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Discussione: Problemi economia nazionale - internazionale

  1. #4011
    Sergente L'avatar di bradipo37
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    "Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all'Italia come un caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione prospera e leader industriale in soli vent'anni in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo, con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%. Peggiorerà.
    Il governo sa perfettamente che la situazione è insostenibile, ma per il momento è in grado soltanto di ricorrere ad un aumento estremamente miope dell'IVA (un incredibile 22%!), che deprime ulteriormente i consumi, e a vacui proclami circa la necessità di spostare il carico fiscale dal lavoro e dalle imprese alle rendite finanziarie. Le probabilità che questo accada sono essenzialmente trascurabili. Per tutta l'estate, i leader politici italiani e la stampa mainstream hanno martellato la popolazione con messaggi di una ripresa imminente. In effetti, non è impossibile per un'economia che ha perso circa l'8 % del suo PIL avere uno o più trimestri in territorio positivo. Chiamare un (forse) +0,3% di aumento annuo "ripresa" è una distorsione semantica, considerando il disastro economico degli ultimi cinque anni. Più corretto sarebbe parlare di una transizione da una grave recessione a una sorta di stagnazione.
    Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse. Questo dato da solo dimostra l'immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell'élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione. L'Italia non avrebbe potuto affrontare l'ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori. La leadership del Paese non ha mai riconosciuto che l'apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo dell'Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori. Ha firmato i trattati sull'Euro promettendo ai partner europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche di austerità. Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell'UE sapendo perfettamente che l'Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini. Di conseguenza , l'Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa completa della nazione certa.
    L'Italia ha attualmente il livello di tassazione sulle imprese più alto dell'UE e uno dei più alti al mondo. Questo insieme a un mix fatale di terribile gestione finanziaria, infrastrutture inadeguate, corruzione onnipresente, burocrazia inefficiente, il sistema di giustizia più lento e inaffidabile d'Europa, sta spingendo tutti gli imprenditori fuori dal Paese . Non solo verso destinazioni che offrono lavoratori a basso costo, come in Oriente o in Asia meridionale: un grande flusso di aziende italiane si riversa nella vicina Svizzera e in Austria dove, nonostante i costi relativamente elevati di lavoro, le aziende troveranno un vero e proprio Stato a collaborare con loro, anziché a sabotarli. A un recente evento organizzato dalla città svizzera di Chiasso per illustrare le opportunità di investimento nel Canton Ticino hanno partecipato ben 250 imprenditori italiani.
    La scomparsa dell'Italia in quanto nazione industriale si riflette anche nel livello senza precedenti di fuga di cervelli con decine di migliaia di giovani ricercatori, scienziati, tecnici che emigrano in Germania, Francia, Gran Bretagna, Scandinavia, così come in Nord America e Asia orientale. Coloro che producono valore, insieme alla maggior parte delle persone istruite è in partenza, pensa di andar via, o vorrebbe emigrare. L'Italia è diventato un luogo di saccheggio demografico per gli altri Paesi più organizzati che hanno l'opportunità di attrarre facilmente lavoratori altamente, addestrati a spese dello Stato italiano, offrendo loro prospettive economiche ragionevoli che non potranno mai avere in Italia.
    L'Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale. Perché i politici di partito hanno portato il Paese ad un quasi - collasso nel 2011, un evento che avrebbe avuto gravi conseguenze a livello globale. Il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall'ufficio del Presidente Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d'Italia. Il loro compito è quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell'UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del Presidente della Repubblica , che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell'ordine repubblicano. L'interventismo del Presidente è particolarmente evidente nella creazione del governo Monti e del governo Letta, che sono entrambi espressione diretta del Quirinale. L'illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il Presidente, la Banca d'Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. Saranno amaramente delusi. L'attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l'intenzione, di salvare il Paese dalla rovina. Sarebbe facile sostenere che Monti ha aggravato la già grave recessione. Letta sta seguendo esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità. I tecnocrati condividono le stesse origini culturali dei partiti politici e, in simbiosi con loro, sono riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali: è quindi inutile pensare che otterranno risultati migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a lungo termine per il Paese. Sono in realtà i garanti della scomparsa dell'Italia.
    In conclusione, la rapidità del declino è davvero mozzafiato. Continuando su questa strada, in meno di una generazione non rimarrà nulla dell'Italia nazione industriale moderna. Entro un altro decennio, o giù di lì, intere regioni, come la Sardegna o Liguria, saranno così demograficamente compromesse che non potranno mai più recuperare. I fondatori dello Stato italiano 152 anni fa avevano combattuto, addirittura fino alla morte, per portare l'Italia a quella posizione centrale di potenza culturale ed economica all'interno del mondo occidentale, che il Paese aveva occupato solo nel tardo Medio Evo e nel Rinascimento. Quel progetto ora è fallito, insieme con l'idea di avere una qualche ambizione politica significativa e il messianico (inutile) intento universalista di salvare il mondo, anche a spese della propria comunità. A meno di un miracolo, possono volerci secoli per ricostruire l'Italia." Roberto Orsi, London School of Economics

    Sarà anche un copia e incolla, ma la firma del Prof. Orsi e l'attinenza con gli ultimi commenti di Wiseman e Zoppo mi hanno portato a voler condividere con voi questo profilo del nostro Paese...

  2. #4012
    bartok
    Guest

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    bradipo37,
    Questo dato da solo dimostra l'immensa quantità di danni irreparabili che il Paese subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente degradata dell'élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione.
    anche se è inutile e non aggiunge niente alla discussione quotate pari pari un pezzo e dire: "sono d'accordo". quoto pari pari il pezzo è dico:

    SONO D'ACCORDO, E' UNA VERITA' SACROSANTA!

    Di conseguenza , l'Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa completa della nazione certa.
    a livello metaforico immagino un Paese che s'è costruito tutto intorno un campo minato, accorgendosi poi alla fine si essere rimasto nel bel mezzo: muoversi significa esplodere, star fermi significa morire d'inedia, cadere.... e infine esplodere.

    La scomparsa dell'Italia in quanto nazione industriale si riflette anche nel livello senza precedenti di fuga di cervelli con decine di migliaia di giovani ricercatori, scienziati, tecnici che emigrano in Germania, Francia, Gran Bretagna, Scandinavia, così come in Nord America e Asia orientale.
    vedrai che presto non avremo più il problama della "fuga dei cervelli". parlando con molti insegnanti e constatando l'evidenza, la qualità dell'insegnamento sta precipitando vertiginosamente: tra qualche anno non ci saranno molti cervelli dar far fuggire. E per dirla tutta: neppure adesso non è che all'estero non aspettino altro che i cervelli italiani.

  3. #4013
    bartok
    Guest

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    Il dato preoccupante è che il "sonno della ragione genera mostri" e che "chi semina vento raccoglie tempesta". cioè, la situazione attuale è frutto di anni e anni di cattive politiche il cui risultato sensibile è l'aver generato ignoranza. La protesta contro la "casta" è giusta, logica, inevitabile e ormai non più reversibile. Tuttavia chi protesta raramente ha ragione, perché si tratta soprattutto di una "protesta ignorante", anzi: violentemente ignorante. Quindi in definitiva non è facile schierarsi moralmente. Faccio un esempio: il famigerato movimento NO TAV. Ho amici francesi: in Francia non gliene frega niente a nessuno della TAV. a malapena sanno che esiste e chi sa che esiste, ne prende atto con una scrollata di spalle. In Italia è diventato un movimento insurrezionale, che attira guerrafondai pacifisti da tutti gli angoli della terra. Per cosa poi: per un banalissimo tunnel che passa dentro una montagna e che non darebbe fastidio a nessuno. In Italia in passato si sono fatte opere ben più impegnative! Perché dunque questa protesta? dico, qual è il PERCHE' vero? Il - perché - vero, secondo me, è che è una valvola di sfogo di una rabbia, di una frustrazione del Popolo Italiano. Cose queste che affondano le loro radici appunto in decenni di malapolitica. Il movimento NO TAV, dunque, si spiega: è una conseguenza logica di qualcosa, manifesta un malcontento fondato. Tuttavia: è un movimento che ha comportamenti terriristici nei confronti di lavoratori, aziende e che manifesta apertamente ostilità pressoché omicida verso le FFAA e le FFOO. Se in futuro le cose non miglioreranno, se in futuro ci saranno abbastanza ignoranti arrabbiati, il futuro sarà il caos: è ora che si cominci a pensare ciò come ad una possibilità realistica. Questi sono i semi seminati e che germogliano.

  4. #4014
    quantico
    Guest

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    L'articolo del Prof. Orsi è interessante, ma a me lascia un po' di dubbi... Ad esempio, nel quote di Bartok, si accusano accordi e trattati internazionali che avrebbero leso gli interessi del nostro Paese e della nostra economia.

    Io penso che l'errore non siano stati tanto i trattati internazionali quanto, invece, lo sia stato trovarsi sempre in fuorigioco e sempre con indicatori di finanza pubblica fuori range.

    L'errore di permettere il divorzio tra Banca d'Italia e Tesoro è del 1981 è nostro ed è quello che ha causato la vera impennata del debito pubblico. L'errore di pensare che in questo modo si ottenesse deflazione (salariale) per fermare i deficit causato dalla scala mobile è nostro e non dell'Europa, che manco esisteva sia a livello di politica economica sia in politica monetaria.

    Se la disciplina di bilancio ci è stata imposta, anche con la forza e con lo spettro del commissariamento, è perché mai il Paese ha seguito una disciplina di bilancio come si deve. Che non vuol dire austerità, ma vuol destinare le risorse in modo efficiente cioè spesa produttiva e spesa per investimenti e non solo spesa corrente e affitti passivi (quando abbiamo un patrimonio immobiliare inutilizzato).

    Che i vincoli europei siano rigorosi è vero, ma lo sono anche per gli altri Paesi. Spesso, Bartok, il problema non sono i semi ma è il terreno su cui gli stessi sono seminati. Se è secco, arido, non bonificato e coltivato male ciò che germoglia fa semplicemente schifo.
    Ultima modifica di quantico; 12-10-13 alle 18: 53

  5. #4015
    Wiseman
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    Mi sento di escludere che le proteste "no TAV" siano una valvola di sfogo per la rabbia popolare contro la casta, giusta o sbagliata che possa essere. Mi sento di escludere anche che il ragionamento di Bartok conduca a quella analisi: perché presuppone una consapevolezza popolare che, con ogni evidenza, invece manca (purtroppo). O non continueremo a dare il voto ai destinatari di quella rabbia, insipienti artefici del nostro tragico destino.
    Non hanno mai saputo, ne' voluto, costruire un progetto per il Paese, traguardando solo l'orizzonte del tirare a campare di andreottiana memoria (tanto per distribuire un po'di responsabilità), speculando sul nostro atavico panzafichismo.
    E ora... Dio ci aiuti!

  6. #4016
    bartok
    Guest

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    Wiseman,
    Mi sento di escludere anche che il ragionamento di Bartok conduca a quella analisi: perché presuppone una consapevolezza popolare che, con ogni evidenza, invece manca (purtroppo).
    E ora... Dio ci aiuti!
    E' proprio il punto del mio discorso: il "sonno" della politica degli ultimi decenni ha generato mostri, ha generato ignoranza e le proteste, dunque, sono proprio ignoranti e inconsapevoli. Non intendevo dire, per esempio riguardo al movimento NO TAV, che ci sia la consapevolezza dei motivi profondi della protesta. Essi sono, in un certo senso, "inconsci". Nel suo manifestarsi palese, il movimento è contro la TAV perché produce l'inquinamento, ci sono montagne fatte d'amianto e d'uranio, eccetera eccetera eccetera: tutte baggianate a cui viene dato un manto di pseudocredibilità scientifica perché un qualche geologo/ingegnere ha trovato qualche traccia di comunissimi minerali. Un po' come per le scie chimiche: si parte dal presupposto che esistono, poi prendono un cospirazionista che abbia in mano una qualche laurea in metereologia affinché trovi qualche traccia di inquinamento da poter sbandierare. ma tutti costoro, a queste cose, ci credono veramente! come un tempo si credeva alle streghe, agli untori e agli spiriti. E' proprio questo il guaio: questa gente ai miei occhi rappresenta la "brace", genererebbe il caos totale. Ma perché si è creata QUESTA situazione? guardiamo ai francesi: possiamo ipotizzare che a loro manchi il gene del "rompi p...e", oppure possiamo ipotizzare che in Francia, nel corso dei decenni, le opere cominciate sono state finite, si sono dimostrate efficaci e che non sono state fonte di interessi personali nello scambio di mazzette in cambio di appalti. In sostanza: sono abituati ad associare una grende opera infrastrutturale dello Stato a qualcosa di desiderabile.
    Purtroppo la protesta di oggi è veramente molto disordinata. oggi per esempio c'era una grandissima manifestazione a Roma: secondo me partecipava qualche migliaio di persone. ho chiesto perché protestavano: "per la Costituzione"! Ma era pieno anche di bandiere NO TAV, di bandiere palestinesi: tante idee e molto confuse. Almeno ci fosse qualcosa di "ordinato", "finalizzato" a indirizzare il malcontento verso una direzione che sia una.

  7. #4017
    Sergente L'avatar di bradipo37
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    Bartok...il nocciolo "tante idee e molto confuse" è inconfutabile, e le tue parole a sostegno di questa tesi non fanno una piega...ammetto però di concordare con Wiseman sulla non conciliabilità con il caso NO TAV(mi riferisco al movimento NO TAV,quello originario ed autoctono)...le mie ragioni sono racchiuse nei due link seguenti(non voglio dilungarmi a parole, anche perchè forse siamo un pò OT)...

    http://www.brunoleoni.it/nextpage.as...2166&codice=10
    (documento realizzato qualche anno fa (in tempi non sospetti e ben lontani dagli episodi di protesta in stile guerriglia) e sostenuto da qualcosa come 300 e rotti "noti cultori della materia"(per carità, non mi faccio impressionare dal numero e dai curricula, ma nemmeno credo che siano tutti quanti cospirazionisti e con grave conflitto d'interessi!!))...

    http://www.notav.info/top/il-conflit...izia-severino/
    (questo è il primo link che ho trovato a riguardo..potrà sembrare tendezioso, ma i riferimenti a livello di cronaca giudiziaria sono stati fatti anche su organi imparziali a riguardo../e qui il conflitto d'interessi è abnorme e conclamato)...

    detto ciò, sono pronto e disponibile ad essere smentito sulle ragioni del SI TAV(che ammetto di aver già cercato, ma trovare qualcosa di approfondito ed autorevole sembra(casualmente?)più complicato...).

  8. #4018
    quantico
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    Citazione Originariamente Scritto da bartok Visualizza Messaggio
    vedrai che presto non avremo più il problama della "fuga dei cervelli". parlando con molti insegnanti e constatando l'evidenza, la qualità dell'insegnamento sta precipitando vertiginosamente: tra qualche anno non ci saranno molti cervelli dar far fuggire. E per dirla tutta: neppure adesso non è che all'estero non aspettino altro che i cervelli italiani.
    Questa l'avevo persa e mi piacerebbe approfondire il fatto che molti insegnanti constatano che la qualità dell'insegnamento sta precipitando. Ma lo dicono in relazione a quello che loro insegnano? Quindi è un'autocritica?

    Mentre per la seconda affermazione mi piacerebbe conoscere le fonti dirette e le motivazioni che ti hanno portato a scrivere ciò che hai scritto.

  9. #4019
    bartok
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    quantico,
    Questa l'avevo persa e mi piacerebbe approfondire il fatto che molti insegnanti constatano che la qualità dell'insegnamento sta precipitando. Ma lo dicono in relazione a quello che loro insegnano? Quindi è un'autocritica?

    Mentre per la seconda affermazione mi piacerebbe conoscere le fonti dirette e le motivazioni che ti hanno portato a scrivere ciò che hai scritto.
    parto dalla seconda affermazione. E' solo una deduzione. Oggi si sente spesso dire che qui "ci hanno rubato il futuro", "ci hanno privato della speranza", eccetera eccetera. la risposta a questo sentire è un molto decantato "ah sì? e allora io vado all'estero, dove là sì che è meglio che qua!". Per certi aspetti può darsi che sia vero, ma suppongo che Nazioni come Francia, Germania, Regno Unito, Olanda, Stati Uniti, di "cervelli" ne abbiano già abbastanza per i fatti loro e che non abbiano tutta questa necessità dei nostri. Infatti l'andare all'estero è nei fatti una cosa per pochi. Non s'improvvisa. Uno può anche tentare la fortuna, mollare tutto e partire, ma è un rischio. Generalmente il "migrare" andrebbe pianificato, per esempio facendo la tesi all'estero, o un master all'estero, o un dottorato di ricerca all'estero. Il 98% di quelli che sbandierano l'andare all'estero, in realtà, hanno minime possibilità di farlo davvero.

    Riguardo agli insegnanti. Non è un'autocritica. Il mondo dell'insegnamento è gravato, secondo me, da numerosi problemi, alcuni dei quali sono colpa della categoria insegnati, altri no, altri si compenetrano. Qualche insegnante bravo c'è e, se ha una certa età, ha ben presente com'era prima e com'è ora. se tutto ciò è vero - e io penso che lo sia perché ne ho numerosi riscontri - puoi ben immaginare quanto saranno "ancor più" richiesti i cervelli italiani all'estero, in futuro.

    bradipo37,
    ammetto però di concordare con Wiseman sulla non conciliabilità con il caso NO TAV(mi riferisco al movimento NO TAV,quello originario ed autoctono)...le mie ragioni sono racchiuse nei due link seguenti(non voglio dilungarmi a parole, anche perchè forse siamo un pò OT)...

    http://www.brunoleoni.it/nextpage.as...2166&codice=10
    (documento realizzato qualche anno fa (in tempi non sospetti e ben lontani dagli episodi di protesta in stile guerriglia) e sostenuto da qualcosa come 300 e rotti "noti cultori della materia"
    come disse Eistein riguardo alla propaganda pseudoscientifica nazista: "una cosa non diventa più vera se a dirla sono in 300: basta 1". qualcosa del genere. l'articolo che hai pubblicato non mi convince. Tralascio il commentare i dati, perché non ho tempo di mettermi a confutare teorie e numeri che tanto riverrebbero confutati da altrettate teorie numeri, prendo solo un pezzo:

    Occorre infine sottolineare come l’idea pressoché
    universalmente condivisa secondo la quale sarebbe
    opportuno finanziare con risorse pubbliche un modo
    di trasporto relativamente meno inquinante oltre che
    inefficace risulta essere iniqua. Non si vede perché,
    infatti, dovrebbe essere il contribuente a pagare per
    ridurre l’inquinamento generato dagli spostamenti di
    coloro che si recano in Francia per turismo o per affari
    e dal trasferimento di merci da parte delle imprese
    che intrattengono rapporti commerciali con la Francia
    e l’Europa occidentale.


    Io non vedo proprio perché "occorre infine sottolineare". "non si vede perché" un articolo che dovrebbe essere scientifico faccia un commento del genere, che è più che altro un giudizio morale.

  10. #4020
    Wiseman
    Guest

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    Con il suggerimento di non confondere la crisi della scuola, intesa come apparato, con la crisi della qualità dell'insegnamento - che certamente risente della prima, ma non ne e' dipendente - voglio condividere con voi alcuni dati, riverenti da ricerche e studi diversi, che illustrano, a mio sentire, una delle più clastiche occasioni perdute della nostra politica.

    Negli USA, che sotto l'attuale amministrazione hanno fatto della green economy , quella basata sullo sviluppo delle energie rinnovabili, la bandiera del rilancio industriale, un miliardo di dollari di investimenti crea circa 17.600 posti di lavoro se investito in tale settore, e 19.800 se investito nella gestione del patrimonio idrico.
    In Italia dobbiamo mettere mano a 64 miliardi di investimenti solo sulle reti acquedottistiche, fognarie e depurative. Diciamo solo 15.000 posti/miliardo. E fate voi la moltiplicazione.

    E, pregiudiziali ecologiche a parte, quelli investimenti si possono finanziare con un incremento del 15% della tariffa ed un quadro normativo stabile, senza mungere le casse pubbliche. Ne abbiamo bisogno per tutelare l'ambiente (24 milioni di italiani non accedono a fognature/depuratori) ed evitare una sanzione, già decida dalla UE, che dal 1 gennaio 2016 ci costerà oltre 700.000 euro al giorno di sanzioni.

    Senza parlare di quello che potremmo fare per il dissesto idro geologico, che ci costa 5 miliardi l'anno per le emergenze.

    E invece certa politica non solo ignora il problema e criminalizza la soluzione, ma strumentalizza l'argomento, fomentando la protesta - no TAV, referendum sull'acqua, etc. , speculando sulla ignoranza per aggravare il disastro. Questo è quanto intendevo anche con il mio messaggio precedente.

    Ci sarebbe da chiedersi perché, ma io credo che nel torbido si peschi meglio

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