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Risultati da 261 a 266 di 266

Discussione: Età nelle forze armate: quanto conta?

  1. #261

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    Citazione Originariamente Scritto da domanda Visualizza Messaggio
    Servirebbe prendere il presto "out of many,one" americano, certo, ma il punto cruciale è che si vuole tutto è possibile,se si vuole...
    Personalmente non credo che tutto sia possibile se si vuole.
    Ma è una posizione puramente accademica: in realtà NON si vuole, in generale, nulla.
    Un sogno per alcuni... Un incubo per altri...(Excalibur-1980)
    Confermo i miei atti e rido dei vostri giudizi. Ed ora condannatemi!

  2. #262
    domanda
    Guest

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    errata corrige: in prestito

  3. #263
    Utente Expert Esercito L'avatar di vegepat
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    Citazione Originariamente Scritto da domanda Visualizza Messaggio
    Dal giorno della compilazione della domanda a quello del primo impiego per le accademie è di sei anni circa,contro i 4 delle scuole marescialli, tempi elefantiaci che non trovano alcuna giustificazione logica...
    Mah, francamente mi sembra che la giustificazione logica invece ci sia eccome: il concorso dura poco meno di un anno (presentazione della domanda a gennaio, quando tanti aspiranti sono ancora in quinta superior in attesa di maturita', entrata in Accademia a settembre). Poi seguono i cinque anni di formazione universitaria che, piaccia o no, sono necessari per una Laurea Specialistica.
    Dov'e' l'anomalia?
    Se poi vogliamo discutere se non sarebbe meglio prendere persone gia' laureate e dargli solo un paio di anni di formazione puramente militare, e' una ipotesi diversa che meriterebbe di essere studiata, ma si basa su altri presupposti.

    Per quanto riguarda il resto del discorso, continuo a sostenere che la ripartizione delle FFAA in Forze di Proiezione (missioni e attivita' ad alto profilo) e Forze Territoriali/di Difesa (compiti di difesa nazionale/protezione civile)consentirebbe una migliore efficienza e ripartizione delle risorse (umane e materiali), venendo incontro anche alle caratteristiche della nostra societa' ed alle esigenze peculiari del Paese....
    Hey, gunner man, that's quicksand, that's quicksand, that ain't mud
    Have you thrown your senses to the war, or did you lose them in the flood?

  4. #264
    domanda
    Guest

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    Vede, le ffaa devono formare dei militari, personale altamente qualificato nel settore di competenza, non laureati, eppure la cosa è di difficile comprensione per l'opinione pubblica ed i vertici militari.
    Come ricorda,la durata dei concorsi è pressapoco un anno, un tempo fuori da ogni logica e che ha senso solo con l'attuale modello d'arruolamento che andrebbe rivisto nei tempi e nei contenuti, non più scremare,ma selezionare i più adatti,non amo il termine migliore,che troppo cozza con la realtà.
    Dopo un anno siffatto si presuppone che l'istituto di formazione plasmi l'allievo per quel che deve divenire e se i tempi sono lunghi che non riduca l'esperienza tecnico professionale del pivolo alla sola campagna estiva, privilegiando invece le sessioni universitarie, come se l'accademia fosse una succursale universitaria. In cinque anni,almeno la metà dovrebbe venir trascorsa in attività formativa,simulazioni e tirocini sul campo. Lo stesso discorso vale per la scuola marescialli.
    Per chi non ha ancora conseguito il diploma,poco male, questo dovrebbe essere essere già in possesso del candidato al momento della presentazione della domanda.
    Se si necessita di personale laureato ci sono i concorsi a nomina diretta, non serve altro.

    Considero il dividere le ffaa il miglior modo per depotenziarle e svilirne le peculiarità. Molto si potrebbe riformare, dando un senso alle cose, ma snaturare l'amministrazione per venir incontro ai capricci di alcuni,per quanto mi riguarda,non rientra nelle operazioni auspicabili.

  5. #265
    Utente Expert Esercito L'avatar di vegepat
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    Stati Uniti e Regno Unito, con le dovute differenze di ordinamento, utilizzano il sistema della Riserva/Guardia Nazionale/Territorial Army e non mi sembrano siano Paesi soliti svilire le Forze Armate.
    Al contrario, penso sarebbe alquanto funzionale per consolidare il rapporto di fiducia, collaborazione, comprensione e rispetto delle rispettive funzioni e scelte tra cittadini e cittadini in uniforme.
    Non si tratterebbe affatto di snaturare "il militare italiano", innanzitutto perchè il servizio militare serve, appunto, a servire la Patria: si tratterebbe soltanto di ripartire i compiti in base alle risorse, le capacità, le necessità.
    In sostanza, ottenere il massimo risultato orientato all'assolvimento della missione, considerati i parametri fissi dati dalle disponibilità economiche, le capacità organizzative, l'ordinamento e l'orientamento della società italiana.
    Non sigificherebbe assecondare i "capricci di qualcuno", perchè i parametri di selezione e di idoneità sono semplicemente una variabile indipendente, che può essere settata, questa si, a seconda della lungimiranza e serietà di chi li definisce.
    Al contrario, assecondare un capriccio credo sia proprio l'inseguire l'utopia di realizzare, a tocco di bacchetta magica, una Forza Armata di quasi centomila uomini tutti equamente adeguatamente equipaggiati, addestrati, capaci e motivati, in modo totalmente avulso dalla realtà storica e sociale del Paese.
    Poi è ovvio che ogni proposta se realizzata in modo dissennato non può che portare al disastro...


    Concordo pienamente che selezione e formazione vadano riviste radicalmente, orientandosi giustamente verso chi è più adatto ad affrontare il percorso di vita militare intrapreso: tuttavia non è la durata totale del concorso o della formazione ad essere il problema da risolvere, casomai ne è una necessaria conseguenza. Probabilmente, comunque, intendiamo dire la stessa cosa.

    La formazione dell'Ufficiale è qualcosa di molto complesso.
    Non c'è dubbio che una formazione universitaria sia necessaria, al giorno d'oggi: non solo per una questione di "titoli" o di "blasoni", quanto proprio per la necessità di confrontarsi con situazioni complesse alle quali si può essere mentalmente e culturalmente preparati non dico solo, ma più facilmente, se si ha una formazione completa come quella ottenuta con una Laurea Specialistica.
    Lo dico, se vogliamo con riluttanza, essendo sempre stato da sempre un sostenitore del tecnicismo spinto e dell'orgasmo tattico.
    E' così.
    Possiamo naturalmente discutere sui contenuti: non c'è dubbio che vi siano notevoli margini per recuperare capacità tecniche fondamentali, sacrificate (sbagliando) sull'altare della formazione accademica manageriale.
    A proposito, altrettanto si può fare sulla formazione della leadership... abbandonando finalmente il modello dirigenziale e riportando al centro la figura del "comandante". Di soldati! Di combattenti! Non direttore d'azienda!
    Certo, concordo: una valida alternativa è la trasformazione delle Accademie Militari in centri di formazione puramente militare per giovani già laureati. E' sicuramente uno scenario che andrebbe studiato senza pregiudizi, del quale vedo molti lati positivi... ma attenzione, che rimettere la frittata dentro l'uovo non è cosa facile...

    Dopodichè, siccome ormai l'OT è evidente, concludo: allo stato attuale delle cose, non è la durata della formazione ad incidere sulla problematica "età nelle forze armate".
    Hey, gunner man, that's quicksand, that's quicksand, that ain't mud
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  6. #266

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    Al di là delle romanticherie ho cercato di sottolineare un problema reale.

    E' certo, in relazione a quanto sopra esposto, che il sitema sia miglirabile, e migliorabile
    a 360°, nella selezione, nell'arruolamento, nell'impiego ed anche al termine della vita operativa.

    Ma il ragionamento andrebbe fatto non su come dovrebbe essere, ma su come è.

    Perchè, è inutile che ci facciamo illusioni: il militare, nella vulgata, è un imboscato e, quando
    paga con la vita la sua professionalità, ha solo fatto metà del suo dovere. Ricordate i funerali
    di Matteo Vanzan?
    Un sogno per alcuni... Un incubo per altri...(Excalibur-1980)
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