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Discussione: Ordine, legalità, sicurezza e trattamento rieducativo. Essere sicuri o mai soli?

  1. #11
    Mickey
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    Tragedia alla Dogaia, detenuto di 22 anni si è ucciso impiccandosi nella sua cella.
    Un detenuto recluso nel carcere della Dogaia si è ucciso nel pomeriggio di ieri, impiccandosi nella propria cella. La tragedia è avvenuta intorno alle 16. Si tratta di un giovane di 22 anni, di origini siciliane. Si tratta del quarto caso di suicidio in carcere negli ultimi giorni, precisando che l’episodio è avvenuto poche ore dopo un altro suicidio in carcere, a Sulmona, in Abruzzo. “Chi ha competenze politiche e amministrative potrà anche continuare a perpetrare un ostinato quanto offensivo silenzio e negare risposte a chi pone la questione penitenziaria in termini crudi e nudi, ma non potrà sottrarsi alla fine dall’affrontare la tragica realtà delle morti in cella”.
    “Il personale è solo e abbandonato. Un solo agente preposto alla sorveglianza di decine, centinaia di detenuti è naturalmente impedito a prevenire morte e violenza dovendo badare soprattutto alla propria incolumità”. “Pertanto è da irresponsabili pensare di poter attivare, come si vuole fare a Prato, nuove sezioni senza assegnare alcuna unità di polizia penitenziaria aggiuntiva”.
    http://www.notiziediprato.it/2011/01...lla-sua-cella/

    Vivere in tre metri quadrati
    La situazione carceraria dell’Arginone
    Troppi carcerati e pochi agenti di polizia penitenziaria. Non migliora la situazione dell’Arginone.
    Il personale di polizia è tuttora di un’unità per sezione, con 90 metri da percorrere e un alto numero di persone presenti da custodire con grande responsabilità e stress lavoro correlato notevole. Il personale è sprovvisto di cordless.
    I locali doccia non sono stati adeguati, sono pertanto ancora insufficienti nelle 6 sezioni di 26 celle.
    I tetti dell’Istituto hanno bisogno di restauro e alle segnalazioni fatte, non è seguita alcuna azione d’intervento. A causa di questo, 4 celle, corrispondenti a 9 posti, sono inagibili, aumentando in tal modo il problema del collocamento delle persone, dato l’esiguo spazio presente, anche solo 9 persone in più costituiscono un numero notevole.
    L’organico della Polizia Penitenziaria 192 unità assegnate dal Ministero: 167 in servizio; 17 unità distaccate in altri Istituti e al Ministero; 8 unità con malattie irreversibili riconosciute dall’Ospedale Militare. Dei 167 in servizio, gli operativi sono 153 per 501 detenuti, poiché dai 167 occorre togliere 14 unità adibite al nucleo per le traduzioni delle persone ristrette richieste dall’Autorità Giudiziaria per le udienze presso i Tribunali. Ad esempio per i collaboratori di giustizia spesso le traduzioni sono in Sicilia, Campania, Calabria e Puglia.
    L’organico previsto è di 236 unità per 250 detenuti.
    “È necessario ampliare lo Sportello Stranieri secondo le norme esposte; favorire la cultura della mediazione socio-sanitaria; riprendere e attivare progetti sulla genitorialità; attivare uno sportello di orientamento al lavoro per aggiornare e formare i detenuti sul mondo del lavoro in previsione del loro futuro ritorno nella società; intervenire a livello politico sul tema della territorializzazione della pena per rispettare il “diritto agli affetti” del detenuto e dei suoi familiari”.
    http://www.estense.com/vivere-in-tre-metri-quadrati-0119306.html

    L’organico di polizia penitenziaria effettivamente in servizio negli istituti è molto insufficiente e dal punto di vista strutturale le condizioni delle carceri continuano a essere oltremodo fatiscenti, assolutamente inadeguate a ospitare esseri umani. A Favignana era praticato il sistema definito «nudo a cella liscia» in isolamento, cioè completamente nudi e senza materasso. Il trattamento minacciato e in alcuni casi riservato a chi dava in escandescenze”.
    http://www.livesicilia.it/2011/01/09/nelle-orribili-galere-siciliane-i-gatti-hanno-paura-dei-topi/
    Ultima modifica di Mickey; 28-01-11 alle 17: 24

  2. #12
    Mickey
    Guest

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    Trapani, videosorveglianza alle carceri
    Trapani, 25 gennaio 2011- Sarà realizzato presto l’impianto di videosorveglianza nelle carceri “San Giuliano”. Infatti la Corte dei conti ha registrato la convenzione tra la Prefettura di Trapani, il Comune di Erice (Trapani) e il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria per la Sicilia per l’impianto. Inoltre si procederà alla fornitura di risorse strumentali alle forze di polizia e per il potenziamento dei servizi di polizia nel territorio comunale di Erice.
    http://www.trapanioggi.it/2011/01/25/trapani-videosorveglianza-alle-carceri/


    ---------------------Aggiornamento----------------------------

    In Lombardia la protesta della polizia penitenziaria
    Venerdì, 28 gennaio 2011
    “La situazione penitenziaria in Regione Lombardia ha raggiunto livelli di allarme che non possono essere taciuti ulteriormente". "9400 detenuti presenti a fronte di una capienza di 5382, una mancanza d’organico di Polizia penitenziaria pari a 1200 unità su una pianta organica di 5300 e di 200 unità nel Comparto Ministeri”.
    La denuncia è dei sindacati di categoria, che hanno deciso di scioperare oggi in Lombardia e di manifestare a Milano davanti agli uffici della Prefettura ma a quei numeri bisogna aggiungere le conseguenze che derivano dai tagli orizzontali che la legge finanziaria ha realizzato, i quali rendono in pratica impossibile il mandato istituzionale e insopportabili le condizioni di lavoro”.
    Anche i mezzi di trasporto “sono ormai obsoleti e le traduzioni dei detenuti sono garantite prelevando le relative spese dalle tasche del personale; le caserme sono veri e propri colabrodo a causa delle infiltrazioni d’acqua e che le divise sono insufficienti”.
    Perciò “è facile comprendere le ragioni che portano in piazza il personale di Polizia penitenziaria della Lombardia, sperando non rimanga una protesta fine a se stessa bensì si trasformi in strumento positivo per determinare un cambiamento di rotta”.
    I sindacati del settore chiedono dunque garanzie verso politiche improntate alla sicurezza non più secondo vecchi schemi, “ma in favore di una sua concezione moderna e dinamica”. Da qui ecco qualche proposta: presenza dei detenuti in tribunale mediante sistemi moderni quali la videoconferenza, differenziazione dei circuiti penitenziari in modo da adeguare i livelli di sicurezza alla pericolosità sociale dei detenuti presenti, controllo della custodia cautelare e dell’esecuzione penale.
    “Bisognerebbe inoltre individuare nuove norme d’impiego al lavoro dei detenuti utilizzandoli in attività socialmente utili e/o il cui ricavato deve determinare un risparmio considerevole dei costi di detenzione e quindi della spesa pubblica”.
    L’auspicio, hanno terminato i sindacati, è che dalla manifestazione di oggi “il Ministro Alfano raccolga la sfida impegnandosi ad attuare un piano di rinnovo e di riorganizzazione del sistema penitenziario”.
    http://www.inviatospeciale.com/2011/01/in-lombardia-la-protesta-della-polizia-penitenziaria/
    Ultima modifica di Mickey; 28-01-11 alle 17: 29

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