L'argomento è estremamente interessante, Fraf! Grazie!
Il problema della ricchezza generata dal trading azionario - non credo che il 46% si riferisca anche ai diritti patrimoniali che maturano sul titolo no? Però non so, può essere - è che non viene reinvestita nell' economia reale, bensì autofinanzia i flussi azionari con l'acquisto di titoli di attività reali (poche volte) e attività finanziarie (troppe volte, ahimè ahinoi). Se ciò non avvenisse, penso che si potrebbe chiudere anche un occhio.
Nel contempo, però, reputo sbagliata anche la Tobin Tax non nel suo mero significato, ma nella sua struttura. Colpire indistintamente le negoziazioni di titoli azionari o di obbligazioni porta al fatto che le società manifatturiere - Fiat, Eni ed Enel tanto per citare le più grandi - potrebbero essere costrette a finanziarsi attraverso canali tradizionali, se l'emissione risultasse fallimentare. E se i canali tradizionali sono in crisi, come lo è il sistema creditizio, è la fine. Ci siamo quasi, no?
Purtroppo nessuno è esente da colpe: si è passati da una condanna al manifatturiero, pensando che si potesse campare di terziario, a una tassa sulle transazioni che per estremo ci potrebbe riportare anche per le quotate a un bancocentrismo pericoloso.
Come giustamente dice Wiseman, il sistema bancario è pieno di Tds in portafoglio le cui quotazioni variano al variare dello spread e la cui attività, quindi, è strettamente legata alla finanza. Le soluzioni ci sono e sono quelle già elencate da Wiseman: Legge Bancaria del '36 o Glass-Steagall Act. Sono lì, pronti. Basterebbe applicarle. Ah già, l'abolizione in tre anni del finanziamento pubblico ai partiti è più importante... 100 MLN di Euro. Insomma, interventi strutturali...
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