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Discussione: Porto di un'arma non d'ordinanza per gli appartenenti alle FF.OO.

  1. #51

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    Citazione Originariamente Scritto da A_N_T_O_N_Y Visualizza Messaggio
    Beh la guardia eco-zoofila può girare armata solo se ha ottenuto il decreto prefettizio di nomina a guardia particolare giurata e la relativa licenza di porto di pistola per difesa personale, ovviamente poi quell'arma potrà essere utilizzata solo per difesa personale (art 52 c.p.) mentre l'utilizzo delle armi per gli appartenenti alle FF.OO dotati istituzionalmente d'armi ha un impiego diverso in quanto ci sono casi che consentono l'"uso legittimo delle armi".....almeno per fare un discorso giuridico corretto.
    salvo che non sia stato un agente di polizia a chiederglielo, in quel caso la scriminante è valida.

    giurisprudenziamo ...

  2. #52

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    Vero, infatti l'art 53 comma 2 c.p. recita: "La stessa disposizione si applica a qualsiasi persona che, legalmente richiesta dal pubblico ufficiale gli presti assistenza." ma non è giurisprudenza ......è legge
    Il Poliziotto Penitenziario è l'ultimo baluardo dello Stato Italiano in una terra di confine fra la legalità e l'illegalità che è l'istituto penitenziario


    Stai cercando un vecchio commilitone?

  3. #53

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    Rispolvero questo vecchio topic alla luce di alcune novità che si stanno muovendo in sede ministeriale dopo le pressanti richieste inoltrate da varie Forze di Polizia affinché sia concesso ai loro appartenenti il porto di un'arma diversa da quella d'ordinanza quando sono liberi dal servizio. Mi sono permesso di evidenziare i passaggi che ritengo maggiormente incisivi.
    Il Ministero dell'Interno in data odierna risponde in questi termini:

    L'Ufficio per gli Affari della Polizia Amministrativa e Sociale ha rappresentato in via preliminare che la tematica afferente la possibilità di consentire, mediante il rilascio della prescritta licenza di cui all'art. 42 del TULPS, ovvero di eventuale altra specifica previsione normativa, agli appartenente alle Forze di Polizia con la qualifica di ufficiale o agente di pubblica sicurezza e di ufficiale o agente di polizia giudiziaria, di poter portare liberi dal servizio un'arma diversa da quella espressamente determinata da ciascuna Amministrazione di appartenenza che costituisce "armamento individuale" è già oggetto di riflessione da parte di quell'Ufficio.
    Ciò posto, in riferimento alla possibilità dell'eventuale rilascio di un titolo che autorizzi al di fuori dell'orario di servizio la portabilità di un'arma che, in ragione del più ridotto ingombro, risulti più facilmente occultabile rispetto a quella assegnata in via continuativa, non sono state rilevate preclusioni in via generale. Nel merito, è stato riferito che sono tuttora in corso di approfondimento tutti gli altri aspetti di natura prettamente tecnica che appaiono connessi al rilascio di tale provvedimento autorizzativo.
    Nello specifico, l'Ufficio in parola ritiene che non possa essere sufficiente, quale unico riferimento, il solo parametro dimensionale dell'arma e del peso, che di per sé ne caratterizzano la migliore portabilità e quindi la possibilità di essere celata quando l'appartenente è libero dal servizio, ma è necessario considerare anche tutte le altre caratteristiche tecnico-balistiche che contribuiscono a rendere l'arma medesima, al pari dell'armamento in dotazione individuale, in egual misura "adeguata" e "proporzionata" alle necessità di difesa personale nonché alle "..esigenze della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica della prevenzione e repressione dei reati e degli altri compiti istituzionali", così come recita il DPR 359/1991 concernente il "Regolamento che stabilisce i criteri per la determinazione dell'armamento in dotazione all'amministrazione della Pubblica Sicurezza e al personale della Polizia di Stato che espleta funzioni di Polizia".
    L'Ufficio in parola ritiene, in tale rigorosa prospettiva, che tra le caratteristiche tecnico-balistiche da predeterminare, congiuntamente al parametro dimensionale e a quello del peso, si possa individuare quale criterio di riferimento anche il calibro massimo dell'arma e quindi del relativo munizionamento. Tale scelta infatti non appare potersi discrezionalmente demandare al singolo operatore di polizia, ciò anche in ragione dell'ampia gamma offerta dal mercato civile di munizioni ben più performanti, in termini di energia, rispetto a quelle attualmente in dotazione a ciascuna delle Amministrazioni di pubblica sicurezza.
    Infine, tenuto conto delle diverse tipologie di armi corte (a funzionamento semiautomatico o a rotazione) e comunque, all'interno di ciascuna di esse, in relazione alle dissimili caratteristiche strutturali (sistema di chiusura e di sicura) per tale specifico ambito, occorrerebbe considerare la necessità di prevedere adeguato addestramento del personale medesimo.
    Inoltre, è stato rappresentato che la tematica in narrativa appare direttamente inserirsi, alterandone gli effetti, nella nota questione già allo studio di questo Dicastero, afferente l'individuazione (al fine di una puntuale "tracciabilità" e "rintracciabilità" in ambiti operativi di intervento) di un ulteriore e chiaro criterio distintivo volto a operare una netta diversificazione tra la versione civile delle cartucce in calibro 9x19 da quelle invece militari in uso pure alla Polizia di Stato e all'Arma dei Carabinieri, anche alla luce delle recenti disposizioni normative.
    Per tale specifica finalità e per maggiormente diversificarne i diversi ambiti di utilizzo, da parte dell'Ufficio in parola è stata valutata la possibilità di prevedere l'apposizione di una marcatura ad hoc con codice o sigla identificativa di appartenenza da doversi apporre sul fondello della cartuccia, o anche sul fondello della palla, unitamente a quella NATO già presente eventualmente intervenendo, come proposto dalla Direzione Centrale Anticrimine, caratterizzando la composizione elementare della carica di innesco.

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    Ora, prima di andarmi a prendere un antiacido, mi permetto solo di ricordare la bellissima frase con cui Fantozzi giudicò il film "La corazzata Potemkin" e che gli fruttò un'ovazione di tre giorni da parte del pubblico..........
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  4. #54
    Maresciallo L'avatar di TuneUp
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    L'unica soluzione al problema è quella di ipotizzare una sorta di "presunzione di sussistenza" dei requisiti necessari al rilascio del porto di pistola per difesa personale perché, applicando questa impostazione che ricorda la "teoria del colore" di Ford, alla fine l'alternativa alla 92 finirebbe per essere la 98 (se deve avere peso, prestazioni, calibro, scatto, ecc. uguale o comunque molto simile alla fine si va lì).
    Certo con la concessione del PDA la questione verrebbe risolta in maniera pilatesca (della serie non vedo, non so, fai come ti pare), ma è l'unica via per uscire da certi gangli perché nel momento in cui viene "istituzionalizzato" il problema dell'arma da utilizzare fuori servizio, per forza di cose si è costretti a fissare dei paletti.
    Va comunque detto che c'è personale delle FFOO che lascia arrugginire anche l'arma d'ordinanza (perché magari espleta soltanto mansioni d'ufficio), ragion per cui la concessione potrebbe anche essere limitata al personale di determinati reparti.
    L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia...

  5. #55
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    Bah. Non capisco. Al cittadino con porto d'armi per difesa personale non è richiesto nessun addestramento specifico e può praticamente utilizzare qualsiasi arma corta. A noi invece che siamo addestrati ci vengono imposti mille paletti. Basterebbe rilasciare lo stesso porto d'armi anche a noi, e poi ovvio che ognuno si deve prendere le proprie responsabilità.

  6. #56
    Maresciallo L'avatar di AlfaUno
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    Il fatto che si tenti di porre paletti peggiorativi rispetto al porto d'armi per privati o agli ufficiale di P.S., la dice lunga sulla malcelata insofferenza e DIFFIDENZA che vi sia nell'allargare la platea degli aventi diritto agli agenti di P.S.: dovrebbero spiegare perché le medesime cautele sulla "tracciabilità" dei colpi, sulle dimensioni dell'arma e del calibro del munizionamento debbano essere diverse tra le due categorie, nonché perché un appartenete alle FFOO, diversamente da un normale cittadino dotato di porto d'arma per difesa personale, debba essere limitato al porto di una sola tipologia di arma relativamente alla tipologia del suo funzionamento.
    Si vis pacem, para bellum.

  7. #57
    Maresciallo L'avatar di TuneUp
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    Citazione Originariamente Scritto da Noise Visualizza Messaggio
    Al cittadino con porto d'armi per difesa personale non è richiesto nessun addestramento specifico e può praticamente utilizzare qualsiasi arma corta. A noi invece che siamo addestrati ci vengono imposti mille paletti. Basterebbe rilasciare lo stesso porto d'armi anche a noi, e poi ovvio che ognuno si deve prendere le proprie responsabilità.
    Non è proprio la stessa cosa.
    Il privato cittadino al quale è stato concesso il PDA deve semplicemente pensare a tutelare sé stesso (non a caso il porto d'armi è definito "per difesa personale"), l'operatore delle FF.OO. deve invece pensare anche alle famose "..esigenze della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica della prevenzione e repressione dei reati e degli altri compiti istituzionali" richiamate da Kojak.
    Questo vuol dire in parole semplici che il privato cittadino può deliberatamente scegliere di difendersi con una pistolina calibro .22 o un cannone 50 BMG, è un suo problema, ma l'agente di PS non può rischiare di avere uno strumento inefficace/non adatto o palesemente "sovradimensionato" rispetto all'arma d'ordinanza che, si può condividere o meno, risponde ad un certo tipo di requisiti predeterminati.
    E' proprio per questo che ritengo "pilatesca" la soluzione del PDA alle FFOO: concedendo il PDA l'Amministrazione accetterebbe indirettamente qualsiasi scelta del singolo operatore e se ne laverebbe di conseguenza le mani, risolvendo però alla radice il problema.
    Tuttavia tale soluzione è poco praticabile proprio perché non è possibile lasciare libero arbitrio agli operatori che, come detto, non porterebbero l'arma soltanto per difesa personale ma anche per adempiere ai compiti istituzionali cui sono comunque sempre soggetti.


    Citazione Originariamente Scritto da AlfaUno Visualizza Messaggio
    Il fatto che si tenti di porre paletti peggiorativi rispetto al porto d'armi per privati o agli ufficiale di P.S., la dice lunga sulla malcelata insofferenza e DIFFIDENZA che vi sia nell'allargare la platea degli aventi diritto agli agenti di P.S.: dovrebbero spiegare perché le medesime cautele sulla "tracciabilità" dei colpi, sulle dimensioni dell'arma e del calibro del munizionamento debbano essere diverse tra le due categorie, nonché perché un appartenete alle FFOO, diversamente da un normale cittadino dotato di porto d'arma per difesa personale, debba essere limitato al porto di una sola tipologia di arma relativamente alla tipologia del suo funzionamento.
    Non si tratta di paletti peggiorativi al PDA per privati (gli ufficiali di PS sono invece autorizzati ope legis a portare armi senza licenza) ma di criteri da rispettare per l'armamento individuale di un operatore delle FFOO.
    Io posso (provare a) difendermi con una .22 e rischiare che dopo il decimo colpo sparato il malvivente si rialzi da terra un attimino contrariato e mi finisca a legnate, oppure dal lato opposto assumermi la responsabilità di sparare con un cannone .50 e ferire una persona dall'altra parte del globo terrestre.
    L'appartenente alle FFOO non può farlo perché l'arma da utilizzare eventualmente fuori servizio deve avere comunque requisiti analoghi a quella d'ordinanza.
    Personalmente credo che l'assetto attuale (concessione di diversa arma di reparto per esigenze particolari, nei casi limite concessione PDA) non verrà stravolto ancora per un bel po'...
    Ultima modifica di TuneUp; 30-09-16 alle 12: 35
    L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia...

  8. #58
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    Difficile fare peggio del 9 para, che rimbalza da tutte le parti... Basterebbe semplicemente fare una lista di calibri e tipologie di armi consentite e si risolverebbe ogni problema.

  9. #59

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    Bastava novellare il TULPS estendendo la facoltà di girare armati senza licenza anche per gli agenti di PS che esercitano funzioni di Polizia....
    Oppure bastava concedere il PDA senza gravame economico, magari istituendone uno ad hoc per il settore della Pubblica Sicurezza, con l'unica necessità di conseguire il C.I.M.A. presso un qualsiasi poligono, così il ministero non aveva problemi sull'abilitazione al maneggio delle armi da parte dei suoi dipendenti...
    D'altro canto, l'estensione urbi et orbi della facoltà di girare armati di qualsiasi cosa faccia "bum" espone il nostro datore di lavoro ai rischi connaturati all'onnipresenza della figura del "collega medio", il quale non perderebbe certo tempo a far rimediare una incommensurabile figura di sterco grazie a qualche suo exploit...
    Chissà perché.....ma mi sento di quotare in modo assoluto e incondizionato @AlfaUno che conosce - come me - certe "pieghe" interne del nostro settore.....
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  10. #60
    Maresciallo L'avatar di TuneUp
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    Citazione Originariamente Scritto da Kojak Visualizza Messaggio
    D'altro canto, l'estensione urbi et orbi della facoltà di girare armati di qualsiasi cosa faccia "bum" espone il nostro datore di lavoro ai rischi connaturati all'onnipresenza della figura del "collega medio", il quale non perderebbe certo tempo a far rimediare una incommensurabile figura di sterco grazie a qualche suo exploit...
    Come ho detto tra le righe, non si può arrivare a una concessione generalizzata anche per questi motivi.
    E in ogni caso, fatto 100 il numero di poliziotti, carabinieri, finanzieri, ecc., quanti di questi portano realmente la pistola fuori servizio per far fronte alle summezionate superiori esigenze legate ai compiti istituzionali?
    L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia...

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