidenti motivi....
    Ultima modifica di zurigo; 26-11-22 alle 17: 35

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