Anch'io ho frequentato l'Egitto ( e spero di ritornarci a breve) sia per lavoro che per semplice diletto,ma la situazione non mi appariva affatto così drammatica come la descrivono.
Intanto il tasso di infibulazione PRESUNTA è troppo alto rispetto a quello reale.
Basti pensare che in una grande città come il Cairo esso è ben sotto il 50% e ricordiamo che il Cairo rappresenta da solo una buona fetta della popolazione Egiziana.
In tutti i grandi centri abitati si fanno delle vere crociate contro questa barbarie,e i giovani sono quasi tutti contrari.Ovviamente una tradizione come quella è assai dura a morire,e nel villaggetto sperduto non si riuscirà ad estirparla del tutto se non tra qualche lustro,ma la tendenza è certamente quella.
La popolazione Egiziana è mediamente istruita e tollerante,sia verso i costumi che verso la religione,prova ne è che gli stessi Fratelli Musulmani non abbiano poi tutto questo gran seguito e abbiano innalzato la loro capacità dui influenza nella vita pubblica,solo dopo che hanno rinunciato ad azioni violente.
Infatti pare che dietro gli ultimi attentati contro i Copti,ci sia addirittura la mano di qualche ministro del passato Governo,e che i Musulmani si siano addirittura prestati a fare da Scudi Umani durante la celebrazione del Natale Copto,davanti alle chiese dei Cristiani.
Questo per dire quanto il livello di tolleranza sia radicato in Egitto,e i tentativi di estremizzare i temi provenga sempre e soltanto dall'estero.
Il problema che ho avuto modo di percepire come il più grave quando stavo in Egitto è senz'altro quello del lavoro.Tutti cercano di lavorare e molti aiutano come possono quelli che sono in difficoltà.Esiste un livello di solidarietà (specialmente verso gli anziani) che noi qui in occidente nemmeno ci sognamo,pur con i mezzi e le risorse limitate che hanno.
Quando il lavoro inizia a girare, in certe zone cala drasticamente sia il livello di criminalità,sia quello del bisogno di riferimenti Religiosi.E' un fatto che percentualmente ci siano meno Egiziani nelle Moschee a pregare,nelle zone del paese dove ci sia più occupazione.
Dopotutto,Ahmed,che è il mio referente quando passo da quelle parti,mi ha sempre detto che"Iil buon Musulmano in Egitto deve pensare PRIMA alla famiglia con il suo lavoro,e se quest'ultimo si sovrappone alla Preghiera,queste ultime aspetteranno,in quanto Allah è comprensivo con i buoni Musulmani".
Riguardo alle donne Velate del Cairo,effettivamente in questi ultimi anni ne ho viste leggermente di più,ma è anche dovuto al fatto che siano spesso mogli di ricchi Sciiti che si sono trasferiti al Cairo per affari,spesso dall'Iran,ma anche che affollino le università.
Non confondiamo infatti il Niqab con l'integralismo Tout-Court,perchè in molti casi è solo un'espressione di una tradizione secolare.
In ultimo,parlare di Democrazia piena e Parità di Diritti negli Stati a religione Musulmana,forse è un pò azzardato,ma è anche vero che molti di essi stanno facendo veramente dei notevoli passi in avanti,e la Tunisia come l'Egitto e il Marocco,sono certamente esempi virtuosi.
Ippogrifo
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