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Discussione: Carceri troppo affollate...

  1. #1
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    Predefinito Carceri troppo affollate...

    Volevo portare all'attenzione di un problema gia' molto noto ma stavolta c'e' una novità... L'Italia dovrà risarcire un detenuto

    fonte

    "http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/cronaca/carceri-affollamento/carceri-affollamento/carceri-affollamento.html "

    ROMA - L'Italia è stata condannata a risarcire un detenuto bosniaco per i "danni morali" subìti a causa del sovraffollamento della cella in cui è stato recluso nel carcere di Rebibbia. Izet Sulejmanovic - questo il nome dell'uomo - condannato per furto aggravato a due anni di detenzione, è stato vittima di "trattamenti inumani e degradanti". Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo sulla base del ricorso presentato dal detenuto.

    Tra il novembre 2002 e l'aprile 2003, secondo quanto accertato dalla Corte, Sulejmanovic ha diviso con cinque persone una cella grande poco più di 16 metri quadrati disponendo, dunque, di una superficie di nemmeno 3 metri quadrati all'interno della quale ha trascorso oltre diciotto ore al giorno. La Corte rileva come la superficie a disposizione del detenuto è stata molto inferiore agli standard stabiliti dal Comitato per la prevenzione della tortura. La normativa, infatti, stabilisce che lo spazio minimo sostenibile per una cella è di 7 metri quadrati a persona.

    "Bisogna rendere più efficiente il sistema carcerario perché spesso molte scarcerazioni facili vengono giustificate, in maniera sbagliata, proprio in ragione del sovraffollamento", ha dichiarato il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Secondo il primo cittadino, un sistema carcerario più efficiente serve "per garantire sia situazioni di umanità dei detenuti che la sicurezza dei cittadini". La situazione in Italia, aggiunge, "continua a essere critica. Bisogna costruire più carceri perché c'è una situazione di sovraffollamento che rappresenta un supplemento di pena che va al di là di quelli che sono i termini della Costituzione".

    "Poichè in Italia i detenuti che vivono in condizioni di sovraffollamento sono la quasi totalità, lo Stato, dopo la sentenza della Corte Europea in favore del detenuto bosniaco, rischia di dover pagare 64 milioni di euro di indennizzi", ironizza Patrizio Gonnella, presidente dell'associazione 'Antigone' che si batte per i diritti dei detenuti. "La condanna dell'Italia impone al governo soluzioni definitive per le carceri e mette fuori legge l'attuale gestione del sistema penitenziario". Secondo Gonnella "servono soluzioni a lungo termine, che non sono quelle presenti nel piano di edilizia penitenziaria". "L'associazione 'Antigone' - conclude - è comunque a disposizione di quei detenuti che volessero una consulenza giuridica gratuita sul problema".

    Anche il Garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, non esclude la possibilità di fornire, in un prossimo futuro, assistenza legale gratuita a chi ne faccia richiesta. "Non ho ancora deciso ma è un'opzione che non posso escludere. Dobbiamo fare le nostre valutazioni". Per quanto riguarda la sentenza, Marroni è convinto che si tratti di "un precedente assoluto che farà certamente giurisprudenza. E' probabile che qualcun altro faccia ricorsi simili. Sarebbe un bel problema per lo Stato".

    Per risolvere il problema del sovraffollamento, che interessa ormai quasi tutte le regioni, il Garante propone di alleggerire il sistema giudiziario, spostando i tossicodipendenti in comunità di recupero. "Tuttavia sono convinto che non accadrà", ha concluso. Secondo i dati forniti dal ministero di Grazia e giustizia aggiornate al 30 luglio scorso, il numero dei detenuti nelle carceri italiane è cresciuto ulteriormente: la presenza negli istituti penitenziari ha raggiunto ormai quota 63.587.
    Tanta cupiditas, unum vexillum, unum solum Militari Forum

  2. #2

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    Beh diciamo che il problema è noto già da tempo ma è tornato alla ribalta solo a causa di questo risarcimento e solo perchè sono state ritenute VESSATORIE LE CONDIZIONI DEL DETENUTO, mentre invece quando a lamentarsi è la POLIZIA PENITENZIARIA nessuno li ascolta.
    Credetemi il fronte penitenziario è un fronte molto caldo e le condizioni di lavoro PESANTI a cui sono sottoposti i POLIZIOTTI PENITENZIARI di tutta italia (salvo rarissime isole felici) portano spesso a conseguenze devastanti e quantomai dolorose (è di pochi mesi fa la notizia di un ispettore che a causa di problemi mentali ha sparato ad un collega a catania per non contare i numerosi casi di suicidio negli ultimi anni).
    Quel che mi fa veramente rabbia è che in questi casi sembra sia attenzionato maggiormente il detenuto piuttosto che il POLIZIOTTO e questa NON E' UNA COSA GIUSTA.
    Posso dirvi, inoltre, che sul fatto del sovraffolamento sono daccordo tutti (sia i detenuti che i poliziotti) ma il problema è che soluzioni concrete non se ne trovano perchè il PROBLEMA E' STATO TRALASCIATO DA TROPPO TEMPO ed ora non si può risolvere in 4 e 4 otto.
    In tempi passati poi, il problema è stato affrontato male con l'indulto e pur volendo tralasciare tutte le considerazioni di merito (che possiamo affrontare successivamente) basti dire che ancora una volta i POLIZIOTTI PENITENZIARI avevano previsto che l'effetto dell'indulto si sarebbe esaurito in pochissimo tempo.
    In conclusione non posso non rivolgere il mio pensiero a tutte le DONNE E GLI UOMINI DELLA POLIZIA PENITENZIARIA che in questo periodo di eccessiva difficoltà dell'intero sistema penitenziario svolgono, con enormi difficoltà derivanti da turni massacranti e condizioni lavorative al limite (e sempre senza diritto di sciopero cone tutte le FF.OO.), il loro mandato istituzionale sempre con la fierezza, lo spirito di sacrifico e l'attaccamento al lavoro che ha sempre contraddistinto i baschi azzurri.
    Io come cittadino italiano mi sento di elargire un grosso GRAZIE ALLA POLIZIA PENITENZIARIA perchè spesso ai più sfugge che, nonostante tutto, in italia abbiamo il uno dei minori tassi di evasioni nel mondo (con percentuali vicine allo 0) e se noi cittadini stiamo tranquilli in mezzo alle strade è anche grazie al lavoro di chi si occupa di garantire la sicurezza degli istituti penitenziari e allo stesso tempo la RIEDUCAZIONE di quei soggetti che hanno commeso un crimine e che dopo aver scontato la loro pena ritornano a far parte della società.

    W LA POLIZIA PENITENZIARIA!!


    Antonio
    Il Poliziotto Penitenziario è l'ultimo baluardo dello Stato Italiano in una terra di confine fra la legalità e l'illegalità che è l'istituto penitenziario


    Stai cercando un vecchio commilitone?

  3. #3
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    Antony, dirti grazie è poco, purtroppo pochissimi in Italia, Istituzioni comprese, capiscono quanto hai egreggiamente esposto.
    Il lavoro del poliziotto penitenziario spesso e sottovalutato e i carceri sono visti come discariche, dove tutto quello che vi sta dento, poliziotti compresi, è da buttare.
    Ci si ricorda del carcere solo quando qualche detenuto o qualche poliziotto muore, ma già l'indomani e tutto dimenticato.
    FRANGAR, NON FLECTAR
    (CI SPEZZIAMO, NON CI PIEGHIAMO)

  4. #4
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    Bravo e' questo che volevo sentire antony! La mia era una provocazione per vedere chi avrebbe risposto... Sono totalmente d'accordo!
    Tanta cupiditas, unum vexillum, unum solum Militari Forum

  5. #5
    Sergente L'avatar di vetro
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    Citazione Originariamente Scritto da A_N_T_O_N_Y Visualizza Messaggio
    Beh diciamo che il problema è noto già da tempo ma è tornato alla ribalta solo a causa di questo risarcimento e solo perchè sono state ritenute VESSATORIE LE CONDIZIONI DEL DETENUTO, mentre invece quando a lamentarsi è la POLIZIA PENITENZIARIA nessuno li ascolta.
    Credetemi il fronte penitenziario è un fronte molto caldo e le condizioni di lavoro PESANTI a cui sono sottoposti i POLIZIOTTI PENITENZIARI di tutta italia (salvo rarissime isole felici) portano spesso a conseguenze devastanti e quantomai dolorose (è di pochi mesi fa la notizia di un ispettore che a causa di problemi mentali ha sparato ad un collega a catania per non contare i numerosi casi di suicidio negli ultimi anni).
    Quel che mi fa veramente rabbia è che in questi casi sembra sia attenzionato maggiormente il detenuto piuttosto che il POLIZIOTTO e questa NON E' UNA COSA GIUSTA.
    Posso dirvi, inoltre, che sul fatto del sovraffolamento sono daccordo tutti (sia i detenuti che i poliziotti) ma il problema è che soluzioni concrete non se ne trovano perchè il PROBLEMA E' STATO TRALASCIATO DA TROPPO TEMPO ed ora non si può risolvere in 4 e 4 otto.
    In tempi passati poi, il problema è stato affrontato male con l'indulto e pur volendo tralasciare tutte le considerazioni di merito (che possiamo affrontare successivamente) basti dire che ancora una volta i POLIZIOTTI PENITENZIARI avevano previsto che l'effetto dell'indulto si sarebbe esaurito in pochissimo tempo.
    In conclusione non posso non rivolgere il mio pensiero a tutte le DONNE E GLI UOMINI DELLA POLIZIA PENITENZIARIA che in questo periodo di eccessiva difficoltà dell'intero sistema penitenziario svolgono, con enormi difficoltà derivanti da turni massacranti e condizioni lavorative al limite (e sempre senza diritto di sciopero cone tutte le FF.OO.), il loro mandato istituzionale sempre con la fierezza, lo spirito di sacrifico e l'attaccamento al lavoro che ha sempre contraddistinto i baschi azzurri.
    Io come cittadino italiano mi sento di elargire un grosso GRAZIE ALLA POLIZIA PENITENZIARIA perchè spesso ai più sfugge che, nonostante tutto, in italia abbiamo il uno dei minori tassi di evasioni nel mondo (con percentuali vicine allo 0) e se noi cittadini stiamo tranquilli in mezzo alle strade è anche grazie al lavoro di chi si occupa di garantire la sicurezza degli istituti penitenziari e allo stesso tempo la RIEDUCAZIONE di quei soggetti che hanno commeso un crimine e che dopo aver scontato la loro pena ritornano a far parte della società.

    W LA POLIZIA PENITENZIARIA!!


    Antonio
    ... non ho molto altro da aggiungere alla tua disamina, accorata, che centra benissimo il quadro della situazione e trova la mia condivisione.
    La situazione penale in Italia è in una condizione pietosa, ed è veramente peccato vedere come le istituzioni affrontino (?) la situazione, con soluzioni una tantum che non servono a risolvere un problema che invece presenta criticità strutturali ben più gravi.
    In questo momento operare in un carcere è veramente difficoltoso e temo che con il passare del tempo le cose non possano migliorare.
    Servono posti letto e l'amministrazione per farvi fronte sta studiando piani (in economia) per recuperare ogni angolo possibile e renderlo agibile.
    Temo che se non interviene un significativo cambio di indirizzo politico, ogni soluzione che verrà assunta consisterà in un duro giro di vite al regime penitenziario a discapito dell'attività rieducativa del condannato.
    In sostanza, il mio timore è che si stia imboccando una via che condurrà il mondo penitenziario indietro negli anni di almeno 30 anni, finendo con il far diventare il carcere un mero contenitore di detenuti.
    Staremo a vedere come andrà a finire da quì a 5-10 anni...!
    Saluti

    Vetro

  6. #6
    Mickey
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    CARCERI: NAPOLITANO, GRATO A POLIZIA PENITENZIARIA PER IMPEGNO
    IN AMBIENTE RESO PIU' DIFFICILE DA SOVRAFFOLLAMENTO
    ANSA - ROMA, 15 DIC – “Apprezzamento e gratitudine per l'impegno che le donne e gli uomini della polizia penitenziaria quotidianamente pongono nell'esercizio dei loro delicati compiti”, peraltro in un ambiente “reso oggi ancor più difficile e arduo dal sovraffollamento degli istituti” è espressi dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano in un messaggio per il Ventennale della Riforma del Corpo di Polizia Penitenziaria. “La riforma del 1990 ha affidato alla polizia penitenziaria, accanto al tradizionale compito di garantire la sicurezza all'interno degli istituti, anche la partecipazione al trattamento rieducativo previsto dall'art. 27 della Costituzione”, ricorda Napolitano. Per il Capo dello Stato “é doveroso dare atto agli appartenenti al Corpo di aver contribuito, con entusiasmo e senso di responsabilità grazie anche all’intensa attività di formazione svolta in questi anni al raggiungimento degli obiettivi della riforma”. Essi – fa notare – “operano in un ambiente reso ancor più difficile e arduo dal sovraffollamento degli istituti, ma partecipano egualmente, con assiduità - accanto alle figure professionali degli operatori e assistenti sociali - alle attività di osservazione e trattamento rieducativo dei detenuti e dimostrano di essere in grado di offrire risposte differenti ai detenuti stranieri, numerosi e di diverse etnie, presenti nel circuito carcerario, affrontando in modo flessibile ed efficace le situazioni di disagio e di tensione”. “Con questo spirito - finisce Napolitano - rivolgo a Lei Presidente Ionta e a tutti gli appartenenti al corpo, i saluti più cordiali e sentiti auguri che buon lavoro”.
    Fonte: http://www.polizia-penitenziaria.it/notizie.asp?id=3273
    Leggi il messaggio del Presidente della Repubblica
    Agenzie di Stampa

    Sicilia, Emilia, Puglia e Veneto in testa classifica sovraffollamento Carceri.
    ROMA, 28 SET - Il carcere di Caltagirone (Catania) è l'istituto di pena in cui il numero dei detenuti ha sfiorato notevolmente ogni limite: la struttura siciliana, che ha una capienza regolamentare di 75 persone e ne ospita ora 302, ha un indice di sovraffollamento del 302,6 per cento. Seguono Mistretta (Messina) con il 175; Lamezia Terme (Catanzaro) con il 173; Piazza Armerina (Enna) con il 160; e Busto Arsizio (Varese) con 158.
    ''Dalla rilevazione effettuata il 20 settembre scorso, i detenuti erano 68.598 a fronte di una capienza massima pari a 44745 posti. Il surplus, quindi, è di ben 23853 detenuti in più rispetto all'effettiva capacità ricettiva''. L'Emilia Romagna si conferma la regione più sovraffollata con un indice pari all’85,7 %, seguita da Puglia (80,9 %) e Veneto (71,6 %). A parte i 51 suicidi e i 123 tentati suicidi verificatisi dall’1 gennaio a oggi, ci sono stati 4218 atti autolesionistici ''che danno conto di una sofferenza che, spesso, si trasforma in violenza verso se stessi''. Sollicciano capeggia la classifica degli istituti in cui dal 1 gennaio al 20 settembre si è verificato il maggior numero di atti autolesionistici (241), seguito da Lecce (147), Perugia (109) e Bologna (108).
    (ANSA).

    Rivolta in carcere, due ore di tensione
    Alla base della protesta, il sovraffollamento. I prigionieri, quasi tutti magrebini in attesa di giudizio, hanno incendiato stracci e appiccato il fuoco.
    Reggio Emilia. UNA RIVOLTA è scoppiata tra detenuti del carcere di via Settembrini. I prigionieri — quasi tutti magrebini in attesa di giudizio — hanno incendiato alcuni stracci e appiccato il fuoco ad alcune parti della sezione detentiva.
    La rivolta — durata per un paio d’ore — è stata sedata velocemente dagli agenti della polizia penitenziaria e ha coinvolto 13 detenuti. Per 9 detenuti è già stato disposto il trasferimento. Sono stati denunciati per danneggiamento e resistenza, anche se non ci sarebbero stati danni alle persone.
    Alla base della protesta, il sovraffollamento. Nel carcere di Reggio sono circa 370 i detenuti, tre volte tanto il numero di quelli presenti dopo l’indulto. Ansa.

    Emergenza carceri: quattro suicidi dall'inizio dell'anno.
    Cresce l'allarme nelle carceri italiane dopo l'ennesimo suicidio avvenuto a Verona. La situazione più critica a Sulmona dove nel giro di poche ore un ragazzo di 28 anni si è impiccato e un altro si è tagliato le vene con una lametta e poi ha cercato di impiccarsi: è stato salvato dagli agenti di polizia penitenziaria e dal medico in servizio in quel momento. La struttura in provincia dell'Aquila dovrebbe ospitare 300 reclusi ma ne accoglie invece 500. Gli agenti di polizia penitenziaria sono 200, su un organico previsto di 310.
    Il capo del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, ha annunciato una riunione per fare il punto su eventuali strategie di prevenzione dei suicidi. Fonte: http://www.la7.it/news/dettaglio_video.asp?id_video=34927&cat=cronaca

    Carceri sovraffollate, è allarme suicidi
    Tante sono le persone che, nei primi sette mesi del 2009, si sono tolte la vita all’interno delle carceri italiane. E siamo già pericolosamente vicini ai numeri registrati durante l’arco dell’interno 2008. «Lo scorso anno abbiamo registrato 42 suicidi e, complessivamente, 121 decessi dietro le sbarre». Un documento che, a partire dal 2000, registra puntualmente i numeri e le storie di quanti muoiono dietro le sbarre raccogliendole dalla stampa locale o attraverso le testimonianze degli operatori che lavorano in carcere. Dati non ufficiali ma che, alla fine dell’anno, coincidono quasi perfettamente con quelli pubblicati dal Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria (DAP) ma il timore è che le condizioni di detenzione, il caldo, il sovraffollamento possa portare a un’impennata degli atti auto-lesionistici. E che il drammatico picco di 69 suicidi registrato nel 2001 possa essere superato entro la fine di dicembre.
    Una situazione preoccupante, che si spiega solo in parte con l’aumento del numero di detenuti (al 20 luglio è stata superata quota 63mila presenze in carcere, 20mila in più rispetto alla capienza regolamentare, ndr). "A confronto allo scorso anno la popolazione carceraria è aumentata di 10mila unità di conseguenza avrebbe dovuto esserci un aumento del 20% circa dei suicidi". "Invece l’incremento è quasi del 50% a causa del progressivo deterioramento delle condizioni di detenzione".
    Queste drammatiche vicende, infatti, s’inseriscono in un quadro di generalizzata sofferenza del sistema penitenziario italiano. Un mondo in cui il 52,2% dei detenuti si trova dietro le sbarre in custodia cautelare e, tra i condannati, circa 9mila persone devono scontare pene inferiori a un anno. Un sistema nel quale, denunciano gli autori del rapporto «metà dei carcerati è affetto da epatite, il 30% è tossicodipendente, il 10% malato di mente e il 5% ha l’HIV».
    Malati mentali, tossicodipendenti, cittadini extracomunitari, persone provenienti dall’area del disagio sociale: negli istituti di pena c’è un’alta concentrazione di gruppi vulnerabili al rischio suicidi. "Si tratta di persone che, anche quando si trovano all’esterno, sono a rischio emarginazione". "In carcere faticano ancora più degli altri a sopportare la condizione di detenuti". Per usare un termine tecnico, si tratta di persone che hanno meno “fattori di resilienza”: ovvero capacità e risorse personali che permettono di sopravvivere anche in condizioni molto difficili. "Si tratta di fattori legati alla cultura personale ma anche l’ironia, in queste situazioni può aiutare". "Un grande ausilio potrebbe venire dalla famiglia che, però, è assente o lontana".
    Numeri che s’inseriscono in una situazione preoccupante: dal 1980 al 2007, infatti, sono stati 1.364 i detenuti che si sono tolti la vita in carcere. Dietro le sbarre, ogni anno, si registra un suicidio ogni 924 detenuti (uno ogni 283 in regime di 41 bis), con una frequenza 21 volte superiore rispetto al resto della società.
    Fonte: (http://www.avvenire.it/Cronaca/carceri_200907270717247170000.htm)

    Quello che succede nelle carceri e di cui i telegiornali non si occupano.
    Non si è saputo mettere a frutto il tempo che si era guadagnato con l’indulto. Non si sono neppure gettate le basi per quelle riforme che da qualche tempo si attendono; ora la situazione nelle carceri italiane si è ulteriormente aggravata, incancrenita. Ci vorrebbe un nuovo indulto, accompagnato questa volta da quell’amnistia che sciaguratamente non si è voluta fare. E poi quel programma riformatore di respiro fatto di pene alternative al carcere e depenalizzazione.
    Non è questione di essere tollerante e condiscendente verso chi delinque; il problema è che nel momento in cui lo Stato priva della libertà uno dei suoi cittadini, più che mai si fa garante della sua incolumità, della sua salute. Nelle carceri italiane si sconta un supplemento di pena, oltre alla detenzione poiché tale; nelle carceri italiane ci si uccide per disperazione dopo pochi giorni di detenzione, ci si ammala, si vive in condizioni vergognose; detenuti e agenti di polizia penitenziaria. Non solo: c’è un amarissimo paradosso: quel minimo (davvero minimo) dato di efficienza nei tribunali e nelle carceri, deriva dalla sostanziale inefficienza del sistema.
    Immaginiamo per un momento che quel 90 per cento di reati rimasti impuniti sia invece punito e si trovi un colpevole; supponiamo che i magistrati riescano a istruire e a celebrare i processi, invece di lasciarli accatastati cibo per topi “amnistiati” per prescrizione; supponiamo che finalmente in carcere ci vada chi deve andarci…Bel sogno, vero? Che dopo appena qualche minuto si trasformerebbe in un incubo, perché tempo qualche ora, l’intero sistema salterebbe: troppi detenuti, molti di più degli oltre sessantamila detenuti. Oppure immaginiamo che cosa sarebbero oggi le carceri se non si fosse varato l’indulto.
    Fonte: (http://www.articolo21.info/5582/editoriale/quello-che-succede-nelle-carceri-e-di-cui-i.html)
    Ultima modifica di Mickey; 19-01-11 alle 19: 04

  7. #7
    Mickey
    Guest

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    Carceri: detenuto muore in cella a Lecce, primo decesso del 2011.
    Lecce, 3 gen. – (Adnkronos) – Tragico Capodanno per un detenuto foggiano, Salvatore Morelli, 35 anni. L’uomo e’ stato trovato morto all’alba del primo giorno del 2011 nella sua cella nel carcere di Borgo San Nicola a Lecce. A stroncargli la vita, con ogni probabilità, un infarto. Ad allertare gli agenti di polizia penitenziaria il compagno di cella insospettito dal prolungato silenzio del 35enne. Vano ogni tentativo di rianimarlo da parte del medico del penitenziario e l’immediato trasporto all’ospedale di Lecce ”Vito Fazzi”, dove i medici non hanno potuto far altro che costatarne il decesso. Lo dichiara l’Osservatorio Permanente sulle morti in carcere. Morelli era affetto da patologie preesistenti legate a problemi cardiocircolatori. Inoltre era obeso. Una situazione clinica che lo costringeva a recarsi quasi ogni giorno presso il nosocomio leccese, in modo da controllare le sue condizioni di salute. Sarà la relazione redatta dal medico legale Alberto Tortorella, a chiarire le cause della morte. Nelle prossime ore il sostituto procuratore Giuseppe Capoccia potrebbe disporre l’autopsia. Il carcere di Lecce, ha un numero di detenuti più che doppio rispetto alla capienza regolamentare, presenta una situazione di vivibilità a dir poco critica.
    Si tratta del primo decesso registrato nelle carceri italiane nel 2011. Lo scorso anno sono morti in cella 173 detenuti, di cui 66 per suicidio. Nel carcere di Lecce, nel 2010, si sono verificati 5 decessi (2 per suicidio), mentre negli ultimi 5 anni nelle celle di “Borgo San Nicola” hanno perso la vita 17 persone, delle quali 7 si sono suicidate.
    http://www.vita.it/news/view/109321
    http://www.ultimenotizie.tv/notizie-di-cronaca/carceri-detenuto-muore-in-cella-a-lecce-primo-decesso-del-2011.html
    http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronaca/113732/detenuto-muore-cella-lecce-primo-decesso-dellanno.htm
    http://www.dailyblog.it/carceriprimo...di/03/01/2011/
    Ultima modifica di Mickey; 04-01-11 alle 22: 02

  8. #8
    Mickey
    Guest

    Predefinito

    Visita del capo del DAP Franco Ionta agli istituti penitenziari di Palermo
    Lunedì 17 gennaio il capo del DAP Franco Ionta è in visita agli istituti penitenziari Ucciardone e Pagliarelli, dove incontrerà il personale della Polizia Penitenziaria e del comparto ministeri per una verifica delle condizioni di lavoro.
    http://www.polizia-penitenziaria.it/notizie.asp?id=3315

    Dieci detenuti per cella
    L’inferno di Piazza Lanza
    giovedì 13 gennaio 2011 Live Sicilia quotidiano online
    Catania, Piazza Lanza. Una giornata tiepida di fine marzo di due anni fa, una primavera dolce come tante altre. Siamo all’interno del carcere etneo. Reparto Nicito, quello destinato ai nuovi arrivati. Tra intonaci caduti e l’aria stagnante trascorre l’ennesima giornata di passione per centinaia di persone. Alle 12,20 l’assistente capo della polizia penitenziaria esegue il solito giro di controllo nel reparto a lui assegnato. Sarebbe solo una semplice routine ma all’interno della cella numero 9 trova un ragazzo impiccato al letto a castello e dà l’allarme.
    Il ragazzo è portato in ospedale, con un’auto normalissima e non con un’ambulanza, già morto. Ed è così che inizia la tragica vicenda della morte di Carmelo Castro, giovane 19enne di Biancavilla.
    Carmelo, con l’accusa di aver partecipato a una rapina, era stato prelevato da casa sua dai carabinieri. Era in perfette condizioni di salute. L’articolo 27 della nostra Costituzione prevede che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Il caso di Carmelo esemplifica, purtroppo, il contrario. Lo Stato garantisce trattamenti che “tendono alla rieducazione del condannato”? Nel caso di Piazza Lanza i numeri parlano chiaro.
    Spesso i detenuti arrivano a essere il quadruplo di quelli previsti. Durante la visita di un responsabile dell’associazione Antigone i detenuti erano 554, contro una capienza regolamentare di 155 persone. E così molti abitanti della zona del carcere sentono spesso i detenuti picchiare con pentole e forchette sulle sbarre per far sentire la disperazione di vivere in spazi così angusti. Basti pensare che all’interno di una cella siano stipati dagli otto ai dieci detenuti.
    Numeri deficitarii anche per il personale in servizio. Come rivela un dossier dell’associazione Antigone, al momento dell’ultima visita di un responsabile vi erano 248 agenti in servizio su un totale di 435 unità previste.
    Il reparto dove Carmelo è morto, il Nicito, è uno dei peggiori. Pessima accoglienza per i nuovi arrivati: si tratta di un’ala non ristrutturata da molto tempo e in condizioni fatiscenti. Muri scrostati, umidità, 20 celle di 8 metri quadri con 3 detenuti ciascuna. Tutto ciò per la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo costituirebbe un trattamento “disumano e degradante”.
    Al contrario degli altri reparti al Nicito non hanno le docce all’interno delle celle. Non c’è un nido, nonostante le 4 donne con bambini piccoli entrate tra il 2009 e il 2010. Per i detenuti stranieri che non conoscono l’italiano, la situazione si complica: non esistono traduzioni in altre lingue del regolamento interno della casa circondariale. Per quanto riguarda l’assistenza medica, le spese sono ancora a carico dell’istituto. Questo perché ancora la Sicilia non ha eseguito il passaggio della sanità alle strutture pubbliche. E’ quindi capitato che per risparmiare sulle spese il servizio infermieristico sia stato disponibile solo 12 ore e si è scelto di mantenere il servizio notturno.
    Sulle condizioni del carcere catanese negli ultimi due anni sono state presentate ben sette interrogazioni parlamentari. Non è arrivata nessuna risposta. Sulla morte di Carmelo Castro sono state presentate 3 interrogazioni. Anche in questo caso lo Stato ha risposto con il silenzio.
    http://www.livesicilia.it/2011/01/13/dieci-detenuti-per-cella-linferno-di-piazza-lanza/

    “Nelle orribili galere siciliane i gatti hanno paura dei topi”.
    “La battaglia di civiltà per garantire condizioni di vita dignitose e di reale recupero all’interno degli istituti di pena andando a verificare l’attuazione dei programmi di reinserimento ma soprattutto la vivibilità dovuta ai detenuti e agli agenti di polizia penitenziaria, agli infermieri e a chi all’interno, quotidianamente vi presta servizio”.
    “Oggi tocchiamo il punto più basso: 69.500 detenuti stipati in posti pari a 43.000, che poi è la capienza ordinaria di legge”.
    Senz’altro a Favignana, all’Ucciardone di Palermo, a Gazzi (Messina) e a PiazzaLanza (Catania) la violazione dei diritti umani è sistematica”. “La mancanza d’igiene è totale, il sovraffollamento anche”. In un caso letti a castello a 4 piani, topi, scarafaggi, sporcizia”.
    http://www.livesicilia.it/2011/01/09/nelle-orribili-galere-siciliane-i-gatti-hanno-paura-dei-topi/

    Il carcere di Castelvetrano in tilt da sovraffollamento
    09-01-2011 AGI PALERMO
    Oramai, stante la mancanza di personale, è accertata l’impossibilità di avere diritti soggettivi e di lavorare in condizioni dignitose e sicure e con turni compatibili.
    Il personale è stanco e sfiduciato, allo stremo psico-fisico. Nelle sezioni detentive il rapporto è un agente contro un centinaio di detenuti. Le traduzioni sono sistematicamente effettuate con scorte sottodimensionate.
    “Questo in terra di mafia non conforta e non aiuta”.
    (AGI)
    http://castelvetranoselinunte.it/il-carcere-di-castelvetrano-in-tilt-da-sopraffollamento/7303/

    Carceri in Sicilia: sovraffollamento e suicidi
    venerdì 7 gennaio 2011
    “La presenza di 2.392 detenuti in più rispetto alla capacità ricettiva massima degli istituti di pena siciliani, rilevata al 31 dicembre, è la fotografia più nitida dell’universo carcere e dell’anno che si è lasciato alle spalle”. Dati che “aiutano a comprendere in quali criticità si dibatta il sistema penitenziario regionale”.
    Tra i dati diffusi le presenze al 31 dicembre di 7.782 detenuti (7.597 uomini, 205 donne), con una media dell’indice di sovraffollamento del 44,7% e quello del carcere di Piazza Armerina (151,1 %) risultata la struttura più affollata della regione (la 3a in ordine nazionale), seguita dal carcere di Castelvetrano (108,5%) e da quello di Termini Imerese (102,7%).
    Tra gli altri numeri che riguardano il 2010, gli otto suicidi (quattro a Siracusa, due a Catania Bicocca, uno a Caltanissetta e Giarre), i 124 tentativi di suicidio (21 i detenuti salvati in extremis dalla polizia penitenziaria) e i 549 atti di autolesionismo (1 nel solo Ucciardone), gli 869 detenuti che hanno fatto ricorso, in segno di protesta, a scioperi della fame, i 36 atti di aggressione a poliziotti penitenziari (8 al Pagliarelli; 4 all’Ucciardone e Barcellona Pozzo di Gotto; 3 a Messina; 2 a Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani; 1 ad Agrigento, Augusta, Castelvetrano, Catania Bicocca, Favignana, Giarre, Modica, San Cataldo e Sciacca) e con la “grave situazione che si abbatte sulle incolpevoli spalle della polizia penitenziaria”.
    Favignana rappresenta una vera vergogna nazionale”. “Le condizioni strutturali di quell’istituto ci portano a dire che lì è stata bandita la dignità umana”. “Per chi ci vive e chi ci lavora, ma non disperiamo: ci piace credere che qualcuno alla fine si accorga di questo dramma”.
    http://www.livesicilia.it/2011/01/07/carceri-in-sicilia-sovraffollamento-e-suicidi/

    Carceri siciliane, anno nero: 8 suicidi, 549 autolesionismi
    http://messina.blogsicilia.it/carceri-siciliane-anno-nero-8-suicidi-549-autolesionismi/25103/

    Appello di cinquanta detenuti alla Corte europea per i diritti umani
    PALERMOProtesta di cinquanta detenuti, di quattro carceri siciliane e di un penitenziario campano, che hanno rivolto un appello alla Corte europea per i diritti umani. I motivi, alla base della loro protesta, sono le condizioni disumane in cui vivrebbero.
    Hanno affidato il ricorso all’avvocato Maximillian Molfettini che ha redatto un dossier in cui ha raccolto le denunce dei carcerati. I detenuti denunciano la presenza di topi e scarafaggi nelle celle e nei corridoi, l’assenza di acqua calda, il cattivo funzionamento dei bagni.
    I penitenziari citati nel dossier sono l’Ucciardone e il Pagliarelli a Palermo, il carcere di Castelvetrano in provincia di Trapani, la casa circondariale di Giarre, centro del catanese, e quella di Fuorni, vicino a Salerno.
    L’avvocato Molfettini ha sottoposto ai detenuti un questionario. “Chiederemo un‘equa riparazione per il danno che è arrecato al detenuto". - dichiara l’avvocato - "Sosteniamo che c’è stata una violazione dell’articolo 3 della carta dei diritti dell’uomo per i trattamenti inumani".
    http://palermo.blogsicilia.it/appell...i-umani/16213/
    Ultima modifica di Mickey; 15-01-11 alle 00: 24

  9. #9
    Mickey
    Guest

    Predefinito

    Il Capo DAP in visita agli istituti penitenziari di Venezia
    Il 29 gennaio, in occasione dell'apertura dell'Anno Giudiziario nel distretto di Corte d'Appello di Venezia, il Capo del Dipartimento Franco Ionta sarà presente alla cerimonia in rappresentanza del Ministro della Giustizia.
    Nel pomeriggio Ionta si recherà in visita presso gli istituti penitenziari veneziani di Santa Maria Maggiore e della Giudecca, dove s’intratterrà con il personale di Polizia Penitenziaria e gli altri operatori dell'Amministrazione.
    http://www.polizia-penitenziaria.it/notizie.asp?id=3338

    POLITICA
    Un nuovo carcere a Venezia non risolve i problemi di detenuti e agenti.
    14 gennaio 2011
    La discussione adesso in atto a Venezia sulla possibile costruzione di un nuovo carcere nella zona di Campalto continua a restare focalizzata solamente sulla scelta del sito, completamente assente dal dibattito l'utilità o meno di un nuovo carcere.
    La costruzione del nuovo istituto non è la strada per risolvere i problemi presenti nel vecchio istituto di Santa Maria Maggiore, del quale andrebbe a occupare il posto, non risolverebbe, infatti, né il problema del sovraffollamento, come qualcuno sostiene per giustificare l'opera, né quello delle pesanti mancanze di organico tra gli agenti di custodia.
    I tempi non brevi per la realizzazione dell'opera avrebbero certamente come ricaduta la totale mancanza d’interventi per risolvere l'ormai insostenibile situazione degli istituti veneziani con l'alibi della "prossima" apertura del nuovo carcere. Inoltre va tenuto presente il rischio che comunque alla fine il tutto resti, un’opera incompiuta proprio a causa delle enormi mancanze negli organici tra la polizia penitenziaria e su cui al momento non sembra certo si stia intervenendo.
    Senza personale non si apre un nuovo carcere.
    Il problema dell'invivibilità, per detenuti e operatori, delle carceri e dello stato d’illegalità in cui versa il sistema penitenziario nell'intero paese, illegalità pubblicamente riconosciuta dallo stesso Ministro della Giustizia Alfano. L'unica strada percorribile per il rientro nella legalità è di un controllo del sistema di pena attraverso la depenalizzazione e un maggior uso delle pene alternative. Contemporaneamente andrebbe rivisto l'intero meccanismo della giustizia che ora porta ad avere nelle carceri italiane, su un totale di circa 70.000 detenuti, oltre 30.000 in attesa di giudizio, del quale il 40% saranno riconosciuti innocenti e rilasciati.
    Sulla messa in "ordine" degli attuali istituti veneziani, su un maggior ricorso alle pene alternative e sul potenziamento delle opportunità di lavoro e reinserimento dei detenuti l'amministrazione comunale dovrebbe centrare il dibattito, partendo dalla richiesta, al posto di un nuovo carcere, della ristrutturazione e quindi riapertura dell’istituto a custodia attenuato presso l’isola della Giudecca. Istituto chiuso nel 2008, ma per il quale il Ministero non ha mai stanziato i fondi necessari per la messa a norma.
    La domanda che prioritariamente l'amministrazione comunale veneziana deve porre a se stessa e al governo, quindi, non è dove costruire un nuovo carcere ma perché.
    Pubblicato da VenetoRadicale
    http://venetoradicale.ilcannocchiale.it/post/2587724.html

    S’impiccò nel carcere di Venezia. Indagati direttrice e comandante
    08 gennaio 2011
    Corriere del Veneto
    Suicidio in cella. Il pm: omissione d’atti d’ufficio. Non avrebbero fatto abbastanza da evitare il peggio. Riesplode la polemica sul sovraffollamento dei penitenziari.
    VENEZIA — Lo scorso 22 settembre aveva aspettato che i suoi sei compagni di cella uscissero per l’ora d’aria e che la guardia carceraria addetta a quell’ala si allontanasse. Poi aveva preso le lenzuola, le aveva legate alla finestra del bagno, se le era girate attorno al collo e si era lasciato andare. Era morto a soli 22 anni un giovane tunisino, detenuto nel carcere di Santa Maria Maggiore. Ora spuntano i primi due indagati e si tratta di nomi eccellenti: quello della direttrice del carcere lagunare Irene Iannucci e quello del comandante della polizia penitenziaria della struttura, Ezio Giacalone. Per entrambi il pm di Venezia Francesca Crupi ha formulato l’accusa di «omissione di atti d’ufficio». Sul fascicolo c’è ovviamente il più stretto riserbo, vista la delicatezza del caso. Il tunisino era stato condannato per spaccio di droga e stava attendendo il processo di appello. Già in passato aveva tentato di mettere fine alla propria vita e perfino la mattina stessa del suicidio si era ferito un braccio. Da quel suicidio però il pm avrebbe avviato un’indagine più ampia sulla situazione del carcere lagunare.
    Guardando al reato contestato, essendo l’inchiesta ancora in corso, sembrerebbe che il magistrato ritenga che la direttrice e il comandante non abbiano fatto a sufficienza quanto in loro potere per rendere migliore la situazione di Santa Maria Maggiore. L’articolo 328 del codice penale punisce con una pena fino a un anno il pubblico ufficiale che, a precisa richiesta, «non compie l'atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo». Non si tratta peraltro della prima indagine della procura di Venezia sulla gestione di Santa Maria Maggiore. Anche in seguito al suicidio di un 27enne tunisino il 5 marzo 2009, il pm Massimo Michelozzi aveva aperto un fascicolo. A differenza della collega, però, aveva iscritto sui registri degli indagati sette poliziotti e con accuse diverse: per due il magistrato aveva ipotizzato l’omicidio colposo, per tutti e sette l’«abuso di autorità contro arrestati e detenuti». L’avevano rinchiuso in una cella che tutti definivano «l’inferno». Proprio lì, in quella cella vuota di mobili ma piena di sporcizia e dall’odore nauseabondo, il 27enne si era suicidato. La situazione del carcere lagunare è da anni esplosiva, tanto che proprio una decina di giorni fa è stato firmato un accordo a Roma per una nuova struttura a Campalto da 450 posti. Santa Maria Maggiore, progettata per 111 posti, può sopportare al massimo 240 detenuti ma oggi ne ospita circa 360.
    Tanto che un anno fa, scatenando non poche polemiche, l’ex procuratore capo Vittorio Borraccetti, d’intesa proprio con la direzione del carcere, aveva chiesto ai suoi pm l’applicazione rigida della legge che prevede la custodia dei detenuti in attesa di processo nelle camere di sicurezza della polizia. Anche perché, solo a Venezia, ci sono mezzo migliaio di detenuti l’anno che escono dal carcere dopo soli tre giorni. Non che in altre strutture venete vada meglio, anzi: il 31 dicembre nella regione c’erano ben 1267 detenuti in più rispetto alle capacità ricettive massime 3232 detenute (3068 uomini, 184 donne), con una media dell’indice di sovraffollamento al 65,5 per cento. Il carcere di Vicenza (146,6%) è la struttura più affollata della regione, al quinto posto a livello nazionale, davanti a Treviso e Venezia. Nel 2010, oltre a quello di Venezia, ci sono stati altri cinque suicidi (tre a Padova, uno a Belluno e Verona), mentre i tentati suicidi sono stati 62. Gli atti di autolesionismo sono stati 326 e ben 422 detenuti hanno fatto scioperi della fame. Quindici le aggressioni ai danni di poliziotti.
    http://corrieredelveneto.corriere.it...15417470.shtml
    Ultima modifica di Mickey; 28-01-11 alle 16: 36

  10. #10
    Mickey
    Guest

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    Lanciano: tensioni al carcere, colpito al volto un agente da un detenuto.
    gennaio 11, 2011 Red.GdA
    11.01 - La situazione del carcere di Lanciano è molto critica a causa del sovraffollamento. L’ultimo è avvenuto ieri. Un agente di polizia penitenziaria è stato aggredito con una “tremenda” gomitata al volto da un detenuto esperto di arti marziali.
    http://giornaledabruzzo.net/homegda/index.php/lanciano-tensioni-al-carcere-colpito-al-volto-un-agente-da-un-detenuto/

    martedì 11 gennaio 2011
    Lanciano: detenuto aggredisce agente
    Secondo i dati diffusi recentemente, il carcere di Lanciano è stato il più sovraffollato d'Abruzzo nel 2010 con un 89,5% di presenze in più rispetto alla normale capienza.
    Pubblicato da Abruzzo Blog
    http://abruzzoblog.blogspot.com/2011/01/lanciano-agente-aggredito-in-carcere-da.html
    Ultima modifica di Mickey; 28-01-11 alle 16: 37

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