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Risultati da 161 a 170 di 248

Discussione: Il suicidio tra gli appartenenti delle FF.AA. e FF.OO.: un fenomeno in crescita.

  1. #161
    Vittoriosa
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    L'analisi mi piace, condivido fermamente il tuo evidenziare la contraddizione esistente tra il rigore, il senso del dovere, l'obbligo di rispettare per primi e di far rispettare anche agli altri le leggi, e di contro la loro inapplicabilità/aggirabilità/totale assenza nel momento in cui servirebbero (per esempio nell'atto del punire un colpevole,dopo aver speso mesi in indagini). Ciò può di certo essere concausa di un malessere, usando parole a te care in questo tipo di contesto ci vedo un humus fertile allo sviluppo di sintomi depressivi.
    Questa contraddizione è viva in tutti, almeno io la sento forte, mi sembra di vivere un mondo non solo anomico, ma anche amorale... ma a me, a parte un vivo senso civico, nulla mi vieta di far un pò come cavolo mi pare, trasgredire nelle piccole cose e lamentarmi ogni volta che mi va, cosa un pò meno facile (non che non accada) per chi indossa la divisa.
    Devo ammettere che c'è qualcosa che non mi torna! Il titolo della discussione mi ha sempre un pò lasciata nel dubbio...il fenomeno è veramente in crescita? Cioè...se paragonato all'andamento del suicidio (in generale), quello degli uomini in divisa, è sul serio maggiore? O semplicemente oggi lo si dichiara mentre in passato lo si nascondeva per bene?(Causa il disonore per l'intera ffaa o ffoo di cui lo scellerato assassino di se stesso faceva parte?)...(e qui ritorna l'effetto Wether)
    Ma io, anche un pò per deformazione professionale, non riesco a far altro che vedere sempre l'individio dietro al suicida,dunque difficilmente mi riesce di imputare colpe specifiche solo alla professione. Ma poi mi accorgo anche, che se mi metto a guardare la storia personale ho come l'impressione di poterci trovare elementi ricorrenti che restano legati alla vita da "sbirro"..che ne so...il lasciare casa, essere completamente sradicati dal proprio ambiente e finire in uno in cui, oltre alla moglie (anch'essa presa di peso e posata da un'altra parte) non hai nessuno su cui contare, non ci sono i nonni che ti tengono i bimbi piccoli con la febbre, si fanno turni sballati, o ancora il Vivere la strada, e con essa situazioni pericolose-degradanti-deprimenti che non condividi con nessuno (a volte fingi che non sia successo nulla perfino col coppio che era con te), uno stipendio da morto di fame, il disprezzo dei cittadini che in teoria proteggi...etc etc
    protei continuare, ma è chiaro cosa intendo, ed è anche chiaro che non è sempre così, per fortuna!
    Vuoi che per la vita di un essere umano medio, che ha già i suoi problemi solo perchè è stato messo al mondo, questi non siano tutti fattori di potenziamento belli tosti...??? (fermo restando che ci sono quelli di predisposizione che non sto nemmeno prendendo in esame).
    Altro elemento che non mi da pace...,,tutti i vecchi e i neo assunti possono addestrarli quanto vuoi, ma poi....siamo certi che qualcuno gli abbia mai spiegato come affrontare a livello "emotivo" quel tipo di vita?
    Gruppi Balint? In un luogo in cui manifestare un disagio vorrebbe dire essere debosciati?ma chi ci andrebbe? In questo momento solo "l'obbligo" potrebbe spingerli a recarsi dallo psicologo o psichiatra...
    Dovrebbero valutare l'idoneità fisica e psicologica (x me) almeno una volta l'anno. Utopia pura, me ne rendo conto, ma senza prevenzione non cambierà mai nulla.
    Un uomo depresso o in generale psicologicamente sofferente è pericoloso, nella maggior parte dei casi, solo per se stesso.
    Un uomo depresso o in generale psicologicamente sofferente, ma armato, è pericoloso, anche per gli altri!
    Ma tanto continueremo il necrologio e ci continueremo a dispiacere...fine!

  2. #162
    Soldato
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    Un fenomeno che negli ultimi anni si stà cercando di analizzare in tutte le sue sfaccettature è quello del “burnout”.
    Inizialmente venne riscontrato nelle cosiddette helping professions, di cui fanno parte anche le FFOO e FFAA, oltre a medici, infermieri, psicologi, avvocati e tutti coloro che sono impegnati a prestare aiuto ad altri.
    Si tratta della risposta di un individuo, al fine di preservare il proprio equilibrio, al carico emotivo e relazionale derivante dalle difficoltà nel rapporto con l’utenza e i possibili esiti di un errore professionale che lo espone a condizioni croniche di stress lavoro-correlato, soprattutto a causa di scarsi mezzi a disposizione che possono inficiare la qualità ed i ritmi di lavoro.
    Questo meccanismo di difesa mette in atto meccanismi psicologici e motivazionali di difesa basati sul distacco emotivo e sulla rinuncia, per allontanare il disagio derivante dal senso di colpa, che può insorgere nel vedere la propria incapacità di espletare efficacemente il proprio compito. Il processo si autoalimenta poiché a fallimenti seguono altri fallimenti e disillusioni, con conseguente perdita di elementi motivazionali ed entusiasmo.
    Se pensiamo all’ambiente fortemente strutturato del comparto sicurezza ci rendiamo conto che le problematiche che deve affrontare un operatore sono piuttosto complesse, partendo dalla struttura verticale di controllo che impone norme comportamentali rigide, passando per le pressioni da parte dei superiori in merito ai risultati e/o dai sottoposti che invece effettuano rivendicazioni oppure entrambi, arrivando a considerare le condizioni contrattuali e salariari, che sono un altro punto dolente, infatti mai come in questi ultimi anni i tagli hanno penalizzato il personale e le opportunità di crescita professionale si sono ridotte.
    I fattori di rischio del cosiddetto stress lavoro – correlato, molti dei quali citati da Vittoriosa, sono innumerevoli ed è difficile stabilire il loro peso all’interno del sistema lavoro.
    E’ stata tuttavia dimostrata l’importanza della presenza del gruppo, in quanto la condivisione deconcentra da se stessi e porta l’attenzione su quest’ultimo, soprattutto se solido e compatto.
    in attesa di risposta per la Riserva Selezionata

  3. #163
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    Purtroppo oggi la lista si è allungata.
    Un Carabiniere di 44 anni si è suicidato nel bagno della caserma del comando provinciale di Roma.

  4. #164

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    Mi sembra alquanto difficile potersi confrontare a livello emotivo e psicologico su determinati problemi, sia con il personale addetto che con gli stessi colleghi. Io penso che l'ambiente lavorativo influisca in minima misura, e che tutto parta da problematiche personali e/o familiari, o che al limite l'aspetto lavorativo possa essere chiamato in causa qualora influisca negativamente sui rapporti personali.

  5. #165

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    Se ne discute da anni, nessuno fa nulla. Il disagio del singolo non può e non deve rispecchiare quello del Corpo di appartenenza: secondo questa insulsa logica è meglio un suicida oggi che un'Amministrazione in imbarazzo domani. E la strage continua.....
    Vi posto un link che dà una seppur minima idea del problema, ma soprattutto della sua estensione:
    http://www.polizianellastoria.it/for...hp?topic=204.0
    Sovrintendente della Polizia di Stato
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  6. #166
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    Un giovane militare della Guardia di Finanza in servizio a Chivasso si è ucciso nella notte nella caserma delle Fiamme gialle di via Caluso. La vittima aveva vent’anni. Secondo le prime indiscrezioni, il tragico gesto è avvenuto intorno alle 4 del mattino nella stanza che il finanziere occupava con un collega. Il giovane si sarebbe introdotto il bocca la canna della pistola d’ordinanza e avrebbe premuto il grilletto. Per ora non si conoscono con esattezza le circostanze del suicidio né il contesto in cui è maturata la scelta disperata del militare.

    Sulla vicenda indaga ora la Procura della Repubblica di Ivrea, che ha aperto un fascicolo d’inchiesta.
    http://www.sostenitori.info/?p=60671
    20 anni porca miseria!

  7. #167
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    Lista che si allunga ancora...
    Un Carabiniere di 40 anni,sposato e con 3 figli,si è suicidato nella caserma del comando provinciale di Salerno.

  8. #168
    Maresciallo L'avatar di capodifiume
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    Un appuntato scelto dei carabinieri di 49 anni si è ucciso ad Angri, nel Salernitano, sparandosi al cuore con la pistola d'ordinanza. Il militare, originario di Catania, era sposato e padre di quattro figli.

  9. #169
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    Citazione Originariamente Scritto da capodifiume Visualizza Messaggio
    Un appuntato scelto dei carabinieri di 49 anni si è ucciso ad Angri, nel Salernitano, sparandosi al cuore con la pistola d'ordinanza. Il militare, originario di Catania, era sposato e padre di quattro figli.
    Un altro Carabiniere che se ne va...accidenti!
    R.I.P. Collega.
    Rendere la propria vita agli altri senza nulla ricevere in cambio, se non la stima della gente orgogliosa di averci al suo fianco. Ecco cosa significa essere CARABINIERI
    Prendi in mano la tua vita e fanne un capolavoro (Giovanni Paolo II)
    I sogni restano tali se non li insegui...fino alla fine!

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  10. #170
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